Detrazioni ed incentivi fiscali desunti dalla nuova finanziaria e dalle recenti manovre del governo, a sostegno delle newco, delle imprese patrimonializzate, dei giovani e dei disoccupati o in mobilità.
Detrazione spese sportive ragazzi 2025: regole, limiti e istruzioni per il 730

Nel 2025, le famiglie italiane potranno continuare a beneficiare di un’importante agevolazione fiscale: la detrazione IRPEF per le spese sportive sostenute per i figli. Un’opportunità non solo per promuovere uno stile di vita sano tra i più giovani, ma anche per alleggerire il peso economico delle attività sportive. Tra palestre, corsi di nuoto, karate, calcio e ginnastica, le spese annuali possono incidere notevolmente sul bilancio familiare. Fortunatamente, la normativa fiscale consente di recuperare parte di questi costi attraverso una detrazione del 19% su un massimo di 210 euro per figlio.
Sommario
Ma attenzione: non tutte le spese sono detraibili, e le regole per il 2025 presentano alcune novità e chiarimenti fondamentali che è importante conoscere per evitare errori nella dichiarazione dei redditi.
In questo articolo approfondiremo quali spese sono ammesse, come documentarle correttamente, i limiti previsti per età e importi, e soprattutto vedremo quali accorgimenti adottare per non perdere questa opportunità di risparmio fiscale.
Spese sportive ragazzi 2025
Nel 2025, per le spese sostenute nel corso del 2024, sarà possibile beneficiare di una detrazione IRPEF del 19% nei modelli 730 o Redditi PF, relativa ai costi sostenuti per l’attività sportiva praticata da ragazzi di età compresa tra i 5 e i 18 anni. La detrazione riguarda le spese per corsi, abbonamenti e iscrizioni svolti in associazioni sportive dilettantistiche, palestre, piscine e impianti sportivi, purché regolarmente riconosciuti.
Il limite massimo di spesa detraibile è pari a 210 euro per ciascun figlio, il che significa un risparmio fiscale potenziale massimo di 39,90 euro (ossia il 19% di 210 euro) per ragazzo. L’importo può essere ripartito tra entrambi i genitori, a condizione che abbiano entrambi sostenuto parte della spesa e che la quota di ciascuno sia chiaramente indicata nei documenti fiscali.
La normativa prevede inoltre un meccanismo di progressiva riduzione della detrazione in base al reddito complessivo familiare. La detrazione spetta per intero a chi ha un reddito fino a 120.000 euro annui. Oltre questa soglia, l’agevolazione si riduce gradualmente fino a azzerarsi al raggiungimento dei 240.000 euro di reddito complessivo. È importante ricordare che nel calcolo del reddito si includono anche i redditi soggetti a cedolare secca, come quelli derivanti da locazione di immobili abitativi.
Questo significa che chi ha redditi elevati dovrà valutare con attenzione la convenienza della detrazione, mentre per la maggior parte delle famiglie italiane rappresenta ancora un’occasione concreta per risparmiare legalmente sulle tasse sostenendo lo sport giovanile.
Strutture idonee alla detrazione
Un aspetto fondamentale per accedere alla detrazione del 19% è che l’attività sportiva sia svolta in una struttura riconosciuta e conforme ai requisiti di legge. Infatti, non tutte le palestre o associazioni che offrono corsi sportivi danno diritto alla detrazione.
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che possono essere portate in detrazione solo le spese sostenute presso:
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Associazioni e società sportive dilettantistiche, come definite dall’art. 90, commi 17 e seguenti della Legge 27 dicembre 2002, n. 289, che riportino nella denominazione l’esplicita finalità sportiva e la natura dilettantistica;
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Palestre, piscine e impianti sportivi (anche polisportivi), purché destinati all’esercizio di attività sportiva non professionistica, agonistica e non agonistica;
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Impianti gestiti da soggetti giuridici anche diversi dalle ASD/SSD, come enti pubblici, società o imprese individuali.
La normativa di riferimento è il Decreto Ministeriale del 28 marzo 2007, che ha fissato le modalità attuative della detrazione, specificando che le strutture devono essere comunque organizzate e destinate alla pratica sportiva dilettantistica.
