Se sei un imprenditore, un agricoltore o un professionista che opera o intende investire nel Mezzogiorno, c’è una scadenza che non puoi permetterti di ignorare: il 30 maggio 2025. Entro questa data, infatti, è possibile presentare domanda per accedere al Bonus Zes Unica 2025, un incentivo fiscale tra i più rilevanti dell’anno, pensato per sostenere la crescita economica delle regioni del Sud attraverso un credito d’imposta sugli investimenti produttivi.
Sommario
Parliamo di un’occasione reale per ottenere un rimborso parziale — ma sostanzioso — delle spese sostenute per impianti, macchinari, attrezzature, fabbricati e beni strumentali destinati ad attività economiche in specifiche aree geografiche chiamate Zone Economiche Speciali (ZES). Per il 2025 il Governo ha messo a disposizione 2,2 miliardi di euro per la ZES Unica e 50 milioni per il settore agricolo, risorse che verranno assegnate alle imprese che presenteranno una domanda conforme e completa.
Ma chi può richiederlo? Quali sono le condizioni da rispettare? In questo articolo ti spieghiamo tutto, con esempi pratici, casi reali e indicazioni operative per accedere all’agevolazione in modo semplice, sicuro e vantaggioso.
Introduzione
Fino al 30 maggio 2025, le imprese che operano all’interno delle aree Zes (Zone Economiche Speciali) possono presentare domanda per accedere al Bonus Zes Unica e al Bonus Zes Agricoltura. Si tratta di un’importante misura fiscale sotto forma di credito d’imposta, pensata per incentivare nuovi investimenti produttivi nel Sud Italia. L’agevolazione è destinata a tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica e dal regime contabile adottato, che realizzano investimenti in beni strumentali nuovi tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025, purché questi impianti siano situati all’interno dell’area Zes Unica.
Questo bonus è uno strumento centrale della politica industriale e fiscale del Governo per favorire la crescita economica, ridurre il divario Nord-Sud e attrarre capitali privati. In particolare, rientra nella strategia della nuova Zes Unica per il Mezzogiorno, introdotta a partire dal 1° gennaio 2024, che unifica e semplifica il funzionamento delle precedenti otto Zes regionali. L’obiettivo è rendere l’intero territorio del Sud una piattaforma attrattiva per investimenti nazionali ed esteri, attraverso benefici fiscali concreti, semplificazioni amministrative e incentivi mirati.
Chi può richiedere il bonus
Il Bonus Zes Unica 2025 è un incentivo fiscale sotto forma di credito d’imposta destinato alle imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi, da destinare a strutture produttive localizzate all’interno della Zes Unica per il Mezzogiorno. Questa grande area speciale comprende sette regioni italiane: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. L’incentivo è applicabile anche al Bonus Zes Agricoltura, pensato appositamente per il settore agricolo e con un fondo dedicato di 50 milioni di euro.
La misura è stata confermata dalla legge di bilancio 2025, che ha fissato un budget complessivo di 2,2 miliardi di euro per il credito Zes Unica. Possono accedere tutte le imprese – senza distinzione di settore, dimensione o forma giuridica – che effettuano investimenti tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025, purché gli stessi abbiano un costo minimo di 200.000 euro. Il tetto massimo agevolabile è fissato invece a 100 milioni di euro per ciascun progetto.
Per poter beneficiare del bonus, le imprese devono comunicare all’Agenzia delle Entrate l’ammontare delle spese effettivamente sostenute o previste, entro e non oltre il 30 maggio 2025. Questa comunicazione rappresenta il primo passo indispensabile per accedere all’agevolazione e deve essere trasmessa in modalità telematica. È essenziale che i beni oggetto dell’investimento siano nuovi e strettamente collegati all’attività produttiva dell’impresa, pena la decadenza dal beneficio.
Investimenti ammessi
Il Bonus Zes Unica 2025 è pensato per sostenere in maniera concreta le imprese che desiderano rafforzare o avviare nuove attività produttive nel Mezzogiorno. Il credito d’imposta può essere richiesto per acquisti di beni strumentali nuovi, come macchinari, impianti, attrezzature, fabbricati strumentali, oppure per interventi su immobili già esistenti destinati all’attività industriale, artigianale, agricola o di servizi. L’incentivo si applica sia alle strutture già operative, sia a quelle in fase di realizzazione o progettazione, purché situate nei territori inclusi nella Zes Unica.
Questo elemento è centrale: l’investimento, per essere agevolabile, deve essere collocato fisicamente nell’area Zes e destinato all’attività produttiva. Non è quindi sufficiente che l’impresa abbia la sede legale in una delle regioni del Sud, ma è essenziale che l’impianto produttivo oggetto dell’investimento sia localizzato nella Zes.
