Con l’avvicinarsi del termine delle agevolazioni fiscali straordinarie introdotte con il Superbonus, e alla luce delle continue modifiche normative e procedurali, è stata recentemente annunciata una novità importante: l’aggiornamento del modello per la trasmissione telematica delle opzioni relative al Superbonus. L’Agenzia delle Entrate ha infatti pubblicato un nuovo provvedimento, datato 6 agosto 2025, con il quale viene approvato il modello aggiornato per la comunicazione delle opzioni di sconto in fattura o prima cessione del credito, da utilizzare a partire dall’8 settembre 2025.
Sommario
Questa modifica non è solo tecnica, ma ha implicazioni pratiche fondamentali per tutti gli operatori del settore edilizio, professionisti fiscali e contribuenti che intendono beneficiare delle detrazioni residue. Il nuovo modello si inserisce in un contesto di razionalizzazione delle procedure e rafforzamento dei controlli volti a prevenire frodi, che nei primi anni di applicazione del Superbonus avevano generato criticità e perdite per l’erario.
Il Superbonus, nato con il Decreto Rilancio nel 2020, ha avuto un impatto significativo sul comparto edilizio italiano, incentivando lavori di efficientamento energetico e riduzione del rischio sismico. Tuttavia, dal 2023 in poi, le norme sono diventate più restrittive, e oggi più che mai è essenziale conoscere le corrette modalità di comunicazione all’Agenzia delle Entrate per non incorrere in errori che possano pregiudicare la fruizione del beneficio.
Interventi esclusi
Una delle novità più rilevanti contenute nel nuovo modello per la comunicazione telematica delle opzioni Superbonus 2025 è l’esclusione di una serie di bonus edilizi “minori” dalla possibilità di essere ceduti o scontati in fattura. A partire dall’8 settembre 2025, infatti, il modello aggiornato non contempla più i codici relativi a interventi che, per l’anno fiscale 2025, non risultano più agevolabili con le modalità alternative alla detrazione diretta.
Nello specifico, tra gli interventi esclusi dal nuovo tracciato troviamo:
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Ecobonus ordinario;
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Bonus casa (ristrutturazioni edilizie);
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Bonus facciate;
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Eco-sisma bonus;
- Bonus barriere architettoniche;
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Interventi sulle parti comuni condominiali superiori al 25% dell’involucro edilizio (ai sensi del decreto 26 giugno 2015).
Tale scelta è pienamente coerente con quanto previsto dall’articolo 121 del Decreto Rilancio (DL 34/2020), che aveva concesso la possibilità di optare per la cessione del credito o sconto in fattura solo per gli anni 2020, 2021, 2022, 2023 e 2024. Dal 2025, dunque, la generalità dei bonus edilizi potrà essere fruita esclusivamente in detrazione nella dichiarazione dei redditi, con l’unica eccezione rappresentata proprio dal Superbonus.
Interessante è la posizione ambigua assunta dal modello aggiornato nei confronti del Sisma bonus acquisti. Tale incentivo risulta ancora presente tra le opzioni cedibili, generando dubbi interpretativi: si tratta di un errore materiale oppure di un’interpretazione più ampia da parte dell’Agenzia delle Entrate? In attesa di chiarimenti ufficiali, resta aperta la possibilità che la norma venga letta in chiave estensiva per favorire ancora, seppur in modo limitato, questo tipo di agevolazione.
Semplificazioni e modifiche operative
Il modello aggiornato per la comunicazione telematica delle opzioni relative al Superbonus 2025, pur mantenendo una struttura simile a quella della versione 2022, presenta diverse modifiche significative che rispecchiano la trasformazione normativa e operativa dell’agevolazione. Si tratta, in sostanza, di una versione snellita e semplificata, coerente con la drastica riduzione delle tipologie di intervento ancora cedibili.
