Il settore agricolo italiano è al centro di una vera e propria rivoluzione verde. Il Bando pratiche ecologiche, con scadenza per la presentazione delle domande fissata al 26 settembre, rappresenta una delle iniziative più rilevanti del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) in materia di energia rinnovabile e sostenibilità. In particolare, l’Investimento 1.4 – Sviluppo del biometano mira a incentivare la produzione e l’utilizzo di questa risorsa energetica pulita, favorendo al contempo l’adozione di pratiche che promuovono l’economia circolare e la riduzione delle emissioni inquinanti.
Sommario
La misura si rivolge soprattutto alle imprese agricole e agroindustriali, con l’obiettivo di sostenerle in un percorso di transizione ecologica che non solo aiuta l’ambiente, ma garantisce anche vantaggi fiscali, economici e di competitività. Investire nel biometano significa infatti ridurre i costi energetici, valorizzare i sottoprodotti agricoli e contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in tema di neutralità climatica.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio chi può accedere al bando, quali sono le risorse messe a disposizione, le modalità di partecipazione, i requisiti richiesti e i benefici concreti per le imprese agricole.
Investimento 1.4
Con il Decreto Direttoriale n. 235 del 21 luglio 2025, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha approvato l’Avviso pubblico che disciplina la partecipazione al bando nell’ambito del PNRR – Missione 2, Componente 2, Investimento 1.4 “Sviluppo biometano secondo criteri di promozione dell’economia circolare”, noto anche come Misura “Pratiche Ecologiche” introdotta dal DM 13 marzo 2024 n. 99. Si tratta di una misura chiave per favorire la transizione energetica del settore agricolo e agroindustriale, in linea con le politiche ambientali europee e nazionali.
La dotazione finanziaria complessiva ammonta a 193 milioni di euro, destinati a sostenere progetti in grado di incrementare la produzione di biometano e valorizzare i sottoprodotti agricoli attraverso logiche di economia circolare. Un aspetto da non sottovalutare è la tempistica: lo sportello telematico sarà aperto dalle ore 12:00 del 27 agosto 2025 e resterà attivo fino alle ore 12:00 del 26 settembre 2025. Le domande dovranno essere trasmesse esclusivamente in modalità telematica, utilizzando l’applicazione informatica predisposta dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE).
Questo approccio digitale consente una gestione più rapida, trasparente ed efficiente delle richieste, ma impone alle imprese di prepararsi per tempo con tutta la documentazione necessaria, evitando il rischio di esclusioni per errori formali o ritardi nella presentazione. Nei prossimi paragrafi entreremo nel merito dei beneficiari ammessi, delle spese ammissibili e delle condizioni per accedere agli incentivi, così da offrire una guida completa alle aziende interessate.
Obiettivi strategici del bando
Il bando sulle Pratiche Ecologiche mette a disposizione circa 193 milioni di euro per accompagnare il settore agricolo verso un modello produttivo più sostenibile ed efficiente. Gli interventi finanziati rispondono a quattro obiettivi principali, tutti strettamente collegati alla transizione energetica e al principio europeo del “do no significant harm” (DNSH) previsto dal regolamento (UE) 2021/241.
Il primo obiettivo è sostenere la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di biometano, favorendo lo sviluppo di un’energia rinnovabile a basse emissioni che può essere utilizzata nei trasporti, nell’industria e nel riscaldamento. A ciò si aggiunge la possibilità di riconvertire e rendere più efficienti gli impianti di biogas agricolo già esistenti, orientandoli verso la produzione di biometano conforme agli standard fissati dalla Direttiva (UE) 2018/2001 (RED II) sulle energie rinnovabili.
Un altro punto cruciale riguarda il rinnovo del parco macchine agricole: i contributi sono infatti destinati anche alla sostituzione di trattori obsoleti e poco efficienti con nuovi mezzi alimentati esclusivamente a biometano e dotati di sistemi avanzati per l’agricoltura di precisione. Tale scelta non solo riduce le emissioni, ma migliora la competitività e l’efficienza operativa delle aziende agricole.
