Il Disegno di Legge approvato il 4 agosto 2025 rappresenta il primo atto normativo formale per includere le Regioni Marche e Umbria all’interno della ZES Unica per il Mezzogiorno, come previsto dall’articolo 9 e seguenti del Decreto-Legge 124/2023, convertito in Legge n. 162/2023. Si tratta di una scelta strategica giustificata dal fatto che entrambe le regioni sono state qualificate come “regioni in transizione” secondo quanto stabilito dal Regolamento (UE) n. 2021/1060, che disciplina i fondi della politica di coesione europea per il periodo 2021-2027.
Sommario
La ratio di tale inclusione è duplice: da un lato, si mira a superare l’iniquità generata dall’esclusione di questi territori dalle precedenti ZES, e dall’altro, si punta a rilanciare economicamente aree interne e collinari che mostrano segnali di fragilità strutturale, spopolamento e crisi industriale.
La Relazione Illustrativa del disegno di legge sottolinea che l’intervento normativo punta a semplificare i procedimenti autorizzativi, attrarre investimenti e offrire strumenti efficaci di politica industriale. In particolare, la mancata inclusione in passato aveva determinato una situazione di dumping fiscale a sfavore delle imprese di Marche e Umbria, penalizzate rispetto a quelle localizzate in altre regioni del Centro-Sud già beneficiarie di regimi fiscali agevolati.
Con questa riforma, si prova dunque a sanare una distorsione concorrenziale e a garantire parità di accesso agli strumenti di sviluppo economico, fiscale e amministrativo.
Agevolazioni fiscali
Con l’estensione della ZES Unica alle regioni Marche e Umbria, le imprese localizzate o che intendano insediarsi in questi territori potranno finalmente accedere a strumenti di incentivazione e semplificazione già previsti per le aree del Mezzogiorno. Il Disegno di Legge in esame prevede un duplice canale di agevolazioni: da un lato la semplificazione burocratica, dall’altro benefici fiscali tangibili.
Tra le semplificazioni amministrative, spicca l’introduzione dell’Autorizzazione Unica (art. 14, comma 1, D.L. 124/2023), che sostituisce tutti i titoli abilitativi normalmente richiesti per attività economiche, industriali, produttive e logistiche. Questo strumento consente di velocizzare le pratiche per avviare, modificare o ampliare un’impresa, tagliando drasticamente i tempi della burocrazia. Un fattore chiave, considerato che l’eccessiva lentezza delle autorizzazioni rappresenta spesso uno dei principali deterrenti per gli investitori.
Sul piano fiscale, le imprese potranno accedere a un credito d’imposta per nuovi investimenti, come stabilito dagli articoli 16 e 16-bis del D.L. 124/2023. Il beneficio si applica a tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla forma giuridica, purché gli investimenti siano destinati a strutture produttive nelle aree ammesse e rientrino nei limiti della Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.
Questa misura rappresenta un’opportunità concreta di risparmio fiscale legale, incentivando lo sviluppo industriale e la riqualificazione economica delle aree meno competitive, in un’ottica di riequilibrio territoriale.
Integrazioni normative
Il Disegno di Legge attualmente in discussione è composto (in forma provvisoria) da quattro articoli, ma contiene elementi normativi di rilevanza strategica, soprattutto per quanto riguarda il coordinamento istituzionale e l’adeguamento degli strumenti operativi della ZES Unica. Con l’estensione della ZES anche a Marche e Umbria, diventa infatti necessario modificare l’impianto di governance previsto dal Decreto-Legge 124/2023.
Uno dei primi adeguamenti riguarda la Cabina di Regia ZES (art. 10 del D.L. 124/2023), alla quale dovranno essere integrati i Presidenti delle Regioni Marche e Umbria. Si tratta di un passaggio fondamentale per assicurare una rappresentanza politica e territoriale equilibrata nelle decisioni strategiche di pianificazione e gestione degli interventi.
Inoltre, il provvedimento prevede l’estensione delle competenze della Struttura di Missione ZES e degli strumenti digitali già attivi, tra cui il Portale web della ZES Unica e lo Sportello Unico Digitale ZES (S.U.D. ZES). Questi strumenti, cruciali per il supporto alle imprese, dovranno ora includere anche i territori di Marche e Umbria nelle loro funzionalità operative.
