Nel 2025 il Governo rilancia con forza il suo impegno per l’occupazione femminile e la parità di genere nel lavoro, introducendo un nuovo incentivo fiscale a sostegno delle imprese che scelgono di assumere donne in condizioni svantaggiate. Con il Decreto-legge 60/2024, convertito in Legge 95/2024, viene istituito un bonus contributivo di 650 euro mensili destinato ai datori di lavoro privati che effettuano nuove assunzioni entro il 31 dicembre 2025.
Sommario
La misura, resa pienamente operativa grazie al decreto attuativo del 9 maggio 2025 e alla Circolare INPS n. 91/2025 pubblicata il 12 maggio, si inserisce nel quadro delle politiche attive del lavoro, con l’obiettivo di offrire un incentivo economico concreto per contrastare la disparità occupazionale di genere.
Le domande per accedere all’agevolazione potranno essere presentate a partire dal 16 maggio 2025 attraverso l’apposita piattaforma INPS, con modalità e tempistiche ben definite. Un’opportunità da non perdere per tutte le aziende interessate a risparmiare sui contributi e contribuire a una causa sociale strategica.
Nei paragrafi che seguono, analizzeremo requisiti, condizioni, cumulabilità, obblighi di comunicazione tramite Uniemens e tutti gli aspetti operativi dell’incentivo, offrendo una guida completa e dettagliata per orientarsi senza errori tra normative, scadenze e vantaggi fiscali.
Chi può usufruire del Bonus
Il Bonus Donne 2025 si configura come uno sgravio contributivo totale a favore delle imprese che assumono lavoratrici in condizione di svantaggio. Nello specifico, lo sgravio consiste nell’esonero del 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con un massimo mensile pari a 650 euro per ciascuna lavoratrice.
Attenzione: la misura è limitata alle assunzioni a tempo indeterminato effettuate entro il 31 dicembre 2025. Sono esclusi i contratti di apprendistato, i rapporti di lavoro domestico, le collaborazioni occasionali e i contratti intermittenti o “a chiamata”. Dunque, il legislatore punta a favorire una stabilizzazione occupazionale duratura, non forme contrattuali flessibili o temporanee.
Il beneficio può essere richiesto da tutti i datori di lavoro privati, inclusi quelli non imprenditori e gli operatori del settore agricolo. Restano invece escluse le Pubbliche Amministrazioni, coerentemente con l’obiettivo di rafforzare l’occupazione femminile nel settore privato.
Per ottenere il beneficio è necessario assumere una donna che rientri in una di queste tre categorie:
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disoccupata da almeno 24 mesi, indipendentemente dalla regione di residenza;
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disoccupata da almeno 6 mesi, ma residente nelle Regioni del Sud incluse nella ZES unica (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna);
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occupata in un settore con elevata disparità di genere, secondo quanto stabilito annualmente da apposito decreto (per il 2025 vedi “Disparità di genere 2025”).
Durata, condizioni e cumulabilità
La durata dell’esonero contributivo previsto dal Bonus Donne 2025 varia in funzione della condizione lavorativa della donna assunta.
In particolare, si applicano due scenari:
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24 mesi di agevolazione per le donne disoccupate da almeno 24 mesi, oppure da almeno 6 mesi se residenti nelle regioni del Sud incluse nella ZES unica;
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12 mesi di esonero per l’assunzione di donne impiegate in settori ad alta disparità di genere, come individuati annualmente da appositi decreti ministeriali.
Un vincolo fondamentale è che l’assunzione comporti un incremento netto dell’occupazione aziendale. Ciò significa che il numero di dipendenti (espresso in Unità di Lavoro Annuo) non deve diminuire rispetto alla media dei 12 mesi precedenti. Se l’incremento viene meno in un determinato mese, il datore di lavoro perde il diritto al beneficio per quel mese.
Cumulabilità: cosa è possibile e cosa no
Il bonus non è generalmente cumulabile con altri incentivi che abbattano i contributi a carico del datore di lavoro. Tra le agevolazioni non compatibili rientrano:
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Esonero per l’assunzione di donne svantaggiate ex legge 92/2012;
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Incentivo NASpI (20% della prestazione residua);
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Incentivi per l’assunzione di lavoratori disabili (legge 68/1999);
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La Decontribuzione Sud (legge 178/2020 e Bilancio 2025);
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Riduzioni settoriali o territoriali (agricoltura, edilizia, aree montane);
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Contributi ridotti in Paesi extra-UE non convenzionati.
Tuttavia, esistono misure compatibili, poiché agiscono su componenti contributive o fiscali differenti:
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La maggiorazione del costo deducibile per le nuove assunzioni (D.Lgs. 216/2023);
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L’esonero dell’1% per aziende con Certificazione Parità di Genere (legge 162/2021);
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Gli esoneri contributivi sulle quote lavoratore madre previsti nelle leggi di Bilancio 2024 e 2025.
