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giovedì 30 Ottobre 2025

Riforma Fiscale 2025: cosa cambia per IRPEF, IRES e Statuto del Contribuente

Il 2025 segna un momento di svolta per il sistema tributario italiano, con l’introduzione di un nuovo decreto correttivo alla riforma fiscale che interviene profondamente su IRPEF, IRES, Statuto del contribuente e su altri importanti ambiti della normativa tributaria. L’obiettivo del legislatore è duplice: semplificare gli adempimenti per cittadini e imprese e rafforzare i diritti dei contribuenti, anche attraverso l’estensione degli strumenti di autotutela e la revisione delle regole sulla contabilità e sulle successioni.

L’intervento normativo si inserisce nel contesto della Legge Delega n. 111/2023, con cui il Governo Meloni ha avviato un processo di modernizzazione del sistema fiscale italiano. Il decreto correttivo approvato in via preliminare il 26 giugno 2025 dal Consiglio dei Ministri introduce nuove aliquote IRPEF, una revisione della base imponibile IRES e innovazioni importanti sul fronte del contenzioso e dell’autotutela, andando così a correggere, integrare e rafforzare la riforma già avviata nel 2023.

In questo articolo vedremo nel dettaglio tutte le novità introdotte, come cambiano le imposte principali (IRPEF e IRES), quali sono i vantaggi per imprese e contribuenti, e come queste riforme possono tradursi in opportunità di risparmio fiscale legale.

Nuove regole

Tra le modifiche più rilevanti introdotte dal decreto correttivo della riforma fiscale 2025, spiccano quelle in materia di IRPEF e IRES, con l’obiettivo di rendere più chiaro e coerente il rapporto tra norme fiscali e contabili. In particolare, è stato modificato l’art. 12 del TUIR per precisare la platea dei familiari a carico che possono rientrare nelle agevolazioni fiscali, anche in assenza di una detrazione effettiva. Questo intervento si pone l’obiettivo di eliminare incertezze interpretative e rendere più inclusivo il sistema.

Un altro intervento significativo riguarda l’art. 51 del TUIR, che disciplina i redditi da lavoro dipendente. La norma è stata aggiornata per includere espressamente le “forme esclusive” dell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) tra le componenti escluse dal reddito imponibile, in coerenza con la normativa sugli incentivi al posticipo del pensionamento.

Dal lato delle imprese, la riforma rafforza il principio della derivazione rafforzata tra contabilità e fiscalità anche per le microimprese che redigono il bilancio in forma abbreviata. Questo significa maggiore coerenza e minore rischio di contenziosi per le aziende più piccole, che potranno beneficiare di una semplificazione importante nella determinazione dell’IRES.

Inoltre, vengono introdotte nuove disposizioni per la correzione degli errori contabili non rilevanti, che potranno avere efficacia fiscale solo se sanati entro il termine del bilancio successivo e prima dell’inizio di verifiche fiscali, con effetti anche sull’IRAP.

Fiscalità internazionale

Il decreto correttivo 2025 compie un passo fondamentale verso il recepimento delle regole internazionali sulla tassazione minima globale dei gruppi multinazionali. Si tratta dell’attuazione della Direttiva UE 2022/2523, che a sua volta deriva dall’iniziativa OCSE nota come “Pillar Two”. Questa normativa prevede un’imposizione fiscale minima del 15% per i gruppi con fatturato consolidato superiore a 750 milioni di euro, con l’obiettivo di contrastare fenomeni di elusione fiscale e concorrenza fiscale sleale tra Paesi.

In Italia, le nuove disposizioni mirano a garantire un coordinamento coerente tra le norme domestiche e quelle internazionali. In particolare, vengono introdotti limiti più stringenti all’utilizzo delle imposte anticipate (DTA) all’interno del calcolo dell’imposta globale (GloBE), per evitare che le multinazionali possano abbassare artificialmente l’aliquota effettiva.

Questa modifica ha implicazioni concrete per i gruppi multinazionali con sede o filiali in Italia, poiché impone un adeguamento delle strategie fiscali e delle modalità di pianificazione tributaria. Le aziende dovranno prestare maggiore attenzione alla trasparenza delle pratiche contabili e al coordinamento tra le normative dei diversi Paesi in cui operano, per evitare doppie imposizioni o sanzioni.

