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giovedì 30 Ottobre 2025

Il nuovo CCNL del diporto commerciale 2025-2029: tutte le novità per marittimi e armatori

Il 2025 segna una tappa storica per il settore del diporto commerciale italiano: è stato firmato il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) dedicato ai marittimi impegnati su unità da diporto a fini commerciali. Dopo anni di attese e dibattiti, questo accordo – siglato tra le principali associazioni datoriali (Federagenti, Assarmatori, Confitarma) e le sigle sindacali (Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti) – introduce importanti novità sul fronte dei diritti, delle tutele e della valorizzazione delle professionalità a bordo.

Il nuovo CCNL, valido fino al 2027, punta a sanare un vuoto normativo che per anni ha reso incerta la posizione lavorativa di comandanti, ufficiali, marinai, cuochi e tutto il personale imbarcato su yacht e imbarcazioni commerciali. Una conquista che mette finalmente ordine in un settore da sempre dinamico, ma spesso poco regolamentato dal punto di vista contrattuale.

Perché questo cambiamento è così importante? Perché il diporto commerciale è un comparto in costante crescita, che rappresenta una fetta significativa del PIL turistico italiano e impiega migliaia di professionisti altamente qualificati. L’adeguamento normativo non è solo un passo avanti per i diritti dei lavoratori, ma anche un volano per la competitività internazionale delle imprese italiane del settore.

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio cosa prevede il nuovo CCNL, quali sono i cambiamenti più rilevanti per i marittimi e perché questa riforma può diventare un esempio virtuoso anche per altri settori della blue economy.

Nuovo CCNL del Diporto Commerciale

Il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il diporto commerciale, firmato ufficialmente il 15 maggio 2025 e valido fino al 31 dicembre 2029, segna un’importante svolta nell’evoluzione giuridica di un settore che, dal 2005 a oggi, ha progressivamente definito una propria identità normativa autonoma rispetto al tradizionale diritto marittimo.

A fare da spartiacque è stato il Decreto Ministeriale 121/2005, che ha introdotto titoli professionali specifici per chi opera nel diporto commerciale e charter. Da quel momento in poi, il comparto ha iniziato a differenziarsi anche dal punto di vista contrattuale, ponendo le basi per una regolamentazione più adatta alle peculiarità operative delle unità da diporto impiegate per fini economici. Il nuovo CCNL, che aggiorna e supera la versione del 2007, è frutto di un ampio confronto tra rappresentanze sindacali e datoriali e riflette le reali esigenze di flessibilità, tutela e valorizzazione professionale dei marittimi del settore.

Pur non essendo una norma statale, il CCNL ha valore giuridico pieno tra le parti firmatarie – ovvero gli armatori e i lavoratori iscritti alle sigle sindacali aderenti – rappresentando uno strumento vincolante nella regolazione dei rapporti di lavoro. Con un totale di 54 articoli, il contratto disciplina aspetti fondamentali come l’inquadramento professionale, la retribuzione, l’orario di lavoro, le ferie, la malattia, la sicurezza a bordo, la formazione continua e il trattamento di fine rapporto.

Questo nuovo impianto normativo non solo valorizza le professionalità esistenti, ma introduce anche figure nuove e necessarie – come lo “Skipper di II classe”, ora pienamente riconosciuto e abilitato per l’impiego su unità commerciali, colmando un vuoto normativo di lunga data.

Ambito di applicazione

Il nuovo CCNL del diporto commerciale stabilisce con chiarezza il proprio ambito di applicazione, includendo tutto il personale marittimo impiegato su unità da diporto a uso commerciale e charter, a prescindere dalla lunghezza dell’imbarcazione e dalla bandiera, purché l’attività rientri nella definizione di “diporto commerciale” secondo la normativa italiana.

Una delle innovazioni più rilevanti è il riconoscimento ufficiale della figura dello “Skipper di II classe”, un ruolo professionale intermedio che fino a oggi era spesso utilizzato in modo informale o regolato solo da documenti di bordo. Grazie all’inserimento nel contratto, questa figura ottiene piena abilitazione professionale e riconoscimento contrattuale, rendendo più chiaro il percorso di carriera per chi vuole operare nel settore con responsabilità tecniche e gestionali a bordo.