Ogni caso di cumulabilità va verificato mensilmente e per ogni singola lavoratrice. In presenza di precedenti esoneri incompatibili, è possibile accedere al Bonus Donne solo restituendo i benefici precedenti tramite flussi di regolarizzazione (codice “M431”), senza incorrere in sanzioni. L’INPS vigila con controlli automatici e incrociati.
Come presentare la domanda
La richiesta del Bonus Donne 2025 avviene esclusivamente per via telematica, attraverso il sito dell’INPS, utilizzando il Portale delle Agevolazioni, lo stesso già impiegato per altre misure di politica attiva.
Il modulo di domanda sarà disponibile dal 16 maggio 2025, data di apertura ufficiale della procedura.
Per accedere, il datore di lavoro deve essere in possesso delle credenziali SPID, CNS o CIE, e accedere all’area dedicata sul portale INPS.
Una volta effettuato l’accesso, sarà necessario compilare un modulo contenente:
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i dati identificativi dell’impresa richiedente;
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i dati anagrafici della lavoratrice che si intende assumere (o che è stata assunta);
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l’importo della retribuzione mensile prevista per il contratto a tempo indeterminato;
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una dichiarazione sostitutiva in cui si attesta di non beneficiare di altri sgravi contributivi incompatibili.
Attenzione alle tempistiche: domanda pre-assunzione per alcune categorie
Un aspetto fondamentale riguarda la tempistica di presentazione della domanda. Per la maggior parte dei casi, è possibile inviare la richiesta anche dopo l’assunzione. Tuttavia, se la lavoratrice è:
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disoccupata da almeno 6 mesi,
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residente in una Regione del Sud inclusa nella ZES unica,
Allora la domanda deve essere presentata prima dell’assunzione, pena la perdita del diritto all’esonero. Questo vincolo è stato introdotto per rafforzare il controllo preventivo e garantire la correttezza nell’utilizzo dei fondi.
In ogni caso, è consigliabile effettuare la domanda tempestivamente, anche nei casi in cui non sia obbligatoria la presentazione anticipata, per evitare ritardi nell’autorizzazione e nell’applicazione dello sgravio contributivo.
I flussi Uniemens
Una volta ottenuta l’autorizzazione al beneficio da parte dell’INPS, il datore di lavoro deve gestire correttamente l’esonero contributivo tramite i flussi Uniemens, ovvero le denunce mensili obbligatorie che riportano tutti i dati relativi ai lavoratori e ai contributi dovuti. È qui che si “attiva” operativamente lo sgravio.
Come compilare Uniemens per fruire del Bonus Donne
All’interno del flusso Uniemens, l’esonero deve essere indicato:
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nell’elemento <DenunciaIndividuale>, sezione <DatiRetributivi>,
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utilizzando il nuovo codice di agevolazione “EBWD”, istituito proprio per il Bonus Donne 2025.
Il codice deve essere accompagnato da:
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l’importo dello sgravio mensile spettante, fino a un massimo di 650 euro;
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il codice fiscale della lavoratrice;
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l’eventuale quota residua dell’incentivo nei casi di part-time verticale o assunzione/cessazione in corso del mese.
L’INPS effettua controlli automatici e incrociati sulla correttezza dei dati e sulla non cumulabilità con altri benefici. In caso di errore, è necessario procedere con un flusso di regolarizzazione, utilizzando i codici specifici forniti dall’Istituto (es. “M431” per restituzione agevolazioni pregresse).
Attenzione alla gestione mensile
È importante sottolineare che la fruizione del beneficio deve essere monitorata ogni mese: se l’organico scende e non si verifica l’incremento netto occupazionale richiesto, l’agevolazione non può essere fruita per quel mese. Inoltre, ogni modifica contrattuale (trasformazioni, sospensioni, cessazioni) deve essere tempestivamente riportata nei flussi, per evitare sanzioni e recuperi.
Vantaggi fiscali
Oltre al chiaro obiettivo sociale di ridurre il gender gap occupazionale, il Bonus Donne 2025 rappresenta per le aziende una straordinaria opportunità di risparmio fiscale e contributivo. In un contesto di inflazione elevata e crescita dei costi fissi, tagliare i contributi per un massimo di 650 euro mensili a lavoratrice può generare un beneficio economico fino a 15.600 euro in due anni per ciascun contratto a tempo indeterminato (nei casi di massima durata).
Ottimizzazione fiscale legale
Questo tipo di agevolazione consente alle imprese di ottimizzare il costo del lavoro in modo pienamente legale, sfruttando una delle poche misure di decontribuzione al 100% oggi disponibili. Inoltre, essendo cumulabile con deduzioni fiscali come la maggiorazione per nuove assunzioni (art. 4, D.Lgs. 216/2023), permette anche di ridurre la base imponibile ai fini IRES/IRAP, con un effetto moltiplicatore sul risparmio.
