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giovedì 30 Ottobre 2025

Tasse Partite IVA 2025: chi paga con maggiorazione e nuove scadenze fiscali di luglio e agosto

L’estate 2025 porta con sé importanti novità per milioni di contribuenti italiani con Partita IVA. Il Decreto Legge n. 84/2025, noto come Decreto Fiscale, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 138 del 17 giugno 2025, ha infatti stabilito una proroga dei termini per i versamenti fiscali relativi alle imposte sui redditi. Una misura che riguarda in particolare i soggetti che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA), ma che coinvolge anche i contribuenti in regime forfettario e semplificato.

Il decreto prevede che i versamenti in scadenza ordinaria il 30 giugno vengano posticipati al 21 luglio 2025, senza applicazione di sanzioni. Chi decide invece di effettuare i pagamenti entro il 20 agosto 2025 potrà farlo con una maggiorazione dello 0,40%. Attenzione però: non tutti i titolari di Partita IVA possono usufruire di questa proroga, ed è fondamentale comprendere chi rientra tra i beneficiari e chi, invece, dovrà rispettare le scadenze ordinarie.

In questo articolo analizzeremo chi deve pagare e con quali maggiorazioni, quali sono i soggetti esclusi dalla proroga, le scadenze ufficiali del calendario fiscale di luglio e agosto, e forniremo indicazioni pratiche per evitare errori o sanzioni. Un approfondimento utile per risparmiare legalmente sulle tasse e rispettare correttamente le scadenze previste dalla normativa.

Soggetti coinvolti

Il Decreto Legge n. 84/2025 ha introdotto una proroga delle scadenze fiscali per le Partite IVA, ma non in modo uniforme per tutti.

Il provvedimento ha infatti stabilito che i versamenti derivanti dalle dichiarazioni dei redditi, IRAP e IVA, inizialmente previsti per il 30 giugno 2025, possono essere effettuati:

  • entro il 21 luglio 2025, senza applicazione di interessi o sanzioni;

  • oppure dal 22 luglio al 20 agosto 2025, con applicazione di una maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse.

Questa misura interessa principalmente i soggetti che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA), ovvero strumenti di compliance introdotti per valutare l’affidabilità del contribuente in base a determinati parametri economico-contabili.

La proroga si applica a coloro che:

  • dichiarano ricavi o compensi entro il limite di 5.164.569 euro, previsto per ciascun ISA;

  • operano nel regime forfettario o nel regime dei minimi (di vantaggio);

  • sono esclusi dagli ISA per cause oggettive (es. inizio attività, cessazione, determinazione forfettaria del reddito, ecc.);

  • partecipano a società di persone, associazioni professionali o imprese trasparenti che rientrano nei parametri ISA.

La proroga interessa anche chi ha aderito al concordato preventivo biennale, incluso il versamento dell’imposta sostitutiva sul maggior reddito concordato. In aggiunta, la norma copre anche i contributi INPS dovuti da artigiani, commercianti e professionisti iscritti alle gestioni separate, per il saldo 2024 e il primo acconto 2025.

Resta invece escluso dalla proroga chi esercita attività agricole ed è titolare solo di redditi agrari.

Calendario fiscale 

Il Decreto Fiscale 2025 ha ridisegnato in modo significativo il calendario dei versamenti estivi per le Partite IVA. Il termine iniziale per il versamento delle imposte – fissato al 30 giugno 2025 – è stato spostato in avanti, tenendo conto delle richieste arrivate dalle categorie professionali e dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti.

Il nuovo calendario prevede due date chiave:

  • Lunedì 21 luglio 2025: termine ultimo per effettuare i versamenti senza alcuna maggiorazione. La scadenza è slittata dal 20 al 21 luglio poiché il 20 cade di domenica;

  • Venerdì 22 agosto 2025: termine finale entro cui si potrà ancora pagare con una maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse. Inizialmente previsto per il 20 agosto, anche questo termine è stato prorogato di due giorni poiché il 20 agosto cade di mercoledì, in una settimana “a cavallo” del Ferragosto, per semplificare gli adempimenti.

