Il settore vitivinicolo italiano è uno dei pilastri dell’economia agroalimentare nazionale, ma affronta sfide cruciali: competitività internazionale, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Per sostenere questo comparto, arrivano importanti novità con i contributi destinati alle PMI vitivinicole. L’opportunità è ghiotta: grazie all’intervento settoriale per gli investimenti, le imprese possono ottenere aiuti finanziari a fondo perduto, presentando la domanda entro il 30 aprile 2025.
Sommario
Ma quali sono le regole per accedere ai fondi? Chi può beneficiarne? E soprattutto: come presentare correttamente la domanda senza rischiare esclusioni? In questo articolo ti guiderò passo passo tra requisiti, criteri di selezione, spese ammissibili e strategie per massimizzare il risparmio fiscale sfruttando queste agevolazioni.
Contributi Vitivinicoli
Con il Decreto MASAF n. 635212/2024, pubblicato di recente, vengono definite le regole operative per accedere ai contributi destinati alle PMI vitivinicole. Si tratta della concreta attuazione dell’articolo 58, paragrafo 1, lettera b), del Regolamento (UE) 2021/2115 del Parlamento Europeo e del Consiglio, che disciplina l’intervento settoriale “Investimenti” nel comparto vitivinicolo.
I beneficiari della misura sono precisamente individuati nell’articolo 5 del decreto: parliamo di imprese che svolgano almeno una delle seguenti attività principali:
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Produzione di mosto d’uva, tramite trasformazione di uve fresche, sia provenienti da propria coltivazione, sia acquistate o conferite da soci, con finalità anche di commercializzazione.
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Produzione di vino, ottenuto dalla lavorazione di uve fresche o mosto proprio o acquisito, sempre con scopo di vendita.
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Elaborazione, affinamento o confezionamento del vino, ma solo se il prodotto è stato conferito da soci o acquistato: sono escluse le imprese che svolgono solo attività di commercializzazione.
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Produzione di vino mediante lavorazione di proprie uve presso terzi, purché il progetto preveda la realizzazione ex novo di un impianto o di infrastrutture vinicole, anche per obiettivi commerciali.
Queste regole chiariscono che il focus del bando è sulle imprese realmente coinvolte nella produzione, trasformazione o miglioramento del prodotto vitivinicolo, escludendo semplici commercianti.
Investimenti ammissibili
Le imprese vitivinicole che intendono accedere ai contributi devono presentare progetti relativi a investimenti materiali o immateriali.
In particolare, sono ammesse tutte quelle spese che mirano a:
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Migliorare il rendimento globale dell’impresa;
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Aumentare la competitività, sia in termini produttivi che commerciali;
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Ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive;
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Potenziare la sostenibilità energetica, ad esempio attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili;
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Incrementare la qualità dei prodotti vitivinicoli.
Gli investimenti possono riguardare, a titolo esemplificativo, l’acquisto di nuovi macchinari per la produzione o il confezionamento del vino, l’installazione di impianti fotovoltaici a servizio delle cantine, opere di ristrutturazione o ammodernamento degli impianti di trasformazione, e sistemi di certificazione della qualità.
Un aspetto molto importante è che l’investimento deve essere funzionale all’attività vitivinicola e non può riguardare beni usati o spese non strettamente legate all’attività aziendale. Inoltre, l’aiuto coprirà una percentuale delle spese ammissibili e verrà erogato solo previa rendicontazione degli interventi realizzati.
In quest’ottica, è fondamentale progettare con attenzione l’intervento e predisporre tutta la documentazione necessaria, per non perdere l’occasione di ottenere il contributo.
Modalità di presentazione
Per accedere ai contributi vitivinicoli, è fondamentale rispettare scrupolosamente le tempistiche e predisporre una domanda di sostegno completa in ogni parte. In via generale, la domanda deve essere presentata entro il 30 marzo di ogni anno, secondo modalità stabilite da AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) in collaborazione con le Regioni. Tuttavia, per l’annualità 2025/2026, è prevista un’eccezione: il termine per la presentazione è posticipato al 30 aprile 2025.