Per quanto riguarda le tipologie contrattuali, il nuovo CCNL offre una gamma flessibile di opzioni, pensate per adattarsi alla stagionalità e alla natura variabile dell’attività nautica. Sono previste tre forme principali di rapporto di lavoro:

  • Contratto a tempo determinato, ideale per le stagioni turistiche o periodi definiti di operatività.

  • Contratto a tempo indeterminato, per figure chiave e marittimi impiegati continuativamente.

  • Contratto a viaggio, applicabile a missioni specifiche fino a un massimo di 12 mesi, una forma molto utilizzata nei charter internazionali.

Questa articolazione consente agli armatori di pianificare meglio le risorse in base alle esigenze operative, mentre i lavoratori possono contare su riferimenti normativi chiari per la propria tutela contrattuale, evitando le ambiguità che spesso hanno caratterizzato i rapporti di lavoro nel settore.

Nuovo CCNL Diporto Commerciale 2025-2029 - Commercialista.it

Le innovazioni chiave

Uno degli elementi più rivoluzionari del nuovo CCNL del diporto commerciale è l’introduzione della “paga mensile unificata”, che sostituisce il vecchio sistema a più voci. In pratica, le indennità precedentemente separate (come quelle per la navigazione, per la mensa, per la reperibilità o le condizioni climatiche) vengono ora accorpate in un’unica voce retributiva, rendendo più trasparente e semplice la lettura del cedolino e garantendo maggiore certezza del reddito per i lavoratori. Questo sistema valorizza anche l’esperienza e le responsabilità, con fasce retributive graduate in base all’inquadramento.

Un’altra grande novità riguarda il riconoscimento del lavoro svolto a terra, finora spesso ignorato a livello contrattuale. Preparazione dell’imbarcazione, manutenzione stagionale, allestimento e operazioni preliminari all’imbarco: tutte queste attività sono ora espressamente considerate parte del rapporto di lavoro, quindi retribuite secondo i parametri contrattuali. Questo riconoscimento rappresenta un importante passo avanti verso la tutela complessiva del marittimo, che finora si vedeva retribuito solo per le ore di navigazione.

Infine, il nuovo CCNL disciplina in modo moderno anche le comunicazioni tra armatore e marittimo: email, PEC e strumenti digitali ufficiali sono riconosciuti come canali validi per la trasmissione di contratti, ordini di imbarco, disdette o modifiche del rapporto di lavoro. Un cambiamento che rispecchia l’evoluzione tecnologica e semplifica la gestione amministrativa, soprattutto nelle fasi di pre-ingaggio o cambio equipaggio.

Struttura contrattuale

Il nuovo CCNL del diporto commerciale si articola in 54 articoli, organizzati in modo da coprire tutte le fasi del rapporto di lavoro marittimo, dalla stipula del contratto fino alla cessazione dell’attività. La struttura rispecchia un approccio moderno, orientato non solo alla regolazione dei doveri e delle responsabilità, ma anche alla tutela integrale della persona che lavora a bordo.

Tra i temi centrali troviamo innanzitutto l’inquadramento professionale, che stabilisce livelli e qualifiche in funzione dei titoli posseduti (come quelli previsti dal DM 121/2005), dell’esperienza e del ruolo a bordo. Ogni figura – comandante, ufficiale, motorista, cuoco, marinaio, steward, tecnico di coperta – è collocata in una griglia retributiva chiara, con importi minimi garantiti aggiornati secondo criteri di equità e progressione professionale.

Ampio spazio è dedicato alla regolamentazione dell’orario di lavoro, delle ferie, dei permessi retribuiti, del trattamento in caso di malattia e infortunio, e soprattutto alla sicurezza sul lavoro a bordo, in linea con le normative internazionali SOLAS e MLC (Maritime Labour Convention). Non manca la definizione di protocolli per la formazione obbligatoria e l’aggiornamento periodico del personale, elementi considerati fondamentali per garantire la qualità e la sicurezza delle operazioni di bordo.

Infine, viene regolato il trattamento di fine rapporto (TFR), con modalità di calcolo conformi a quanto previsto dalla normativa italiana e la possibilità di anticipazioni in casi particolari. La presenza di norme dedicate alla rappresentanza sindacale a bordo rafforza il dialogo tra equipaggio e armatore, in un’ottica di partecipazione e tutela collettiva.

