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sabato 5 Luglio 2025

Decreto Fiscale 2025: tutte le novità su redditi, IVA, proroghe e risparmio fiscale per imprese, autonomi e forfettari

Dal 18 giugno 2025 è ufficialmente entrato in vigore il nuovo Decreto Fiscale, che porta con sé una serie di aggiornamenti rilevanti per imprese, lavoratori autonomi, contribuenti in regime forfettario e soggetti ISA. Il provvedimento rappresenta una tappa importante nel percorso di modernizzazione e semplificazione fiscale del nostro Paese, andando a chiarire, riformare e in parte alleggerire diversi aspetti controversi della normativa vigente.

Tra le principali novità introdotte, spiccano i chiarimenti sulla determinazione del reddito d’impresa e di lavoro autonomo, un aggiornamento importante sulle spese di viaggio, interventi significativi sull’IVA e, soprattutto, una proroga strategica dei versamenti per i contribuenti ISA e i forfettari. Questi interventi mirano a offrire maggiore certezza interpretativa e liquidità alle categorie economiche più attive, con ricadute dirette su pianificazione fiscale, adempimenti contabili e scelte operative.

Se sei un imprenditore, un libero professionista, un fiscalista o semplicemente un contribuente attento, questo articolo ti guiderà con un linguaggio chiaro ma tecnico attraverso tutte le novità normative, con riferimenti puntuali a leggi e chiarimenti ufficiali. Analizzeremo vantaggi, criticità e opportunità di risparmio fiscale legate a ciascun intervento.

Reddito di lavoro autonomo

Il nuovo Decreto Fiscale in vigore dal 18 giugno 2025 introduce importanti chiarimenti in merito alla determinazione del reddito di lavoro autonomo, con l’obiettivo di semplificare e rendere più trasparente la gestione fiscale di professionisti e lavoratori autonomi. Una delle novità più significative riguarda la deducibilità delle spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute all’estero, che viene ora ammessa anche se tali spese sono effettuate tramite mezzi di pagamento non tracciabili. Si tratta di un’apertura importante per i professionisti che operano in contesti internazionali, dove spesso non è possibile utilizzare strumenti tracciabili come carte o bonifici.

Diverso invece il trattamento delle spese di rappresentanza, che – analogamente a quanto previsto per le imprese – restano deducibili solo se effettuate con mezzi tracciabili, a prescindere dal fatto che siano sostenute in Italia o all’estero. Questa distinzione mira a rafforzare il contrasto all’evasione senza penalizzare le reali esigenze operative dei professionisti.

Un’altra novità riguarda due chiarimenti fondamentali per la dichiarazione dei redditi 2024:

  • le plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso di partecipazioni in associazioni e società che svolgono attività artistiche o professionali, comprese le STP (Società tra Professionisti), non concorrono al reddito di lavoro autonomo, ma rientrano tra i redditi diversi;

  • gli interessi e proventi finanziari percepiti nell’esercizio di attività professionali non sono più qualificati come reddito di lavoro autonomo, ma come redditi di capitale.

Queste modifiche favoriscono una maggiore coerenza sistematica e chiarezza interpretativa, con effetti diretti su dichiarazione dei redditi, pianificazione fiscale e gestione contabile.

Reddito d’impresa

Con l’entrata in vigore del Decreto Fiscale il 18 giugno 2025, arrivano anche importanti novità nella determinazione del reddito d’impresa, con interventi mirati alla semplificazione e al miglioramento della competitività del sistema fiscale italiano. Uno dei punti chiave riguarda il riporto delle perdite, con l’introduzione di criteri più chiari e meno restrittivi nel calcolo, a vantaggio soprattutto delle imprese che operano in settori ciclici o soggetti a forti oscillazioni di redditività. Questo intervento punta a garantire un trattamento più equo e coerente nei confronti di chi investe e rischia sul medio-lungo termine.

Un’altra misura rilevante riguarda la maggiore deduzione del costo del lavoro, collegata al principio “chi più assume, meno paga”. In particolare, viene eliminato il vincolo del collegamento societario, ovvero il riferimento alle società collegate, semplificando così l’accesso all’agevolazione anche per realtà imprenditoriali più complesse o distribuite su diversi veicoli giuridici. Questo favorisce la creazione di nuovi posti di lavoro e stimola la crescita occupazionale.

Infine, il decreto interviene anche sul regime delle società estere controllate (CFC), introducendo chiarimenti sia in relazione alla Global Minimum Tax (Pillar 2) – l’imposta minima nazionale che assicura un livello minimo di tassazione alle multinazionali – sia nell’ambito del regime opzionale per il calcolo della CFC introdotto dalla recente riforma fiscale. Queste precisazioni sono cruciali per le imprese italiane con strutture internazionali, che potranno ora pianificare con maggiore certezza la tassazione sui redditi esteri.

