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martedì 15 Luglio 2025

Fondo incentivi nautica 2025: domande prorogate al 15 luglio per contributi fino a 10.000€

Il Fondo per gli incentivi alla nautica da diporto sostenibile è una misura economica strategica pensata per promuovere la transizione ecologica nel settore nautico. L’iniziativa, che offre contributi a fondo perduto fino al 50% delle spese sostenute (per un massimo di 10.000 euro), è rivolta a chi desidera sostituire motori a combustione con propulsori elettrici su imbarcazioni da diporto.

Grazie al Decreto Direttoriale 11 marzo 2025, il termine per presentare domanda è stato ufficialmente prorogato al 15 luglio 2025. Questo concede più tempo a privati e imprese per preparare la documentazione, ottenere i preventivi e accedere all’agevolazione in modo corretto.

In questo articolo vedremo chi può accedere al fondo, quali spese sono coperte, come presentare domanda e quali sono i vantaggi fiscali e ambientali di scegliere oggi la nautica sostenibile.

Beneficiari ammessi

Il Fondo per gli incentivi alla nautica da diporto è rivolto a una platea ampia ma ben definita di soggetti.

Possono beneficiare delle agevolazioni sia persone fisiche che imprese, a patto che siano proprietari di unità da diporto utilizzate nei seguenti ambiti:

  • Navigazione da diporto a scopo sportivo o ricreativo, senza fine di lucro, come previsto dall’art. 1, comma 2 del Codice della nautica da diporto;

  • Finalità commerciali, secondo l’art. 2, comma 1 dello stesso Codice;

  • Nautica sociale, ai sensi dell’art. 2-bis, comma 1.

Per quanto riguarda le persone fisiche, queste devono:

  • Essere residenti in Italia;

  • Godere pienamente dei diritti civili;

  • Non trovarsi in condizioni che impediscano la fruizione di contributi pubblici.

Le imprese, invece, devono:

  • Essere attive, iscritte al Registro delle imprese e pienamente operative;

  • Essere in regola con eventuali rimborsi di aiuti già ricevuti in passato;

  • Non essere soggette a cause di esclusione previste dalla normativa.

Sono escluse le imprese:

  • Che operano nei settori della pesca e dell’acquacoltura (in base al codice ATECO comunicato all’Agenzia delle Entrate);

  • Destinatarie di sanzioni interdittive (D.lgs. 231/2001);

  • Soggette a disposizioni antimafia (D.lgs. 159/2011);

  • In stato di liquidazione o in procedure concorsuali;

  • Che non rispettano ulteriori condizioni previste dalla legge;

  • Con rappresentanti legali condannati per reati che escludono dalla partecipazione a bandi pubblici.

Questo paragrafo è fondamentale per evitare errori nella presentazione della domanda: verifica con attenzione i requisiti prima di procedere.

Spese ammissibili

Uno degli aspetti più interessanti del Fondo per la nautica da diporto sostenibile riguarda le spese effettivamente ammissibili al contributo. Il finanziamento è destinato a coprire, in tutto o in parte, i costi sostenuti per sostituire i vecchi motori termici alimentati da carburanti fossili con motori elettrici a basso impatto ambientale. È importante sottolineare che la sostituzione deve avvenire con contestuale rottamazione del motore endotermico, al fine di garantire una reale riduzione delle emissioni.

Sono coperte anche le spese per l’acquisto di pacchi batterie utili al funzionamento del nuovo motore elettrico e per la loro installazione a bordo dell’unità da diporto. Tuttavia, per poter beneficiare dell’agevolazione, devono essere rispettate alcune specifiche tecniche.

I motori elettrici finanziabili devono avere:

  • Una potenza minima di 0,5 kW e massima di 12 kW;

  • Destinazione alla propulsione di unità di tipo fuoribordo (FB), entrobordo (EB), entrofuoribordo (EFB) o “POD”;

  • Conformità al D.lgs. 11 gennaio 2016, n. 5 (ove applicabile);

  • Rispondenza a specifici standard tecnici:

    • UNI EN 16315 per i motori elettrici di propulsione;

    • ISO/TS 23625:2021 per le batterie al litio;

    • Regolamento (UE) 2023/1542 per tutte le batterie, anche non al litio.

Questo significa che non è sufficiente acquistare un motore elettrico qualsiasi, ma solo quelli che rispettano pienamente le normative europee e italiane in materia di sicurezza, sostenibilità e riciclabilità.

Importi del contributo

Il contributo previsto dal Fondo per la nautica da diporto sostenibile è concesso in forma di agevolazione a fondo perduto, e può coprire fino al 50% delle spese ammissibili, nel rispetto di specifici massimali. L’importo dell’aiuto dipende dalla tipologia di motore elettrico acquistato e dalla categoria del richiedente (persona fisica o impresa).