Tuttavia, non tutte le imprese possono accedere al bonus. L’Agenzia delle Entrate, nelle sue istruzioni operative, ha chiarito che restano escluse le attività rientranti nei seguenti settori:
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industria siderurgica,
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industria carbonifera e della lignite,
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trasporti (con l’eccezione dei settori di magazzinaggio e supporto ai trasporti),
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produzione e distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche,
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banda larga,
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settori finanziari, creditizi e assicurativi.
Queste limitazioni sono state introdotte per rispettare le normative europee in materia di concorrenza e aiuti di Stato. Si tratta quindi di una misura mirata, che punta a sostenere gli investimenti realmente produttivi e innovativi, capaci di generare occupazione e sviluppo nei territori del Sud.
Come presentare domanda
Per accedere al Bonus Zes Unica 2025, le imprese interessate devono presentare una specifica comunicazione all’Agenzia delle Entrate entro il termine improrogabile del 30 maggio 2025. Tale comunicazione deve contenere l’elenco dettagliato delle spese già sostenute dall’inizio dell’anno, nonché una previsione degli investimenti che si intendono effettuare fino al 15 novembre 2025. È importante che l’intero processo venga eseguito esclusivamente in via telematica, utilizzando gli strumenti messi a disposizione dal Fisco.
A tale scopo, l’Agenzia ha predisposto il software “ZES UNICA2025”, disponibile sul proprio sito ufficiale, che guida passo dopo passo l’impresa (o il soggetto intermediario) nella compilazione della domanda.
All’interno del modulo elettronico devono essere inseriti con precisione:
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i dati identificativi dell’impresa,
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l’ubicazione degli impianti,
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l’elenco dei beni strumentali acquistati o da acquistare,
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gli importi delle spese sostenute o previste,
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e l’indicazione del credito d’imposta richiesto.
La domanda può essere inviata direttamente dall’impresa oppure tramite un intermediario abilitato (commercialista, consulente fiscale o CAF).
Il corretto e tempestivo invio della comunicazione rappresenta una condizione indispensabile per l’ottenimento dell’agevolazione: in assenza di essa, il credito non sarà riconosciuto. Una volta esaurito il plafond disponibile, l’Agenzia delle Entrate provvederà a ripartire le risorse tra i richiedenti, eventualmente in misura proporzionale.
Compensazione e vincoli
Una volta che l’Agenzia delle Entrate ha validato la domanda e assegnato l’importo del credito d’imposta Zes Unica 2025, l’impresa beneficiaria può iniziare a utilizzarlo secondo le regole ordinarie previste dall’articolo 17 del D.Lgs. n. 241/1997, ossia tramite il modello F24, in compensazione con altri tributi o contributi dovuti. Il credito potrà essere portato in compensazione a partire dal giorno lavorativo successivo a quello di ricezione della comunicazione di riconoscimento del credito.
Non sono previsti limiti annui alla compensazione del credito, ma è fondamentale che:
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il credito sia indicato nel quadro RU della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui è stato riconosciuto;
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siano rispettati gli obblighi di tracciabilità delle spese sostenute, che dovranno essere adeguatamente documentate;
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le attività produttive e i beni agevolati siano mantenuti per almeno cinque anni, o tre anni in caso di piccole imprese, pena la revoca del beneficio.
Il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile IRAP, e non incide ai fini del calcolo del rapporto di deducibilità degli interessi passivi e dei componenti negativi ai sensi degli articoli 61 e 109 del TUIR. È inoltre cumulabile con altri incentivi, a condizione che tale cumulo non comporti il superamento del costo complessivo sostenuto per l’investimento.
Questo meccanismo di fruizione semplice e trasparente permette alle imprese di ridurre in tempi rapidi il carico fiscale, liberando risorse da reinvestire in crescita, innovazione e nuova occupazione, contribuendo così all’effettiva rinascita industriale delle aree meridionali.
Vantaggi
Il Bonus Zes Unica 2025 rappresenta un’occasione strategica per le imprese che intendono espandere la propria capacità produttiva o trasferire parte delle attività nel Mezzogiorno, beneficiando di un supporto fiscale significativo. Per comprendere meglio l’impatto concreto di questo incentivo, vediamo alcuni casi pratici di applicazione.
Immaginiamo un’impresa manifatturiera con sede legale a Milano che decide di aprire un nuovo impianto produttivo a Bari. L’investimento complessivo previsto per l’acquisto di macchinari industriali, attrezzature, e la ristrutturazione di un capannone esistente ammonta a 1,5 milioni di euro.
Presentando domanda entro il 30 maggio e localizzando l’intervento nell’area Zes Unica, l’azienda potrà beneficiare di un credito d’imposta pari a una percentuale rilevante di tale somma (la percentuale esatta sarà definita con decreto attuativo). Questo si traduce in centinaia di migliaia di euro di tasse risparmiate, utilizzabili in compensazione su imposte e contributi nei mesi successivi.