Decreto Fiscale 2025: tutte le novità - Commercialista.it

IVA e Terzo Settore

Il Decreto Fiscale approvato il 18 giugno 2025 interviene anche sul fronte dell’IVA, con modifiche che impatteranno direttamente operatori economici pubblici, privati e soggetti del Terzo Settore. In particolare, dal 1° luglio 2025 non sarà più applicabile il meccanismo dello split payment alle operazioni effettuate con le società quotate sul FTSE-MIB, a causa della scadenza dell’autorizzazione rilasciata dall’Unione Europea.

Si tratta di un’uscita significativa da un regime speciale introdotto per contrastare l’evasione, che comporterà un ritorno al sistema ordinario di versamento dell’IVA per questi soggetti.

In parallelo, il decreto estende lo split payment anche al settore della logistica, includendo espressamente le operazioni relative al trasporto, con l’obiettivo di rafforzare i controlli in un ambito considerato ad alto rischio di evasione. Questa misura coinvolgerà un numero ampio di operatori, richiedendo adeguamenti procedurali e contabili da parte delle imprese coinvolte.

Sul fronte del Terzo Settore, si segnala una novità di rilievo in ottica europea: in seguito alla comfort letter notificata dalla Direzione generale della Concorrenza (COMP) della Commissione UE, viene confermato che le agevolazioni fiscali per enti del Terzo Settore e imprese sociali non costituiscono aiuti di Stato selettivi.

Questo chiarimento consente l’eliminazione del riferimento all’autorizzazione preventiva della Commissione e rende pienamente operativo il nuovo regime fiscale agevolato a partire dal 1° gennaio 2026, garantendo finalmente certezza giuridica e stabilità normativa per un comparto cruciale del welfare italiano.

Proroga dei versamenti

Tra le misure più operative e concrete introdotte dal Decreto Fiscale in vigore dal 18 giugno 2025, spicca la proroga dei termini di versamento delle imposte per i contribuenti soggetti agli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA) e per quelli che adottano il regime forfettario. Si tratta di una misura particolarmente attesa, che mira a dare respiro ai piccoli imprenditori, liberi professionisti e autonomi in un momento dell’anno in cui si concentra la maggior parte degli adempimenti fiscali.

Nello specifico, il decreto stabilisce che i versamenti relativi alle imposte in scadenza ordinariamente il 30 giugno 2025 (come IRPEF, IRES, IRAP e IVA dovute a saldo 2024 e in acconto per il 2025) potranno essere effettuati entro il 31 luglio 2025, senza applicazione di sanzioni o interessi. La proroga riguarda anche i soggetti che, pur non applicando direttamente gli ISA, si trovano in condizioni assimilabili (come soci di società di persone o di capitali trasparenti che applicano gli ISA).

L’intervento è motivato dalla necessità di allineare i termini ai nuovi software di calcolo degli ISA, nonché di tenere conto dell’elevato numero di aggiornamenti normativi introdotti nel primo semestre dell’anno. Per i contribuenti forfettari, invece, la proroga rappresenta una forma di semplificazione e flessibilità, coerente con lo spirito del regime agevolato.

Questa dilazione potrà essere sfruttata anche da chi decide di effettuare il pagamento a rate, nel rispetto delle scadenze mensili successive, senza perdere i benefici della rateizzazione. Una misura che, se ben utilizzata, può migliorare la gestione della liquidità aziendale e personale.

Come risparmiare sulle tasse

Le misure introdotte dal Decreto Fiscale 2025 non si limitano a semplificazioni tecniche o proroghe: rappresentano, se correttamente interpretate e applicate, vere opportunità di risparmio fiscale per professionisti e imprese. Il nuovo assetto normativo consente infatti una pianificazione più flessibile e mirata delle imposte, agendo su più leve strategiche.

Ad esempio, la deducibilità estesa delle spese di viaggio all’estero anche se pagate in contanti (cioè con mezzi non tracciabili), può consentire un’ottimizzazione dei costi per i professionisti che lavorano frequentemente fuori dai confini nazionali. Questa apertura rappresenta un vantaggio concreto, purché supportato da una documentazione adeguata e veritiera.

In ambito aziendale, la maggiore deduzione per chi assume, senza più l’ostacolo del vincolo tra società collegate, è una misura che premia le imprese dinamiche e in espansione, permettendo un abbattimento del reddito imponibile a fronte di politiche attive di crescita occupazionale. In un contesto di alto costo del lavoro, questa leva può fare la differenza anche in termini di cash flow.