Tra le novità principali troviamo:
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Eliminazione dei codici relativi ai bonus edilizi non più cedibili, come già evidenziato nel paragrafo precedente;
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Rimozione della casella “Periodo”, che nel modello 2022 serviva a distinguere le spese sostenute nel primo o secondo semestre del 2020, ormai irrilevanti per il 2025;
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Eliminazione della casella “Edilizia libera”, in quanto dal 2025 non vi sono più interventi realizzabili senza autorizzazione edilizia e con credito cedibile o scontabile;
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Cancellazione dei campi relativi alla “cessione delle rate residue”, in recepimento del divieto introdotto dal DL 39/2024, articolo 4-bis, comma 7, che ha vietato – a partire dal 29 maggio 2024 – la possibilità di cedere le rate residue di detrazione successive alla prima.
Nonostante le modifiche, restano immutate alcune regole operative fondamentali, tra cui:
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Il calcolo della detrazione e dell’importo cedibile o scontabile;
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I termini e le modalità di invio della comunicazione all’Agenzia delle Entrate;
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La possibilità di esercitare le opzioni durante gli stati di avanzamento dei lavori (SAL), entro il limite massimo di due SAL, ognuno riferito ad almeno il 30% dell’intervento;
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L’obbligo di asseverazione tecnica, congruità delle spese e visto di conformità fiscale da parte di professionisti abilitati.
Queste modifiche dimostrano l’intenzione del legislatore di semplificare le procedure, limitando il perimetro dell’agevolazione alle sole casistiche ancora ammesse, ma senza rinunciare ai controlli di legittimità e coerenza.

Trasmissione telematica
A partire dall’8 settembre 2025, entra ufficialmente in vigore il nuovo modello per la comunicazione delle opzioni di sconto in fattura o cessione del credito relative al Superbonus. La trasmissione dovrà avvenire esclusivamente per via telematica, attraverso i canali ufficiali messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
I soggetti interessati potranno utilizzare due modalità:
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Servizi web dell’Agenzia delle Entrate, accessibili tramite area riservata con SPID, CIE o CNS;
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Software di compilazione e invio telematico messi a disposizione dall’Agenzia stessa o da fornitori terzi certificati.
La scadenza per l’invio della comunicazione resta fissata al 16 marzo dell’anno successivo a quello di sostenimento della spesa. Pertanto, per le spese sostenute nel 2025, la comunicazione dovrà essere trasmessa entro il 16 marzo 2026. L’invio oltre tale termine comporta la decadenza del diritto a optare per la cessione o lo sconto, con obbligo di fruizione del beneficio solo tramite detrazione IRPEF/IRES in dichiarazione dei redditi.
È importante ricordare che la trasmissione deve essere effettuata dal soggetto che ha sostenuto la spesa o da un intermediario fiscale (commercialista, CAF, ecc.) che dispone di delega e rilascia regolare visto di conformità. In caso di errori materiali nella comunicazione, l’Agenzia consente l’annullamento o la sostituzione della stessa, ma entro il termine di scadenza.
Infine, il nuovo modello integra anche i riferimenti normativi aggiornati e i codici tributo compatibili con il Superbonus in vigore nel 2025, assicurando così un migliore coordinamento tra la fase tecnica e quella fiscale.
Impatti pratici
Con l’adozione del nuovo modello di comunicazione telematica per la cessione del credito e lo sconto in fattura, il 2025 segna un ulteriore giro di vite nella gestione operativa del Superbonus. Se da un lato la semplificazione delle casistiche può sembrare un vantaggio, dall’altro l’elevata specificità del modello e la riduzione delle opzioni rendono essenziale una maggiore attenzione da parte di contribuenti, imprese e consulenti fiscali.
Uno dei rischi principali è legato alla compilazione errata del modello. Un semplice errore formale – come l’inserimento di un codice intervento non più valido o la mancanza del visto di conformità – può comportare l’inefficacia della comunicazione, con conseguente perdita del diritto all’opzione e obbligo di fruire della detrazione in modo ordinario. Situazioni simili possono tradursi in impatto negativo sulla liquidità di imprese e famiglie che contavano sullo sconto immediato in fattura o sulla monetizzazione del credito.
Per i professionisti abilitati (commercialisti, CAF, tecnici asseveratori), aumenta la responsabilità professionale nella verifica della documentazione, nella corretta imputazione delle spese e nella certificazione della congruità. Un errore o una mancata verifica può sfociare in contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, anche a distanza di anni, con sanzioni e recuperi a carico del contribuente o – in caso di responsabilità – del professionista stesso.