Attenzione però agli esclusi: non si possono detrarre le spese sostenute presso enti o associazioni che non hanno finalità sportive dilettantistiche, né sono riconosciuti dal CONI o dalle Federazioni di riferimento.
Escluse anche:
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Le associazioni culturali che organizzano corsi motori non in palestre certificate;
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Le società di capitali regolate dalla legge sullo sport professionistico (Legge 91/1981).
Dunque, per non perdere la detrazione, è fondamentale verificare lo status giuridico della struttura e conservarne documentazione conforme.
Documentazione
Per usufruire in modo corretto della detrazione IRPEF del 19% sulle spese sportive dei figli, è indispensabile conservare una documentazione fiscale idonea, da esibire in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Le spese, infatti, vanno tracciate e documentate in modo preciso, pena la perdita del beneficio fiscale.
La ricevuta di pagamento o fattura rilasciata dalla struttura deve contenere i seguenti elementi essenziali:
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Denominazione della struttura (con riferimento al tipo di ente: ASD, SSD, palestra, impianto sportivo ecc.);
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Codice fiscale del soggetto che ha emesso il documento;
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Cognome e nome del ragazzo che ha svolto l’attività sportiva;
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Importo pagato e data del versamento;
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Indicazione del tipo di attività sportiva praticata;
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Dicitura che conferma che la struttura è destinata alla pratica sportiva dilettantistica, in linea con quanto previsto dalla normativa.
Inoltre, è obbligatorio che il pagamento della spesa avvenga con strumenti tracciabili (bancomat, carta di credito, bonifico, ecc.). I pagamenti in contanti non danno diritto alla detrazione, come stabilito a partire dal 2020 per tutte le detrazioni fiscali “ordinarie”.
Consiglio pratico: quando si iscrive il proprio figlio a un corso sportivo, è buona norma richiedere esplicitamente la ricevuta completa di tutti gli elementi richiesti dalla normativa, per evitare problemi futuri. In caso di dubbi, è utile chiedere alla struttura di fornire un modello conforme alle indicazioni dell’Agenzia delle Entrate.
Quando spetta la detrazione
Uno degli aspetti fondamentali per accedere alla detrazione fiscale del 19% sulle spese sportive è il requisito anagrafico del ragazzo beneficiario, che deve avere un’età compresa tra i 5 e i 18 anni. Tuttavia, questo limite non deve essere inteso in modo rigido giorno per giorno, ma viene valutato sull’intero periodo d’imposta (cioè l’intero anno fiscale).
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che la detrazione spetta anche se l’età compresa tra i 5 e i 18 anni si verifica solo per una parte dell’anno. In altre parole, è possibile detrarre le spese sportive sostenute:
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Durante l’anno in cui il bambino compie 5 anni, anche se la spesa è sostenuta prima del compleanno;
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Durante l’anno in cui il ragazzo compie 18 anni, anche se l’importo è pagato dopo il compimento della maggiore età.
Questo significa, ad esempio, che per un bambino nato nel dicembre 2019, le spese sportive sostenute già da gennaio 2024 possono essere interamente detratte nel 730/2025, anche se il compimento del quinto anno avviene solo alla fine dell’anno. Lo stesso vale per un ragazzo che compie 18 anni a febbraio 2024: anche le spese sostenute a novembre rientrano tra quelle ammesse.
Questo approccio interpretativo consente ai genitori di usufruire pienamente del beneficio fiscale per tutto l’anno in cui ricorre l’età minima o massima prevista, evitando complicazioni burocratiche e favorendo una maggiore inclusività della misura.
Limite massimo di spesa
Nel 2025, la detrazione per le spese sportive sostenute nel 2024 potrà essere applicata su un massimale di 210 euro per ciascun ragazzo, ma con alcune precisazioni fondamentali. Questo limite rappresenta la soglia massima su cui calcolare la detrazione del 19%, e non l’importo effettivamente recuperabile. Il beneficio massimo ottenibile, quindi, è pari a 39,90 euro per ogni figlio.
