Nel contesto di un’agricoltura sempre più moderna, tecnologica e sostenibile, la formazione professionale nelle aziende agricole assume un ruolo cruciale. Non si tratta solo di trasmettere conoscenze tecniche, ma di affrontare le sfide della digitalizzazione, della gestione sostenibile delle risorse e dell’innovazione produttiva. Il Decreto MASAF, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, disciplina finalmente criteri e modalità per accedere al credito d’imposta per la formazione nelle imprese agricole, rappresentando un’opportunità concreta per rafforzare la competitività del comparto primario.
Sommario
L’incentivo si inserisce nel più ampio quadro di politiche volte a sostenere l’adeguamento delle competenze imprenditoriali, gestionali e ambientali degli operatori agricoli, in linea con gli obiettivi della transizione ecologica e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il credito d’imposta, che può coprire fino al 50% delle spese sostenute per specifiche attività formative, si configura come un vantaggio fiscale strategico per le aziende che investono sul capitale umano.
In questo articolo esamineremo i soggetti beneficiari del credito, le spese ammissibili, le modalità operative e le scadenze e infine, i controlli e le eventuali esclusioni.
Una guida chiara e completa per chi vuole cogliere questa opportunità in modo sicuro e conforme alla normativa, risparmiando legalmente sulle tasse e potenziando la propria impresa agricola.
Importi, limiti e beneficiari
Il cuore dell’agevolazione introdotta dal Decreto MASAF pubblicato in Gazzetta Ufficiale riguarda l’attribuzione di un credito d’imposta pari all’80% delle spese sostenute e documentate nell’anno 2024 per la partecipazione a corsi di formazione attinenti alla gestione dell’azienda agricola. Si tratta di un incentivo concreto, che punta a rafforzare le competenze manageriali e tecniche degli operatori del settore primario, in coerenza con le esigenze di modernizzazione e sostenibilità.
Il contributo è previsto dall’art. 6 della Legge 15 marzo 2024, n. 36, ed è rivolto a una platea specifica di soggetti: imprenditori agricoli di età compresa tra i 18 e i 40 anni (non ancora compiuti), che abbiano avviato l’attività a partire dal 1° gennaio 2021. Un’iniziativa che si concentra dunque sui giovani agricoltori, incentivando la formazione come strumento per affrontare con maggiore preparazione le sfide del settore.
Il credito d’imposta riconosciuto non potrà comunque superare i 2.500 euro per ciascun beneficiario, e sarà concesso nei limiti delle risorse disponibili, fissate in 2 milioni di euro per l’anno 2024. Sarà pertanto fondamentale presentare le domande in tempo utile e con documentazione completa, per non perdere l’opportunità.
Infine, il requisito anagrafico (18-40 anni non compiuti) dovrà essere posseduto al momento in cui le spese vengono effettivamente sostenute, pena l’esclusione dal beneficio.
Spese ammissibili
Uno degli elementi più importanti da chiarire per chi intende usufruire del nuovo credito d’imposta formazione 2024 riguarda le tipologie di spese effettivamente ammissibili. Il Decreto MASAF delinea con precisione le categorie di spese agevolabili, con l’obiettivo di favorire una formazione mirata, qualificata e realmente utile alla gestione delle aziende agricole.
Sono ammesse le spese sostenute nel 2024 per la partecipazione a corsi di formazione, seminari, conferenze e attività di coaching, purché attinenti alla gestione dell’impresa agricola. Le attività formative devono essere funzionali all’acquisizione di competenze economiche, amministrative, ambientali o digitali, tutte cruciali per la modernizzazione del comparto.
Rientrano tra le spese agevolabili anche i costi di viaggio e soggiorno, ma solo in misura non superiore al 50% dell’importo delle spese formative principali. Un limite pensato per evitare abusi e garantire che il beneficio si concentri sul valore formativo dell’iniziativa.
Per poter essere riconosciute, le spese devono essere:
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Effettivamente sostenute nel 2024,
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Pagate tramite conto corrente intestato al beneficiario,
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Tracciabili e riconducibili alla fattura o ricevuta corrispondente.
Inoltre, è obbligatorio presentare l’attestato di frequenza rilasciato dal soggetto che ha erogato la formazione. Infine, l’IVA è agevolabile solo se rappresenta un costo non recuperabile per l’imprenditore agricolo, come nel caso di chi è in regime speciale o forfettario.