Altro elemento da non sottovalutare è la tempistica ristretta. Con il termine fisso al 16 marzo 2026 per l’invio delle comunicazioni relative al 2025, le imprese dovranno organizzare fin da subito i flussi documentali, evitando di accumulare ritardi che potrebbero compromettere l’operazione. I sistemi informatici delle aziende e dei professionisti dovranno essere aggiornati in tempo utile, e sarà necessaria una formazione tecnica specifica sul nuovo modello.

Quadro normativo
L’evoluzione della disciplina sulla cessione del credito e lo sconto in fattura trova le sue radici nel Decreto Rilancio (DL 34/2020), che ha introdotto l’articolo 121, norma chiave che ha reso possibile, per una vasta gamma di bonus edilizi, la possibilità di optare per forme alternative alla detrazione diretta. La ratio di questa disposizione era chiara: sostenere la ripresa economica post-pandemica attraverso incentivi forti all’edilizia, con un impatto immediato sulla liquidità dei contribuenti e delle imprese.
L’articolo 121 ha permesso, per gli anni 2020-2024, la cessione del credito e lo sconto in fattura per una lunga serie di interventi, compresi quelli del Superbonus, dell’ecobonus ordinario, del bonus facciate, delle ristrutturazioni edilizie e delle barriere architettoniche. Tuttavia, l’uso improprio del meccanismo di cessione, in alcuni casi accompagnato da truffe e frodi milionarie, ha spinto il legislatore a rivedere radicalmente l’impianto normativo.
Il DL 11/2023, seguito dal più incisivo DL 39/2024, ha imposto un forte restringimento al perimetro dei bonus cedibili. In particolare, il DL 39 ha introdotto all’art. 4-bis, comma 7, il divieto di cessione delle rate residue di detrazione (non la prima) a partire dal 29 maggio 2024. Una misura che è stata recepita integralmente dal nuovo modello 2025, come già evidenziato nei paragrafi precedenti.
A rafforzare il quadro, negli ultimi mesi si sono susseguite anche sentenze di merito da parte della Corte di Cassazione e dei TAR regionali, che hanno confermato l’importanza della corretta documentazione, della tracciabilità delle spese e della conformità formale delle comunicazioni trasmesse. In particolare, le pronunce hanno ribadito che l’assenza del visto di conformità o la mancata asseverazione tecnica può rendere nullo il diritto alla detrazione, con recupero delle somme da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Il nuovo modello si pone dunque come attuazione pratica di un quadro normativo più rigido, ma anche più chiaro: chi intende accedere al Superbonus nel 2025 dovrà attenersi a regole precise, pena la perdita del beneficio e possibili responsabilità.
Superbonus 2025
Nonostante le forti restrizioni introdotte negli ultimi anni, il Superbonus nel 2025 non è scomparso, ma ha assunto una forma più limitata e selettiva, riservata a specifiche casistiche e soggetti. Comprendere chi può ancora accedervi e in che modo è essenziale per non perdere le ultime occasioni di fruire dell’agevolazione più generosa mai introdotta in ambito edilizio.
Anzitutto, il Superbonus 110% non esiste più per la generalità dei contribuenti. La misura è stata progressivamente ridotta: dal 110% iniziale si è passati al 90%, poi al 70%, fino ad arrivare a un’aliquota del 65% in casi specifici. Tuttavia, l’accesso è ancora consentito per interventi già avviati, a condizione che siano rispettati determinati requisiti temporali e documentali.
Le opzioni di sconto in fattura o cessione del credito restano valide solo per il Superbonus, e solo per:
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Spese sostenute da condomini o persone fisiche su edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari, posseduti da un unico proprietario o in comproprietà, che avevano avviato i lavori entro le scadenze previste dal DL 34/2020 e successive modifiche;
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Interventi per i quali è stata presentata la CILAS (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) entro le date previste dalle proroghe;
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IACP, cooperative di abitazione a proprietà indivisa, ONLUS e altri enti del Terzo Settore, per specifici lavori di riqualificazione edilizia.
