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giovedì 30 Ottobre 2025

Il controllo di gestione next gen: il nuovo ruolo del controller come leva strategica per la crescita aziendale

Nel contesto economico in rapida trasformazione, il controllo di gestione sta attraversando una vera e propria rivoluzione. Oggi non è più soltanto un insieme di strumenti contabili e di rendicontazione: si trasforma in un sistema dinamico e predittivo, in grado di generare valore strategico per l’impresa. È questo il concetto di “Controllo di Gestione Next Gen”, una nuova generazione di controllo orientata non solo all’efficienza ma alla crescita sostenibile, alla competitività e al supporto decisionale tempestivo.

La figura del professionista del controllo di gestione cambia volto: non più un mero “contabile dei costi”, ma un vero e proprio business partner, capace di leggere i numeri in chiave evolutiva, anticipare scenari e proporre soluzioni. Il focus si sposta sull’analisi predittiva, sull’integrazione di dati economici e non economici, sull’uso di strumenti digitali evoluti e su una visione sistemica dell’impresa. Tutto questo rappresenta una svolta cruciale, soprattutto per le PMI italiane, spesso prive di strutture interne avanzate ma fortemente bisognose di un controllo consapevole.

Nel presente articolo, esploreremo come il controllo di gestione stia cambiando pelle, quali sono gli strumenti e le competenze richieste al professionista del futuro, e soprattutto come trasformarlo in una leva strategica per migliorare i risultati e risparmiare in modo intelligente. Un approfondimento indispensabile per imprenditori, CFO, consulenti aziendali e commercialisti che vogliono restare competitivi in un mercato in continuo mutamento.

Nuovo controllo di gestione

Il “Controllo di Gestione Next Gen” non nasce semplicemente da un aggiornamento tecnologico, ma da un vero cambio di paradigma culturale. Oggi, le imprese non si accontentano più di una mera lettura retrospettiva dei numeri: vogliono professionisti capaci di anticipare, interpretare e guidare. È una trasformazione profonda che coinvolge ogni aspetto della figura del controller, il quale si allontana sempre più dalla figura del “contabile dei costi” per diventare un partner strategico per il management aziendale.

Il nuovo controller non si limita a misurare scostamenti da budget o analizzare consuntivi: partecipa attivamente alla definizione delle scelte future, offrendo visioni predittive e soluzioni concrete. In un contesto caratterizzato da mercati instabili, supply chain in evoluzione e un’accelerazione tecnologica senza precedenti, le vecchie logiche basate su report statici risultano obsolete. Serve un approccio dinamico, reattivo e integrato con gli obiettivi dell’organizzazione.

Questo cambiamento culturale rappresenta una sfida importante, ma anche una grande opportunità per le imprese e per i professionisti della consulenza. Chi saprà evolversi nel mindset potrà diventare una figura chiave nei processi decisionali, capace di unire visione economica e comprensione strategica. È il momento, dunque, di passare da un controllo “per il controllo” a un controllo “per generare valore”.

Tecnologia e intelligenza predittiva

La rivoluzione del controllo di gestione passa anche  attraverso la tecnologia. Ma attenzione: non è la tecnologia a fare il professionista, bensì il modo in cui viene utilizzata. Le soluzioni digitali come Power BI, Self BI, Intelligenza Artificiale e Automazione dei processi stanno trasformando radicalmente il modo in cui si analizzano i dati e si prendono decisioni aziendali. Strumenti che un tempo erano appannaggio esclusivo delle grandi corporate sono oggi alla portata anche delle PMI, offrendo dashboard intuitive, dati aggiornati in tempo reale e capacità di analisi predittiva mai viste prima.

Con queste tecnologie, il controller può ottenere una visione completa e immediata delle performance aziendali: vendite, costi, flussi finanziari, produttività, marginalità per prodotto o cliente. Tuttavia, il vero valore non sta nel dato in sé, ma nell’interpretazione.

Il controller Next Gen è chiamato a trasformare questi strumenti in leve strategiche, capaci di generare consapevolezza e guidare il cambiamento. Come affermano molti esperti del settore: “La tecnologia ci fornisce i mezzi. Sta al professionista trasformarli in valore.”

L’automazione, inoltre, libera tempo da attività ripetitive e a basso valore aggiunto, permettendo al controller di concentrarsi su analisi avanzate e consulenza interna. Si passa da un approccio reattivo a uno proattivo: il controllo non fotografa più il passato, ma anticipa il futuro.

Controllo di Gestione Next Gen - Commercialista.it

Nuovo ecosistema aziendale

Nel modello “Next Gen”, il controllo di gestione abbandona definitivamente la logica di compartimento stagno. Non è più una funzione a sé stante, relegata all’ambito contabile-finanziario, ma un elemento centrale di un ecosistema aziendale integrato. In questo nuovo contesto, il controller agisce come un facilitatore di decisioni, un ponte tra numeri e strategia, un interprete capace di dialogare in modo fluido con tutti i reparti aziendali: dalla produzione al marketing, dalle vendite all’IT.