Un ulteriore punto riguarda il coordinamento con la disciplina delle Zone Logistiche Semplificate (ZLS), già presenti in alcune regioni del Centro-Nord. Questo passaggio è essenziale per evitare sovrapposizioni normative e creare un ecosistema coerente di agevolazioni e servizi.
Infine, sarà aggiornato anche il Piano Strategico della ZES Unica, con l’individuazione di settori prioritari per lo sviluppo e la riconversione industriale, anche in chiave green e sostenibile, rafforzando così il legame tra sviluppo economico e transizione energetica.

Settori strategici e transizione energetica
Con l’aggiornamento del Piano Strategico della ZES Unica, previsto nel disegno di legge, le Regioni Marche e Umbria avranno l’opportunità di indirizzare risorse e agevolazioni verso quei settori produttivi considerati prioritari per il rilancio economico e occupazionale. Questo passaggio è cruciale per garantire che l’estensione della ZES non sia solo una misura formale, ma diventi uno strumento concreto di politica industriale.
Tra i comparti che potranno beneficiare maggiormente delle misure agevolative vi sono:
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il manifatturiero avanzato, con particolare attenzione alla meccanica di precisione, settore fortemente radicato in entrambe le regioni;
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l’agroalimentare di qualità, spesso frenato da limiti infrastrutturali ma con grandi potenzialità di export;
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la logistica integrata, che potrà svilupparsi grazie alla semplificazione autorizzativa e alla creazione di corridoi economici e doganali facilitati;
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i settori legati alla transizione energetica, come le imprese che investono in energie rinnovabili, riconversione industriale sostenibile e tecnologie green.
Questi settori potranno accedere a crediti d’imposta maggiorati, iter semplificati per l’ottenimento di autorizzazioni ambientali e urbanistiche, nonché a supporti mirati attraverso gli strumenti digitali messi a disposizione dallo Sportello Unico.
Inoltre, si prevede il coinvolgimento diretto delle università e dei centri di ricerca regionali, al fine di costruire sinergie tra innovazione, formazione e industria. La ZES, quindi, non si limiterà a incentivare investimenti “passivi”, ma potrà diventare un laboratorio attivo di sviluppo economico e trasformazione ecologica.
ZES nelle Marche e Umbria
Nonostante il forte potenziale della ZES estesa a Marche e Umbria, l’efficacia della misura dipenderà dalla capacità di superare alcune criticità attuative che storicamente hanno limitato l’impatto di politiche simili in altre regioni. Il rischio è che, in assenza di un reale cambio di passo, le agevolazioni rimangano sulla carta o finiscano per favorire solo poche realtà già consolidate, senza incidere realmente sul tessuto produttivo più fragile.
Una prima sfida riguarda la tempistica di attivazione delle misure. La burocrazia italiana ha spesso rallentato l’implementazione degli strumenti operativi previsti, come il funzionamento dello Sportello Unico Digitale o la definizione chiara delle aree ammissibili. Anche la necessità di coordinamento con le Zone Logistiche Semplificate (ZLS), già presenti in alcune aree limitrofe, può generare sovrapposizioni e ambiguità.
In secondo luogo, sarà fondamentale garantire un accesso equo e trasparente alle agevolazioni. Le micro e piccole imprese, che costituiscono la maggioranza nel tessuto produttivo umbro e marchigiano, rischiano di essere escluse o di incontrare ostacoli nell’interpretazione e nell’accesso alle misure. Servirà quindi una forte attività di accompagnamento tecnico e informativo, idealmente tramite le Camere di Commercio e i professionisti del territorio.
Infine, c’è la questione delle infrastrutture materiali e digitali: senza un potenziamento reale della logistica, della connettività e dei trasporti, gli investimenti rischiano di non essere attrattivi, vanificando gli sforzi normativi. La ZES potrà funzionare solo se inserita in un contesto di sviluppo coerente e moderno.
Cumulo con altri incentivi
L’estensione della ZES Unica alle Regioni Marche e Umbria rappresenta un’occasione preziosa per le imprese già insediate nei territori, ma anche per nuovi operatori che intendono delocalizzare o avviare attività produttive nell’Italia centrale. Uno degli aspetti più interessanti è che i benefici della ZES possono essere cumulati con altre misure di incentivo nazionale e regionale, aumentando in modo significativo il vantaggio economico per chi investe.