Per queste categorie, sarà ancora possibile optare per la cessione del credito o lo sconto in fattura, tramite il nuovo modello 2025, alle condizioni già analizzate.
Resta inoltre aperta, seppure in forma dubbia, la possibilità di fruire del Sismabonus acquisti, come segnalato nel provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, in assenza però di un chiarimento normativo definitivo.
Infine, per tutti gli altri bonus edilizi, l’unica modalità di fruizione residua è la detrazione diretta in dichiarazione, suddivisa in più anni e senza possibilità di monetizzazione immediata. In questo scenario, il ruolo del consulente fiscale diventa cruciale per verificare la sussistenza dei requisiti e pianificare correttamente gli interventi ancora agevolabili.
Consigli pratici
Con un impianto normativo più rigido e una procedura di comunicazione telematica completamente aggiornata, il 2025 richiede a contribuenti e operatori del settore un approccio più strutturato e professionale per accedere in modo corretto e tempestivo ai benefici del Superbonus. L’errore o la superficialità, in questa fase, possono compromettere del tutto la possibilità di usufruire dell’agevolazione, o esporre a contenziosi fiscali anche gravi.
Ecco alcune buone pratiche da adottare per evitare problematiche:
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Verificare la sussistenza dei requisiti: prima di procedere con lavori o trasmissioni, è fondamentale verificare che l’intervento rientri tra quelli ancora ammessi alla cessione o sconto nel 2025. Il supporto di un commercialista esperto in edilizia è ormai imprescindibile.
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Predisporre per tempo la documentazione: le asseverazioni tecniche, le dichiarazioni di congruità delle spese e il visto di conformità non possono essere improvvisati. Devono essere predisposti in anticipo e senza lacune, anche per evitare rallentamenti nella trasmissione.
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Usare esclusivamente i canali ufficiali per l’invio del modello, aggiornati secondo le nuove specifiche dell’Agenzia delle Entrate. L’uso di software non aggiornati o intermediari non abilitati può comportare nullità della comunicazione.
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Formazione interna e aggiornamento: le imprese e i tecnici dovrebbero investire in formazione specifica per il nuovo modello, in modo da allinearsi alle modifiche tecniche introdotte (eliminazione delle rate residue, abolizione della casella “Edilizia libera”, ecc.).
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Controllare con frequenza i chiarimenti dell’Agenzia: poiché alcuni aspetti – come la cessione del Sismabonus acquisti – risultano ancora ambigui, è consigliabile monitorare costantemente circolari, FAQ e provvedimenti ufficiali per non incorrere in interpretazioni errate.
In questa fase finale di vita del Superbonus, l’assistenza fiscale personalizzata diventa un asset strategico: ogni intervento deve essere valutato caso per caso, tenendo conto delle ultime novità legislative, della documentazione disponibile e dei margini ancora aperti per il 2025.
Conclusioni
Il Superbonus 2025 rappresenta l’ultimo capitolo di un’agevolazione fiscale senza precedenti, che ha trasformato il settore edilizio italiano e influenzato in modo significativo la pianificazione fiscale di milioni di contribuenti. Tuttavia, proprio per il suo impatto economico e le criticità emerse nel corso degli anni, il legislatore ha scelto una via di rigore e semplificazione, restringendo il perimetro di applicazione e rendendo più stringenti le procedure.
Il nuovo modello per la comunicazione telematica – in vigore dall’8 settembre 2025 – è lo strumento attraverso cui si concretizza questa nuova fase. Utilizzarlo correttamente non è un’opzione, ma un obbligo, pena la perdita totale del diritto al credito o allo sconto. Solo chi rispetta i requisiti, compila correttamente il modello e documenta ogni fase dell’intervento potrà effettivamente beneficiare di quanto rimane del Superbonus.
Per imprese, professionisti e contribuenti è il momento di investire in competenza, precisione e pianificazione, affidandosi a consulenti esperti che conoscano a fondo sia gli aspetti tecnici degli interventi sia quelli fiscali. Le opportunità, seppur ridotte, esistono ancora: saperle cogliere è la vera sfida del 2025.