La sua funzione evolve in chiave trasversale: supporta la governance, alimenta la trasformazione digitale, partecipa alla gestione del rischio, contribuisce alla sostenibilità economica e ambientale dell’impresa. È un cambiamento radicale che impone una revisione delle competenze: al tradizionale know-how contabile si affiancano oggi competenze analitiche, digitali, relazionali e manageriali.

Il controller moderno deve comprendere le dinamiche operative, dialogare con i responsabili di funzione, conoscere i processi aziendali nel dettaglio e saper proporre soluzioni pratiche. Non basta sapere “cosa” dicono i numeri: occorre capire “perché” e, soprattutto, “cosa fare dopo”. In questo scenario, il controllo di gestione diventa uno strumento vivo, operativo e strategico, al servizio della competitività aziendale.

Questa evoluzione apre nuove strade anche per i professionisti esterni che possono offrire servizi avanzati di performance management, business intelligence e supporto strategico. Il valore aggiunto sta nella capacità di affiancare l’imprenditore in modo continuo, con una visione ampia e una lettura intelligente dei dati.

Motore di valore e innovazione

Nel contesto del “Controllo di Gestione Next Gen”, cambia profondamente anche la finalità stessa del controllo. Non si tratta più solo di ridurre costi o evitare sprechi, ma di generare valore. Il controllo diventa un mezzo per scoprire nuove opportunità di crescita, ottimizzare i processi decisionali e sostenere l’innovazione aziendale. È una visione proattiva, orientata al futuro, che supera la mera funzione di vigilanza.

Il controller è oggi chiamato a individuare aree di sviluppo – mercati potenziali, linee di prodotto redditizie, segmenti di clientela profittevoli – e a guidare l’impresa in scelte operative e strategiche consapevoli. L’analisi dei costi diventa uno strumento per innovare i modelli di business, ridefinire le priorità e orientare gli investimenti. Il controllo di gestione si fonde così con la pianificazione strategica, l’analisi del rischio, il project management e la trasformazione digitale.

In questa nuova visione, ogni dato può diventare un’opportunità di miglioramento. Il controller contribuisce a rendere l’impresa più agile, resiliente e orientata ai risultati. I numeri non servono più solo a “fotografare” ciò che è stato, ma a raccontare dove si sta andando e cosa si può migliorare lungo il percorso.

Questa impostazione cambia anche il modo in cui si misurano le performance: non solo indicatori economici, ma anche KPI legati alla qualità, alla sostenibilità, alla customer satisfaction e all’innovazione. Il controllo, così reinterpretato, diventa un driver di cambiamento a 360 gradi, con impatti positivi e tangibili su ogni area dell’impresa.

Nuova frontiera per il commercialista

La trasformazione del controllo di gestione apre scenari inediti anche per i dottori commercialisti, che oggi possono (e devono) ripensare il proprio ruolo alla luce delle nuove esigenze delle imprese. In un contesto dove la consulenza fiscale e contabile è sempre più automatizzata e digitalizzata, la vera differenza la fa la capacità di creare valore attraverso l’interpretazione dei dati e il supporto strategico. È un’opportunità concreta per evolvere da professionisti della compliance a veri partner dell’impresa, capaci di incidere sulle decisioni aziendali e sul futuro dell’attività.

Il know-how tecnico-contabile resta fondamentale, ma non è più sufficiente. Il commercialista che vuole posizionarsi come riferimento per l’imprenditore deve ampliare le proprie competenze verso ambiti come: controllo di gestione, business intelligence, performance management, analisi dei dati, sostenibilità e gestione del rischio. Il tutto accompagnato da una maggiore capacità relazionale e visione sistemica dell’impresa.

Molte delle competenze richieste dal “Controller Next Gen” sono già nel DNA del commercialista: conoscenza approfondita dei bilanci, esperienza nei rapporti con le PMI, visione d’insieme sui flussi economico-finanziari. Serve solo un cambio di prospettiva e l’integrazione di strumenti digitali avanzati. È il momento giusto per cogliere questa occasione e posizionarsi come alleati strategici del management, offrendo servizi a più alto valore aggiunto e più aderenti alle nuove esigenze del mercato.

Come spesso accade nei momenti di cambiamento, chi saprà adattarsi e anticipare i bisogni sarà il vero protagonista della trasformazione. Il “Controllo di Gestione Next Gen” non è una minaccia per il professionista tradizionale: è una straordinaria opportunità di rilancio e crescita.

