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Turismo: 10 miliardi per le imprese tra innovazione, incentivi fiscali e rilancio del Sud

Mariana Maxwel - Data di Pubblicazione: 03/10/2025 - 2155 visualizzazioni.
Turismo: 10 miliardi per le imprese - Commercialista.it

Il settore turistico italiano si prepara a una svolta epocale. Grazie a un nuovo accordo tra Banca Intesa Sanpaolo e le principali Associazioni del Turismo, arrivano 10 miliardi di euro di nuove risorse a disposizione delle imprese del comparto. Una cifra senza precedenti, che punta a finanziare progetti di crescita, innovazione e sostenibilità, con un obiettivo preciso: rafforzare la competitività del turismo italiano nel panorama internazionale.

Un’iniziativa che risponde a un’esigenza concreta: il turismo, nonostante la sua centralità economica (oltre il 13% del PIL nazionale), sconta ancora un forte bisogno di ammodernamento infrastrutturale, digitale ed energetico. E proprio in questo contesto si inserisce il piano di sostegno promosso dal gruppo bancario, che punta su soluzioni personalizzate e su misura per le imprese turistiche, in particolare quelle di piccola e media dimensione.

Il progetto prevede finanziamenti agevolati, consulenze dedicate e percorsi di accompagnamento mirati a favorire la trasformazione digitale, l’efficienza energetica, la ristrutturazione degli immobili e la formazione professionale. Il tutto in sinergia con gli obiettivi del PNRR, che assegna al turismo un ruolo chiave per il rilancio economico del Paese.

Ma come possono concretamente accedere le imprese a queste risorse? Quali sono le tipologie di investimento ammesse e i criteri di selezione? E soprattutto: come sfruttare al meglio queste opportunità per ottenere vantaggi fiscali e migliorare la propria posizione sul mercato?

In questo articolo vedremo tutti i dettagli dell’accordo, i benefici fiscali collegati agli investimenti nel turismo, i settori prioritari e le strategie per sfruttare al meglio i 10 miliardi messi a disposizione.

10 miliardi dedicati alle imprese del settore

Il 14 gennaio 2025 è stato siglato un accordo di portata storica tra Intesa Sanpaolo e le principali associazioni di categoria del settore turistico italiano. L’intesa rientra nel più ampio progetto denominato “Investimenti, innovazione, credito. I fattori chiave per la crescita sostenibile delle imprese italiane”, promosso da Confindustria e volto a favorire la trasformazione del tessuto produttivo nazionale. Il piano complessivo prevede un plafond di 200 miliardi di euro messi a disposizione nel quadriennio 2025-2028, di cui 10 miliardi riservati esclusivamente alle imprese turistiche.

Queste risorse rappresentano un’opportunità concreta per finanziare investimenti mirati alla riqualificazione dell’offerta turistica, attraverso interventi su digitalizzazione, sostenibilità ambientale, formazione e ammodernamento delle strutture. L’obiettivo dichiarato è duplice: rafforzare la competitività delle imprese italiane e garantire un turismo più resiliente, inclusivo e sostenibile, in linea con le direttive europee e con il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Nel corso della conferenza stampa di presentazione, Stefano Barrese, Responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato che «La collaborazione tra Intesa Sanpaolo e il sistema associativo del settore sarà decisiva per la sostenibilità futura del turismo in Italia. Già oggi consentiamo agli operatori turistici di accedere ad incentivi, misure agevolative e strumenti per mitigare i rischi d’impresa».

L’accordo, articolato in 21 articoli su 14 pagine, individua una serie di direttrici strategiche e strumenti operativi per orientare il credito verso le imprese del turismo che intendono investire nella crescita. Dalla consulenza tecnica alla semplificazione dell’accesso al credito, fino all’integrazione con i bandi pubblici e gli incentivi fiscali: tutto è pensato per massimizzare l’impatto delle risorse messe a disposizione.

Turismo 5.0

Nel cuore dell’accordo tra Intesa Sanpaolo, Confindustria e le associazioni di categoria c’è un obiettivo ambizioso: accelerare la trasformazione digitale ed energetica delle imprese del turismo, rendendole più efficienti, sostenibili e competitive. Come indicato nell’articolo 1 del documento, la doppia transizione non è solo una sfida, ma una straordinaria opportunità per le imprese di rinnovarsi in un contesto globale in continua evoluzione.