Infine, la proroga dei versamenti per soggetti ISA e forfettari può essere utilizzata per ottimizzare la tesoreria, posticipare uscite di cassa rilevanti e, in molti casi, scegliere una rateizzazione più sostenibile. È un’occasione per rivedere la propria strategia di gestione fiscale, anche alla luce delle continue modifiche introdotte dalla riforma tributaria.

Chi saprà cogliere queste opportunità, con l’assistenza di un consulente preparato, potrà ridurre la pressione fiscale nel rispetto della legge, evitando sanzioni e migliorando il proprio equilibrio economico-finanziario.

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Split payment e logistica

Tra le novità più tecniche ma rilevanti contenute nel Decreto Fiscale 2025 c’è l’estensione del meccanismo dello split payment al settore dei trasporti e della logistica, una misura che entrerà in vigore a partire dal 1° luglio 2025. Si tratta di un cambiamento con impatti immediati per moltissime imprese fornitrici della Pubblica Amministrazione o di società a partecipazione pubblica.

Lo split payment, come noto, è un regime in cui l’IVA indicata in fattura non viene incassata dal fornitore, ma versata direttamente dal cliente all’Erario. Questo sistema, concepito per contrastare l’evasione dell’IVA, finora si applicava a una serie di settori e soggetti specifici, ma con il nuovo decreto il suo raggio d’azione si estende espressamente anche alle prestazioni legate al trasporto e alla logistica.

Il coinvolgimento di questo settore implica nuove responsabilità contabili per le imprese coinvolte, che dovranno adeguare i propri software e flussi operativi. Inoltre, i fornitori potranno soffrire un peggioramento temporaneo della liquidità, non potendo più contare sull’incasso dell’IVA da parte del cliente. È quindi essenziale rivedere il cash flow planning e, se necessario, accedere a forme di finanziamento o anticipo fatture per compensare eventuali squilibri.

Per evitare errori o contestazioni, sarà fondamentale identificare con precisione i soggetti coinvolti e le prestazioni rientranti nello split, aggiornare tempestivamente i contratti in essere e formare il personale amministrativo. La compliance sarà la chiave per trasformare questa novità da rischio in opportunità, rafforzando la trasparenza dei rapporti con la PA.

Società estere controllate (CFC)

Il Decreto Fiscale del 18 giugno 2025 interviene in modo puntuale anche sul regime delle società estere controllate (CFC), recependo e chiarendo le implicazioni della riforma fiscale in corso e del nuovo standard globale sulla tassazione minima delle multinazionali (Pillar 2). Si tratta di un intervento particolarmente rilevante per i gruppi societari con presenza internazionale, che devono affrontare regole sempre più complesse per evitare doppie imposizioni e contestazioni da parte dell’Amministrazione finanziaria.

In particolare, il decreto specifica le modalità con cui i redditi delle CFC devono essere considerati nell’ambito del calcolo dell’imposta minima nazionale, uno dei pilastri della Global Minimum Tax promossa dall’OCSE e adottata in Europa attraverso la Direttiva UE 2022/2523. Il testo normativo stabilisce criteri di coordinamento tra l’imposta minima e il regime ordinario delle CFC, evitando duplicazioni e garantendo maggiore certezza giuridica.

In parallelo, viene delineato con maggiore chiarezza il regime opzionale introdotto dalla riforma fiscale italiana, che consente alle imprese italiane di applicare un criterio semplificato e preventivo per la determinazione dei redditi da CFC. Questo strumento, se correttamente utilizzato, può diventare un mezzo efficace di pianificazione fiscale internazionale, riducendo il rischio di contestazioni future da parte dell’Agenzia delle Entrate e migliorando la prevedibilità del carico fiscale globale del gruppo.

È fondamentale che le imprese interessate si dotino di una mappatura aggiornata delle proprie partecipazioni estere, analizzino la qualificazione fiscale delle controllate e valutino la convenienza dell’adesione al nuovo regime opzionale, che richiede precisi adempimenti formali ma può portare benefici significativi in termini di compliance e cash flow.

Terzo Settore e imprese sociali

Con il Decreto Fiscale 2025, viene finalmente sbloccata l’applicazione del regime fiscale agevolato per il Terzo Settore e le imprese sociali, la cui entrata in vigore era stata fino a oggi subordinata all’autorizzazione della Commissione europea. Il testo normativo, infatti, recepisce il contenuto di una comfort letter rilasciata dalla Direzione generale della Concorrenza (DG COMP) della Commissione UE, che ha chiarito come le agevolazioni previste non costituiscano aiuti di Stato selettivi.