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Vantaggi pratici

L’adozione del nuovo CCNL nel settore del diporto commerciale non rappresenta solo un aggiornamento formale della contrattualistica: si traduce in vantaggi operativi tangibili per armatori e marittimi. Da una parte, le imprese possono contare su uno strumento giuridico aggiornato che consente di programmare meglio le risorse umane, gestire i costi del personale in maniera più prevedibile e minimizzare il rischio di contenziosi. Dall’altra, i lavoratori ottengono una maggiore tutela dei propri diritti e una cornice normativa certa, indispensabile in un contesto professionale spesso soggetto a mobilità, stagionalità e internazionalizzazione.

Uno degli aspetti più rilevanti è la possibilità per gli armatori di scegliere con flessibilità tra tre modalità contrattuali (determinato, indeterminato, a viaggio), potendo così adattare la forza lavoro al tipo di attività – stagionale, continuativa o missione breve – senza incorrere in ambiguità o zone grigie. Questo si traduce anche in un beneficio economico e fiscale, soprattutto per chi gestisce flotte charter di lusso o attività turistiche ad alta rotazione, dove la pianificazione del personale è fondamentale per la sostenibilità del business.

Per i marittimi, invece, la paga unificata e il riconoscimento del lavoro a terra si riflettono in un aumento di equità e trasparenza salariale, con impatti positivi anche sul trattamento pensionistico e sulla possibilità di accesso al credito. Inoltre, la tracciabilità digitale delle comunicazioni lavorative tutela il personale da sorprese o pratiche scorrette, rendendo più professionale l’intero rapporto contrattuale.

Competitività internazionale 

Uno degli aspetti meno evidenti ma di fondamentale importanza del nuovo CCNL del diporto commerciale è il suo allineamento progressivo agli standard europei e internazionali, un elemento chiave per rafforzare la posizione dell’Italia nel mercato globale del charter di lusso e del diporto professionale. Fino a pochi anni fa, l’assenza di un contratto specifico e strutturato rendeva il nostro comparto meno attrattivo per equipaggi internazionali e investitori stranieri, che spesso preferivano operare sotto bandiere con regolamentazioni più chiare e flessibili.

Con l’introduzione di una normativa organica, aggiornata e coerente con i principali riferimenti del diritto del lavoro marittimo (come la Maritime Labour Convention – MLC 2006), l’Italia compie un passo decisivo verso la standardizzazione delle condizioni operative. Questo favorisce non solo la mobilità professionale del personale marittimo italiano in ambito UE, ma rende più semplice per le aziende assumere lavoratori qualificati da altri Paesi, applicando criteri comuni e condivisi.

Inoltre, la riconoscibilità del contratto a livello contrattuale europeo offre agli armatori italiani un importante vantaggio competitivo, specialmente nei porti mediterranei dove si confrontano con operatori francesi, spagnoli, croati e maltesi. L’uniformità delle regole facilita le ispezioni internazionali, semplifica l’accesso a fondi europei legati alla blue economy e offre maggiore stabilità alle flotte battenti bandiera italiana.

In un settore che si gioca la leadership su qualità, affidabilità e professionalità, il nuovo CCNL rappresenta anche un elemento reputazionale, utile per attrarre clientela alto-spendente e per valorizzare il made in Italy anche nel settore del mare.

Formazione e carriera

Uno degli obiettivi centrali del nuovo CCNL del diporto commerciale è quello di strutturare percorsi di carriera trasparenti e meritocratici per tutti i marittimi, promuovendo nel contempo una formazione continua che garantisca competenze aggiornate, sicurezza e qualità del servizio. A tal fine, il contratto stabilisce obblighi precisi sia per gli armatori sia per i lavoratori in merito alla partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.

Ogni figura professionale, dall’ufficiale di coperta allo steward, è tenuta ad aggiornare periodicamente le proprie abilitazioni secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e dalle direttive internazionali (come la STCW – Standards of Training, Certification and Watchkeeping for Seafarers). Il CCNL incoraggia inoltre la partecipazione a corsi specifici sul primo soccorso, antincendio, sicurezza alimentare, gestione del cliente a bordo, e persino soft skills come la comunicazione interculturale, sempre più richieste nel charter di lusso.