L’introduzione della Global Minimum Tax rappresenta una vera e propria rivoluzione nella fiscalità internazionale e rafforza il ruolo dell’Italia nel rispetto degli impegni presi in sede europea e OCSE.

Riforma Fiscale 2025: Novità - Commercialista.it

Successioni, donazioni e imposta di registro

Un’altra importante area di intervento del decreto correttivo riguarda le imposte indirette, in particolare le norme relative a successioni, donazioni e imposta di registro. Il legislatore ha rivisto i criteri per la determinazione della base imponibile delle rendite e delle pensioni, apportando modifiche di tipo tecnico, ma con effetti pratici rilevanti per contribuenti e professionisti.

Nel dettaglio, viene introdotto un adeguamento al tasso legale vigente per il calcolo del valore attuale delle rendite e delle pensioni, sia in ambito successorio che in quello delle donazioni. Questo aggiornamento si rende necessario per allineare il sistema italiano ai principi di equità e coerenza fiscale, garantendo che il valore imponibile corrisponda in modo realistico alla capacità contributiva del soggetto.

Si tratta di una modifica che avrà impatti significativi soprattutto nei casi di trasferimenti patrimoniali complessi, come quelli che coinvolgono trust, usufrutti vitalizi o reversibilità. In tali situazioni, una valutazione errata della base imponibile può comportare accertamenti e sanzioni, oltre a contenziosi con l’Agenzia delle Entrate.

Questo intervento si inserisce in un disegno più ampio di semplificazione e aggiornamento tecnico, volto a ridurre le incertezze interpretative per cittadini e operatori, e a favorire una maggiore prevedibilità del carico fiscale in fase di successione o donazione.

Statuto del Contribuente

Uno degli aspetti più significativi della riforma fiscale 2025 è il rafforzamento dello Statuto del Contribuente, che rappresenta la “carta dei diritti” del cittadino nel rapporto con l’Amministrazione finanziaria. Le modifiche introdotte dal decreto correttivo mirano a rendere più equo e trasparente il procedimento tributario, potenziando gli strumenti di autotutela e chiarendo le tempistiche a favore del contribuente.

La novità più rilevante è l’estensione dell’autotutela obbligatoria anche agli atti sanzionatori, e non più soltanto agli atti impositivi. Questo significa che l’Agenzia delle Entrate dovrà annullare d’ufficio gli atti palesemente illegittimi o infondati, senza necessità di ricorso da parte del contribuente, una misura che potrà ridurre notevolmente i contenziosi e favorire soluzioni più rapide e giuste.

Inoltre, viene stabilito un termine minimo di 60 giorni per consentire al contribuente di presentare controdeduzioni in caso di ricezione di uno schema di atto impositivo. Un passo avanti fondamentale in tema di garanzie procedurali, che concede più tempo per difendersi e raccogliere documentazione utile.

Infine, viene riformulata la disciplina dell’interpello probatorio, semplificando l’accesso a pareri preventivi da parte dell’Agenzia delle Entrate e istituendo un servizio di consultazione semplificata, la cui attuazione è demandata a un prossimo decreto MEF. Questo strumento sarà particolarmente utile per le imprese che vogliono evitare errori interpretativi e pianificare con certezza il proprio comportamento fiscale.

Riscossione e sanzioni

Il decreto correttivo 2025 interviene anche sul fronte della riscossione e del sistema sanzionatorio, introducendo modifiche operative e strumenti premiali per favorire l’adempimento spontaneo. In particolare, viene aggiornata la disciplina relativa alla nomina e autorizzazione degli ufficiali della riscossione, prevedendo nuove modalità di designazione, che dovranno passare per l’autorizzazione del Prefetto, con l’obiettivo di aumentare il controllo e la trasparenza nell’esecuzione coattiva dei tributi.

Un’altra importante novità è rappresentata dall’introduzione di un’ipotesi specifica di ravvedimento speciale, dedicata ai ritardi nel versamento delle ritenute sui redditi di capitale. Questo meccanismo consente di regolarizzare l’irregolarità beneficiando di sanzioni ridotte, a condizione che il pagamento sia effettuato entro termini prestabiliti. È una misura che punta a favorire la compliance fiscale, riducendo il ricorso a sanzioni automatiche e incentivando l’autocorrezione.