Per facilitare le imprese, il sistema informatico per l’invio delle domande sarà reso operativo almeno 60 giorni prima della scadenza, garantendo un adeguato periodo per la compilazione e l’invio.
La domanda di aiuto deve contenere alcuni elementi imprescindibili:
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Dati anagrafici: nome, ragione sociale e CUAA (Codice Unico di Identificazione Aziendale Agricola);
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Descrizione dettagliata dell’investimento: specificando le singole operazioni previste, i costi stimati e il cronoprogramma;
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Dimostrazione di congruità dei costi: per assicurare che i prezzi siano in linea con quelli di mercato;
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Prova della capacità tecnica e finanziaria: per garantire che l’impresa sia in grado di portare a termine l’intervento;
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Autodichiarazione di solidità aziendale: attestante che l’impresa non si trovi in stato di difficoltà;
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Relazione tecnica: che spieghi le motivazioni alla base dell’investimento e le attese di miglioramento in termini di competitività e vendite.
Una domanda incompleta o errata può comportare l’esclusione dal bando, per cui è fondamentale prestare massima attenzione a ogni documento richiesto.
Criteri di selezione
La procedura di selezione delle domande non è automatica: vengono infatti applicati specifici criteri di valutazione, stabiliti dal MASAF e dalle Regioni, con l’obiettivo di favorire gli investimenti più meritevoli e in linea con gli obiettivi strategici del settore.
I principali criteri di priorità includono:
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Dimensione aziendale: sono privilegiate le micro, piccole e medie imprese che rispettano i parametri europei definiti dal regolamento UE n. 651/2014.
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Sostenibilità ambientale: progetti che prevedono azioni per la riduzione delle emissioni, l’efficienza energetica o l’utilizzo di fonti rinnovabili ottengono un punteggio maggiore.
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Innovazione tecnologica: sono valorizzati gli investimenti che introducono nuove tecnologie nei processi di produzione o trasformazione del vino.
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Qualità del prodotto: viene premiato chi punta al miglioramento qualitativo del vino attraverso certificazioni, ad esempio DOP e IGP.
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Progetti collettivi: maggiore punteggio è attribuito a domande presentate da più imprese in forma associata o cooperativa.
Ogni Regione può integrare questi criteri generali con parametri aggiuntivi, per rispondere meglio alle esigenze locali del comparto vitivinicolo.
Il punteggio finale ottenuto determina l’accesso al contributo fino ad esaurimento delle risorse disponibili. È quindi fondamentale, oltre a presentare una domanda corretta, progettare un intervento che massimizzi i punteggi secondo i criteri previsti.
Percentuali e condizioni
Il sostegno agli investimenti delle PMI vitivinicole per il biennio 2025-2026 è stabilito in percentuali precise, differenziate in base alla tipologia d’impresa e alla zona geografica di intervento.
In dettaglio:
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Micro, piccole e medie imprese: l’aiuto può coprire fino al 40% della spesa effettivamente sostenuta.
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Imprese nelle Regioni meno sviluppate (es. Calabria, Sicilia, Basilicata): il contributo può arrivare fino al 50% delle spese.
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Imprese intermedie (meno di 750 dipendenti o fatturato annuo inferiore ai 200 milioni di euro, non classificate PMI): il sostegno è ridotto al 20% o, in caso di investimento in Regioni meno sviluppate, al 25%.
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Grandi imprese (oltre 750 dipendenti o fatturato superiore ai 200 milioni di euro): il contributo massimo è 19%.
Le Regioni, a loro discrezione, possono fissare limiti di contribuzione inferiori, motivandoli in appositi provvedimenti.
Un aspetto fondamentale è che l’aiuto viene versato solo dopo controlli in loco che accertino la corretta realizzazione del progetto. Tuttavia, in caso di forza maggiore o circostanze eccezionali (es. calamità naturali), è ammessa una deroga: gli aiuti possono essere erogati anche dopo l’esecuzione di singole azioni, purché l’obiettivo generale venga comunque raggiunto.