I versamenti interessati includono:

  • il saldo 2024 delle imposte sui redditi, IRAP e IVA;

  • il primo acconto 2025 per le medesime imposte;

  • eventuali imposte sostitutive (ad esempio per forfettari o chi ha aderito al concordato);

  • contributi previdenziali INPS dovuti da artigiani, commercianti e professionisti iscritti alle gestioni speciali o alla Gestione separata.

È importante precisare che, dal 22 luglio in poi, il contribuente che decide di posticipare il pagamento dovrà aggiungere lo 0,4% alla cifra dovuta, a titolo di interesse legale, come previsto dalle norme ordinarie per il differimento dei versamenti.

Tasse Partite IVA 2025 - Commercialista.it

Categorie escluse dalla proroga

Sebbene il Decreto Fiscale 2025 rappresenti una boccata d’ossigeno per molti titolari di Partita IVA, è fondamentale comprendere che non tutti i contribuenti possono beneficiare della proroga dei versamenti. Il differimento al 21 luglio (senza maggiorazione) o al 22 agosto (con maggiorazione dello 0,4%) è riservato esclusivamente a determinate categorie, come indicato all’articolo 13 del DL 84/2025.

Sono esclusi dalla proroga i soggetti che:

  • non applicano gli ISA, né rientrano in uno dei regimi agevolati compatibili (forfetario o dei minimi);

  • superano i limiti di ricavi o compensi previsti per ciascun indice ISA (ricordiamo che il tetto massimo è di 5.164.569 euro);

  • non partecipano ad alcuna società, associazione o impresa “trasparente” che rientri nei parametri di proroga;

  • svolgono esclusivamente attività agricole e sono titolari di soli redditi agrari, per cui restano obbligati a rispettare il calendario originario (scadenza 30 giugno).

Chi, per errore, ritarda i versamenti pur non avendo diritto alla proroga, incorrerà in sanzioni e interessi previsti dal sistema fiscale ordinario. In questo senso, è consigliabile che ogni contribuente o consulente verifichi con attenzione la propria posizione fiscale e quella delle eventuali società di partecipazione, per evitare fraintendimenti o errori formali.

Infine, resta da chiarire che l’adesione alla proroga non è automatica: chi desidera usufruirne deve semplicemente effettuare il versamento entro la nuova data utile, ma è sua responsabilità verificare di rientrare tra i soggetti legittimati.

Esempi pratici

Per i contribuenti che scelgono di posticipare i versamenti fiscali al 22 agosto 2025, è previsto il pagamento di una maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse. Si tratta di una prassi ormai consolidata nel sistema fiscale italiano, già applicata in passato in caso di proroghe o slittamenti. Ma come si calcola, nella pratica, questa maggiorazione?

Facciamo alcuni esempi concreti:

  • Se un contribuente deve versare 2.000 euro di saldo IRPEF 2024, effettuando il pagamento dopo il 21 luglio ma entro il 22 agosto, dovrà calcolare:

    > 2.000 € x 0,004 = 8 euro di maggiorazione.
    Il totale da versare sarà quindi 2.008 euro.

  • Per chi ha un versamento INPS di 3.500 euro (ad esempio artigiani o commercianti), la maggiorazione sarà:

    > 3.500 € x 0,004 = 14 euro.
    Totale da versare: 3.514 euro.

La maggiorazione va calcolata autonomamente e sommata all’importo originario al momento della compilazione del modello F24. Nella sezione “importi a debito versati”, il contribuente dovrà indicare la somma complessiva comprensiva dell’interesse.

Inoltre, si consiglia sempre di indicare nelle note contabili interne (o nel software gestionale) che si tratta di un versamento effettuato con maggiorazione da proroga DL 84/2025, in modo da mantenere una corretta tracciabilità.

È buona prassi affidarsi a un commercialista per verificare che i calcoli siano corretti e che il codice tributo utilizzato sia quello previsto dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate.

