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Cagliari vince l’Oscar della Salute: arte, cibo e comunità per curare l’anima e la mente

Cosa accade quando la creatività incontra la salute pubblica? E se a curare l’anima non fossero solo le terapie tradizionali, ma anche il potere trasformativo dell’arte, dell’ascolto e della comunità? A dare una risposta concreta è Cagliari, che ha conquistato la scena nazionale ricevendo una menzione speciale all’Oscar della Salute 2025 per il progetto innovativo “ArteS – Arte e Salute”.
Sommario
Nel cuore del capoluogo sardo, un centro polivalente trasforma da anni l’arte in strumento terapeutico per persone con fragilità psichiche, dando voce, dignità e possibilità di rinascita attraverso pittura, teatro, scrittura e dialogo. Un modello vincente che ha colpito anche la giuria del XXII Meeting Nazionale “Città per la Salute”, portando Cagliari tra le eccellenze italiane in ambito socio-sanitario.
Ma l’arte, in Sardegna, non è sola. A contribuire a questo ecosistema del benessere c’è anche il patrimonio culturale, alimentare e identitario dell’isola, valorizzato da realtà come Tutela Sarda, che promuove la dieta locale, il km zero e uno stile di vita che protegge corpo e mente.
L’esperienza cagliaritana racconta allora molto più di un singolo progetto: è la prova tangibile che cura e cultura possono camminare insieme, migliorando la qualità della vita, rafforzando la comunità e costruendo una sanità più empatica e sostenibile.
Introduzione
Cagliari conquista la scena nazionale aggiudicandosi un prestigioso riconoscimento nel campo della salute pubblica e del benessere mentale. Si tratta dell’Oscar della Salute 2025, conferito nell’ambito del XXII Meeting Nazionale “Città per la Salute” svoltosi a Bergamo. Tra oltre un centinaio di iniziative valutate da una commissione scientifica, spicca “ArteS – Arte e Salute Spazio polivalente di ascolto e creatività”, un progetto che unisce la potenza trasformativa dell’arte con le esigenze della salute mentale e dell’inclusione sociale.
A ricevere la menzione speciale per Originalità e Innovazione, è stato il Comune di Cagliari in collaborazione con la cooperativa sociale Panta Rei Sardegna, che da anni gestisce il centro ArteS, uno spazio dedicato alla creatività, all’ascolto e all’accoglienza. Un progetto nato con l’obiettivo di offrire percorsi espressivi e terapeutici, capaci di rompere l’isolamento, rafforzare il senso di comunità e promuovere la salute mentale attraverso linguaggi alternativi: pittura, teatro, musica e narrazione.
Questo riconoscimento nazionale testimonia come l’arte, se ben inserita in un contesto terapeutico e sociale, può diventare strumento di rigenerazione personale e collettiva, superando il semplice concetto di attività ricreativa. L’esperienza di Cagliari dimostra che l’innovazione nel settore socio-sanitario non passa solo per la tecnologia, ma anche attraverso modelli relazionali nuovi, basati sull’ascolto, sull’inclusività e sul rispetto dei tempi e delle fragilità di ciascuno.
ArteS
Nel cuore di Cagliari, il centro ArteS rappresenta molto più di un semplice laboratorio creativo: è un luogo di rinascita, consapevolezza e inclusione, operativo da anni grazie alla collaborazione tra il Comune e la cooperativa sociale Panta Rei Sardegna. Qui, persone affette da disagio psichico possono intraprendere un percorso di espressione, crescita e reinserimento sociale attraverso linguaggi artistici diversificati: pittura, teatro, scrittura, musica. L’arte si trasforma in strumento di ascolto e guarigione, capace di abbattere i muri dell’isolamento e dello stigma.
Il progetto ha come obiettivo la riconquista dell’autonomia personale, il recupero della dignità sociale e la creazione di legami comunitari forti. Gli utenti del centro non sono semplici beneficiari, ma veri protagonisti del cambiamento, autori di opere e iniziative che hanno ricadute positive sull’intero tessuto urbano. L’approccio di ArteS si distingue per la capacità di mettere al centro la persona, con i suoi tempi, bisogni e potenzialità, in un clima di accoglienza e valorizzazione.
