Sardegna: la nuova terra promessa per imprese e investitori grazie a ZES e contributi a fondo perduto.
Sommario
Quando si parla di Sardegna, si pensa subito al mare cristallino, alla natura incontaminata e alla qualità della vita. Ma oggi c’è molto di più: la Sardegna è diventata una nuova frontiera per chi vuole investire e fare impresa in Italia.
Il motivo? Due strumenti di incentivo economico e fiscale che stanno attirando sempre più aziende: la Zona Economica Speciale (ZES) e i contributi a fondo perduto fino al 40% per progetti di investimento.
Il cuore della questione è semplice ma potentissimo: le imprese che scelgono di investire nelle aree ZES della Sardegna possono ottenere un credito d’imposta del 50%, mentre per determinati progetti strategici è disponibile un contributo a fondo perduto fino al 40% delle spese ammissibili. Tradotto: meno tasse, più liquidità, più competitività.
Queste misure rappresentano una risposta concreta alla storica marginalità economica dell’isola, trasformandola da territorio periferico a hub strategico per l’innovazione, l’industria green, la logistica e il turismo sostenibile.
Nell’articolo vedremo nel dettaglio cosa sono le ZES e come funzionano in Sardegna, come ottenere il credito d’imposta del 50%, come accedere al contributo a fondo perduto fino al 40%, i settori più incentivati, e infine, perché oggi è il momento perfetto per investire nell’isola.
ZES Sardegna
Le Zone Economiche Speciali (ZES) sono aree geografiche delimitate dove le imprese possono beneficiare di importanti agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative per favorire gli investimenti e la crescita economica.
Istituite con il Decreto-Legge n. 91/2017, le ZES rappresentano un vero e proprio strumento di politica economica per il rilancio del Mezzogiorno, e dal 2023 anche la Sardegna è entrata ufficialmente nel perimetro di queste zone privilegiate.
Uno degli incentivi più potenti previsti all’interno delle ZES è il credito d’imposta fino al 50% per gli investimenti effettuati dalle imprese. Nello specifico, si tratta di un beneficio fiscale che consente di recuperare fino alla metà del valore dell’investimento attraverso una compensazione diretta delle imposte dovute. Il credito può essere utilizzato per abbattere imposte come IRES, IRPEF, IVA e contributi previdenziali e assistenziali.
Chi può accedere?
Tutte le imprese – micro, piccole, medie e grandi – che realizzano investimenti produttivi nelle aree comprese nella ZES Sardegna, e che rispettano determinati requisiti, tra cui:
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Essere regolarmente costituite e operative;
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Non trovarsi in stato di difficoltà finanziaria;
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Impegnarsi a mantenere l’attività nella ZES per almeno 5 anni.
Quali investimenti sono ammessi?
Il credito d’imposta si applica a spese per:
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Acquisto di macchinari, impianti e attrezzature;
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Costruzione o ristrutturazione di immobili strumentali all’attività;
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Acquisto di terreni.
Grazie a questa misura, le aziende possono ridurre significativamente il carico fiscale e reinvestire più risorse nella crescita. È un’opportunità concreta per avviare o espandere un’impresa nel territorio sardo, con un vantaggio competitivo rilevante.
Contributi a fondo perduto fino al 40%
Oltre al credito d’imposta ZES, la Sardegna offre un altro strumento estremamente vantaggioso per chi vuole investire nell’isola: il contributo a fondo perduto fino al 40% delle spese ammissibili. Si tratta di un incentivo diretto, che non va restituito, e che può coprire una parte significativa dell’investimento iniziale, aumentando la redditività del progetto e riducendo il fabbisogno di capitale proprio o finanziamenti bancari.
Questi contributi rientrano nel più ampio quadro degli aiuti di Stato a finalità regionale, approvati dall’UE e coordinati a livello nazionale dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE). In Sardegna, vengono erogati attraverso bandi regionali o tramite strumenti nazionali come il Contratto di Sviluppo, gli Incentivi “Smart&Start” o i fondi del PNRR, a seconda della tipologia e della dimensione del progetto.
Chi può accedere?
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Imprese già costituite o da costituire, anche in forma di startup;
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PMI e grandi imprese, a seconda del bando;
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Settori strategici come agrifood, turismo, logistica, energia rinnovabile, nautica, IT e manifattura green.