Il contratto valorizza questi percorsi di crescita prevedendo anche avanzamenti di livello e premi economici legati all’esperienza e alla qualifica acquisita, un elemento che incentiva la stabilizzazione del personale e combatte la rotazione eccessiva degli equipaggi. Questo approccio premia la professionalizzazione del settore, offrendo ai giovani marittimi italiani una reale prospettiva di carriera, strutturata e riconosciuta.

Infine, la possibilità di accumulare anzianità anche durante i periodi di lavoro a terra o formazione è un ulteriore elemento di equità e inclusione, che rafforza il legame tra marittimo e impresa e consente una gestione più flessibile delle risorse nel lungo periodo.

Aspetti fiscali e contributivi

Uno dei vantaggi indiretti – ma tutt’altro che secondari – del nuovo CCNL del diporto commerciale riguarda la migliore definizione fiscale e contributiva dei rapporti di lavoro marittimo. In passato, l’assenza di una cornice contrattuale specifica generava frequenti incertezze sulla corretta applicazione delle aliquote previdenziali, sui diritti pensionistici e sull’accesso agli ammortizzatori sociali per i marittimi imbarcati su unità da diporto commerciale.

Con il nuovo contratto, che stabilisce in modo preciso inquadramenti, modalità di assunzione e retribuzione, è oggi possibile applicare in maniera più ordinata le disposizioni INPS e INAIL dedicate al lavoro marittimo, riducendo i rischi di contenzioso e le interpretazioni discordanti degli enti di controllo. Inoltre, il riconoscimento ufficiale del lavoro a terra come parte integrante del rapporto marittimo consente ai lavoratori di accreditare contributi anche in fasi precedentemente non considerate – come la preparazione dell’imbarcazione, le fasi di manutenzione o l’addestramento.

Dal punto di vista fiscale, il CCNL si inserisce perfettamente all’interno del sistema di detassazione del reddito dei marittimi, disciplinato dall’art. 4 del DL 457/1997, che prevede agevolazioni IRPEF per i redditi da lavoro dipendente percepiti da personale imbarcato su navi battenti bandiera italiana e impiegate in traffico internazionale. Questa agevolazione può essere estesa, in certi casi, anche al diporto commerciale, offrendo vantaggi fiscali concreti sia ai marittimi che agli armatori, purché vengano rispettate determinate condizioni (bandiera, tipo di rotta, registri internazionali, ecc.).

Infine, l’adozione di contratti chiari e tracciabili digitalmente consente una più facile certificazione dei periodi di lavoro utile per l’ottenimento della pensione marittima, dell’indennità di disoccupazione NASpI e dell’eventuale riconoscimento di periodi di navigazione all’estero. Un importante passo avanti verso una maggiore tutela previdenziale, soprattutto in un settore dove la carriera si costruisce spesso per missioni e non su base continuativa.

Conclusione

Il nuovo CCNL del diporto commerciale 2025-2029 rappresenta una vera e propria rivoluzione normativa per un settore che per anni ha operato con strumenti giuridici parziali e spesso inadeguati. Grazie a un lavoro condiviso tra parti datoriali e sindacali, oggi comandanti, ufficiali, marinai, tecnici di coperta, cuochi e tutte le altre figure professionali del comparto possono finalmente contare su regole chiare, moderne e orientate alla tutela del lavoro.

I punti di forza del contratto sono molteplici: la paga mensile unificata, il riconoscimento del lavoro a terra, l’introduzione di nuove figure professionali, la digitalizzazione delle comunicazioni tra armatore e marittimo, l’articolazione flessibile dei contratti e soprattutto una struttura organica di 54 articoli che regolano ogni aspetto del rapporto di lavoro, dalla formazione alla sicurezza, fino al trattamento di fine rapporto.

Dal punto di vista fiscale e contributivo, il CCNL contribuisce a colmare vuoti normativi, rende più semplice la gestione del personale imbarcato, consente una corretta applicazione delle agevolazioni previste per il lavoro marittimo e rafforza la tutela previdenziale dei lavoratori, soprattutto nei percorsi di carriera discontinui ma altamente specializzati.

In un mercato sempre più competitivo e globalizzato, questo strumento rappresenta non solo un vantaggio per i lavoratori, ma anche una leva strategica per le imprese del settore nautico, che possono finalmente contare su una cornice di riferimento stabile e condivisa. Il diporto commerciale italiano, ora più che mai, può ambire a diventare modello di eccellenza europea, grazie a regole certe, professionisti qualificati e una visione a lungo termine.

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