Credito d’imposta
Una volta sostenute le spese e ottenuto il riconoscimento del beneficio, il credito d’imposta per la formazione nelle aziende agricole può essere utilizzato esclusivamente in compensazione, secondo quanto previsto dall’art. 17 del D.lgs. 9 luglio 1997, n. 241. La compensazione deve avvenire mediante modello F24 presentato unicamente attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. L’utilizzo di canali diversi comporta il rigetto automatico dell’operazione di versamento.
L’utilizzo del credito potrà iniziare non prima del terzo giorno lavorativo successivo alla pubblicazione del provvedimento attuativo previsto dall’art. 4, comma 4 del Decreto MASAF, e comunque solo dopo la conclusione del corso di formazione. In pratica, il credito può essere fruito solo a valle del completamento effettivo del percorso formativo.
Un ulteriore limite riguarda l’importo compensabile: non può superare l’ammontare del credito effettivamente spettante, pena lo scarto dell’intero versamento. Per evitare errori, sarà quindi fondamentale avere una documentazione completa e corretta, con conteggi chiari e tracciabili.
Il credito dovrà essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui è stata presentata la comunicazione (art. 4, comma 1) e in quelle successive fino al completo utilizzo, che deve avvenire entro il secondo periodo d’imposta successivo a quello della spesa.
Attenzione infine alle cause di decadenza: la fruizione del credito viene revocata in caso di documentazione falsa, requisiti non posseduti o dichiarazioni mendaci. Una ragione in più per agire con rigore, affidandosi a consulenti esperti.
Come prepararsi
Accedere al credito d’imposta per la formazione non è un’operazione automatica: richiede una gestione accurata e conforme delle procedure amministrative, che parte dalla raccolta dei giustificativi fino alla trasmissione delle comunicazioni formali. Il Decreto MASAF stabilisce infatti una serie di obblighi documentali, che devono essere rispettati per ottenere e mantenere il beneficio fiscale.
Per prima cosa, il soggetto beneficiario deve conservare tutta la documentazione giustificativa delle spese, tra cui:
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Fatture e ricevute relative ai corsi, ai viaggi e agli eventuali soggiorni,
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Prova del pagamento effettuato tramite conto corrente intestato e tracciabile,
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Attestato di frequenza rilasciato dall’ente erogatore del corso, che certifichi la partecipazione effettiva.
In aggiunta, è necessaria la comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate, come previsto dall’art. 4 del decreto, che rappresenta un passaggio fondamentale per il monitoraggio delle risorse disponibili e per la validazione del beneficio.
I controlli da parte dell’Agenzia possono avvenire sia in fase preventiva che successiva alla fruizione del credito. In caso di irregolarità, false dichiarazioni o spese non coerenti con i requisiti del decreto, il beneficio può essere revocato con conseguente recupero del credito indebitamente utilizzato, maggiorato di sanzioni e interessi.
Per questo motivo, è fortemente consigliato affidarsi a un consulente fiscale specializzato, in grado di guidare l’imprenditore nella predisposizione di un dossier tecnico impeccabile, evitando errori formali che potrebbero compromettere l’accesso all’agevolazione.
Formazione
Nel panorama attuale, segnato da cambiamenti climatici, esigenze ambientali, sfide tecnologiche e nuove dinamiche di mercato, l’impresa agricola è chiamata a rivedere profondamente le proprie modalità operative e gestionali. In questo contesto, il credito d’imposta per la formazione rappresenta molto più di un semplice sgravio fiscale: è uno strumento strategico per la crescita e la resilienza delle aziende agricole.
Il giovane imprenditore agricolo ha oggi la possibilità di acquisire competenze avanzate su tematiche fondamentali quali la gestione d’impresa, il controllo dei costi, l’agricoltura digitale, la sostenibilità ambientale, l’uso di energie rinnovabili, la diversificazione colturale e il marketing agroalimentare. Tutto questo con un contributo statale dell’80% e con un massimale individuale di 2.500 euro.