Concordato Preventivo Biennale

Una delle novità più rilevanti introdotte dal Decreto Fiscale 2025 (DL 84/2025) riguarda l’estensione della proroga anche ai contribuenti che hanno aderito al Concordato Preventivo Biennale (CPB). Si tratta di un regime agevolato che permette a professionisti e imprese di determinare in anticipo, d’intesa con l’Agenzia delle Entrate, il reddito imponibile su cui calcolare le imposte per due anni.

La relazione illustrativa al decreto chiarisce che la proroga riguarda anche il versamento dell’imposta sostitutiva calcolata sul “reddito concordato” per il 2024, oltre al primo acconto per il 2025. Di conseguenza, anche i soggetti in CPB possono:

  • versare le somme dovute entro il 21 luglio 2025 senza alcuna maggiorazione;

  • oppure entro il 22 agosto 2025, applicando la consueta maggiorazione dello 0,40%.

Questo vale sia per l’IRPEF, sia per le eventuali imposte sostitutive dovute da contribuenti in regime forfettario che abbiano aderito al concordato. Inoltre, sono inclusi anche i relativi contributi previdenziali INPS, sempre calcolati sul reddito concordato.

È importante sottolineare che, per i contribuenti in CPB, l’importo da versare potrebbe non corrispondere a quello risultante dal modello Redditi 2025, ma a quello fissato dall’accordo con l’Agenzia. Pertanto, chi rientra in questo regime deve porre particolare attenzione nel compilare il modello F24 e indicare correttamente gli importi e i codici tributo aggiornati.

L’ampliamento della proroga ai soggetti in concordato è stato accolto con favore dalla categoria dei commercialisti, in quanto rafforza la logica della compliance fiscale collaborativa promossa dal MEF.

Tasse Partite IVA 2025 - Commercialista.it

Consigli pratici

Con la proroga prevista dal Decreto Fiscale 2025, aumenta il rischio di confusione tra contribuenti su scadenze, importi da versare e codici tributo da utilizzare.

Un errore formale può trasformarsi in una sanzione o in un avviso bonario da parte dell’Agenzia delle Entrate, con conseguente perdita di tempo e denaro. Ecco alcuni consigli pratici per non sbagliare:

  1. Verifica di rientrare nei beneficiari della proroga
    Non tutti possono usufruire del rinvio. Assicurati di applicare un indice ISA, essere in regime forfetario o di vantaggio, oppure di partecipare a una società che rispetta questi criteri. In caso contrario, devi rispettare la scadenza del 30 giugno (ormai trascorsa) e rimediare con ravvedimento.

  2. Calcola correttamente la maggiorazione dello 0,40%
    Se versi tra il 22 luglio e il 22 agosto, devi sommare lo 0,4% all’importo originale. Può sembrare poco, ma anche un errore di pochi centesimi può generare incongruenze nei sistemi dell’Agenzia.

  3. Compila correttamente il modello F24
    Usa i codici tributo aggiornati previsti per saldo, acconto, imposte sostitutive e contributi. Inserisci gli importi comprensivi di maggiorazione (se prevista) e verifica bene le date e le sezioni del modulo.

  4. Conserva la documentazione
    Conserva ricevute di pagamento e autodichiarazioni che dimostrano il tuo diritto alla proroga, specialmente se hai aderito al concordato o hai cause di esclusione dagli ISA.

  5. Consulta il tuo commercialista
    Se hai dubbi, rivolgiti sempre a un consulente. Anche un piccolo errore può comportare conseguenze fiscali rilevanti, specialmente in presenza di acconti, ravvedimenti o compensazioni errate.

Proroga e gestione della liquidità

La possibilità di rinviare i versamenti fiscali al 21 luglio senza maggiorazione o al 22 agosto con lo 0,4% di interesse non è soltanto un adempimento da gestire, ma può diventare una vera e propria leva finanziaria per chi lavora con Partita IVA. In particolare, questa flessibilità offre un vantaggio concreto in termini di gestione della liquidità e pianificazione fiscale nei mesi estivi.