Un secondo esempio riguarda una cooperativa agricola in Sicilia, che decide di ammodernare i propri impianti di trasformazione dei prodotti locali. Con un investimento di 600.000 euro in nuovi macchinari per la lavorazione e il confezionamento, e grazie all’accesso al Bonus Zes Agricoltura, la cooperativa potrà coprire una parte importante della spesa sostenuta, liberando così risorse da reinvestire in marketing, personale e innovazione di prodotto.
Questi esempi dimostrano come l’incentivo fiscale non solo riduce il carico tributario, ma diventa uno strumento di crescita competitiva, incoraggiando lo sviluppo industriale in aree storicamente svantaggiate, innescando processi virtuosi di occupazione, formazione e internazionalizzazione.
Bonus Zes Agricoltura
Accanto al più ampio Bonus Zes Unica, la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto un’ulteriore misura dedicata al comparto agroalimentare: il Bonus Zes Agricoltura. Questo incentivo è pensato per sostenere le imprese del settore primario e della trasformazione alimentare che operano nelle regioni del Sud, fornendo un credito d’imposta ad hoc, con un fondo separato da 50 milioni di euro.
Le modalità di accesso, scadenze e vincoli sono analoghi a quelli previsti per il bonus principale: anche qui occorre trasmettere la comunicazione telematica entro il 30 maggio 2025, utilizzando il software “ZES UNICA2025” e inserendo con precisione le voci di investimento e gli importi. Tuttavia, la differenza principale sta nella destinazione degli investimenti, che in questo caso devono riguardare beni e strutture esclusivamente dedicate all’attività agricola, zootecnica o di trasformazione dei prodotti agricoli.
Rientrano tra le spese agevolabili:
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l’acquisto di trattrici, mietitrebbie, impianti di irrigazione e serre automatizzate,
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l’ammodernamento di stalle, magazzini, silos e impianti di trasformazione,
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le tecnologie per il risparmio energetico e la digitalizzazione delle attività agricole.
Questa misura rappresenta un’opportunità rilevante per aziende agricole di ogni dimensione, cooperative e consorzi del Sud che vogliono innovare, aumentare la produttività e migliorare la sostenibilità ambientale delle proprie attività.
Il Bonus Zes Agricoltura, dunque, si configura non solo come una leva fiscale, ma anche come strumento di modernizzazione dell’agricoltura meridionale, in linea con gli obiettivi europei del Green Deal e della transizione ecologica.
Controlli e cause di decadenza
Come ogni agevolazione fiscale di rilievo, anche il Bonus Zes Unica 2025 è soggetto a controlli rigorosi da parte dell’Agenzia delle Entrate, con l’obiettivo di prevenire abusi e garantire che il credito venga fruito correttamente e solo da chi ne ha effettivamente diritto. L’impresa beneficiaria deve rispettare una serie di obblighi documentali e sostanziali, il cui mancato adempimento può comportare la decadenza totale o parziale del beneficio ottenuto.
Tra i principali vincoli da rispettare:
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Conservazione della documentazione: l’impresa deve mantenere tutta la documentazione relativa agli investimenti (fatture, contratti, pagamenti tracciabili) per almeno 5 anni.
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Mantenimento dell’investimento: i beni acquistati devono rimanere nell’unità produttiva per almeno 5 anni (ridotti a 3 per le piccole imprese), altrimenti il credito sarà revocato e dovrà essere restituito con interessi.
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Divieto di cessione o dismissione dei beni agevolati prima del periodo minimo previsto.
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Utilizzo reale e coerente: i beni devono essere effettivamente destinati all’attività produttiva dichiarata e non semplicemente acquistati a fini speculativi.
L’Agenzia può procedere a verifiche documentali o ispezioni presso l’impianto, anche successivamente all’erogazione del credito, e in caso di anomalie può revocare l’incentivo e avviare un procedimento di recupero con applicazione di sanzioni amministrative.
Inoltre, se viene accertato che i dati forniti nella comunicazione telematica non corrispondono alla realtà, il credito non sarà riconosciuto, anche se l’investimento è stato effettivamente realizzato.
Queste regole anti-abuso, pur rigide, servono a garantire la serietà degli investimenti e a tutelare le risorse pubbliche, assicurando che il Bonus Zes venga destinato esclusivamente a progetti concreti, tracciabili e di impatto territoriale.
Zone ZES
La ZES Unica è stata introdotta a partire dal 1° gennaio 2024 e ha sostituito le precedenti otto Zone Economiche Speciali regionali, unificandole in un’unica grande area agevolata che copre l’intero territorio del Mezzogiorno italiano. Questa nuova configurazione punta a semplificare le procedure e a rendere più accessibili i benefici fiscali, ampliando il potenziale bacino di imprese coinvolgibili.