È inoltre possibile chiedere un anticipo fino all’80% del contributo concesso, previa presentazione di una fidejussione pari al 110% dell’importo anticipato. Le modalità di concessione degli anticipi vengono definite a livello regionale.
La copertura finanziaria è garantita fino all’esercizio 2026/2027, con termine ultimo fissato al 15 ottobre 2027.
Esempi pratici
Per comprendere meglio come sfruttare i contributi, vediamo alcuni esempi concreti di investimenti ammissibili che possono essere presentati:
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Acquisto di macchinari e attrezzature innovative: come nuovi impianti di pigiatura, fermentazione controllata, linee di imbottigliamento automatizzate, o sistemi avanzati di filtrazione.
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Realizzazione di impianti fotovoltaici: finalizzati all’autoconsumo energetico della cantina, contribuendo alla sostenibilità ambientale ed energetica dell’impresa.
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Costruzione o ristrutturazione di cantine: interventi strutturali che migliorano il processo produttivo o di conservazione del vino, come la climatizzazione naturale o l’ottimizzazione degli spazi di stoccaggio.
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Installazione di tecnologie digitali: software gestionali per la tracciabilità del prodotto, sistemi IoT per il monitoraggio della produzione e delle condizioni ambientali durante l’affinamento.
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Certificazioni di qualità: spese per ottenere certificazioni come la Denominazione di Origine Protetta (DOP) o l’Indicazione Geografica Protetta (IGP).
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Marketing e promozione sui mercati esteri: realizzazione di siti e-commerce multilingua, partecipazione a fiere internazionali, sviluppo di packaging innovativo ed ecologico.
Progetti che integrano più azioni (es. innovazione tecnologica + sostenibilità ambientale) hanno maggiori possibilità di ottenere un punteggio elevato, aumentando così le probabilità di ricevere il contributo.
Errori comuni da evitare
Anche un investimento valido rischia di non ottenere il finanziamento se la domanda presenta errori formali o sostanziali.
Ecco i principali errori da evitare:
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Mancata completezza della documentazione: ogni sezione della domanda deve essere compilata in modo esaustivo. Dimenticare, ad esempio, la relazione tecnica o la dimostrazione dei costi di mercato può comportare la rigettazione dell’istanza.
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Errori nei dati aziendali: CUAA errato, ragione sociale non aggiornata o discrepanze con i dati registrati in anagrafe agricola possono bloccare la domanda già in fase preliminare.
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Progetti non coerenti con le finalità del bando: l’investimento deve migliorare competitività, sostenibilità o qualità. Proposte troppo generiche o scollegate dagli obiettivi settoriali sono penalizzate in fase di valutazione.
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Costi fuori mercato: prezzi non giustificabili o superiori ai valori medi di mercato possono comportare la riduzione o l’annullamento del contributo.
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Mancata dimostrazione della capacità finanziaria: bisogna provare di avere le risorse per coprire la parte di investimento non finanziata dall’aiuto pubblico.
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Presentazione oltre i termini: per il 2025/2026 il termine ultimo è il 30 aprile 2025. Anche una consegna di pochi minuti oltre la scadenza comporta l’automatica esclusione.
Un consiglio fondamentale: affidarsi a un tecnico esperto o a uno studio di consulenza specializzato può fare la differenza tra un progetto approvato e uno bocciato. La qualità della documentazione è decisiva tanto quanto la qualità dell’investimento stesso.
Vantaggi fiscali
Gli investimenti realizzati dalle PMI vitivinicole nell’ambito dei contributi MASAF possono beneficiare anche di specifiche agevolazioni fiscali, a seconda della natura dei beni acquistati.
1. Credito d’Imposta per Beni Strumentali 4.0
Se gli investimenti rientrano tra quelli previsti dal Piano Transizione 4.0 (ad esempio macchinari interconnessi, software gestionali evoluti, sistemi IoT), è possibile accedere a un credito d’imposta che:
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Varia dal 5% al 20% del costo, in funzione della tipologia di bene e dell’anno di interconnessione;
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È utilizzabile in compensazione F24 in tre quote annuali di pari importo.