Controllo di Gestione Next Gen - Commercialista.it

Approccio multidisciplinare

Il nuovo volto del controllo di gestione richiede una figura professionale capace di unire competenze tecniche, digitali, analitiche e relazionali. Per essere davvero efficace nel suo ruolo strategico, il controller “Next Gen” deve investire costantemente in formazione continua e aggiornamento professionale. La padronanza dei numeri non basta più: oggi serve una solida alfabetizzazione digitale, capacità di lavorare con strumenti di data visualizzazioni, linguaggi di programmazione leggeri (come DAX o SQL), e una buona conoscenza delle logiche di business intelligence.

Accanto a queste competenze tecniche, il controller moderno deve sviluppare un approccio multidisciplinare: comprendere i modelli organizzativi, conoscere le dinamiche di marketing, analizzare i processi operativi e padroneggiare i concetti base della gestione del cambiamento. La versatilità diventa una qualità imprescindibile, perché il controller è sempre più chiamato a operare come interlocutore tra funzioni diverse, traducendo dati e report in linguaggio operativo comprensibile per ogni area aziendale.

Anche le soft skills assumono un peso crescente: capacità di comunicazione, orientamento al risultato, problem solving e leadership collaborativa. L’obiettivo non è solo analizzare, ma anche influenzare positivamente le decisioni, partecipare attivamente alla pianificazione aziendale e promuovere un uso intelligente delle informazioni. Le imprese cercano controller che sappiano guidare, non solo “misurare”.

In questo scenario, il controller si trasforma in un professionista completo e aggiornato, capace di muoversi tra numeri, persone e strategie con agilità e consapevolezza. Una figura cruciale per costruire aziende più intelligenti, reattive e orientate al futuro.

Esempi Pratici

Per comprendere il reale impatto del controllo di gestione evoluto, è utile osservare alcuni esempi pratici di applicazione nelle imprese italiane. Prendiamo il caso di una PMI manifatturiera che produce componenti meccanici per il settore automotive. Attraverso l’introduzione di un sistema di dashboard integrate con Power BI, il controller ha potuto monitorare in tempo reale le marginalità per linea di prodotto, identificando quelle con margine negativo. L’intervento tempestivo ha permesso di rinegoziare prezzi con i fornitori, ottimizzare i cicli produttivi e dismettere alcune linee non redditizie, con un impatto positivo del +12% sull’EBITDA in sei mesi.

In un’altra azienda, operante nel settore della distribuzione alimentare, l’uso di strumenti di Self BI ha permesso ai responsabili di filiale di consultare dati aggiornati su vendite, resi e costi operativi, senza dover attendere report centralizzati. Questo ha favorito una cultura del controllo diffusa, migliorando l’efficienza operativa e la responsabilizzazione delle risorse.

Un terzo esempio riguarda una startup tecnologica in rapida crescita: grazie all’adozione di un modello di forecasting predittivo alimentato da algoritmi di machine Learning, è stato possibile prevedere il fabbisogno di cassa con tre mesi di anticipo, evitando situazioni di stress finanziario e migliorando il rapporto con gli investitori.

Questi casi dimostrano che il controllo di gestione Next Gen non è teoria, ma uno strumento concreto e potente, capace di agire direttamente sulla redditività, sulla pianificazione e sulla qualità delle decisioni. Non importa il settore o la dimensione aziendale: ciò che conta è avere un approccio consapevole e orientato al futuro.

Conclusioni

Il “Controllo di Gestione Next Gen” non è una moda passeggera né un’opzione riservata alle grandi aziende: è una necessità strategica, soprattutto per chi vuole affrontare le sfide del mercato con lucidità, reattività e visione. La trasformazione è già in corso e coinvolge non solo strumenti e tecnologie, ma soprattutto il ruolo e la mentalità dei professionisti.

Le imprese che sapranno adottare questo nuovo approccio avranno un vantaggio competitivo concreto: decisioni più rapide e informate, processi più efficienti, maggiore redditività e sostenibilità nel tempo. Il controller, da figura di back office, diventa protagonista nella costruzione del futuro aziendale, un vero e proprio facilitatore del cambiamento.

Anche i commercialisti e i consulenti aziendali sono chiamati a cogliere questa opportunità, uscendo dalla logica della sola compliance per posizionarsi come partner strategici, capaci di affiancare le imprese non solo nella rendicontazione, ma nella crescita. Il futuro è fatto di dati, ma soprattutto di interpretazione e visione. E in questo, la competenza umana resta insostituibile.

Per le PMI italiane, adottare il Controllo di Gestione Next Gen significa evolvere senza stravolgersi, potenziare ciò che già esiste con strumenti moderni e mentalità aperta. Non servono investimenti mastodontici: serve iniziare, con metodo, concretezza e obiettivi chiari. Il primo passo? Comprendere che il controllo non è più un costo, ma un investimento sulla competitività.

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