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sabato 16 Marzo 2024

Regione Sardegna

Contributi per neo imprenditori “antichi mestieri e green future” regione Sardegna il bando prevede la concessione di contributi, fino a 50 mila euro, per sostenere coloro che hanno frequentato proficuamente i corsi nell’impianto della nuova impresa. L’assessorato del lavoro, con 6 milioni di euro provenienti dal fondo sociale europeo, concede contributi ai nuovi imprenditori che hanno appreso competenze sui mestieri tradizionali della Sardegna e nei settori legati all’ambiente.

La normativa sul confezionamento, vendita e trasporto dei prodotti alimentari: che cosa l’imprenditore e il consumatore sono tenuti a sapere?

Roberto Pusceddu - Data di Pubblicazione: 21/11/2023 - 7440 visualizzazioni.
La normativa sul confezionamento, vendita e trasporto dei prodotti alimentari: che cosa l’imprenditore e il consumatore sono tenuti a sapere? - Commercialista.it La normativa sul confezionamento, vendita e trasporto dei prodotti alimentari

 

Premessa.

Il trasporto di alimenti confezionati è un’attività che richiede molte attenzioni e cautele. Bisogna evitare il deterioramento di cibi e bevande, la contaminazione tra le diverse tipologie di prodotti trasportati e quindi tutelare la salute dei consumatori. Scambi commerciali, merci in viaggio su grandi distanze, distribuzione di beni alimentari per ristorazione e catene di supermercati: è fondamentale garantire salubrità e sicurezza degli alimenti trasportati tramite misure di controllo e prevenzione.

Il rischio di contaminazione, in particolare, deve essere chiaro a tutti coloro che manipolano prodotti alimentari, per questo motivo è necessaria una costante e chiara formazione in azienda: il personale deve essere informato per iscritto dei suoi compiti e delle sue responsabilità.

L’azienda, inoltre, ha il compito di sensibilizzare e responsabilizzare continuamente i dipendenti, in modo che sappiano individuare e segnalare eventuali non conformità e attuare azioni correttive.

I mezzi di trasporto di alimenti confezionati sono obbligati ad avere la certificazione Haccp – Hazard Analysis and Critical Control Points – al fine di tutelare le condizioni igieniche dei prodotti. Il corso Haccp è un obbligo per l’autotrasportatore ma anche una garanzia per il consumatore.

 

Attestato Haccp: obbligo trasporto beni alimentari

 

L’Haccp per il trasporto di alimenti confezionati è un sistema di autocontrollo alimentare che assicura l’apprendimento delle norme igienico-sanitarie e di sicurezza alimentare fondamentali nelle fasi di produzione, manipolazione, distribuzione e somministrazione di alimenti e bevande.

Secondo la normativa Reg.852/04/CE e Reg.178/02/CE chi opera nel settore alimentare deve essere in grado di individuare e prevenire pericoli di tipo biologico, microbiologico, chimico, fisico.

 

Cos’è ed a cosa serve l’Haccp: la normativa

Chiunque lavori nel settore alimentare, indipendentemente dalla mansione svolta, deve essere

informato e formato sulle regole, le norme e i principi dell’HACCP.

Cos’è l’Haccp: definizione

Per capire il suo significato è necessario partire dal suo acronimo ovvero: “Hazard Analysis and Critical Control Points” che dall’inglese all’italiano è traducibile in “analisi dei rischi e punti critici di controllo”.

Si tratta di un protocollo, ovvero un insieme di procedure volte a tutelare e il consumatore garantendo la salubrità degli alimenti, focalizzandosi in particolar modo sulla prevenzione dei rischi piuttosto che sull’analisi del prodotto finito, concentrandosi sui punti critici di controllo.

Che cosa sono i punti critici di controllo?

Con questo termine si intende ogni fase o procedura del ciclo produttivo dell’alimento che può essere monitorato e controllato periodicamente allo scopo di eliminare o quanto meno ridurre i rischi relativi alla salubrità e alla sicurezza di un prodotto alimentare.

A cosa serve l’Haccp?

Come abbiamo già anticipato, l’haccp è un metodo di controllo finalizzato a tutelare la salubrità dell’alimento e la salute del consumatore finale, tramite un monitoraggio costante delle fasi della manipolazione degli alimenti in cui vi sia un probabile pericolo di contaminazione, che sia esso biologico, chimico o fisico, basandosi sull’applicazione di principi fondamentali.