Per le aziende che operano in contesti ad alta rotazione del personale o con posizioni croniche scoperte (GDO, logistica, call center, sanità privata), questa misura può essere anche un driver strategico di politiche di retention e fidelizzazione del personale.
Inoltre, le imprese con certificazione della parità di genere, oltre a godere dell’esonero dell’1% previsto dalla legge 162/2021, migliorano il proprio rating ESG e l’accesso a bandi pubblici e finanziamenti agevolati, creando un circolo virtuoso tra inclusione, sostenibilità e vantaggi economici.
Fonti normative ufficiali e riferimenti utili
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Art. 23 del Decreto-legge 60/2024, convertito in Legge 95/2024 – istituisce formalmente il Bonus Donne;
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Circolare INPS n. 91/2025 del 12 maggio – chiarisce requisiti, modalità operative e codici Uniemens;
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Decreto attuativo pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 maggio 2025 – dettaglia ambiti applicativi e condizioni;
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Art. 4 del D.Lgs. 216/2023 – maggiorazione fiscale per nuove assunzioni;
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Legge 162/2021, art. 5 – esonero contributivo per aziende con Certificazione Parità di Genere;
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Legge di Bilancio 2025 (L. 213/2023) – disciplina gli esoneri lavoratore madre compatibili.
Questi riferimenti sono fondamentali non solo per la corretta applicazione dell’incentivo, ma anche per difendersi in caso di verifica INPS o Agenzia delle Entrate, e per predisporre una documentazione completa ai fini di eventuali audit interni o revisori legali.
Errori da evitare
L’applicazione errata dell’esonero può portare a mancata fruizione, recuperi contributivi o sanzioni da parte dell’INPS. Ecco gli errori più frequenti da evitare e le buone pratiche consigliate:
Errori comuni
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Assumere senza aver verificato i requisiti della lavoratrice (es. disoccupazione da meno di 6 mesi nel Sud);
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Non presentare la domanda prima dell’assunzione nei casi obbligatori;
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Inserire codici errati nei flussi Uniemens o dimenticare di aggiornare la situazione;
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Sovrapporre incentivi incompatibili (NASpI, Decontribuzione Sud, legge 68/1999);
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Dimenticare di monitorare l’organico aziendale, facendo venir meno l’incremento netto.
Buone pratiche
- Predisporre una checklist interna per ciascuna assunzione agevolata
- Coordinarsi con il consulente del lavoro per gestione domande e Uniemens
- Tenere un registro aggiornato delle agevolazioni in uso
- Salvare una copia PDF della domanda presentata tramite portale INPS
- Usare software gestionali con alert su scadenze e limiti di cumulabilità
Caso studio simulato
Il caso: azienda del Nord che assume nel Sud
L’azienda “Tecnoprogetti S.r.l.”, con sede a Milano, ha una nuova sede operativa a Bari. A maggio 2025 assume una donna di 37 anni, residente a Lecce, disoccupata da 7 mesi. La lavoratrice viene assunta con contratto a tempo pieno e indeterminato, con una RAL di 23.000 euro annui.
Applicabilità del bonus
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Disoccupata da più di 6 mesi;
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Residente in Regione ZES del Sud;
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Contratto a tempo indeterminato;
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L’azienda non ha ridotto l’organico nei 12 mesi precedenti.
Beneficio
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Esonero del 100% dei contributi a carico del datore di lavoro;
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Massimo: 650 euro/mese per 24 mesi;
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Totale massimo risparmiabile: 15.600 euro.
Inoltre, l’azienda gode della deduzione maggiorata per nuove assunzioni (art. 4, D.Lgs. 216/2023), che consente di abbattere ulteriormente la base imponibile ai fini IRES.
Risultato: combinando agevolazione contributiva e vantaggio fiscale, l’impresa ottiene un risparmio complessivo stimabile oltre i 20.000 euro in due anni.
Conclusione
Bonus Donne 2025 non è solo una misura di sostegno all’occupazione femminile: è anche un potente strumento di risparmio contributivo per le imprese che vogliono investire nel capitale umano, migliorare il proprio bilancio e contribuire alla riduzione del divario di genere nel mondo del lavoro.
Con uno sgravio fino a 15.600 euro per lavoratrice, la possibilità di deduzioni fiscali aggiuntive e la compatibilità con altre misure virtuose come la Certificazione della Parità di Genere, l’incentivo si dimostra una leva concreta per coniugare inclusione, sostenibilità e convenienza economica.
Ma come tutte le agevolazioni, anche questa richiede precisione, tempestività e un’attenta pianificazione.
Per sfruttarne appieno i vantaggi:
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Consulta il tuo consulente del lavoro;
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Verifica requisiti e cumulabilità;
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Accedi tempestivamente al Portale INPS dal 16 maggio;
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E assicurati che la gestione Uniemens sia impeccabile.
Sfrutta al meglio questa misura prevista dalla normativa, utile sia per promuovere l’occupazione femminile che per contenere il costo del lavoro.