Il limite dei 210 euro si applica in due diverse casistiche:
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Per ciascun figlio fiscalmente a carico, anche se la spesa è stata sostenuta da entrambi i genitori: in questo caso il tetto complessivo è comunque 210 euro per figlio e può essere ripartito in base alle quote pagate;
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Per il contribuente stesso, se minorenne emancipato o percettore di redditi non soggetti a usufrutto legale da parte dei genitori. Questo vale, ad esempio, nei rari casi in cui un minore abbia redditi propri o gestisca autonomamente determinate entrate.
Nel calcolo del limite devono essere incluse anche le spese sportive comunicate dal datore di lavoro tramite la Certificazione Unica (CU 2025), nei punti da 341 a 352 con codice 16. In altre parole, eventuali rimborsi o importi erogati nell’ambito di fringe benefit e welfare aziendale per attività sportive dei figli fanno cumulo con il limite di 210 euro, riducendo di fatto lo spazio disponibile per ulteriori detrazioni da parte dei genitori.
È quindi importante che il contribuente verifichi se e quante spese sportive siano già state indicate nella CU, così da evitare il rischio di superare i limiti e incorrere in errori nella dichiarazione.
Come indicare le spese sportive
Una volta verificati i requisiti e raccolta la documentazione necessaria, il passo successivo per ottenere il beneficio fiscale è compilare correttamente la dichiarazione dei redditi. La spesa sostenuta per l’attività sportiva dei figli deve essere riportata nei modelli fiscali 2025 relativi all’anno d’imposta 2024, nel rispetto del limite di 210 euro per ciascun ragazzo.
A seconda del modello utilizzato, la detrazione va indicata in:
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Righi E8-E10 del modello 730/2025, utilizzando il codice 16;
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Righi RP8-RP13 del modello Redditi Persone Fisiche 2025, sempre con codice 16.
Se il contribuente ha sostenuto spese per più figli, è necessario compilare un rigo distinto per ciascun ragazzo, indicando ogni volta il codice 16 e riportando l’importo relativo solo a quel figlio. In questo modo, si permette all’Agenzia delle Entrate di verificare facilmente il rispetto del limite individuale di 210 euro per ragazzo e l’eventuale ripartizione tra i genitori.
Questa modalità di compilazione è fondamentale per evitare errori che potrebbero comportare il disconoscimento della detrazione o l’attivazione di controlli fiscali. Inoltre, nel caso in cui la spesa sia stata rimborsata dal datore di lavoro e risulti nella Certificazione Unica (CU), è necessario detrarre tale importo dal valore riportato nei righi del 730 o Redditi PF.
Un’attenzione particolare in fase di dichiarazione consente di massimizzare il risparmio fiscale senza rischiare sanzioni, garantendo il corretto utilizzo del beneficio previsto dalla legge.
Esempi pratici
Per comprendere meglio il funzionamento della detrazione IRPEF del 19% sulle spese sportive dei ragazzi, è utile vedere alcuni esempi pratici, considerando situazioni comuni a molte famiglie italiane. Questo aiuta a valutare correttamente l’effettivo risparmio fiscale e a evitare errori in fase di dichiarazione.
Esempio 1: Spesa per un solo figlio
Mario ha un figlio di 10 anni iscritto a un corso di nuoto. Nel 2024 ha sostenuto una spesa totale di 180 euro, pagata con bonifico. Non ha superato i 120.000 euro di reddito annuo.
In questo caso, può detrarre il 19% di 180 euro, pari a 34,20 euro.
Esempio 2: Spesa per due figli e ripartizione tra genitori
Luca e Chiara hanno due figli, di 8 e 15 anni, che praticano rispettivamente ginnastica artistica e calcio. Hanno speso 210 euro per ciascun figlio, per un totale di 420 euro, divisi equamente tra i due genitori (210 euro ciascuno).
Ognuno di loro può detrarre il 19% della quota pagata, ossia 39,90 euro ciascuno. Il totale del beneficio fiscale per la famiglia è di 79,80 euro.