È fondamentale comprendere che la formazione non va vista come un costo, ma come un investimento ad alto rendimento, capace di migliorare la produttività, ridurre gli sprechi, aumentare la qualità dei prodotti e aprire le porte a nuovi mercati. Inoltre, aziende più competenti e strutturate sono anche più capaci di accedere ad altri strumenti agevolativi, bandi e fondi europei.
Un consiglio pratico? Pianificare il calendario formativo in anticipo, scegliere enti accreditati e attenti alla qualità dell’offerta, conservare tutta la documentazione in modo ordinato e aggiornarsi costantemente sulle scadenze e i provvedimenti attuativi. In un sistema agricolo in piena trasformazione, chi investe in conoscenza oggi è destinato a raccogliere i migliori frutti domani.
Credito d’imposta agricolo vs credito Formazione 4.0
Sebbene possa sembrare simile ad altri strumenti fiscali esistenti, il credito d’imposta per la formazione nelle aziende agricole presenta caratteristiche distintive rispetto al più noto credito Formazione 4.0 o ad altri bonus previsti in ambito industriale o artigiano.
Il credito agricolo introdotto dalla Legge 36/2024 e regolato dal Decreto MASAF è destinato esclusivamente a giovani imprenditori agricoli (18-40 anni, con inizio attività dal 1° gennaio 2021) e finanzia formazione manageriale e gestionale, anche attraverso seminari e coaching. La misura è finalizzata non alla digitalizzazione pura, ma a un potenziamento della capacità di gestione dell’impresa agricola in ottica sostenibile.
Di contro, il credito d’imposta Formazione 4.0:
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È rivolto a tutte le imprese, di ogni settore;
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Finanzia la formazione del personale dipendente;
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Ha come focus principale le tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0 (big data, IoT, robotica, intelligenza artificiale);
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Ha aliquote differenti e si applica anche a piani interni d’impresa certificati.
Un’ulteriore differenza riguarda le modalità di calcolo e rendicontazione: mentre il credito 4.0 richiede relazioni finali, certificazioni dei revisori e registri delle presenze, il credito agricolo è più snello, ma legato all’attestato di frequenza, alla tracciabilità dei pagamenti e alla verifica anagrafica del titolare.
In sintesi: chi gestisce un’azienda agricola e ha i requisiti specifici della norma MASAF dovrebbe orientarsi sul nuovo credito agricolo, più mirato e coerente con le esigenze del comparto rurale.
Esempio pratico
Per comprendere a fondo il valore effettivo di questo incentivo, vediamo un caso concreto.
Immaginiamo Luca, un giovane imprenditore agricolo di 29 anni, che ha avviato la propria azienda vitivinicola in Toscana nel febbraio 2022. Rientra quindi pienamente nei requisiti anagrafici e temporali previsti dalla Legge 36/2024.
Nel corso del 2024, Luca decide di partecipare a due iniziative formative:
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Corso sulla gestione economico-finanziaria dell’azienda agricola (durata 20 ore – costo €1.200);
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Seminario sulla promozione digitale dei prodotti agricoli (costo €500);
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Inoltre, sostiene spese di viaggio e alloggio per €400.
Totale spese sostenute:
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Spese di formazione: €1.700
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Spese di trasferta ammissibili (max 50% di €1.700): €400 → ammesse integralmente
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Totale spesa ammissibile: €2.100
Applicando il credito d’imposta dell’80%, Luca potrà recuperare €1.680 tramite compensazione F24.
Questo significa che la formazione, che avrebbe richiesto un esborso significativo, è diventata un investimento altamente vantaggioso e fiscalmente agevolato. E il vantaggio può essere ancora maggiore se Luca frequenta corsi più strutturati, senza comunque superare il tetto massimo di €2.500 per beneficiario.
Inoltre, Luca ha migliorato le sue competenze imprenditoriali, digitali e di marketing, che si tradurranno in migliore efficienza, aumento delle vendite e nuove opportunità di mercato.
Criteri, contenuti e soggetti erogatori
La possibilità di usufruire del credito d’imposta fino a 2.500 euro dipende non solo dalla regolarità dei pagamenti e dei requisiti anagrafici, ma soprattutto dalla corretta scelta del corso di formazione. Infatti, non tutte le iniziative formative sono automaticamente ammesse: devono rispettare criteri precisi stabiliti dal Decreto MASAF.
