Il Credito d’Imposta ZES per il Mezzogiorno torna al centro dell’attenzione con una scadenza importante: dal 18 novembre fino al 2 dicembre 2025, le imprese che hanno presentato domanda per usufruire dell’incentivo possono inviare la comunicazione integrativa richiesta dall’Agenzia delle Entrate. Si tratta di un adempimento cruciale, volto a correggere o aggiornare dati già trasmessi, ed è necessario per non perdere il beneficio fiscale. Questo credito, riservato alle aziende che investono nelle regioni del Sud Italia comprese nella ex Zona Economica Speciale (ZES), rappresenta un vantaggio competitivo concreto, ma richiede precisione e attenzione nella fase amministrativa.
Sommario
In questo articolo spiegheremo chi può beneficiarne, come funziona la procedura di integrazione, quali sono gli errori da evitare e i benefici fiscali ottenibili. Inoltre, analizzeremo le norme di riferimento, compreso il Decreto-legge 124/2023, e forniremo indicazioni pratiche su come gestire correttamente l’adempimento con un occhio sempre attento al risparmio fiscale legale.
Chi deve inviarla e come funziona
Tutte le imprese che hanno trasmesso la comunicazione originaria per il Credito d’Imposta ZES Unica 2025 devono completare l’iter inviando, entro il 2 dicembre 2025, la comunicazione integrativa all’Agenzia delle Entrate. Questo adempimento è fondamentale perché attesta gli investimenti effettivamente realizzati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025, in una delle aree ammesse: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e Abruzzo.
Per effettuare l’invio, è obbligatorio utilizzare il modello approvato con Provvedimento n. 25972 del 31 gennaio 2025, disponibile sul sito dell’Agenzia, insieme al software dedicato “ZESUNICAINTEGRATIVA2025”, scaricabile gratuitamente. La trasmissione deve avvenire esclusivamente per via telematica, direttamente da parte dell’impresa beneficiaria o tramite un intermediario abilitato (ai sensi dell’art. 3, commi 2-bis e 3 del DPR 322/1998).
Attenzione: anche se la comunicazione viene scartata nei quattro giorni precedenti la scadenza, sarà considerata valida se correttamente ritrasmessa entro cinque giorni solari dal termine. Durante la finestra (18 novembre – 2 dicembre), è anche possibile sostituire o annullare comunicazioni già inviate, ma l’annullamento comporta la decadenza dall’agevolazione. Inoltre, fuori termine non saranno accolte nuove comunicazioni, salvo rettifiche del quadro C nei casi soggetti a controllo antimafia.
Credito ZES Unica
Il Credito d’Imposta ZES Unica 2025, introdotto dal Decreto-legge n. 124/2023, rappresenta una delle misure più significative per incentivare gli investimenti produttivi nelle regioni del Sud Italia e dell’Abruzzo. L’obiettivo del legislatore è quello di sostenere lo sviluppo economico del Mezzogiorno attraverso un’agevolazione fiscale concreta, riservata a chi acquista beni strumentali nuovi, destinati a strutture produttive ubicate nei territori rientranti nella ex Zona Economica Speciale (ZES).
Per accedere al beneficio, gli investimenti devono rispettare due condizioni principali:
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Essere effettivamente realizzati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025;
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Rientrare in una soglia economica compresa tra 200.000 euro e 100 milioni di euro per ciascun progetto d’investimento.
Sono ammissibili al credito beni materiali nuovi, come macchinari, impianti, attrezzature, e immobili strumentali all’attività d’impresa. È fondamentale che tali beni siano direttamente collegati all’attività produttiva svolta nell’area ZES e che vengano acquisiti o realizzati nel periodo previsto dalla normativa.
Dopo la fase di comunicazione integrativa, l’Agenzia delle Entrate, con un successivo provvedimento del Direttore, determinerà la percentuale effettiva del credito d’imposta riconosciuto a ciascun beneficiario. Questa percentuale sarà calcolata in base all’ammontare complessivo delle richieste ricevute rispetto al limite di spesa massimo stanziato, pari a 2,2 miliardi di euro.
L’accesso al credito, quindi, non è automatico: sarà riconosciuto in proporzione alle richieste, con possibili tagli in caso di sovra-istanza rispetto ai fondi disponibili.
Vantaggi fiscali
Il principale vantaggio del Credito d’Imposta ZES Mezzogiorno è rappresentato dalla possibilità di compensare direttamente il credito maturato con altri debiti tributari e contributivi, utilizzando il modello F24, senza necessità di attendere rimborsi o ulteriori autorizzazioni. Il credito può essere utilizzato in compensazione orizzontale, come previsto dall’articolo 17 del D.Lgs. 241/1997, e diventa utilizzabile a partire dal quinto giorno lavorativo successivo alla pubblicazione del provvedimento che comunica la percentuale di fruizione spettante.