L’accesso a questo beneficio richiede specifiche condizioni tecniche, come la connessione dei beni ai sistemi gestionali aziendali.
2. Ammortamento ordinario
Per gli investimenti non rientranti nel piano 4.0, resta applicabile il regime di ammortamento ordinario, secondo le aliquote stabilite dal D.M. 31 dicembre 1988 e successive modifiche. Non sono previste maggiorazioni fiscali automatiche come il superammortamento (abolito).
3. Altri incentivi
Gli investimenti finalizzati a migliorare la sostenibilità ambientale (es. impianti fotovoltaici) potrebbero beneficiare di:
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Crediti d’imposta specifici per investimenti green;
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Contributi regionali aggiuntivi (ove previsti).
4. Limiti e compatibilità
È fondamentale rispettare le regole di non cumulo tra contributi pubblici e agevolazioni fiscali, soprattutto per evitare il superamento dei massimali previsti dalla normativa europea.
Guida pratica
Ottenere il contributo è solo una parte del percorso: per ricevere effettivamente l’aiuto, le PMI vitivinicole devono superare con successo la fase di rendicontazione. Questo processo serve a dimostrare che l’investimento è stato effettivamente realizzato come dichiarato nella domanda.
Ecco una mini guida pratica per prepararsi in modo corretto:
1. Conservare tutti i documenti
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Fatture intestate correttamente all’impresa beneficiaria;
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Bonifici o documentazione bancaria che attesti il pagamento (i pagamenti in contanti non sono ammessi);
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Contratti stipulati con i fornitori, se previsti;
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Relazioni tecniche sui lavori o le forniture eseguite.
2. Monitorare il cronoprogramma
Rispettare le tempistiche indicate nella domanda iniziale è fondamentale. Eventuali scostamenti devono essere tempestivamente comunicati all’ente gestore (AGEA o Regione competente).
3. Predisporre il fascicolo del progetto
Raccogliere tutta la documentazione in un fascicolo chiaro e ordinato aiuta a velocizzare i controlli. È utile prevedere:
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un indice dei documenti;
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un riepilogo dei costi sostenuti e delle operazioni realizzate;
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fotografie dei lavori svolti o dei macchinari installati.
4. Prepararsi ai controlli in loco
Gli enti preposti (AGEA o Regione) effettueranno verifiche dirette presso le sedi operative per accertare:
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la presenza fisica dei beni;
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la corrispondenza tra beni acquistati e progetto approvato;
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l’effettivo utilizzo dei beni per l’attività vitivinicola.
5. Rispettare le modalità di richiesta di pagamento
La domanda di pagamento deve essere presentata entro i termini stabiliti (generalmente entro 12 mesi dalla fine del progetto) e completa di tutti gli allegati richiesti.
In caso di irregolarità, il contributo può essere revocato o ridotto, per questo è fondamentale agire con precisione fin dall’inizio.
Considerazioni finali
L’intervento settoriale per gli investimenti nel comparto vitivinicolo rappresenta una misura concreta per sostenere la modernizzazione delle PMI italiane del settore. Le possibilità offerte dal Decreto MASAF n. 635212/2024, in attuazione del regolamento (UE) 2021/2115, mirano a favorire l’adozione di soluzioni produttive più efficienti, innovative e sostenibili.
La corretta interpretazione delle norme, il rispetto delle tempistiche, e la precisione nella compilazione delle domande e nella successiva rendicontazione sono aspetti centrali per accedere ai contributi e mantenere il diritto al sostegno economico.
Alla luce delle numerose opportunità offerte — dal contributo a fondo perduto ai potenziali vantaggi fiscali collegati agli investimenti — il bando si configura come uno strumento strategico per il rilancio del settore vitivinicolo nazionale, in un’ottica di crescita qualitativa e competitività internazionale.
Le imprese interessate sono invitate ad avviare con tempestività la pianificazione degli interventi e la raccolta della documentazione necessaria, per poter beneficiare appieno delle risorse disponibili entro le scadenze previste.