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Guida fiscale e vademecum per gli adempimenti fiscali scadenze e termine di versamento imposte e contributi.

Visto di conformità per crediti oltre 5.000 euro: cos’è, quando serve e come ottenerlo

Mariana Maxwel - Data di Pubblicazione: 17/05/2025
Visto di conformità: guida pratica - Commercialista.it

Negli ultimi anni, l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate verso l’utilizzo dei crediti d’imposta in compensazione si è intensificata, portando a controlli più serrati per contrastare le frodi fiscali. In questo contesto, il visto di conformità si è imposto come uno strumento fondamentale di tutela per lo Stato ma anche per il contribuente. Infatti, è obbligatorio per compensare crediti fiscali superiori a 5.000 euro relativi a IVA, imposte dirette e crediti da dichiarazioni fiscali.

L’apposizione del visto non è solo un adempimento tecnico, ma rappresenta un check preventivo di correttezza della dichiarazione. Ecco perché viene richiesto l’intervento di un professionista abilitato: commercialista, consulente del lavoro, CAF o revisore legale iscritto negli appositi elenchi.

In questo articolo, analizzeremo cos’è il visto di conformità, quando è obbligatorio, su quali crediti si applica, come si ottiene e che impatto ha sulle dichiarazioni fiscali. Vedremo anche quali documenti servono e come evitare gli errori più comuni, offrendo al lettore una guida operativa completa.

Cos’è il visto di conformità

Il visto di conformità fiscale, detto anche “visto leggero”, è un’attestazione rilasciata da un professionista abilitato, con la quale si certifica la congruità e la correttezza formale dei dati contenuti nelle dichiarazioni fiscali. L’obiettivo principale del visto è quello di garantire che il credito d’imposta richiesto in compensazione sia legittimo, correttamente determinato e supportato dalla documentazione necessaria.

Si tratta di uno strumento introdotto dall’art. 10 del D.Lgs. n. 241/1997 e rafforzato nel tempo, soprattutto con la legge di Stabilità 2014 e i successivi interventi normativi. Il visto di conformità si applica alle dichiarazioni fiscali quali Modello Redditi, IVA, 770 e CU, e consente al contribuente di utilizzare in compensazione orizzontale, tramite modello F24, i crediti superiori a 5.000 euro per ciascun tributo.

La funzione del visto non è solo di controllo, ma anche di responsabilizzazione del professionista: chi appone il visto si assume una responsabilità personale e, in caso di errori o frodi, può incorrere in sanzioni pecuniarie o nella revoca dell’abilitazione. Questo sistema incentiva un approccio prudente e professionale, a tutela dell’Erario ma anche dell’impresa.

Il visto di conformità è anche uno strumento strategico per il contribuente: una dichiarazione corretta e vistata evita blocchi dei rimborsi, contestazioni e sanzioni, offrendo certezza e tranquillità nei rapporti con il Fisco. Inoltre, in alcuni casi, è richiesto anche per accedere a detrazioni fiscali o agevolazioni, come i bonus edilizi.

Quando è obbligatorio

L’obbligo di apposizione del visto di conformità scatta quando il contribuente intende compensare crediti fiscali superiori a 5.000 euro annui per ciascun tipo di tributo, mediante il modello F24. Questo limite vale sia per i crediti IVA, sia per quelli relativi alle imposte dirette (Irpef, Ires), sia per i crediti risultanti da dichiarazioni IRAP o 770.

L’art. 1, comma 574, della Legge n. 147/2013 (Legge di Stabilità 2014) ha introdotto in modo sistematico questa soglia per rendere più controllabile il flusso delle compensazioni.

In particolare:

  • Per l’IVA, il visto è richiesto se il credito da compensare supera i 5.000 euro annui, indipendentemente se tale credito deriva dalla dichiarazione annuale o da un modello IVA TR trimestrale.

  • Per le imposte dirette, vale lo stesso principio: la soglia è annuale e riferita al singolo tributo. Ad esempio, si può compensare fino a 5.000 euro di Irpef o Ires senza visto, ma superata tale soglia, il visto è obbligatorio.

  • Per il bonus ricerca e sviluppo, il superamento della soglia impone l’apposizione del visto, oltre che in alcuni casi particolari (come cessioni o utilizzo diretto), anche la predisposizione di documentazione tecnica certificata.

Sono esentati dall’obbligo del visto i contribuenti che utilizzano il credito solo in compensazione interna (cioè tra tributi della stessa dichiarazione), oppure che richiedono un rimborso senza compensazioni. Tuttavia, per alcuni crediti, come quelli da superbonus 110%, il visto è obbligatorio indipendentemente dall’importo, per ragioni antifrode (D.L. 157/2021 e D.L. 13/2022).

Infine, è importante ricordare che in caso di utilizzo del credito senza il visto obbligatorio, l’Agenzia delle Entrate può bloccare la compensazione e applicare sanzioni amministrative pari al 30% del credito utilizzato indebitamente.

