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Istanza di adesione all’avviso di accertamento fac simile e memorie difensive commercialista esperto

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Il tribunale di Torino condanna assicuratore per clausole vessatorie: 10mila euro di risarcimento per danni da grandine

Redazione Commercialista.it - Data di Pubblicazione: 11/09/2024 - 1296 visualizzazioni.
Il tribunale di Torino condanna assicuratore per clausole vessatorie: 10mila euro di risarcimento per danni da grandine

Il tribunale civile di Torino ha stabilito che una compagnia di assicurazioni non può rifiutarsi di pagare i danni causati dalla grandine solo perché l’automobilista ha scelto un carrozziere non convenzionato. La sentenza, emessa il 29 luglio, ha condannato l’assicuratore a risarcire 10mila euro, di cui 6mila per le riparazioni e 4mila per le spese legali, al proprietario di una Fiat Doblò danneggiata durante una violenta grandinata il 17 giugno 2020.

Questa decisione potrebbe costituire un importante precedente in materia di tutela dei consumatori, in particolare per chi subisce danni da eventi atmosferici sempre più frequenti nella regione. Il proprietario dell’auto, un cittadino torinese, aveva spiegato di aver pagato 6.080 euro per le riparazioni, convinto che la sua polizza assicurativa, che includeva la copertura per eventi naturali, avrebbe coperto la spesa. Dopo aver contattato la compagnia e aver informato che avrebbe scelto il suo carrozziere di fiducia, gli era stato confermato verbalmente che sarebbe stato rimborsato.

Tuttavia, l’assicuratore ha poi negato il rimborso basandosi su una clausola che imponeva l’obbligo di rivolgersi a centri convenzionati per le riparazioni. La giudice Claudia Gemelli ha dichiarato nulla tale clausola, definendola vessatoria, poiché genera uno squilibrio tra i diritti e gli obblighi del contratto. Inoltre, la clausola non era stata oggetto di trattativa individuale e non era adeguatamente evidenziata nel contratto, in violazione del Codice delle Assicurazioni.

Gli avvocati della compagnia avevano sostenuto che la clausola fosse chiaramente indicata nel contratto, ma il tribunale ha respinto questa argomentazione. La giudice ha sottolineato che, oltre a creare un notevole squilibrio a danno del consumatore, il contratto era redatto in modo ingannevole, mancando di trasparenza e chiarezza riguardo alle limitazioni delle garanzie.

Questa sentenza potrebbe avere un impatto rilevante per i consumatori, rafforzando il diritto di scegliere liberamente i professionisti per le riparazioni senza subire penalizzazioni dall’assicurazione.

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