Spese ammissibili:
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Acquisto di macchinari e attrezzature;
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Costruzione e ristrutturazione di immobili;
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Innovazione tecnologica;
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Spese per consulenze e studi di fattibilità.
Il contributo può variare dal 20% al 40%, con maggiorazioni previste per:
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Progetti realizzati da giovani under 36 o donne;
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Interventi in comuni svantaggiati o aree interne;
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Investimenti ad alto impatto occupazionale o ambientale.
In sintesi, questo incentivo a fondo perduto consente di ridurre drasticamente l’investimento iniziale e di affrontare con meno rischio nuove sfide imprenditoriali in una terra ricca di potenziale ma ancora poco sfruttata. Un’occasione da non perdere.
Settori strategici in Sardegna
La Sardegna, grazie alla combinazione tra posizione geografica, patrimonio naturale, risorse umane qualificate e ora anche importanti incentivi economici, sta diventando una delle regioni italiane più interessanti per alcuni settori specifici ad alto potenziale. Le ZES e i contributi a fondo perduto vanno infatti a premiare gli investimenti in ambiti strategici per la transizione ecologica, la digitalizzazione e la valorizzazione del territorio.
1. Turismo sostenibile e ricettività
Il turismo è da sempre uno dei motori economici dell’isola, ma oggi le opportunità maggiori si trovano nella creazione di strutture eco-friendly, agriturismi, resort innovativi e servizi legati all’esperienza del viaggiatore. Investire in questo settore consente di accedere sia al credito d’imposta ZES che a contributi a fondo perduto, soprattutto nelle aree interne e meno battute dal turismo di massa.
2. Agroalimentare e filiere locali
La Sardegna vanta eccellenze come il pecorino, il pane carasau, il vino cannonau e l’olio extravergine d’oliva. Incentivi e agevolazioni premiano progetti per la modernizzazione degli impianti produttivi, la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, la logistica e l’export.
3. Energia e green economy
Con l’obiettivo europeo di decarbonizzazione entro il 2050, la Sardegna si propone come laboratorio ideale per energie rinnovabili (solare, eolico, idrogeno verde), mobilità sostenibile e riqualificazione energetica degli edifici. In questo ambito, gli incentivi arrivano fino al massimo consentito, con priorità per chi innova.
4. Innovazione e digitale
Startup tecnologiche, laboratori di ricerca, data center, aziende che si occupano di cybersecurity, software, IA, biotech e industria 4.0 trovano nella Sardegna un territorio fertile, anche grazie alla presenza del polo universitario di Cagliari, del CRS4 e di infrastrutture digitali avanzate.
In conclusione, scegliere il settore giusto significa massimizzare il ritorno dell’investimento e sfruttare appieno le agevolazioni disponibili. Il mix di natura, qualità della vita, incentivi e potenziale di crescita rende la Sardegna una meta sempre più strategica per gli imprenditori lungimiranti.
Guida pratica
Accedere agli incentivi disponibili in Sardegna non è complicato, ma è fondamentale seguire correttamente le procedure e presentare una documentazione completa.
Ogni agevolazione ha regole specifiche, ma esistono passaggi comuni che permettono alle imprese di muoversi con metodo e senza errori.
1. Individuazione dell’incentivo giusto
Il primo passo è capire quale incentivo si adatta meglio al proprio progetto. Il credito d’imposta ZES si applica in automatico a investimenti effettuati in aree comprese nelle zone economiche speciali, mentre i contributi a fondo perduto sono legati a specifici bandi (regionali o nazionali) e a determinati settori.
Consiglio: farsi affiancare da un consulente fiscale esperto in incentivi o uno studio commerciale specializzato, per evitare di perdere opportunità per piccoli dettagli.
2. Predisposizione della documentazione
Per entrambe le tipologie di incentivo servono:
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Business plan dettagliato, con proiezioni economiche e analisi costi-benefici;
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Documentazione legale e amministrativa dell’impresa;
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Preventivi e fatture per le spese previste;
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Relazione tecnica sul progetto.
3. Presentazione della domanda
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Per il credito d’imposta ZES, la domanda si presenta tramite la piattaforma dell’Agenzia delle Entrate, indicando gli investimenti agevolabili e allegando la documentazione.