Sono previste inoltre variazioni puntuali ai testi unici in materia di giustizia tributaria e tributi minori, mirate a migliorare la coerenza normativa e a semplificare alcuni procedimenti contenziosi. In tema di accise, è stato rivisto l’allegato del Testo Unico Accise (TUA) relativo al gas naturale, con un riordino delle aliquote per usi civili e industriali, in un’ottica di maggiore chiarezza e razionalizzazione del carico fiscale.

Questi interventi, sebbene tecnici, hanno un impatto pratico diretto sulla quotidianità di aziende, intermediari fiscali e contribuenti, e rientrano nell’obiettivo complessivo di rendere il sistema più equo, prevedibile e meno vessatorio.

Riforma Fiscale 2025: Novità - Commercialista.it

Entrata in vigore e decorrenza

Le nuove misure contenute nel decreto correttivo della riforma fiscale 2025 entreranno in vigore dopo la pubblicazione del testo definitivo in Gazzetta Ufficiale, attesa per la seconda metà del 2025. Tuttavia, è importante sottolineare che non tutte le disposizioni avranno efficacia immediata: molte avranno una decorrenza differita, in particolare per garantire agli operatori il tempo necessario per adeguarsi.

Le modifiche in materia di IRPEF e IRES, ad esempio, si applicheranno a partire dai periodi d’imposta successivi al 31 dicembre 2024, ossia per la dichiarazione dei redditi 2025 in avanti. Questo offre a professionisti, imprese e contribuenti il tempo di pianificare e aggiornare le proprie strategie fiscali, anche con il supporto di consulenti specializzati.

Le novità sulle correzioni contabili avranno efficacia a partire dai bilanci 2025, mentre le disposizioni su autotutela, interpello semplificato e termini per le controdeduzioni diventeranno operative immediatamente dopo la pubblicazione del decreto, in quanto rientrano nei principi generali dello Statuto del Contribuente.

Per quanto riguarda invece fiscalità internazionale, ravvedimento speciale e riforma delle accise, il testo prevede decreti attuativi o circolari esplicative che ne specificheranno ulteriormente modalità e scadenze. È quindi fondamentale monitorare costantemente l’attività normativa e interpretativa dell’Agenzia delle Entrate e del MEF per comprendere appieno l’impatto delle nuove regole.

La riforma rappresenta una sfida per il sistema fiscale italiano, ma anche una grande opportunità per chi vuole operare con trasparenza, legalità e risparmio fiscale pianificato.

Conclusioni

La riforma fiscale 2025 segna un’evoluzione profonda e strutturale nel sistema tributario italiano, con impatti diretti su cittadini, professionisti e imprese. Le modifiche a IRPEF e IRES introducono criteri più chiari e coerenti, la nuova impostazione dell’autotutela rafforza i diritti del contribuente, mentre le misure su fiscalità internazionale, successioni e riscossione dimostrano un impegno verso una fiscalità più moderna, giusta e trasparente.

Per affrontare al meglio questa trasformazione, è essenziale anticipare i cambiamenti. Professionisti e imprenditori dovrebbero avviare fin da subito un’analisi preventiva degli impatti delle nuove norme sulla propria posizione fiscale.

Questo significa, ad esempio:

  • valutare la nuova deducibilità dei costi e la coerenza tra contabilità e fiscalità, soprattutto per le microimprese;

  • monitorare i criteri per l’autotutela, per cogliere eventuali occasioni di annullamento degli atti;

  • aggiornare i software e i sistemi contabili in vista delle nuove regole IRPEF/IRES;

  • prepararsi alla gestione delle successioni e donazioni con i nuovi criteri di calcolo;

  • rivedere le strategie fiscali internazionali per adeguarsi alla Global Minimum Tax.

Il consiglio è di affidarsi a uno studio professionale esperto, capace di affiancare contribuenti e aziende in questo percorso di transizione, valorizzando ogni opportunità di risparmio fiscale legale e minimizzando i rischi di contenzioso.

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