A partire dal 1° gennaio 2026, quindi, il nuovo assetto fiscale potrà finalmente essere applicato, offrendo un contesto normativo stabile e incentivante per tutte quelle realtà che operano a fini sociali, civici, educativi e culturali. Il regime prevede importanti vantaggi in termini di IRAP, IRES e IVA, tra cui esenzioni o aliquote ridotte per determinate attività istituzionali o di interesse generale, oltre a una serie di semplificazioni contabili e amministrative.

L’eliminazione del vincolo dell’autorizzazione europea rimuove un ostacolo che da anni bloccava l’operatività piena della riforma del Terzo Settore (D.lgs. 117/2017 – Codice del Terzo Settore), creando finalmente una cornice fiscale armonizzata con la normativa civilistica già in vigore. Questo favorisce una maggiore attrattività per gli investitori filantropici e una più ampia adesione da parte di enti che, fino a oggi, avevano rinviato l’iscrizione al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore).

Gli enti interessati avranno quindi tempo fino alla fine del 2025 per adeguare statuti, assetti contabili e modalità operative, così da beneficiare appieno delle nuove regole fiscali a partire dall’anno successivo.

Plusvalenze da partecipazioni in STP

Un chiarimento particolarmente rilevante introdotto dal Decreto Fiscale del 18 giugno 2025 riguarda il trattamento fiscale delle plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni in associazioni e società che esercitano attività artistiche o professionali, incluse le STP – Società tra Professionisti. Fino ad oggi, il trattamento di tali operazioni era incerto, generando interpretazioni non uniformi tra contribuenti, consulenti e amministrazione finanziaria.

Con il nuovo decreto, viene stabilito in modo chiaro che tali plusvalenze non devono essere incluse nel reddito di lavoro autonomo, bensì vanno qualificate come redditi diversi ai sensi dell’art. 67 del TUIR. Questo orientamento ha conseguenze significative sia sul piano della tassazione, sia sugli adempimenti dichiarativi. In primo luogo, permette un inquadramento più favorevole in termini di imposta sostitutiva o aliquota IRPEF applicabile, potenzialmente più bassa rispetto alla tassazione ordinaria dei redditi professionali.

Dal punto di vista operativo, questo chiarimento può rappresentare un’opportunità per i professionisti che stanno valutando operazioni di riorganizzazione, ingresso o uscita da STP, consentendo una pianificazione fiscale più efficiente e coerente. In particolare, la possibilità di trattare la cessione come reddito diverso consente anche di sfruttare eventuali minusvalenze pregresse, compatibilmente con le regole del quadro RT del modello Redditi.

Tale orientamento normativo, coerente con la giurisprudenza di legittimità e con le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, contribuisce a ridurre l’incertezza giuridica e a favorire la mobilità e lo sviluppo delle società professionali, oggi sempre più diffuse anche tra le attività tecniche, mediche e giuridiche.

Conclusioni

Il Decreto Fiscale entrato in vigore il 18 giugno 2025 si configura come un passaggio cruciale nella riforma del sistema tributario italiano, introducendo misure che non si limitano a semplici correzioni tecniche, ma puntano a rendere il Fisco più moderno, equo e prevedibile. Dai chiarimenti sulla determinazione del reddito d’impresa e di lavoro autonomo, alla riorganizzazione del trattamento delle spese e delle plusvalenze, fino alla nuova impostazione per il regime delle CFC e l’estensione dello split payment: ogni intervento ha l’obiettivo di aumentare la trasparenza, semplificare gli adempimenti e offrire nuove leve di risparmio fiscale.

In particolare, le proroghe per forfettari e soggetti ISA, così come la piena operatività del regime fiscale per il Terzo Settore dal 2026, offrono tempo e strumenti per una pianificazione più efficiente, sia in ambito professionale che aziendale. Anche i chiarimenti su redditi diversi e redditi di capitale segnano un importante passo avanti verso una maggiore coerenza sistemica e una riduzione dell’ambiguità interpretativa che ha troppo spesso ostacolato la serenità dei contribuenti.

Per cogliere appieno le opportunità offerte da questo decreto, è fondamentale affidarsi a consulenti esperti, aggiornati e in grado di interpretare le norme non solo sul piano teorico, ma in una prospettiva concreta di ottimizzazione fiscale legale, strategica e sostenibile. Il 2025 sarà un anno chiave per ripensare il proprio assetto fiscale in modo proattivo, anticipando i cambiamenti e sfruttando i vantaggi messi a disposizione dalla nuova normativa.

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