Infine, il bando promuove la diffusione di pratiche ecologiche nella fase di produzione del biogas, incentivando l’adozione di tecniche a basse emissioni, come la lavorazione minima del suolo o sistemi innovativi per la distribuzione del digestato. Tutti gli operatori dovranno inoltre garantire la sostenibilità del biometano prodotto, attraverso certificazioni rilasciate da valutatori indipendenti e l’acquisto di garanzie di origine commisurate all’uso previsto.

Beneficiari, interventi ammessi e contributi
I destinatari del Bando “Pratiche Ecologiche” 2025 sono principalmente imprese agricole, aziende del settore agroindustriale, consorzi e ATI (Associazioni Temporanee di Imprese). La misura trova il suo fondamento normativo nel DM 13 marzo 2024, n. 99, che ne ha stabilito le modalità di attuazione, e nel Decreto Direttoriale n. 235 del 21 luglio 2025, che ne ha fissato i termini e le procedure di presentazione delle domande.
Gli interventi ammissibili si suddividono in tre macro-categorie:
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Pratiche ecologiche – comprendono sistemi di minima lavorazione del suolo, utilizzo di tecniche a bassa emissività per la distribuzione del digestato, realizzazione di poli consortili per la valorizzazione degli effluenti e produzione di fertilizzanti organici. In questa categoria rientrano spese per opere civili, idrauliche, macchinari, attrezzature e sistemi innovativi (ad esempio separatori solido/liquido, sistemi GPS per la distribuzione, tecnologie per la fertirrigazione con matrici organiche).
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Sostituzione dei trattori agricoli obsoleti – è previsto il finanziamento per l’acquisto di nuovi trattori alimentati esclusivamente a biometano, dotati di strumenti per l’agricoltura di precisione, con obbligo di rottamazione dei vecchi mezzi inefficienti.
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Miglioramento dell’efficienza degli impianti di biogas – sono ammessi costi per sistemi di recupero e utilizzo del calore, abbattimento delle emissioni (copertura e captazione gas dei digestati), sostituzione dei motori con soluzioni più efficienti, incluse celle a combustibile.
Sono inoltre finanziabili le spese di progettazione, collaudo, consulenze e studi di fattibilità, fino a un massimo del 12% della spesa totale ammissibile.
Il contributo è concesso in conto capitale, fino al 65% delle spese sostenute, con un massimale di 600.000 euro per impresa e per ciascun investimento. È cumulabile con altri incentivi nazionali configurabili come aiuti di Stato, ma non con fondi comunitari, per evitare il doppio finanziamento. I progetti devono essere avviati solo dopo la presentazione della domanda e conclusi entro il 30 giugno 2026.
Vantaggi fiscali ed economici
Partecipare al Bando Pratiche Ecologiche 2025 non significa soltanto accedere a contributi in conto capitale fino al 65% delle spese sostenute, ma anche cogliere un’opportunità per migliorare la gestione finanziaria e fiscale delle proprie attività. Innanzitutto, l’adozione di impianti di biometano e tecnologie innovative consente alle aziende agricole di ridurre i costi energetici e di approvvigionamento, rendendole meno dipendenti dal mercato dei combustibili fossili e dai rincari delle materie prime.
Dal punto di vista fiscale, gli investimenti finanziati tramite il bando generano effetti positivi anche in termini di ammortamenti e deducibilità, poiché le spese sostenute (al netto del contributo ricevuto) possono comunque essere portate a deduzione secondo la normativa vigente. Inoltre, i benefici derivanti dall’autoproduzione di energia rinnovabile possono tradursi in una riduzione delle accise e in possibili ulteriori agevolazioni previste per il settore agricolo, in linea con la disciplina fiscale sulle energie pulite.
Un ulteriore vantaggio è la possibilità di cumulare il contributo con altri incentivi nazionali, purché nel rispetto del limite massimo di 600.000 euro e senza incorrere in sovrapposizioni con fondi comunitari. Ciò consente alle imprese di pianificare in maniera strategica i propri investimenti, combinando più strumenti di sostegno e massimizzando l’impatto economico degli interventi.