Quanti sono i principi del sistema Haccp?

I principi dell’HACCP sono 7 e sono i seguenti:

  1. Individuazione dei pericoli e analisi dei rischi;
  2. Individuazione dei CCP (punti di controllo critici);
  3. Definizione dei limiti critici;
  4. Definizione delle procedure di monitoraggio;
  5. Definizione e pianificazione delle azioni correttive;
  6. Definizione delle procedure di verifica;
  7. Definizione delle procedure di registrazione;

Haccp: Normativa

Un sistema così complesso non poteva che essere regolato da una normativa ben precisa maturata nel corso degli anni. Il primo sistema di controllo dei punti critici di controllo venne inventato negli anni ‘60 in America per garantire dei pasti controllati, salubri e sicuri agli astronauti in missione per la NASA. Successivamente fu disposto l’obbligo di adottare questo sistema in tutte le aziende del settore alimentare. La prima normativa di riferimento per l’HACCP in Europa è arrivata nei primi anni ‘90 con la Direttiva 1993/43/CEE, che è stata recepita in Italia con il D.Lgs 155/1997, che rendeva l’HACCP obbligatorio per tutta la filiera alimentare. Tale normativa è successivamente stata sostituita dal Regolamento CE 852/2004 entrato in vigore nel gennaio del 2006, ed è stato attuato in Italia con il D.Lgs 193/2007 con il quale vengono decretate per la prima volta le sanzioni per inadempienza alle disposizioni dell’Haccp. Com’è facilmente comprensibile, la normativa relativa Haccp stabilisce che vi siano delle procedure obbligatorie da seguire e che gli addetti a svolgere tale procedure siano in possesso delle conoscenze e delle competenze necessarie. Tuttavia, la normativa, in Italia, ha carattere regionale, ciò significa che ogni regione ha un proprio ufficio competente all’interno del quale viene disciplinata la materia della sicurezza alimentare.

Per lavorare nella filiera alimentare, ai sensi della normativa vigente in materia, ogni azienda e ogni lavoratore che opera in essa devono possedere certi requisiti fondamentali. L’obbligo per tutte le attività del settore alimentare è quello di mettere in atto un piano di autocontrollo, munendosi di un manuale haccp redatto in base alle esigenze specifiche dell’azienda in questione, contenente le linee guida necessarie per il monitoraggio e la prevenzione dei rischi alimentari da mettere in atto tramite la compilazione di apposite schede di autocontrollo haccp. Per i lavoratori invece è necessario conseguire una certificazione che attesti la loro preparazione in materia di sicurezza e igiene alimentare: l’Attestato HACCP. Inoltre, deve seguire specifiche norme di comportamento igienico-sanitario per evitare danni alla salute dell’uomo.

Normativa Haccp: regole di trasporto prodotti alimentari

Nella normativa Haccp riveste particolare attenzione il trasporto alimenti, in riferimento alla manipolazione e alla vendita. I vani di carico dei veicoli e/o i contenitori utilizzati per il trasporto di prodotti alimentari devono essere tenuti puliti e sottoposti a regolare manutenzione; non devono essere utilizzati per trasportare materiale diverso dagli alimenti se questi possono esserne contaminati; devono essere adatti a mantenere temperature idonee alle tipologie di prodotti. Per i veicoli e/o i contenitori adibiti anche al trasporto di merce diversa bisogna provvedere a separare efficacemente i prodotti; è necessario, inoltre, che siano puliti tra un carico e l’altro per evitare il rischio di contaminazione.

I prodotti alimentari sfusi liquidi, granulari o in polvere devono essere trasportati in vani e/o contenitori/cisterne riservati al trasporto di prodotti alimentari e bisogna contrassegnarli in modo chiaro e indelebile in una o più lingue comunitarie. I prodotti alimentari nei veicoli e/o contenitori devono essere collocati e protetti in modo da evitare il rischio di contaminazione.

Haccp e piano di autocontrollo alimentare: qual è la differenza?

Tutti gli operatori coinvolti nella filiera del settore alimentare sono obbligati per legge a monitorare il proprio lavoro e a redigere il manuale Haccp. Che si tratti di settore produttivo o comparto di distribuzione, ogni impresa deve dotarsi di un piano di autocontrollo così da accertare la sicurezza e l’igiene dei prodotti.