A sottolineare l’importanza di questo risultato è intervenuta anche l’assessora alla Salute del Comune di Cagliari, Anna Puddu, che ha dichiarato:
“Un riconoscimento importante non solo per l’Amministrazione, che crede e investe nel progetto, ma soprattutto per le tante persone che ogni giorno animano il centro. La menzione della Rete Città Sane ci stimola a continuare su questa strada, rafforzando la sinergia tra pubblico e privato che ha dato prova di essere vincente”
Questa sinergia tra istituzioni pubbliche e realtà del terzo settore si conferma un modello virtuoso per affrontare la fragilità psichica con strumenti innovativi, umani e sostenibili.
L’Oscar della Salute
Il prestigioso riconoscimento conferito ad ArteS nell’ambito dell’Oscar della Salute 2025 non è frutto del caso. Il progetto cagliaritano è stato selezionato tra oltre un centinaio di iniziative presentate da comuni di tutta Italia durante il XXII Meeting Nazionale “Città per la Salute”, tenutosi a Bergamo. La commissione scientifica ha valutato i progetti in base a criteri di originalità, impatto sociale, sostenibilità e innovazione nelle politiche urbane per la salute pubblica.
Tra i 12 progetti più meritevoli a livello nazionale, ArteS si è distinto proprio per il suo approccio multidimensionale alla salute mentale, che non si limita a fornire assistenza, ma promuove attivamente il benessere psicosociale attraverso strumenti non convenzionali. L’arte, in questo contesto, non è solo decorazione o intrattenimento: diventa terapia, dialogo, partecipazione, e agisce su più livelli—individuale, relazionale e comunitario.
L’Oscar della Salute assume un significato ancora più profondo se inserito in un’epoca storica in cui la salute mentale è diventata una priorità sociale ed economica, soprattutto dopo le fragilità emerse con la pandemia. In questo scenario, progetti come ArteS mostrano come sia possibile passare dalla logica emergenziale a quella preventiva e inclusiva, valorizzando le potenzialità del capitale umano e culturale dei territori.
Il premio non celebra solo un progetto, ma una visione di salute pubblica avanzata, dove arte, cittadinanza attiva, servizi sociali e comunità si intrecciano per costruire modelli di cura più umani, partecipati e sostenibili.
Tutela Sarda
L’arte che cura l’anima, come nel caso del progetto ArteS, non si esprime solo nei linguaggi visivi o performativi, ma è anche profondamente legata al modo in cui viviamo, ci nutriamo, ci riconosciamo nel territorio e nella nostra identità collettiva. In questo senso, la valorizzazione dei prodotti tipici locali e la promozione dello stile di vita sardo, portati avanti da realtà come Tutela Sarda, assumono un ruolo chiave nella promozione della salute, anche mentale.
La Sardegna è terra di longevità, e non a caso è una delle celebri “Blue Zones” del pianeta: qui, fattori come alimentazione genuina, legame con la terra, relazioni comunitarie forti e vita all’aria aperta si fondono in uno stile di vita che protegge corpo e mente. Tutela Sarda, con la sua attività di difesa e promozione dei prodotti sardi di qualità, non si limita a fare marketing territoriale: diffonde una cultura del benessere profondo, dove ciò che mangiamo e ciò che scegliamo di sostenere economicamente diventa parte di una scelta consapevole per vivere meglio.
Integrare questi principi con progetti come ArteS significa chiudere il cerchio del benessere integrato: arte per l’anima, cibo per il corpo, identità per la mente. Un modello di sviluppo umano e sostenibile che parte dalla cultura, passa per la comunità, e arriva alla salute.
Cagliari come modello
Il successo del progetto ArteS e il riconoscimento ricevuto all’Oscar della Salute 2025 mostrano con chiarezza che un’altra sanità è possibile, più umana, più creativa, più vicina alle persone. Il valore dell’iniziativa cagliaritana va ben oltre il confine cittadino o regionale: rappresenta un modello replicabile per tutte le amministrazioni italiane che vogliono affrontare in modo nuovo le sfide legate alla salute mentale e al benessere psicosociale.