I tetti di contributo per singolo motore sono i seguenti:

  • €2.000,00 per motori elettrici fuoribordo (FB) con batteria integrata;

  • €10.000,00 per:

    • motori fuoribordo con batteria esterna;

    • motori entrobordo (EB), entrofuoribordo (EFB) o di tipo POD, sempre con batteria esterna.

In termini di massimali complessivi:

  • Le persone fisiche possono presentare una sola domanda per l’acquisto fino a due motori, con un contributo massimo di €8.000,00;

  • Le imprese, invece, possono richiedere il contributo per l’acquisto di più motori, fino a un massimo di €50.000,00.

Per le imprese, il contributo viene erogato in base al regolamento de minimis e può essere cumulato con altri aiuti pubblici, purché nel rispetto dei limiti stabiliti dalla normativa europea sugli aiuti di Stato.

Questa struttura a soglie differenziate consente sia ai privati che alle imprese di pianificare in modo efficace il passaggio alla propulsione elettrica, ottimizzando il beneficio economico.

Fondo Incentivi Nautica 2025 - Commercialista.it

Come presentare la domanda

Per accedere al contributo previsto dal Fondo per la nautica da diporto sostenibile, è necessario presentare un’apposita istanza esclusivamente online, attraverso la piattaforma informatica messa a disposizione sul sito istituzionale di Invitalia.

La nuova scadenza per l’invio delle domande è fissata alle ore 12:00 del 15 luglio 2025 (inizialmente era l’8 maggio, poi il 10 giugno).

L’istanza va presentata esclusivamente in via telematica, tramite la piattaforma disponibile sul sito istituzionale di Invitalia, che gestisce l’operazione per conto del Ministero. L’accesso è possibile solo tramite SPID, Carta Nazionale dei Servizi (CNS) o Carta d’Identità Elettronica (CIE).

Documentazione da allegare:

  • Dati anagrafici del richiedente;

  • Estremi della licenza di navigazione (per unità registrate all’ATCN) o DCI con indicazione della matricola del motore da rottamare;

  • Preventivo di spesa dettagliato, relativo all’acquisto e all’installazione del nuovo motore elettrico e dell’eventuale batteria;

  • Importo del contributo richiesto;

  • PEC attiva per tutte le comunicazioni ufficiali.

Le domande devono essere redatte in lingua italiana e sono considerate irricevibili se inviate tramite altri canali o oltre il termine indicato.

È possibile delegare la compilazione della domanda a un terzo soggetto, tramite delega scritta conforme al DPR 445/2000. Alla fine della procedura di invio, il sistema rilascia un Codice Unico di Progetto (CUP) che deve essere riportato su ogni giustificativo di spesa legato all’investimento, secondo quanto previsto dall’art. 11 della Legge n. 3/2003.

Vantaggi

Sostituire il motore endotermico della propria imbarcazione con un propulsore elettrico non è solo una scelta incentivata economicamente, ma rappresenta un vero investimento sul futuro, sia dal punto di vista fiscale che ambientale. Infatti, l’iniziativa del Ministero non si limita a sostenere l’acquisto del nuovo motore, ma favorisce anche l’efficientamento energetico, la valorizzazione del mezzo nautico e il suo mantenimento competitivo sul mercato.

Risparmio fiscale e agevolazioni cumulabili

Per le imprese, l’agevolazione rientra nel regime “de minimis” e può essere cumulata con altri aiuti di Stato, nei limiti previsti dalla normativa europea. Questo significa che l’intervento pubblico può essere integrato da ulteriori incentivi regionali o europei, massimizzando così il risparmio. Inoltre, l’acquisto di un motore elettrico e delle relative batterie può rientrare tra le spese deducibili per finalità di aggiornamento tecnologico e ambientale del parco mezzi, se documentato correttamente.

Impatto ambientale: meno emissioni, più valore

Dal punto di vista ambientale, la sostituzione di motori inquinanti con soluzioni elettriche contribuisce a ridurre drasticamente le emissioni di CO₂ e di sostanze nocive, con un impatto diretto sulla salvaguardia di mari, laghi e fiumi. Un’imbarcazione elettrica è anche più silenziosa, più efficiente, e ha costi di manutenzione e rifornimento significativamente inferiori nel lungo periodo. Questo si traduce in un valore aggiunto anche in ottica di rivendita dell’imbarcazione stessa.

Errori da evitare

Nonostante le agevolazioni siano estremamente vantaggiose, l’accesso al fondo non è automatico: occorre rispettare rigorosamente le modalità di presentazione e la documentazione richiesta. Ogni imprecisione o mancanza può comportare l’irricevibilità o l’esclusione dalla procedura. Per questo motivo, è fondamentale conoscere gli errori più comuni e come evitarli.