Nel piano di autocontrollo alimentare sono indicate le seguenti informazioni:

  • Descrizione dell’azienda e dell’attività svolta, ragione sociale, sede legale
  • Gruppo di lavoro Haccp, ruoli e attività dei dipendenti
  • Regolamentazione chiara dei processi e dei rischi legati all’alimentazione
  • Descrizione dei prodotti utilizzati.

L’Haccp è il sistema che consente di applicare il piano di autocontrollo in maniera razionale e organizzata, al fine di raggiungere un elevato livello di sicurezza alimentare.

 

Obbligo manuale Haccp: sicurezza nel trasporto alimentare

Il manuale Haccp è il documento che ogni attività ditrasporto alimenti deve tenere con sé ed è obbligatorio sia in Italia sia all’estero, anche per il trasporto conto terzi. È importante perchè serve a garantire la sicurezza alimentare e a prevenire rischi ad essa connessi. Si può redigere solo dopo aver frequentato un corso di formazione abilitato secondo la Direttiva europea 2005/36/CE. All’interno del manuale è necessario indicare i possibili rischi e provvedimenti adottati per tenerli sotto controllo, per evitare contaminazioni.

Solitamente è formato da una descrizione e dalla documentazione di natura operativa.

Rimborso accise autotrasportatori: gestione completa con il servizio recupero accise gasolio

L’attestato Haccp è obbligatorio non solo perle aziende che lavorano nel campo della ristorazione e somministrazione di generi alimentari e bevande, ma anche per autotrasportatori impegnati nelle attività di carico, scarico, trasporto alimenti confezionati, ancor più se si tratta di lunghe distanze.

Le imprese che esercitano attività di trasporto merci in conto proprio e per conto terzi, con veicoli di peso complessivo uguale o superiore a 7,5 ton, hanno la possibilità di ottenere il rimborso accise gasolio per il trasporto effettuato sul territorio nazionale.

Vendere alimenti online: che cosa prescrive la normativa

Vuoi iniziare a vendere alimenti online? Allora devi sapere cosa stabilisce la normativa sulla vendita di cibo online e quali sono i requisiti da rispettare. In questa guida ti illustreremo tutto ciò che c’è da sapere per iniziare a vendere cibo online.

Per vendere alimentari online bisogna rispondere ad alcuni importanti requisiti stabiliti dalla Legge e ottenere le autorizzazioni.

Vendere cibo online richiede una serie di adempimenti amministrativi e burocratici, a partire dall’apertura della Partita Iva e all’iscrizione alla Camera di Commercio.

Per poter vendere alimenti online è obbligatorio riportare tutte le informazioni necessarie sulle etichette per garantire la massima trasparenza ai clienti.

Vuoi realizzare il progetto di vendita di alimenti online, ma non sai quali requisiti bisogna rispettare e quali sono gli adempimenti burocratici e amministrativi? Al giorno d’oggi sempre più persone scelgono di investire nel commercio online vendendo diverse tipologie di prodotti, tra cui quelli alimentari. Tuttavia, a differenza di altri generi di prodotti, per poter vendere cibo online è necessario rispettare alcuni requisiti e adempimenti per garantire il massimo della sicurezza. Ma vediamo subito cosa stabilisce la normativa sul commercio di alimenti online, e tutti gli aspetti fiscali e burocratici da considerare per avviare l’attività.

Vendere alimenti online: la normativa

Il cibo, prima di essere venduto, deve rispettare determinati standard che ne garantiscono la sicurezza, e il venditore deve ottenere le opportune autorizzazioni. La normativa riguardo la vendita degli alimenti online fa riferimento a:

Regolamento europeo 1169/2011/UE sull’etichettatura alimentare;

  • D. Lgs. 114/1998 e D. Lgs. 59/2010 sui requisiti morali e professionali;
  • D.Lgs 70/2003 sugli adempimenti necessari per il commercio online. Il venditore di prodotti alimentari online deve rispettare sia le normative di tutela del consumatore che quelle di tutela della salute. La normativa stabilisce che per la vendita di alimenti online il venditore deve rispettare alcuni requisiti personali e professionali di onorabilità e che comprovino l’esperienza nella materia. Il venditore deve, inoltre, possedere i requisiti oggetti per la vendita dei prodotti e garantire la sicurezza degli alimenti. Vi sono, poi, gli adempimenti burocratici che concernono qualsiasi tipologia di vendita online.