ArteS dimostra che con modesti investimenti, ma una visione chiara, è possibile trasformare spazi urbani in luoghi di cura non convenzionali, dove arte, ascolto e partecipazione si fondono in percorsi terapeutici efficaci e coinvolgenti. Il progetto ha inoltre dimostrato quanto sia strategico coinvolgere il terzo settore, come la cooperativa Panta Rei, per attivare reti territoriali capaci di durare nel tempo e di adattarsi alle esigenze locali.
In un’epoca in cui il disagio psicologico è in forte crescita, soprattutto tra i giovani, le politiche pubbliche devono andare oltre la semplice assistenza medica e puntare su interventi culturali, educativi e relazionali. Progetti come ArteS offrono una via concreta per integrare i servizi sanitari tradizionali con esperienze artistiche e comunitarie, contribuendo a costruire città più sane, inclusive e creative.
Se Cagliari è riuscita a distinguersi a livello nazionale, è anche grazie a un’amministrazione che ha saputo credere nel valore della cultura e nella forza dei linguaggi non verbali per prendersi cura delle persone. Un esempio che potrebbe e dovrebbe ispirare molte altre realtà italiane.
Arte, stile di vita e salute globale
L’esperienza di Cagliari con il progetto ArteS si inserisce in una tendenza sempre più riconosciuta a livello internazionale: la salute non è solo assenza di malattia, ma uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, come ribadisce da anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). In quest’ottica, la promozione della salute richiede approcci interdisciplinari e centrati sulla persona, che integrino medicina, cultura, educazione e partecipazione comunitaria.
Negli ultimi anni, l’OMS ha pubblicato studi e linee guida che evidenziano il ruolo dell’arte e delle attività culturali nella prevenzione e nel trattamento dei disturbi mentali. In particolare, è stato riconosciuto il valore di pratiche come il teatro, la musica, la danza, la narrazione e le arti visive come strumenti efficaci per ridurre l’ansia, combattere la depressione, migliorare le capacità cognitive e sociali, e rafforzare il senso di appartenenza. Il progetto ArteS incarna perfettamente questa visione: mette al centro l’individuo, non come paziente da curare, ma come soggetto da ascoltare, esprimere e valorizzare.
Accanto all’espressione artistica, la qualità dello stile di vita è un altro pilastro della salute globale. La Sardegna, con la sua dieta tradizionale, le relazioni comunitarie forti e il legame con la terra, offre un modello concreto di “salute integrata”. Il lavoro di valorizzazione portato avanti da Tutela Sarda si intreccia quindi con queste dinamiche: promuovere una cultura del cibo locale e genuino non è solo un atto economico o turistico, ma anche un investimento in salute pubblica.
Cultura, arte, alimentazione, ambiente e partecipazione non sono settori isolati, ma assi di una stessa strategia per il benessere individuale e collettivo. Ed è proprio su questa connessione che l’Italia – e non solo – dovrebbe investire nei prossimi anni.
Conclusioni
Il successo del progetto ArteS non è solo un traguardo per la città di Cagliari, ma un esempio concreto di come la cultura possa trasformarsi in cura e generare un impatto positivo e duraturo sulla società. Questo riconoscimento, simbolicamente potente, mette in luce un’idea evoluta di salute: una condizione che nasce dalla connessione armonica tra corpo, mente, territorio e relazioni umane.
In un tempo in cui i sistemi sanitari sono sempre più sotto pressione e le fragilità psichiche emergono con forza, serve una nuova visione del benessere, capace di coniugare prevenzione, inclusione e partecipazione. ArteS, con la sua formula innovativa basata sull’espressione artistica e sull’ascolto, rappresenta una risposta efficace e replicabile a queste sfide. Allo stesso tempo, l’impegno di realtà come Tutela Sarda, che difendono e promuovono un’identità culturale e alimentare fondata sulla qualità, la sostenibilità e la relazione con il territorio, arricchisce questo ecosistema di salute con valori concreti e quotidiani.
In sintesi, l’Oscar della Salute assegnato a Cagliari ci ricorda che prendersi cura delle persone significa anche prendersi cura dei contesti in cui vivono, offrendo loro strumenti per esprimersi, nutrirsi bene, sentirsi parte di una comunità. Ed è proprio su queste basi – arte, territorio, ascolto e tradizione – che si costruisce un futuro più sano, solidale e umano per tutti.
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