Le regioni che fanno parte della ZES Unica e nelle quali devono essere localizzati gli investimenti per poter accedere al credito d’imposta sono:
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Abruzzo (solo alcuni comuni specifici)
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Basilicata
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Calabria
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Campania
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Molise
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Puglia
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Sardegna
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Sicilia
Attenzione: non tutte le aree all’interno di queste regioni sono automaticamente incluse. È fondamentale verificare se il comune o l’area produttiva interessata dall’investimento rientra nella perimetrazione ufficiale della ZES, consultando la mappa aggiornata disponibile sul sito istituzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche di Coesione o sul portale ZES.
Questa estensione territoriale ampia consente di attivare progetti di investimento anche nei comuni più piccoli o marginali, incentivando la decentralizzazione industriale e lo sviluppo economico su scala regionale.
Esempi pratici
Il credito d’imposta ZES Unica può essere utilizzato in modo estremamente flessibile, adattandosi a diverse strategie aziendali. Ecco alcuni scenari pratici per comprendere meglio come le imprese possono massimizzare il beneficio.
1. PMI manifatturiera che amplia il proprio stabilimento
Un’impresa campana che produce componenti meccanici decide di ampliare il proprio capannone industriale in provincia di Avellino. Investe 800.000 euro in attrezzature CNC, nuove linee di montaggio e un sistema di automazione. Richiedendo il credito ZES, potrà compensare in pochi mesi circa il 40-50% dell’importo investito sotto forma di imposte non dovute.
2. Azienda agricola che investe in innovazione tecnologica
Una cooperativa agricola in Puglia acquista nuovi impianti di irrigazione smart, un essiccatoio solare per i prodotti agricoli e attrezzi connessi a sistemi IoT. Il costo totale è di 500.000 euro. Grazie al Bonus ZES Agricoltura, potrà recuperare parte dell’investimento e rendere più sostenibile ed efficiente l’intera filiera.
3. Impresa del Nord che apre una sede produttiva al Sud
Un’azienda lombarda decide di decentralizzare la produzione per avvicinarsi ai porti del Sud Italia e ridurre i costi logistici. Costruisce un nuovo impianto in Sicilia e investe 2 milioni di euro. Oltre al beneficio fiscale diretto, l’impresa diventa più competitiva nella logistica internazionale, con un risparmio fiscale di centinaia di migliaia di euro.
4. Startup tecnologica che investe in un incubatore ZES
Una startup calabrese nel settore della biochimica applicata all’agricoltura avvia un laboratorio in un incubatore autorizzato ZES. Acquista strumentazione scientifica e ristruttura una struttura già esistente con un budget di 300.000 euro. Senza il bonus, non avrebbe avuto liquidità per partire. Il credito d’imposta consente di alleggerire il carico iniziale, attrarre investitori e creare posti di lavoro.
5. Artigiano che modernizza l’officina con tecnologia 4.0
Un piccolo artigiano molisano decide di acquistare macchinari compatibili con i sistemi Industria 4.0, per automatizzare la produzione. L’investimento di 250.000 euro è coperto in parte dal Bonus ZES, con l’ulteriore vantaggio della cumulabilità con altri incentivi 4.0.
Questi casi dimostrano che il credito ZES non è solo per le grandi imprese, ma può diventare una leva formidabile anche per realtà più piccole, innovative o legate al territorio. A patto, ovviamente, di rispettare i requisiti e presentare domanda nei tempi previsti.
Conclusione
Il Bonus Zes Unica 2025, insieme al Bonus Zes Agricoltura, rappresenta una delle misure fiscali più importanti dell’anno per chi opera o vuole operare nel Mezzogiorno d’Italia. Grazie a un credito d’imposta strutturato, modulabile e accessibile, le imprese possono abbattere il peso fiscale su investimenti anche rilevanti, accelerare l’innovazione, modernizzare impianti produttivi e creare nuova occupazione. Il tutto in territori dove la crescita è una priorità nazionale e strategica.
La domanda va presentata entro e non oltre il 30 maggio 2025. Dopo questa scadenza, non sarà più possibile accedere alle risorse stanziate per quest’anno.
È quindi fondamentale che le imprese:
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verifichino la localizzazione del proprio impianto all’interno della ZES,
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quantifichino correttamente gli investimenti sostenuti o pianificati,
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e si avvalgano, se necessario, di consulenti fiscali e commercialisti esperti per trasmettere in modo corretto la richiesta.
Il Bonus Zes è più di una detrazione: è un’opportunità concreta per ridisegnare il futuro produttivo del Sud, valorizzando le imprese che scelgono di credere nel rilancio del territorio.
Agire per tempo, con competenza e visione, può fare la differenza tra restare fermi e diventare protagonisti della rinascita economica meridionale.