Il percorso tracciato prevede un forte sostegno agli investimenti che puntano alla digitalizzazione dei processi, all’automazione e all’integrazione delle tecnologie nei servizi ricettivi, ma anche alla riqualificazione energetica delle strutture, con l’obiettivo di ridurre consumi e impatto ambientale. Non a caso, il piano si allinea strategicamente con i grandi programmi nazionali ed europei: Piano Transizione 5.0, Transizione 4.0 e REPowerEU, tutti strumenti pensati per sostenere l’innovazione sostenibile e l’autonomia energetica.

Per facilitare l’accesso alle misure di incentivazione pubblica, Intesa Sanpaolo si impegna a fornire servizi di consulenza avanzata, con l’obiettivo di guidare le imprese nella scelta delle soluzioni più efficaci e nella presentazione delle domande per ottenere i contributi statali o europei. L’approccio integrato dell’accordo punta a mettere in sinergia credito, formazione, innovazione e sostenibilità, creando un ecosistema favorevole alla trasformazione del settore.

Questa spinta alla modernizzazione non solo migliora l’efficienza delle strutture ricettive, ma consente anche importanti benefici fiscali grazie alle detrazioni, crediti d’imposta e agevolazioni previste per gli investimenti in innovazione e risparmio energetico.

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ZES Unica Mezzogiorno

Un capitolo fondamentale dell’accordo firmato da Intesa Sanpaolo riguarda lo sviluppo delle imprese turistiche nel Sud Italia. Con l’articolo 9, intitolato “Promuovere la crescita e lo sviluppo delle imprese del Sud Italia – ZES Unica Mezzogiorno”, si rafforza l’impegno a sostenere le realtà imprenditoriali localizzate nelle regioni meridionali, dove il divario infrastrutturale ed economico rappresenta ancora un ostacolo alla piena valorizzazione del potenziale turistico.

La misura si collega direttamente alla ZES Unica Mezzogiorno, istituita dal Decreto-Legge n. 124/2023, che ha accorpato le precedenti Zone Economiche Speciali in un’unica area agevolata comprendente Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. L’obiettivo della ZES è quello di favorire lo sviluppo equilibrato del tessuto produttivo nazionale, colmando i divari territoriali di competitività e reddito.

Per le imprese turistiche che operano o intendono insediarsi all’interno della ZES, l’accordo prevede condizioni estremamente vantaggiose, tra cui spicca l’Autorizzazione Unica, che sostituisce tutti i titoli abilitativi necessari per l’avvio di attività produttive, logistiche o ricettive. Una semplificazione importante, che riduce tempi e burocrazia, favorendo l’attrazione di investimenti.

Intesa Sanpaolo e le parti firmatarie si impegnano, inoltre, a promuovere azioni sistemiche e coordinate con l’Autorità di Coordinamento della Struttura di Missione della ZES Unica, allo scopo di facilitare l’accesso al credito, l’utilizzo degli incentivi pubblici e l’integrazione tra le politiche nazionali e regionali. Un approccio integrato che punta a stimolare la crescita economica, occupazionale e turistica del Mezzogiorno, in coerenza con le strategie del PNRR e della nuova programmazione europea.

Credito, consulenza e incentivi

L’accordo tra Intesa Sanpaolo e il sistema delle associazioni turistiche non si limita alla semplice disponibilità di fondi: è stato strutturato un vero e proprio ecosistema di strumenti operativi pensati per accompagnare le imprese turistiche lungo l’intero percorso di investimento. Dai piccoli operatori locali ai grandi gruppi dell’hospitality, tutti potranno accedere a soluzioni flessibili e personalizzate in grado di rispondere alle specifiche esigenze del settore.

Al centro dell’iniziativa c’è il credito agevolato, con linee di finanziamento a tassi competitivi e piani di rimborso calibrati sulla stagionalità del turismo. Intesa Sanpaolo, infatti, prevede l’erogazione di prestiti a medio-lungo termine finalizzati a sostenere investimenti in efficientamento energetico, digitalizzazione, ristrutturazione immobiliare, formazione del personale e accessibilità.