Esempio 3: Figlio che compie 5 o 18 anni nel 2024
Lucia ha un figlio che compirà 5 anni a dicembre 2024. Durante l’anno ha pagato 200 euro per corsi di ginnastica.
Anche se il bambino compie 5 anni a fine anno, la detrazione spetta per tutto il periodo d’imposta, quindi può detrarre il 19% di 200 euro, pari a 38 euro.
Esempio 4: CU con importo già incluso
Francesco ha un reddito da lavoro dipendente e ha ricevuto dalla sua azienda un rimborso welfare di 150 euro per le attività sportive dei figli, indicato nella CU (codice 16). Ha comunque sostenuto 210 euro per il secondo figlio.
Dovrà sottrarre i 150 euro rimborsati e potrà indicare solo 60 euro come spesa detraibile. La detrazione sarà quindi 11,40 euro (19% di 60 euro).
Questi esempi mostrano come, pur trattandosi di un’agevolazione modesta in valore assoluto, la corretta gestione e documentazione delle spese sportive permetta comunque un recupero fiscale utile e legittimo.
Altri bonus per le famiglie
La detrazione del 19% sulle spese sportive dei figli non è l’unico strumento a disposizione delle famiglie italiane per alleggerire il carico fiscale legato alla crescita dei figli. Esistono infatti altre agevolazioni cumulative, a patto che si rispettino i requisiti specifici di ciascuna misura e si eviti il doppio utilizzo della stessa spesa.
Bonus figli a carico
Il primo beneficio da tenere in considerazione è la detrazione per figli a carico, prevista dall’art. 12 del TUIR. Questa detrazione si applica indipendentemente dalle spese sportive e si calcola in base al reddito complessivo e al numero dei figli. È importante ricordare che le spese sportive sono un’agevolazione aggiuntiva, non sostitutiva.
Assegno unico e universale
Dal 2022, l’assegno unico universale ha sostituito molte delle precedenti detrazioni e bonus legati ai figli. Tuttavia, non ha alcuna incidenza sulla detrazione delle spese sportive, che resta pienamente valida anche per chi percepisce l’assegno unico. I due benefici possono coesistere senza limitazioni, poiché si riferiscono a ambiti diversi (trasferimenti diretti vs detrazioni fiscali).
Altre spese detraibili per i figli
Oltre a quelle per lo sport, i genitori possono detrarre anche:
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Spese scolastiche (fino a 800 euro annui per figlio);
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Spese mediche e sanitarie (per visite, farmaci, dispositivi);
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Spese per abbonamenti ai mezzi pubblici;
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Spese universitarie (anche per corsi di laurea all’estero).
In tutti questi casi, è fondamentale non duplicare l’indicazione della stessa spesa in più sezioni della dichiarazione e conservare le ricevute separate e complete.
In sintesi, le spese sportive rappresentano una delle tante voci di spesa detraibili collegate ai figli. Un approccio integrato e consapevole alla dichiarazione dei redditi permette di massimizzare i benefici fiscali complessivi e ottenere un risparmio concreto e legalmente valido.
Conclusioni
La detrazione del 19% per le spese sportive sostenute per i ragazzi tra i 5 e i 18 anni si conferma anche per l’anno d’imposta 2024 come un’agevolazione fiscale utile, seppur contenuta nei limiti di spesa. Pur trattandosi di un beneficio economicamente limitato, è importante conoscerne le regole, per evitare errori e poter usufruire correttamente di quanto previsto dalla normativa.
L’Agenzia delle Entrate ha fornito indicazioni puntuali su quali strutture sono ammesse, quali documenti è necessario conservare, quali modalità di pagamento sono accettate e dove inserire correttamente l’importo nella dichiarazione dei redditi. Inoltre, la possibilità di detrarre la spesa anche nell’anno in cui il ragazzo compie 5 o 18 anni amplia l’efficacia della misura.
Rispettare le condizioni richieste e prestare attenzione a ogni passaggio – dalla documentazione alla compilazione dei modelli fiscali – permette di utilizzare in modo corretto questa opportunità prevista dalla legge, contribuendo a sostenere l’attività sportiva giovanile anche da un punto di vista fiscale.
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