L’estate, infatti, rappresenta per molti professionisti e piccole imprese un periodo di flessione nei flussi di cassa, dovuto a ferie, minore attività, ritardi nei pagamenti o a una ridotta operatività del mercato. Avere più tempo per onorare i propri debiti fiscali significa poter diluire le uscite e dare priorità a spese urgenti o strategiche (stipendi, fornitori, scorte, investimenti).

Con una maggiorazione minima dello 0,40%, il contribuente ottiene oltre 30 giorni di tempo aggiuntivo, il che equivale a un piccolo “prestito fiscale” a costo contenuto e senza dover accedere al credito bancario. Un’opzione che può rivelarsi particolarmente utile per i regimi forfettari, le startup o i professionisti che operano con clienti a lungo termine e incassano compensi su base posticipata.

Naturalmente, per trasformare questa opportunità in un vantaggio reale, è essenziale pianificare i flussi di cassa con precisione, prevedere le entrate, e prepararsi al versamento di agosto senza dover ricorrere a ulteriori proroghe o a forme di ravvedimento.

Compliance fiscale

Nel contesto delineato dal Decreto Fiscale 2025, diventa sempre più centrale il concetto di compliance fiscale, ovvero il comportamento collaborativo e trasparente del contribuente nei confronti dell’Amministrazione finanziaria. La possibilità di accedere a proroghe, tassazione agevolata o strumenti premiali – come nel caso degli ISA, del regime forfettario o del concordato preventivo biennale – è legata a doppio filo alla capacità di rispettare termini, obblighi dichiarativi e criteri di affidabilità.

L’Agenzia delle Entrate, negli ultimi anni, ha adottato un approccio sempre più orientato alla collaborazione e prevenzione piuttosto che alla sola repressione.

In quest’ottica, chi mantiene un comportamento fiscale corretto – presentando le dichiarazioni in tempo, versando regolarmente le imposte, aderendo a strumenti di compliance – può beneficiare di vantaggi rilevanti, tra cui:

  • esonero o riduzione dei controlli;

  • accesso agevolato a regimi premiali;

  • maggiore flessibilità nei termini di versamento;

  • riduzione delle sanzioni in caso di errori formali.

Non a caso, il Presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, ha sottolineato come l’accoglimento da parte del MEF della richiesta di proroga rappresenti un passo concreto verso una fiscalità più equa e sostenibile, che premia chi si comporta in modo virtuoso.

Per le Partite IVA, questo significa che investire nella propria affidabilità fiscale non è solo una questione di dovere, ma una strategia per ridurre il carico fiscale, semplificare i rapporti con il Fisco e accedere a opportunità future.

Conclusione

Le novità introdotte dal Decreto Fiscale 2025 rappresentano un’occasione importante per le Partite IVA che vogliono gestire in modo intelligente e strategico i propri obblighi fiscali. La proroga dei versamenti al 21 luglio o al 22 agosto (con una lieve maggiorazione dello 0,4%) consente di pianificare con più margine, ma richiede attenzione, competenza e chiarezza sulla propria posizione fiscale.

I soggetti beneficiari devono verificare con cura di rientrare nei requisiti previsti dal decreto: applicazione degli ISA, regimi agevolati, esclusioni documentate, o partecipazione a imprese trasparenti. Al tempo stesso, è fondamentale non commettere errori nei calcoli e nella compilazione dei modelli F24, soprattutto per chi ha aderito al concordato preventivo o versa contributi previdenziali INPS.

Come sempre, l’assistenza di un commercialista esperto rappresenta il miglior investimento per evitare sanzioni, ottimizzare la liquidità e cogliere ogni opportunità fiscale prevista dalla normativa. In un contesto in cui il Fisco valorizza la compliance, essere affidabili e puntuali oggi vuol dire avere più vantaggi domani, non solo in termini di riduzione delle sanzioni ma anche di accesso a strumenti agevolativi sempre più selettivi.

Pianificare in modo consapevole le scadenze fiscali estive non è solo un dovere: è una forma di risparmio fiscale legale e sostenibile.

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