Oltre al credito, è previsto un pacchetto di servizi consulenziali evoluti, con team specializzati in grado di assistere le imprese nell’individuazione delle agevolazioni pubbliche attive – dai crediti d’imposta alla finanza agevolata regionale, fino ai fondi europei – e nella predisposizione delle domande. L’obiettivo è quello di semplificare l’accesso ai fondi e velocizzare i processi burocratici, aumentando le probabilità di successo degli investimenti.

Fondamentale, infine, è il supporto alla pianificazione strategica, con strumenti digitali e analisi di mercato messi a disposizione delle imprese per valutare con precisione l’impatto economico e fiscale degli interventi. Questa sinergia tra credito, consulenza e incentivi pubblici rappresenta un modello replicabile anche in altri settori, ma trova nel turismo – per natura dinamico e stagionale – un’applicazione particolarmente efficace.

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Quali investimenti sono finanziabili

Uno degli aspetti più rilevanti dell’accordo tra Intesa Sanpaolo e le Associazioni del Turismo riguarda la tipologia di interventi ammessi al finanziamento. Le imprese turistiche potranno infatti accedere ai fondi per realizzare progetti concreti di innovazione, riqualificazione e crescita sostenibile, allineati con gli obiettivi del PNRR e delle politiche europee per la transizione verde e digitale.

Tra gli interventi prioritari rientrano:

  • la digitalizzazione dei servizi (prenotazioni online, domotica nelle camere, CRM turistici, check-in automatizzati);

  • l’adozione di soluzioni green tech, come impianti fotovoltaici, sistemi di recupero delle acque, colonnine di ricarica elettrica e gestione intelligente dell’energia;

  • la riqualificazione edilizia delle strutture ricettive con criteri di efficienza energetica e sicurezza antisismica;

  • la formazione del personale, con focus sulle competenze digitali, linguistiche e sull’accoglienza di target internazionali;

  • progetti di accessibilità e inclusività, per rendere le strutture turistiche fruibili a tutte le categorie di viaggiatori, in particolare persone con disabilità;

  • iniziative di destagionalizzazione, che permettano di attrarre flussi turistici anche nei mesi tradizionalmente più deboli.

Inoltre, una particolare attenzione sarà riservata agli investimenti che valorizzano il patrimonio culturale e ambientale locale, contribuendo allo sviluppo di un turismo esperienziale, lento e di qualità. Questa strategia permette di incrementare la competitività dell’offerta turistica italiana e, al contempo, accedere a incentivi fiscali previsti per le imprese che investono in sostenibilità e innovazione.

Vantaggi fiscali 

Uno dei punti di forza dell’accordo tra Intesa Sanpaolo e le associazioni del settore turistico è la possibilità di combinare i finanziamenti bancari con un ampio spettro di agevolazioni fiscali, previste da normative nazionali ed europee. Questo approccio integrato consente alle imprese turistiche non solo di ridurre il costo degli investimenti, ma anche di ottimizzare la gestione fiscale dell’attività nel medio e lungo periodo.

In primo piano ci sono le misure già attive del Piano Transizione 4.0, che offrono crediti d’imposta fino al 45% per investimenti in beni strumentali tecnologicamente avanzati, formazione del personale e software. A queste si aggiungeranno i nuovi incentivi del Piano Transizione 5.0, orientati specificamente all’efficienza energetica e all’adozione di tecnologie digitali green. Per il turismo, che spesso opera con edifici datati e ad alto impatto energetico, questi incentivi rappresentano un’occasione strategica di rinnovamento.

Un altro strumento chiave è il Superbonus Alberghi (art. 1, comma 314, Legge 234/2021), che consente la detrazione fino all’80% delle spese sostenute per interventi di riqualificazione edilizia, efficientamento energetico, digitalizzazione e eliminazione delle barriere architettoniche nelle strutture ricettive.

Inoltre, per le imprese che operano nelle regioni della ZES Unica Mezzogiorno, si applicano agevolazioni fiscali aggiuntive, come il credito d’imposta per nuovi investimenti e l’esenzione IRAP per nuove attività produttive.