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Per i contributi a fondo perduto, la domanda va presentata all’ente che gestisce il bando (es. Regione Sardegna, Invitalia, MIMIT), spesso tramite piattaforme online dedicate.
4. Erogazione e controllo
Dopo l’approvazione, i contributi vengono erogati per stati di avanzamento lavori o a rendicontazione finale. Il credito d’imposta ZES, invece, può essere fruito in compensazione nel modello F24, a partire dall’anno successivo all’investimento. Sono previsti controlli documentali e, in alcuni casi, anche sopralluoghi.
In sintesi, la chiave è prepararsi bene, presentare una pratica chiara e documentata, e rispettare tempi e requisiti previsti. Chi lo fa in modo corretto può ottenere benefici economici importanti in tempi relativamente brevi.
Vantaggi fiscali, finanziari ed economici
La combinazione tra credito d’imposta ZES al 50% e contributi a fondo perduto fino al 40% rende la Sardegna una delle regioni italiane con il miglior rapporto tra investimento e incentivo pubblico. Non si tratta solo di una riduzione delle tasse, ma di un vero e proprio sistema integrato di vantaggi pensati per attrarre capitali, creare occupazione e rilanciare il tessuto economico locale.
1. Vantaggi fiscali immediati
Il credito d’imposta ZES consente alle imprese di compensare fino al 50% dell’investimento direttamente con le imposte da versare (IRES, IRPEF, IVA, INPS). Questo significa un abbattimento concreto del carico fiscale che si traduce in più liquidità disponibile per la crescita.
2. Contributi non rimborsabili
I contributi a fondo perduto permettono di ridurre il capitale iniziale necessario per avviare o ampliare un’attività. Coprendo fino al 40% delle spese, abbassano la soglia d’accesso agli investimenti e aumentano il margine operativo lordo fin dal primo anno.
3. Cumulabilità degli incentivi: un’opportunità senza precedenti
Uno degli aspetti più interessanti è che credito d’imposta e contributo a fondo perduto sono cumulabili, nel rispetto dei massimali previsti dalla normativa sugli aiuti di Stato. In pratica, un’impresa può ottenere sia il rimborso diretto di una parte delle spese, sia la detrazione fiscale sul restante investimento. Questo meccanismo può portare la copertura complessiva dell’investimento anche oltre il 70%, a seconda della tipologia di impresa e del progetto.
4. Semplificazioni amministrative e autorizzative
Nelle ZES sono previste procedure più snelle e tempi ridotti per autorizzazioni, concessioni edilizie e ambientali. Le imprese possono così avviare i lavori più velocemente, riducendo i tempi morti e migliorando il ritorno sugli investimenti (ROI).
5. Posizione strategica e mercato in crescita
La Sardegna si sta posizionando come hub strategico nel Mediterraneo, soprattutto per logistica, agroalimentare e turismo. Con l’aumento dei fondi europei e PNRR destinati all’isola, il trend è in forte crescita.
6. Qualità della vita e talenti locali
Fare impresa in Sardegna significa anche attrarre risorse umane qualificate, migliorare la reputazione del brand e godere di una qualità della vita unica, che può diventare un vantaggio competitivo per trattenere talenti e collaboratori.
In poche parole, oggi investire in Sardegna conviene davvero, non solo per gli incentivi, ma per un ecosistema che – grazie anche a queste politiche – è sempre più dinamico, moderno e proiettato al futuro.
Aree ZES in Sardegna
La Zona Economica Speciale della Sardegna è stata istituita ufficialmente nel 2023, con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2 agosto 2023, che ha definito le aree ammesse e le relative agevolazioni. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo industriale, logistico e turistico attraverso la concessione di incentivi fiscali e semplificazioni amministrative in territori strategici.
Le aree ZES in Sardegna si concentrano prevalentemente nelle zone portuali e retroportuali, nonché nelle aree industriali attrezzate.
Tra le principali aree incluse:
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Cagliari – Porto Canale e zona industriale di Macchiareddu: perfetta per logistica, agroalimentare e industria leggera.
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Porto Torres: vocata per chimica verde, cantieristica, energie rinnovabili.
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Olbia – Golfo Aranci: turismo, nautica e logistica.
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Oristano e Santa Giusta: agroindustria e cerealicolo.