Visto di conformità: guida pratica - Commercialista.it

Chi può rilasciare il visto

Il visto di conformità può essere rilasciato solo da soggetti abilitati e iscritti in appositi elenchi presso l’Agenzia delle Entrate, che devono possedere requisiti tecnici, deontologici e professionali.

I soggetti legittimati all’apposizione del visto sono:

  • Dottori commercialisti, esperti contabili e consulenti del lavoro, iscritti nei rispettivi albi professionali e abilitati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni;

  • CAF (Centri di Assistenza Fiscale) e società da essi partecipate, purché autorizzati;

  • Revisori legali iscritti al registro dei revisori che abbiano stipulato una polizza assicurativa ad hoc;

  • Responsabili dell’assistenza fiscale delle imprese (interni all’azienda) in possesso dei requisiti richiesti.

Il professionista che appone il visto deve operare nell’ambito di una struttura organizzata e assicurata contro i rischi derivanti dall’attività di controllo e asseverazione.

Inoltre, deve dotarsi di un’apposita convenzione con l’Agenzia delle Entrate.

Per l’apposizione del visto, il professionista deve verificare tutta la documentazione contabile e fiscale che prova la spettanza del credito.

Tra i principali documenti richiesti:

  • Dichiarazioni fiscali precedenti, con relative ricevute di trasmissione;

  • Registri IVA, fatture attive e passive, liquidazioni periodiche;

  • Prospetti di calcolo del credito, riconciliazione contabile-fiscale;

  • Bilanci d’esercizio e nota integrativa, se rilevante;

  • Eventuale documentazione tecnica o asseverazioni per bonus e crediti speciali (es. ricerca e sviluppo, energia, edilizia);

  • Prospetti di compensazioni precedenti per monitorare il superamento delle soglie.

Il professionista deve conservare tutta la documentazione per almeno sette anni, a tutela in caso di controlli dell’Amministrazione Finanziaria.

Dichiarazioni fiscali

L’apposizione del visto di conformità avviene direttamente nella dichiarazione fiscale, tramite specifici quadri e riquadri dedicati nei modelli ufficiali (Redditi, IVA, IRAP, 770).

Il professionista abilitato che ha eseguito i controlli deve barrare l’apposita casella e inserire:

  • Il codice fiscale del soggetto che ha apposto il visto;

  • Il numero di iscrizione all’albo o all’elenco dei soggetti autorizzati;

  • Il numero di protocollo telematico della trasmissione;

  • La data dell’apposizione del visto.

Nel caso del modello Redditi, l’indicazione del visto si trova nella sezione “Visto di conformità” del frontespizio. Nel modello IVA, l’indicazione è riportata nel quadro VX, mentre nel modello IVA TR (per richieste trimestrali) è nel riquadro finale.

È fondamentale che il visto sia apposto prima dell’invio della dichiarazione, altrimenti la compensazione del credito non sarà valida.

L’inserimento del visto rende la dichiarazione “blindata” sotto il profilo formale e consente al contribuente di:

  • Utilizzare crediti superiori a 5.000 euro in compensazione tramite F24;

  • Evitare sospensioni e scarti dell’F24 da parte dell’Agenzia delle Entrate (che utilizza controlli automatici per bloccare compensazioni senza visto);

  • Accedere più rapidamente ai rimborsi, specie nel caso dei crediti IVA;

  • Ridurre il rischio di accertamenti e contestazioni, in quanto il Fisco presume che i dati vistati siano stati verificati da un professionista.

Attenzione però: l’apposizione del visto non esclude controlli sostanziali da parte dell’Agenzia delle Entrate. In caso di errori, infatti, la responsabilità si estende sia al contribuente che al professionista, con possibilità di recupero del credito indebitamente compensato, applicazione di sanzioni e obbligo di restituzione degli importi.

Rischi e sanzioni

La mancata apposizione del visto di conformità nei casi in cui è obbligatorio può generare conseguenze molto gravi, sia per il contribuente che per il professionista incaricato. In primis, l’Agenzia delle Entrate blocca l’utilizzo del credito in compensazione, scartando il modello F24 trasmesso e inibendo di fatto l’uso di quel credito fino alla regolarizzazione.

Secondo quanto previsto dall’art. 17 del D.Lgs. n. 241/1997 e dalle disposizioni attuative, il contribuente che utilizza un credito superiore alla soglia di 5.000 euro senza visto si espone a:

  • Sanzione amministrativa del 30% del credito compensato in modo irregolare, prevista dall’art. 13 del D.Lgs. 471/1997;

  • Recupero dell’importo indebitamente utilizzato, con applicazione di interessi legali;

  • Possibile contestazione penale in caso di compensazioni fraudolente o false dichiarazioni (art. 10-quater D.Lgs. 74/2000).

Anche il professionista che ha apposto il visto in modo improprio o senza verificare adeguatamente la documentazione può essere perseguito.

L’Agenzia può procedere a:

  • Revoca temporanea o definitiva dell’abilitazione all’invio delle dichiarazioni;

  • Sanzione pecuniaria da 258 a 2.582 euro, oltre al risarcimento dei danni erariali;

  • Comunicazione all’Ordine professionale per eventuali sanzioni disciplinari.