Per le imprese, questo si traduce in un concreto risparmio fiscale, che può incidere direttamente sulla liquidità aziendale, alleggerendo il carico fiscale corrente. È un incentivo particolarmente utile in un contesto economico incerto, come quello che caratterizza ancora alcune zone del Mezzogiorno, e può aiutare a finanziare investimenti produttivi e ammodernamenti tecnologici senza dover ricorrere (o ricorrendo in misura minore) al credito bancario.
Importante sottolineare che il credito:
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Non concorre alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile IRAP (ai sensi dell’art. 1, comma 106, L. 208/2015);
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Non è soggetto a tassazione;
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Non incide sui parametri per l’accesso ad altri regimi agevolati, se correttamente indicato in dichiarazione.
Tuttavia, è fondamentale rispettare tutte le condizioni previste per non incorrere in revoche o recuperi da parte dell’Agenzia delle Entrate. Tra queste: il mantenimento degli investimenti, la corretta destinazione dei beni e il rispetto delle soglie minime e massime previste.

Guida pratica
Per sfruttare al meglio il Credito d’Imposta ZES Unica 2025, le imprese devono muoversi con precisione e tempestività. La comunicazione integrativa, da inviare entro il 2 dicembre 2025, è l’ultimo passaggio per ottenere l’agevolazione, ma anche il più delicato, perché qualunque errore potrebbe comportare la perdita definitiva del beneficio. Ecco i passaggi da seguire:
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Verifica degli investimenti: occorre accertarsi che i beni acquistati o realizzati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025 rientrino tra quelli ammissibili e siano stati effettivamente localizzati in una struttura produttiva situata in una delle regioni ZES.
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Compilazione del modello ufficiale: bisogna utilizzare esclusivamente il modulo approvato con il provvedimento n. 25972 del 31 gennaio 2025, disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, da compilare con attenzione, senza incongruenze rispetto alla comunicazione originaria.
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Trasmissione telematica: l’invio va effettuato tramite il software “ZESUNICAINTEGRATIVA2025”, entro il termine del 2 dicembre. Si può inviare direttamente o tramite un intermediario abilitato (commercialista o CAF), come previsto dal DPR 322/1998.
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Eventuali correzioni: se ci si accorge di errori dopo l’invio, è possibile trasmettere una nuova comunicazione integrativa che sostituisce la precedente, purché entro il termine. In alternativa, si può anche procedere all’annullamento, che però fa decadere l’intera richiesta.
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Conservazione della documentazione: è fondamentale archiviare contratti, fatture, pagamenti, perizie e ogni altro documento utile a dimostrare la veridicità dell’investimento in caso di controlli fiscali o antimafia.
Solo con una corretta gestione amministrativa e una documentazione solida sarà possibile evitare recuperi d’imposta, sanzioni o, nei casi più gravi, la decadenza totale dal credito.
Strategie fiscali
Il Credito d’Imposta ZES Unica non deve essere considerato solo come un bonus isolato, ma come uno strumento centrale di pianificazione fiscale per tutte le imprese che operano o intendono operare nel Sud Italia. Una corretta gestione dell’agevolazione permette non solo di ridurre la pressione fiscale nel breve termine, ma anche di programmare investimenti produttivi in modo efficiente, sfruttando al massimo le potenzialità dell’incentivo.
Ecco alcune strategie fiscali da considerare:
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Programmazione degli F24: dal momento in cui il credito diventa utilizzabile, è utile pianificare la compensazione con imposte, contributi previdenziali, IVA o ritenute, in modo da ridurre subito il carico fiscale. Importante è monitorare i flussi di cassa e coordinare il credito con altre agevolazioni (es. credito beni 4.0, Sabatini, ecc.) per evitare sovrapposizioni non ammesse.
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Ottimizzazione del periodo d’investimento: è consigliabile concentrare gli investimenti nel periodo utile (1° gennaio – 15 novembre), in modo da sfruttare per intero la finestra agevolata e includere il massimo importo possibile nella comunicazione integrativa.
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Documentazione tecnica e peritale: laddove vi siano dubbi sull’ammissibilità dei beni (es. immobili strumentali), è opportuno avvalersi di una perizia tecnica asseverata, utile in caso di controlli futuri e fondamentale per evitare contestazioni.
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Integrazione con la gestione del bilancio: il credito può migliorare gli indici di redditività aziendale e aumentare la capacità di autofinanziamento. Questo può essere utile anche in sede di rapporti con banche e investitori, che guardano positivamente a un’impresa che beneficia di incentivi pubblici ben gestiti.
Sfruttare il Credito ZES in modo strategico significa trasformare un incentivo fiscale in un vantaggio competitivo, rafforzando la presenza nel territorio e migliorando la struttura finanziaria dell’azienda.