Infine, l’adozione di pratiche ecologiche e macchine di nuova generazione migliora non solo la sostenibilità aziendale, ma anche l’immagine sul mercato: oggi i consumatori e i partner commerciali sono sempre più sensibili al tema della responsabilità ambientale, e poter certificare un modello produttivo green può diventare un fattore competitivo determinante per accedere a nuovi canali di vendita o partnership.
Consigli operativi
La procedura di accesso al Bando Pratiche Ecologiche 2025 prevede che le domande vengano presentate esclusivamente online attraverso il portale del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), dalle ore 12:00 del 27 agosto alle ore 12:00 del 26 settembre 2025. Il rispetto delle scadenze e la completezza della documentazione sono elementi fondamentali: anche un piccolo errore formale può comportare l’esclusione dell’istanza.
Per aumentare le probabilità di ottenere il contributo è consigliabile:
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Preparare in anticipo la documentazione tecnica ed economica, incluse relazioni di progetto, preventivi dettagliati, eventuali certificazioni richieste dalla Direttiva RED II e i documenti di identificazione dell’impresa.
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Verificare i requisiti di ammissibilità prima dell’invio, controllando con attenzione la coerenza dell’intervento con le finalità del bando (biometano, pratiche ecologiche, sostituzione trattori, efficienza impianti).
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Avvalersi di consulenti tecnici e fiscali specializzati, che possano predisporre studi di fattibilità e calcolare il ritorno economico-fiscale dell’investimento, così da massimizzare i benefici e minimizzare i rischi.
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Organizzare una pianificazione finanziaria precisa, considerando che il contributo in conto capitale copre solo una parte delle spese e che il saldo viene erogato a lavori ultimati, quindi l’impresa deve garantire liquidità per l’anticipo dei costi.
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Monitorare le comunicazioni del GSE e del MASE, per restare aggiornati su eventuali FAQ, chiarimenti o rettifiche normative che possono influire sulla procedura.
Infine, è utile considerare la possibilità di partecipare come consorzio o ATI: unendo più imprese, si possono presentare progetti più ambiziosi, ottenere economie di scala e rafforzare la competitività della domanda, soprattutto per interventi complessi come la creazione di poli consortili.

Transizione ecologica
Il Bando Pratiche Ecologiche 2025 non è soltanto un sostegno economico alle imprese, ma rappresenta un tassello fondamentale della strategia italiana ed europea per la transizione ecologica. L’agricoltura, infatti, è uno dei settori più energivori e a maggiore impatto ambientale, sia per le emissioni di gas serra sia per l’uso intensivo di fertilizzanti e combustibili fossili. Grazie a questo bando, le aziende agricole sono incentivate a trasformare radicalmente i propri processi produttivi in chiave sostenibile.
L’introduzione e l’espansione degli impianti di biometano permettono di ridurre la dipendenza energetica nazionale, valorizzando al contempo i sottoprodotti agricoli e gli effluenti zootecnici che, da scarti, si trasformano in risorse. Questo è il principio cardine dell’economia circolare, che riduce i rifiuti e crea valore aggiunto. La sostituzione dei trattori obsoleti con mezzi alimentati a biometano e dotati di sistemi per l’agricoltura di precisione contribuisce a diminuire l’inquinamento atmosferico e a migliorare la gestione delle colture, con minore utilizzo di fertilizzanti chimici.
Anche gli interventi sulle pratiche di distribuzione del digestato e sulla lavorazione minima del suolo hanno un impatto diretto sulla qualità dell’ambiente: riducono le emissioni di ammoniaca e migliorano la fertilità dei terreni, contrastando fenomeni come l’erosione e il depauperamento della sostanza organica. Tutto ciò si inserisce in una più ampia strategia di decarbonizzazione e di rispetto degli obiettivi fissati dall’Unione Europea, in particolare la Direttiva RED II e il principio DNSH previsto dal Regolamento (UE) 2021/241.