Grazie al supporto consulenziale di Intesa Sanpaolo, le imprese potranno identificare e combinare le misure più vantaggiose, aumentando il ritorno economico dei loro progetti e migliorando la loro posizione fiscale complessiva.

Conclusione

L’accordo tra Intesa Sanpaolo e le Associazioni del Turismo, inserito nel più ampio quadro della collaborazione con Confindustria, rappresenta un vero punto di svolta per le imprese turistiche italiane. I 10 miliardi di euro messi a disposizione fino al 2028 non sono solo una leva finanziaria, ma un catalizzatore di cambiamento strutturale per un settore che, pur essendo uno dei più importanti per l’economia nazionale, necessita ancora di profonde trasformazioni.

La combinazione di credito agevolato, consulenza personalizzata, incentivi fiscali e semplificazioni normative crea le condizioni ideali per rilanciare in modo intelligente il comparto turistico, sia al Nord che nel Mezzogiorno. Le imprese che sapranno cogliere queste opportunità potranno rinnovare la propria offerta, migliorare la qualità dell’accoglienza, ridurre i costi energetici e diventare più competitive a livello nazionale e internazionale.

In un contesto in cui i viaggiatori cercano esperienze sempre più personalizzate, sostenibili e digitalizzate, investire oggi nel rinnovamento della propria struttura o attività significa garantire il futuro dell’impresa. Le condizioni ci sono tutte: risorse, strumenti, supporto tecnico e vantaggi fiscali.

La sfida ora passa alle imprese. E la risposta non può che essere strategica: pianificare, investire, innovare.