Controlli e rischi
Il Credito d’Imposta ZES rappresenta un’opportunità concreta per le imprese, ma come ogni agevolazione fiscale, è soggetto a rigidi controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate e, in alcuni casi, anche delle Prefetture, soprattutto per quanto riguarda la documentazione antimafia. Errori, omissioni o comportamenti negligenti nella compilazione o nella trasmissione delle comunicazioni possono comportare la decadenza dal beneficio o addirittura il recupero delle somme già compensate, con interessi e sanzioni.
Vediamo gli errori più frequenti da evitare:
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Dati incoerenti tra comunicazione originaria e integrativa: qualsiasi difformità tra quanto dichiarato inizialmente e quanto comunicato nella fase integrativa (es. importi, tipologia di investimento, localizzazione) può far scattare il blocco del credito.
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Investimenti fuori ambito temporale o territoriale: il credito è valido solo per beni acquistati o realizzati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025, e solo se destinati a strutture produttive site in regioni ammesse. Investimenti fuori da questi limiti non sono agevolabili, anche se per errore inclusi nella comunicazione.
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Utilizzo del credito prima del via libera dell’Agenzia: la compensazione è consentita solo dopo il provvedimento che stabilisce la percentuale spettante. Qualsiasi utilizzo anticipato è considerato indebita compensazione, con tutte le conseguenze sanzionatorie del caso.
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Documentazione carente: in caso di controlli, la mancanza di contratti, fatture, prove di pagamento o documentazione tecnica può compromettere la validità dell’investimento. In presenza di controlli antimafia, inoltre, è necessario fornire anche tracciabilità degli assetti societari.
Ricordiamo che la normativa (art. 1, comma 486 della L. 311/2004, come modificata dal DL 124/2023) prevede la decadenza automatica dal credito in caso di comunicazione integrativa non inviata nei termini o annullata. L’attenzione ai dettagli è quindi fondamentale per evitare spiacevoli sorprese fiscali.
Cosa aspettarsi nel 2026
Sebbene il Credito d’Imposta ZES Unica 2025 sia una misura a termine, sono già in corso riflessioni, sia a livello ministeriale che europeo, su un possibile prolungamento o rifinanziamento dell’incentivo per il 2026 e oltre. Le ZES – Zone Economiche Speciali – rappresentano un modello ormai consolidato a livello internazionale per incentivare lo sviluppo di aree economicamente svantaggiate attraverso agevolazioni fiscali, semplificazioni burocratiche e incentivi agli investimenti. In Italia, il loro successo è strettamente legato alla capacità di attrarre capitali e imprese nel Mezzogiorno, stimolando occupazione, innovazione e crescita locale.
Con il Decreto-legge 124/2023 e la creazione della ZES Unica per il Mezzogiorno, il Governo ha centralizzato e uniformato il sistema delle agevolazioni, ma si guarda già oltre. Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prevede infatti ulteriori interventi per la coesione territoriale e lo sviluppo sostenibile delle regioni del Sud, e alcune misure potrebbero essere integrate con le ZES green, cioè aree produttive incentivate con vincoli ambientali e orientate alla transizione ecologica.
Le imprese devono quindi prepararsi non solo a cogliere le opportunità attuali, ma anche a pianificare gli investimenti futuri in funzione delle nuove politiche di sviluppo. In quest’ottica, il credito ZES non è solo una misura spot, ma parte di una strategia più ampia di rilancio industriale del Sud Italia, dove gli incentivi fiscali sono il punto di partenza per costruire una competitività strutturale nel medio-lungo periodo.
Un prolungamento del credito per il 2026 è possibile, ma dipenderà dai risultati ottenuti e dalla capacità delle imprese di utilizzare correttamente le risorse assegnate.
Conclusioni
Il Credito d’Imposta ZES Unica 2025 è una misura concreta, potente e strategica per tutte le imprese che investono nel Mezzogiorno e in Abruzzo. Non si tratta solo di un incentivo fiscale, ma di uno strumento in grado di sostenere lo sviluppo economico reale, migliorare la competitività e alleggerire il peso fiscale con modalità dirette e trasparenti. Tuttavia, per beneficiarne in pieno, è fondamentale non commettere errori e rispettare rigorosamente la procedura, a partire dall’invio della comunicazione integrativa entro il 2 dicembre 2025.
Le imprese devono essere pronte, organizzate e ben assistite da professionisti esperti per:
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raccogliere e documentare correttamente gli investimenti effettuati;
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trasmettere puntualmente la comunicazione usando i canali ufficiali;
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pianificare l’utilizzo del credito all’interno della propria gestione fiscale.
In un contesto economico ancora incerto, sfruttare ogni agevolazione disponibile in modo legale e strategico è non solo un’opportunità, ma una necessità per restare competitivi. Il credito ZES rappresenta una leva importante per investire, crescere e risparmiare, contribuendo allo stesso tempo allo sviluppo dei territori del Sud.
Il consiglio è uno solo: non aspettare l’ultimo giorno. Pianifica oggi, verifica gli investimenti, raccogli la documentazione e affidati a un professionista per assicurarti di non perdere una delle misure più vantaggiose del 2025.