In questo senso, il bando non va visto come un semplice incentivo finanziario, ma come un vero strumento di politica ambientale, capace di rendere il settore agricolo protagonista della lotta ai cambiamenti climatici.
Rischi e criticità
Se da un lato il Bando Pratiche Ecologiche 2025 offre un sostegno importante, dall’altro le imprese agricole devono valutare con attenzione i rischi e le criticità connesse alla partecipazione. Un primo aspetto riguarda la tempistica: i progetti devono essere completati entro il 30 giugno 2026, una scadenza stringente che potrebbe risultare complessa per interventi infrastrutturali o tecnologici di grande portata, soprattutto se collegati a iter autorizzativi o a problemi nella catena di fornitura.
Un altro rischio è legato alla liquidità aziendale: il contributo in conto capitale copre fino al 65% delle spese ammissibili, ma le imprese devono anticipare i costi e gestire eventuali ritardi nei rimborsi. Per aziende con risorse limitate, questo può rappresentare un ostacolo non trascurabile.
Dal punto di vista burocratico, la presentazione delle domande esclusivamente in modalità telematica impone una precisione assoluta nella compilazione: errori formali, mancanza di allegati o certificazioni possono comportare l’esclusione. Inoltre, l’obbligo di conformità agli standard della Direttiva RED II e al principio DNSH richiede verifiche tecniche e documentali accurate, con possibili costi aggiuntivi di consulenza.
Un’ulteriore criticità è l’incertezza legata alla manutenzione degli impianti e delle nuove tecnologie: l’adozione di sistemi innovativi comporta oneri gestionali e la necessità di personale formato, pena la riduzione dell’efficienza e dei benefici attesi. Infine, esiste il rischio di sovrapposizione con altri incentivi: il bando non è cumulabile con fondi comunitari e ciò impone un’attenta pianificazione finanziaria per non compromettere la sostenibilità economica degli investimenti.
In sintesi, la partecipazione al bando può trasformarsi in un grande vantaggio competitivo solo se accompagnata da una gestione strategica dei rischi, evitando di sottovalutare complessità operative e vincoli normativi.
Conclusioni
Il Bando Pratiche Ecologiche 2025 rappresenta una straordinaria opportunità per il settore agricolo italiano, chiamato oggi a una sfida cruciale: coniugare produttività, sostenibilità ambientale ed efficienza economica. Con una dotazione di 193 milioni di euro e contributi fino al 65% delle spese ammissibili, il bando offre alle imprese agricole la possibilità di innovare processi, ridurre costi energetici e migliorare la propria competitività, nel pieno rispetto delle direttive europee sulla transizione verde.
Dalla realizzazione di nuovi impianti a biometano alla sostituzione dei trattori obsoleti, fino all’adozione di pratiche ecologiche per la gestione dei digestati e degli effluenti, le imprese possono costruire un modello di agricoltura circolare e a basse emissioni, in linea con le politiche del PNRR e con gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e al 2050. Certo, non mancano le criticità: scadenze stringenti, necessità di liquidità e complessità burocratiche richiedono una pianificazione accurata e il supporto di consulenti esperti.
Tuttavia, per chi saprà cogliere questa occasione, il bando può rappresentare un vero e proprio volano di crescita, capace di generare ritorni economici e fiscali, migliorare la reputazione aziendale e aprire nuove prospettive di mercato. La sfida non è solo accedere al contributo, ma trasformare gli investimenti in una strategia di lungo periodo, dove la sostenibilità diventa un fattore di competitività e di sviluppo.
Il consiglio, dunque, è di non attendere l’ultimo momento: prepararsi per tempo alla presentazione della domanda significa aumentare le probabilità di successo e sfruttare appieno le risorse messe a disposizione dal PNRR. L’agricoltura del futuro passa anche da qui, dal biometano e dalle pratiche ecologiche che trasformano i problemi ambientali in opportunità economiche.