ZES UNICA: una vera opportunità per le specialità della Sardegna

ZES UNICA: una vera opportunità per le specialità della Sardegna - Commercialista.it ZES UNICA: UNA VERA OPPORTUNITA’ PER LA SPECIALITA’ DELLA SARDEGNA
ZES UNICA: UNA VERA OPPORTUNITA’ PER LA SPECIALITA’ DELLA SARDEGNA Avv. PhD Roberto Pusceddu PREMESSA. Prende avvio la Zes unica per tutte le Regioni del Mezzogiorno, cosa cambia ora che il dl Sud è legge Dal 1° gennaio 2024 avrà il via la Zes unica per tutto il Sud Italia. Dopo la conversione in legge del decreto Sud, è ufficiale la norma che lo prevede: fino al 2034 ci saranno agevolazioni fiscali e procedure semplificate per le aziende del Meridione. Finora c’erano otto Zes diverse nelle varie Regioni. A partire dal 1° gennaio 2024 viene istituita la Zona economica speciale per il Mezzogiorno, la c.d. "ZES unica", che ricomprende i territori delle regioni: Abruzzo,  Basilicata,  Calabria,  Campania,  Molise,  Puglia,  Sicilia,  Sardegna. ZES: DI CHE COSA SI TRATTA? La Zes è un’area geograficamente limitata, nella quale le aziende già operative – e quelle che decidono di insediarvisi – possono beneficiare di speciali condizioni per gli investimenti sul territorio. I benefici principali consistono in esenzioni parziali o totali sui dazi o semplificazioni amministrative per gli investimenti. Istituite nel 2017, le Zes sono diventate operative solo nel 2021. Al momento le Zes presenti nel sud Italia sono otto, in quanto istituite su base regionale. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna, Sicilia e Puglia sono Zone economiche speciali separate. Dal 2024 si vogliono unire tutte queste realtà per farne un’unica area di attrazione per gli investimenti. GLI STUDI SULLE ZES DI CALABRIA E CAMPANIA Con l’avvicinarsi del 2024, la società di consulenza European House Ambrosetti ha presentato a Roma, presso la sede dell’associazione Civita, uno studio incentrato sui risultati raggiunti dalle Zes di Campania e Calabria, uniche due regioni su cui sono a oggi presenti dati certi. Cetti Lauteta, responsabile dello Scenario Sud di Ambrosetti, ha spiegato che la Zes Campania ha attratto, in totale, oltre due miliardi di investimenti. La Calabria, dal canto suo, ha visto circa venti milioni di investimenti, che ha destinato alla messa in sicurezza delle infrastrutture per la mobilità della merce e per rafforzare le condizioni di legalità nelle aree interessate dagli investimenti. "Non era possibile raggiungere risultati migliori", la posizione del commissario straordinario Zes Campania e Calabria, Giosy Romano. Il monitoraggio svolto, continua Romano, "rivela la creazione di 22mila nuovi occupati". La Zes unica potrebbe generare fino a 83 miliardi di valore aggiunto. LA ZES UNICA La creazione di una Zes unica, tuttavia, genera dibattito. Lauteta ha spiegato che, al momento, così come non hanno funzionato i rapporti con altre Zes del mondo (per esempio Marocco, Polonia ed Egitto), anche il sistema di regolamentazione centralizzato è considerato da alcune imprese e istituzioni un rischio da gestire. E il sistema centralizzato è proprio quello che si intende con l’istituzione di una cabina di regia unica gestita dalla presidenza del Consiglio. Su questo si è espresso anche Giosy Romano, che ha sottolineato l’importanza del ruolo delle amministrazioni locali nella gestione del territorio. L’istituzione di una Zes unica preoccupa, specialmente sul piano degli effetti che potrebbe avere la sua nuova forma di gestione politica. Per Amedeo Teti, coordinatore della segreteria tecnica del comitato attrazione investimenti esteri del ministero delle Imprese e del made in Italy la Zes unica funzionerà perché, ormai, sull’esempio delle esperienze regionali, le imprese hanno capito bene il funzionamento e le opportunità delle Zone economiche speciali. Ecco il testo del ddl di conversione (C. 1416-A) del Decreto Sud n. 124 del 19.09.2023 recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione. Ricordiamo che per Zona economica speciale (ZES) si intende una zona delimitata del territorio dello Stato nella quale l'esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attivita' di sviluppo d'impresa. Tra le novità si prevede l'istituzione di un portale web della ZES unica che fornirà  tutte le informazioni sui benefici riconosciuti alle imprese nella ZES unica e garantirà l’accessibilità allo sportello unico digitale, S.U.D ZES. Le imprese che intendono avviare attività economiche, ovvero insediare attività industriali, produttive e logistiche all’interno della ZES unica, dovranno presentare, allo  sportello unico digitale, S.U.D ZES, l’istanza, allegando la documentazione e gli eventuali elaborati progettuali previsti dalle normative di settore, per consentire alle amministrazioni competenti la compiuta istruttoria tecnico-amministrativa, finalizzata al rilascio di tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, concerti, nulla osta e assensi comunque denominati, necessari alla realizzazione e all’esercizio del medesimo progetto. Credito d’imposta per investimenti nella Zes Unica per il 2024 Per l'anno 2024 e fino al 2026, alle imprese che effettuano l'acquisizione dei beni strumentali, destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise, ammissibili alla deroga prevista dall'articolo 107, paragrafo 3, lettera a), del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, e nelle zone assistite della regione Abruzzo, ammissibili alla deroga prevista dall'articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, come individuate dalla Carta degli aiuti a finalita' regionale 2022-2027, viene concesso un contributo, sotto forma di credito d'imposta, nella misura massima consentita dalla medesima Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 e nel limite massimo di spesa definito. Sono agevolabili gli investimenti, facenti parte di un progetto di investimento iniziale come definito all’articolo 2, punti 49, 50 e 51, del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, relativi: all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio,  nonché all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti. Il valore dei terreni e degli immobili non può superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato.  Portale web della ZES unica Al fine di favorire una immediata e semplice conoscibilità della ZES unica e dei benefici connessi, è istituito il portale web della ZES unica. Sportello Unico Digitale ZES – S.U.D. ZES Dal 1° gennaio 2024 viene istituito lo Sportello Unico Digitale ZES (S.U.D. ZES) per le attività produttive nella ZES unica per il Mezzogiorno, nella Struttura di missione per le ZES presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con funzioni di sportello unico per le attività produttive (SUAP) per i procedimenti di autorizzazione unica per l’avvio di attività economiche o l’insediamento di attività industriali, produttive e logistiche all’interno della ZES Unica.

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