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Arbatax e Tortolì: valorizzazione delle aree interne con focus su turismo ed energia.
Queste zone sono state selezionate per la loro posizione strategica, la presenza di infrastrutture logistiche (porti, strade, interporti), e la possibilità di riutilizzare aree industriali dismesse o sottoutilizzate. L’idea è quella di trasformare la Sardegna in una piattaforma logistica nel Mediterraneo, in grado di attrarre investimenti internazionali e facilitare l’export delle eccellenze locali.
Ogni area ZES è gestita da una cabina di regia regionale, in stretto coordinamento con Invitalia e il Ministero per il Sud. Questo permette una maggiore rapidità nei procedimenti autorizzativi e un supporto tecnico costante alle imprese che vogliono insediarsi.
Casi studio reali
Per comprendere a fondo la portata degli incentivi ZES e dei contributi a fondo perduto, è utile guardare ai primi casi concreti di imprese che hanno scelto la Sardegna come destinazione dei propri investimenti. Non si tratta solo di grandi multinazionali, ma anche di PMI locali e startup innovative che hanno saputo cogliere le opportunità offerte.
Esempio 1: industria alimentare a Macchiareddu (Cagliari)
Una media impresa attiva nella trasformazione e confezionamento di prodotti tipici sardi ha realizzato un nuovo stabilimento produttivo nell’area ZES di Macchiareddu. Investimento totale: circa 1,8 milioni di euro. Grazie al credito d’imposta del 50% e a un contributo a fondo perduto del 35% ottenuto tramite bando regionale, l’azienda ha coperto l’85% dell’investimento con risorse pubbliche. In due anni ha raddoppiato la produzione e assunto 12 nuovi dipendenti.
Esempio 2: startup energetica a Porto Torres
Una startup green ha avviato un progetto sperimentale di produzione di idrogeno verde in collaborazione con enti di ricerca locali. Il progetto ha ricevuto finanziamenti PNRR e rientra nelle aree ZES. Qui, la cumulabilità tra contributo e credito d’imposta ha permesso di coprire oltre il 70% dei costi iniziali, accelerando lo sviluppo tecnologico e l’avvio delle attività operative.
Esempio 3: resort eco-sostenibile in Ogliastra
Una società attiva nel turismo sostenibile ha beneficiato di un contributo a fondo perduto del 40% per la costruzione di un eco-resort tra mare e montagna. L’area, pur non essendo industriale, è inclusa nelle zone svantaggiate prioritarie. L’intervento ha ottenuto inoltre il credito ZES per l’acquisto di attrezzature e veicoli elettrici, abbattendo significativamente i costi di start-up.
Questi esempi dimostrano che le agevolazioni non sono solo teoriche, ma già attive e funzionanti. Con un progetto solido e ben pianificato, è possibile ottenere coperture pubbliche molto elevate e realizzare investimenti sostenibili, innovativi e redditizi.
Considerazioni finali
In un contesto economico nazionale in cui le imprese sono costantemente alla ricerca di strumenti per migliorare la competitività, la Sardegna si presenta oggi come una delle realtà più promettenti, grazie alla combinazione tra incentivi fiscali strutturati, contributi pubblici a fondo perduto e semplificazioni burocratiche.
L’introduzione delle Zone Economiche Speciali ha trasformato alcune aree dell’isola in poli attrattivi per investimenti industriali, tecnologici e turistici, sostenuti da un credito d’imposta del 50% che incide in modo diretto sulla fiscalità d’impresa. A questo si aggiungono contributi a fondo perduto fino al 40%, cumulabili con il credito, che permettono una copertura degli investimenti iniziali anche superiore al 70%.
I settori strategici – turismo sostenibile, agroalimentare, green economy, innovazione tecnologica – trovano nell’isola non solo incentivi, ma anche territori vocati, manodopera specializzata, infrastrutture in crescita e una qualità della vita unica.
I primi esempi reali mostrano come, con una pianificazione attenta e il corretto supporto tecnico, sia già oggi possibile realizzare progetti di successo con un elevato tasso di ritorno economico e sociale.
La Sardegna non è più solo una terra di bellezza naturale, ma si sta affermando come un laboratorio di sviluppo economico sostenibile, dove politiche pubbliche, capitale privato e visione strategica possono convergere in modo virtuoso.