I principali rischi da evitare:

  1. Invio oltre il termine stabilito: Nessuna tolleranza oltre le ore 12.00 del 15 luglio 2025: anche un invio tardivo di pochi minuti comporta l’irricevibilità automatica della domanda.

  2. Utilizzo di canali non ufficiali: l’istanza deve essere inviata solo attraverso la piattaforma dedicata, accessibile tramite SPID, CNS o CIE.

  3. Mancanza di preventivo dettagliato: il contributo è calcolato sulla base del preventivo allegato, che deve specificare tutti i costi ammissibili (motore, batterie, installazione).

  4. Documentazione incompleta: attenzione a non dimenticare la matricola del motore da rottamare, la PEC attiva o i dati anagrafici corretti.

  5. Dichiarazioni non veritiere: ogni dichiarazione resa deve essere conforme al DPR 445/2000. Dati falsi o non verificabili comportano l’esclusione e, nei casi più gravi, sanzioni penali.

  6. Assenza del CUP sui giustificativi di spesa: il Codice Unico di Progetto, rilasciato al momento dell’invio della domanda, deve essere riportato su tutte le fatture.

Rivolgiti a un professionista abilitato, come un commercialista esperto in bandi pubblici, per assicurarti che la pratica venga redatta in modo completo, conforme e nei tempi previsti. Spesso, l’errore più costoso è proprio quello di voler fare tutto da soli.

Fondo Incentivi Nautica 2025 - Commercialista.it

Nautica sostenibile

Il fondo per la nautica da diporto non è solo un’iniziativa isolata, ma si inserisce in un trend strutturale e globale: l’elettrificazione dei mezzi di trasporto acquatici. In tutta Europa si moltiplicano le normative che incentivano l’utilizzo di motori a basse emissioni e che limitano progressivamente l’uso di propulsori a combustione interna, soprattutto in zone protette o ad alto valore ambientale.

In Italia, il patrimonio naturale costiero e lacustre rappresenta un ecosistema prezioso, e sempre più amministrazioni locali stanno valutando misure restrittive all’accesso nelle acque interne per imbarcazioni inquinanti. Passare oggi a un motore elettrico non significa solo ottenere un contributo economico, ma anticipare normative future e mantenere la possibilità di navigare liberamente anche in contesti regolamentati.

Inoltre, l’offerta tecnologica nel settore sta evolvendo rapidamente: motori sempre più potenti, batterie a lunga durata, sistemi di ricarica integrata da banchina o pannelli solari. Tutto questo rende la nautica elettrica una soluzione concreta e non più solo sperimentale.

Domande frequenti (FAQ)

Chi può presentare domanda per il fondo?
Possono presentarla sia persone fisiche che imprese, a patto che siano proprietari di imbarcazioni da diporto e rispettino i requisiti previsti dal decreto.

Quanti motori posso acquistare con il contributo?
Le persone fisiche possono acquistare fino a 2 motori per un contributo massimo di 8.000 euro. Le imprese possono ottenere fino a 50.000 euro per più motori.

Il motore da rottamare deve essere funzionante?
Non è richiesto che il motore endotermico sia funzionante, ma deve essere identificabile tramite la matricola e consegnato per la rottamazione.

Posso sostituire il motore da solo?
Sì, ma le spese devono essere documentate e il preventivo deve includere anche l’installazione. Il motore e le batterie devono rispettare le specifiche tecniche previste.

Se invio la domanda in ritardo cosa succede?
La domanda è automaticamente esclusa. Il termine ultimo è il 15 luglio 2025 alle ore 12.00. Domande inviate oltre questo orario non saranno considerate valide.

Conclusioni

La proroga del termine al 15 luglio 2025 offre un’occasione ulteriore, ma limitata nel tempo, per accedere a un contributo che unisce incentivo economico e valore ambientale. Il Fondo per la nautica da diporto sostenibile non è solo una misura di sostegno, ma un strumento di politica ambientale attiva, pensato per accompagnare la transizione ecologica del settore nautico italiano.

Che si tratti di una piccola imbarcazione per uso privato o di una flotta aziendale, sostituire oggi un vecchio motore endotermico con un sistema elettrico significa investire nel futuro: riduzione dei consumi, minore manutenzione, accesso a nuove aree di navigazione e maggiore conformità con le normative ambientali emergenti.

La procedura telematica centralizzata, sebbene rigorosa, consente di presentare domanda in modo rapido ed efficiente, purché si rispettino tutti i requisiti previsti. È essenziale non attendere l’ultimo momento per evitare problematiche tecniche o errori documentali che potrebbero compromettere l’accesso al contributo.

In un contesto in cui la sostenibilità è una priorità anche nella nautica da diporto, questo fondo rappresenta una risposta concreta alle esigenze di rinnovamento del parco motori nazionale. L’invito è quindi chiaro: informarsi, verificare i requisiti e agire entro il 15 luglio 2025.

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