Vendere alimenti online: i requisiti

Per essere autorizzato a vendere online prodotti alimentari, il venditore deve rispettare alcuni requisiti, sia personali che professionali. Quelli che vedremo tra poco sono noti come requisiti di onorabilità. Ci sono, infatti, alcuni soggetti che non possono occuparsi della vendita online di prodotti alimentari, ossia quei soggetti: • dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza, a meno che non hanno ottenuto la riabilitazione; • condannati per delitto non colposo con una pena detentiva non inferiore nel minimo a tre anni: • che hanno ricevuto una condanna per ricettazione, riciclaggio, insolvenza fraudolenta, bancarotta fraudolenta, usura, rapina, delitti contro la persona commessi con violenza o estorsione; • condannati per reati contro l’igiene e la sanità pubblica; • che riportano due o più condanne nei cinque anni precedenti all’inizio dell’esercizio dell’attività per delitti di frode nella preparazione e nel commercio degli alimenti previsti da leggi speciali.

Licenze per vendere prodotti alimentari

Per poter vendere online prodotti alimentare il venditore deve possedere almeno uno dei seguenti requisiti: • aver ottenuto la certificazione SAB (Somministrazione di Alimenti e Bevande); • un’esperienza lavorativa di almeno due anni, negli ultimi cinque, in un’attività di vendita o di produzione alimentare; • avere un titolo di studi attinente al settore del commercio, della preparazione e somministrazione di alimenti.

Nel caso in cui un venditore voglia vendere prodotti alimentari fatti in casa sarà anche necessario ottenere un attestato di frequentazione di un corso di formazione sul sistema HACCP, anche noto come certificazione HACCP. In più, deve essere dotato di una cucina che risponda a determinati requisiti e presenti caratteristiche specifiche stabilite dalla normativa.