Un caso emblematico è la sentenza n. 19513/2023 della Cassazione, che ha confermato la legittimità della sanzione del 30% per un contribuente che aveva usato in compensazione un credito IVA senza il visto obbligatorio, pur ritenendo di avere tutta la documentazione regolare. Il giudice ha ribadito che l’adempimento del visto non può essere surrogato da altri elementi probatori: o c’è, o si decade dal beneficio.

Per questo motivo è fondamentale affidarsi a professionisti esperti e mantenere una gestione documentale impeccabile, anche per evitare problematiche nei controlli successivi o nella fase di rimborso.

Visto di conformità: guida pratica - Commercialista.it

Vantaggi

Il visto di conformità, spesso percepito come un mero adempimento formale, rappresenta in realtà un’opportunità strategica per imprese, liberi professionisti e contribuenti in generale. La sua funzione preventiva consente non solo di evitare sanzioni, ma anche di ottimizzare la gestione dei crediti fiscali e favorire la programmazione finanziaria.

Dal punto di vista pratico, il visto permette di:

  • Utilizzare in compensazione crediti superiori a 5.000 euro, senza ritardi, errori o blocchi da parte del sistema Entratel;

  • Accedere a rimborsi IVA e agevolazioni in tempi più rapidi, evitando le lunghe attese legate ai controlli documentali post-declarativi;

  • Eliminare il rischio di sanzioni derivanti da utilizzi impropri o non autorizzati del credito;

  • Migliorare la compliance fiscale, rendendo più solide e verificabili le posizioni dichiarative;

  • Costruire una reputazione fiscale positiva nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, aspetto che oggi influisce anche sulla possibilità di ricevere controlli semplificati o ottenere crediti bancari.

Dal punto di vista strategico, invece, il visto rappresenta uno strumento di tutela del patrimonio aziendale, perché riduce drasticamente il rischio di contenziosi. Inoltre, agevola l’accesso a bonus fiscali complessi, come quelli edilizi o per investimenti innovativi, dove la presenza del visto è condizione necessaria.

Esempi pratici

Per comprendere a pieno l’utilità del visto di conformità, è utile esaminare alcuni casi concreti in cui il suo impiego rappresenta una scelta vantaggiosa o obbligatoria, con impatto diretto sulla gestione fiscale e finanziaria dell’impresa.

Esempio 1 – Credito IVA annuale

Un’impresa commerciale chiude l’anno con un credito IVA di 18.000 euro derivante da maggiori acquisti rispetto alle vendite. Per compensare parte di questo credito con contributi INPS e imposte locali tramite modello F24, il contribuente deve ottenere il visto di conformità. Senza di esso, l’Agenzia delle Entrate bloccherebbe il pagamento e potrebbe applicare sanzioni.

Esempio 2 – Bonus Ricerca & Sviluppo

Una PMI che ha investito in innovazione matura un credito d’imposta ricerca e sviluppo di 30.000 euro. Per portare questo credito in compensazione e beneficiare del vantaggio finanziario, è necessario non solo predisporre la relazione tecnica certificata, ma anche apporre il visto di conformità nella dichiarazione dei redditi, a tutela della correttezza dell’importo.

Esempio 3 – Credito IRPEF derivante da eccedenze

Un libero professionista genera un credito IRPEF di 8.500 euro in seguito a un acconto eccedente versato l’anno precedente. Volendo compensare questa somma con contributi previdenziali e ritenute, sarà obbligato a dotarsi del visto.

In tutti questi casi, il visto consente di liberare liquidità, gestire in autonomia le scadenze contributive, evitare sanzioni, e dimostrare all’Amministrazione finanziaria una condotta fiscale corretta e verificata. È quindi uno strumento chiave di risparmio fiscale e pianificazione, non solo un obbligo normativo.

Considerazioni finali

In un contesto fiscale sempre più rigido e digitalizzato, il visto di conformità rappresenta uno strumento fondamentale per utilizzare i crediti fiscali in totale sicurezza e senza blocchi. Che si tratti di IVA, imposte dirette, bonus edilizi o crediti per investimenti innovativi, l’apposizione del visto tutela il contribuente, semplifica i rapporti con il Fisco e consente di sfruttare al meglio le opportunità di risparmio fiscale legale.

Non apporre correttamente il visto, oppure farlo in ritardo o senza documentazione adeguata, espone a gravi rischi sanzionatori e contabili, anche nei confronti del professionista incaricato. Per questo è fondamentale affidarsi a esperti qualificati e aggiornati.

Il nostro studio, Commercialista.it, è abilitato all’apposizione del visto di conformità e offre un servizio completo, rapido e in totale conformità normativa. Non solo possiamo rilasciare il visto, ma ci occupiamo anche di inserirlo direttamente all’interno delle dichiarazioni fiscali, garantendo una gestione integrata, efficiente e sicura.

Se hai crediti da compensare o vuoi verificare se la tua azienda rientra tra i soggetti obbligati, contattaci oggi stesso. Ti aiuteremo a pianificare al meglio la tua fiscalità, ridurre i rischi e accedere a tutti i vantaggi previsti dalla legge.

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