In primo luogo, il corso deve essere attinente alla gestione dell’azienda agricola, il che include:
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Organizzazione e pianificazione aziendale;
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Gestione economica e finanziaria;
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Sostenibilità ambientale e uso efficiente delle risorse;
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Tecnologie digitali applicate all’agricoltura (agritech);
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Marketing agroalimentare e internazionalizzazione.
Il corso deve essere effettivamente erogato (in presenza o online) da un soggetto abilitato o con esperienza riconosciuta nel settore.
Non è previsto un elenco ufficiale di enti accreditati, ma il consiglio è di scegliere:
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Università e istituti tecnici agrari;
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Associazioni di categoria (es. Coldiretti, CIA, Confagricoltura);
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Enti di formazione accreditati regionalmente;
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Ordini e collegi professionali con sezioni agricole;
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Consulenti o agenzie formative con partita IVA e codice ATECO coerente.
Altro elemento indispensabile è il rilascio dell’attestato di frequenza, da conservare assieme alla documentazione fiscale.
Infine, è bene valutare contenuti aggiornati e personalizzabili, anche in funzione delle esigenze specifiche dell’azienda (viticoltura, zootecnia, olivicoltura, agriturismo ecc.). Un corso ben scelto permette non solo di ottenere il credito, ma di potenziare realmente il know-how aziendale, trasformando l’obbligo formativo in un vantaggio competitivo duraturo.
Corsi idonei
Uno degli aspetti più delicati e decisivi per usufruire in modo corretto del credito d’imposta per la formazione agricola riguarda la scelta dei corsi. Il Decreto MASAF non consente la libera selezione di qualunque offerta formativa: i corsi devono infatti rispettare criteri di coerenza, tracciabilità e validità documentale.
Per essere ammessi all’agevolazione, i corsi devono:
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Essere attinenti alla gestione dell’azienda agricola, come previsto dall’art. 1 del decreto. Quindi sono ammesse tematiche legate a: contabilità e bilancio, marketing agroalimentare, sostenibilità, energie rinnovabili, agricoltura di precisione, gestione delle risorse idriche, transizione digitale;
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Essere erogati da soggetti professionali in grado di rilasciare attestati di frequenza ufficiali e verificabili;
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Prevedere iscrizione tracciata, pagamento tramite conto corrente intestato al beneficiario e rilascio di fattura o ricevuta riconducibile al corso stesso.
È consigliabile scegliere enti accreditati a livello regionale o nazionale, associazioni di categoria agricole (es. Coldiretti, CIA, Confagricoltura), istituti professionali, università o enti formativi riconosciuti dal MIUR o dalle Regioni. Questo non solo garantisce la regolarità fiscale, ma protegge anche l’imprenditore da contestazioni in fase di controllo.
È sconsigliato affidarsi a corsi troppo generici o a soggetti che non forniscono attestato di frequenza o non specificano i contenuti formativi. Inoltre, è fondamentale che i corsi siano effettivamente frequentati, poiché la semplice iscrizione non è sufficiente a ottenere il beneficio.
Conclusioni
Il credito d’imposta per la formazione nelle aziende agricole, introdotto dalla Legge 36/2024 e regolato dal Decreto MASAF, rappresenta un’opportunità unica nel suo genere, pensata per accompagnare i giovani imprenditori agricoli in un percorso di aggiornamento professionale che guarda al futuro del settore.
Con un contributo dell’80% delle spese sostenute, fino a 2.500 euro per beneficiario, questa misura non è soltanto uno sgravio fiscale, ma un vero e proprio investimento strategico: chi lo sfrutta può rafforzare le competenze manageriali, migliorare la competitività aziendale, ridurre gli errori di gestione e aumentare la capacità di innovare.
I vantaggi sono molteplici:
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Formazione mirata e aggiornata su temi chiave per il successo dell’impresa;
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Risparmio fiscale immediato tramite compensazione F24;
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Semplicità operativa, con procedure accessibili se si rispettano requisiti e tracciabilità;
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Possibilità di abbinare la misura ad altri incentivi agricoli nazionali e regionali.
In un’epoca in cui l’agricoltura è chiamata a essere più sostenibile, tecnologica e integrata ai mercati globali, chi investe nella formazione qualificata si prepara a guidare il cambiamento.