Ad esempio, il credito d’imposta ZES è compatibile, nei limiti previsti dalla normativa sugli aiuti di Stato, con:
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Fondo di Garanzia per le PMI
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Nuova Sabatini
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Contratti di sviluppo Invitalia
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Credito d’imposta 4.0 per beni strumentali
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Incentivi per l’autoproduzione energetica e la sostenibilità ambientale
Ciò significa che un’impresa che investe in un impianto produttivo green, o in macchinari tecnologicamente avanzati, può ottenere un’agevolazione multilivello, abbattendo i costi fino a percentuali molto elevate. In alcuni casi, l’effetto combinato può coprire oltre il 70% dell’investimento iniziale, rendendo l’intervento praticamente autofinanziato.
Inoltre, le semplificazioni amministrative offerte dalla ZES – come l’autorizzazione unica – riducono drasticamente i tempi di avvio attività, permettendo alle imprese di essere operative in tempi rapidi, con un risparmio di tempo e costi burocratici significativo.
Infine, la presenza di una cabina di regia aggiornata e strumenti digitali dedicati potrà garantire un supporto costante, aiutando le imprese ad accedere alle misure in modo più semplice, evitando errori procedurali o ritardi.

Vantaggi
L’estensione della ZES Unica alle Marche e all’Umbria non rappresenta solo un intervento fiscale o normativo, ma si configura come un vero strumento di rigenerazione economica e sociale. I vantaggi non sono limitati alle imprese, ma si estendono all’intera collettività, grazie al potenziale effetto leva sull’occupazione, sull’innovazione e sul rilancio delle aree interne e periferiche.
Uno dei benefici più immediati riguarda l’aumento della domanda di lavoro. Gli incentivi fiscali e le semplificazioni procedurali, se ben gestiti, possono generare una nuova ondata di investimenti nei settori industriali, manifatturieri, logistici ed energetici. Questi, a loro volta, richiedono manodopera qualificata, competenze specialistiche e servizi connessi, innescando un circolo virtuoso di crescita occupazionale.
Inoltre, il rafforzamento della ZES in chiave “verde” potrà attrarre investimenti sostenibili, contribuendo alla transizione ecologica e all’adeguamento delle imprese locali ai criteri ESG (Environmental, Social and Governance). Ciò comporta anche un miglioramento della qualità del lavoro e una maggiore attenzione alle condizioni ambientali e sociali.
Altro elemento positivo è il contrasto allo spopolamento delle aree interne, uno dei problemi storici sia per l’Umbria che per le zone montane e collinari delle Marche. Incentivando la permanenza o il rientro di giovani e professionisti nei territori d’origine, la ZES può contribuire a rafforzare il tessuto sociale e culturale, riducendo le disuguaglianze territoriali.
In sintesi, la ZES non è solo un’opportunità per “fare impresa”, ma uno strumento di politica economica territoriale, con ricadute sistemiche a lungo termine.
Conclusione
L’estensione della ZES Unica alle Regioni Marche e Umbria rappresenta un passaggio storico per l’intero sistema economico italiano. Dopo anni di squilibri territoriali e disparità di trattamento, queste due regioni – classificate come “in transizione” secondo la normativa europea – possono finalmente accedere a un pacchetto di agevolazioni fiscali, incentivi agli investimenti e semplificazioni procedurali che finora erano state riservate alle aree meridionali.
Le imprese avranno la possibilità di ridurre in modo legale e significativo il carico fiscale, accelerare l’iter autorizzativo e beneficiare di strumenti concreti per la crescita e la competitività. Al tempo stesso, le istituzioni locali potranno rafforzare il dialogo con lo Stato centrale e definire, tramite il Piano Strategico aggiornato, politiche industriali mirate ai settori chiave del territorio.
Sebbene non manchino criticità da affrontare il quadro normativo introdotto nel 2025 apre a nuove prospettive di sviluppo sostenibile, attrazione di capitali e creazione di occupazione. Le Marche e l’Umbria, territori ricchi di competenze, storia industriale e capitale umano, possono finalmente giocare una partita alla pari nel contesto competitivo italiano ed europeo.
Il successo della misura, però, dipenderà dalla capacità di fare rete tra imprese, istituzioni, professionisti e mondo accademico. Una sfida che può trasformarsi in una concreta occasione di rinascita economica per il cuore dell’Italia.