ZES UNICA: una vera opportunità per le specialità della Sardegna

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ZES UNICA: una vera opportunità per le specialità della Sardegna - Commercialista.it ZES UNICA: UNA VERA OPPORTUNITA’ PER LA SPECIALITA’ DELLA SARDEGNA
ZES UNICA: UNA VERA OPPORTUNITA’ PER LA SPECIALITA’ DELLA SARDEGNA Avv. PhD Roberto Pusceddu PREMESSA. Prende avvio la Zes unica per tutte le Regioni del Mezzogiorno, cosa cambia ora che il dl Sud è legge Dal 1° gennaio 2024 avrà il via la Zes unica per tutto il Sud Italia. Dopo la conversione in legge del decreto Sud, è ufficiale la norma che lo prevede: fino al 2034 ci saranno agevolazioni fiscali e procedure semplificate per le aziende del Meridione. Finora c’erano otto Zes diverse nelle varie Regioni. A partire dal 1° gennaio 2024 viene istituita la Zona economica speciale per il Mezzogiorno, la c.d. "ZES unica", che ricomprende i territori delle regioni: Abruzzo,  Basilicata,  Calabria,  Campania,  Molise,  Puglia,  Sicilia,  Sardegna. ZES: DI CHE COSA SI TRATTA? La Zes è un’area geograficamente limitata, nella quale le aziende già operative – e quelle che decidono di insediarvisi – possono beneficiare di speciali condizioni per gli investimenti sul territorio. I benefici principali consistono in esenzioni parziali o totali sui dazi o semplificazioni amministrative per gli investimenti. Istituite nel 2017, le Zes sono diventate operative solo nel 2021. Al momento le Zes presenti nel sud Italia sono otto, in quanto istituite su base regionale. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna, Sicilia e Puglia sono Zone economiche speciali separate. Dal 2024 si vogliono unire tutte queste realtà per farne un’unica area di attrazione per gli investimenti. GLI STUDI SULLE ZES DI CALABRIA E CAMPANIA Con l’avvicinarsi del 2024, la società di consulenza European House Ambrosetti ha presentato a Roma, presso la sede dell’associazione Civita, uno studio incentrato sui risultati raggiunti dalle Zes di Campania e Calabria, uniche due regioni su cui sono a oggi presenti dati certi. Cetti Lauteta, responsabile dello Scenario Sud di Ambrosetti, ha spiegato che la Zes Campania ha attratto, in totale, oltre due miliardi di investimenti. La Calabria, dal canto suo, ha visto circa venti milioni di investimenti, che ha destinato alla messa in sicurezza delle infrastrutture per la mobilità della merce e per rafforzare le condizioni di legalità nelle aree interessate dagli investimenti. "Non era possibile raggiungere risultati migliori", la posizione del commissario straordinario Zes Campania e Calabria, Giosy Romano. Il monitoraggio svolto, continua Romano, "rivela la creazione di 22mila nuovi occupati". La Zes unica potrebbe generare fino a 83 miliardi di valore aggiunto. LA ZES UNICA La creazione di una Zes unica, tuttavia, genera dibattito. Lauteta ha spiegato che, al momento, così come non hanno funzionato i rapporti con altre Zes del mondo (per esempio Marocco, Polonia ed Egitto), anche il sistema di regolamentazione centralizzato è considerato da alcune imprese e istituzioni un rischio da gestire. E il sistema centralizzato è proprio quello che si intende con l’istituzione di una cabina di regia unica gestita dalla presidenza del Consiglio. Su questo si è espresso anche Giosy Romano, che ha sottolineato l’importanza del ruolo delle amministrazioni locali nella gestione del territorio. L’istituzione di una Zes unica preoccupa, specialmente sul piano degli effetti che potrebbe avere la sua nuova forma di gestione politica. Per Amedeo Teti, coordinatore della segreteria tecnica del comitato attrazione investimenti esteri del ministero delle Imprese e del made in Italy la Zes unica funzionerà perché, ormai, sull’esempio delle esperienze regionali, le imprese hanno capito bene il funzionamento e le opportunità delle Zone economiche speciali. Ecco il testo del ddl di conversione (C. 1416-A) del Decreto Sud n. 124 del 19.09.2023 recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione. Ricordiamo che per Zona economica speciale (ZES) si intende una zona delimitata del territorio dello Stato nella quale l'esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attivita' di sviluppo d'impresa. Tra le novità si prevede l'istituzione di un portale web della ZES unica che fornirà  tutte le informazioni sui benefici riconosciuti alle imprese nella ZES unica e garantirà l’accessibilità allo sportello unico digitale, S.U.D ZES. Le imprese che intendono avviare attività economiche, ovvero insediare attività industriali, produttive e logistiche all’interno della ZES unica, dovranno presentare, allo  sportello unico digitale, S.U.D ZES, l’istanza, allegando la documentazione e gli eventuali elaborati progettuali previsti dalle normative di settore, per consentire alle amministrazioni competenti la compiuta istruttoria tecnico-amministrativa, finalizzata al rilascio di tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, concerti, nulla osta e assensi comunque denominati, necessari alla realizzazione e all’esercizio del medesimo progetto. Credito d’imposta per investimenti nella Zes Unica per il 2024 Per l'anno 2024 e fino al 2026, alle imprese che effettuano l'acquisizione dei beni strumentali, destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise, ammissibili alla deroga prevista dall'articolo 107, paragrafo 3, lettera a), del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, e nelle zone assistite della regione Abruzzo, ammissibili alla deroga prevista dall'articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, come individuate dalla Carta degli aiuti a finalita' regionale 2022-2027, viene concesso un contributo, sotto forma di credito d'imposta, nella misura massima consentita dalla medesima Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 e nel limite massimo di spesa definito. Sono agevolabili gli investimenti, facenti parte di un progetto di investimento iniziale come definito all’articolo 2, punti 49, 50 e 51, del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, relativi: all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio,  nonché all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti. Il valore dei terreni e degli immobili non può superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato.  Portale web della ZES unica Al fine di favorire una immediata e semplice conoscibilità della ZES unica e dei benefici connessi, è istituito il portale web della ZES unica. Sportello Unico Digitale ZES – S.U.D. ZES Dal 1° gennaio 2024 viene istituito lo Sportello Unico Digitale ZES (S.U.D. ZES) per le attività produttive nella ZES unica per il Mezzogiorno, nella Struttura di missione per le ZES presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con funzioni di sportello unico per le attività produttive (SUAP) per i procedimenti di autorizzazione unica per l’avvio di attività economiche o l’insediamento di attività industriali, produttive e logistiche all’interno della ZES Unica.

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