I culurgionis non sono solo un piatto tipico della tradizione sarda: sono una dichiarazione d’amore per la propria terra. Custoditi come un segreto tramandato da generazioni, questi ravioli a forma di spiga racchiudono non solo patate, menta e pecorino, ma anche la storia millenaria di un popolo fiero, legato alla sua identità e al valore della produzione locale. In un’epoca in cui l’omologazione alimentare avanza a ritmo incessante, i culurgionis rappresentano un baluardo della biodiversità culinaria italiana e un simbolo di resistenza culturale.
Sommario
Questo piatto è diventato nel tempo un prodotto di valore riconosciuto a livello nazionale e internazionale, tanto da ottenere la prestigiosa Indicazione Geografica Protetta (IGP), grazie anche al lavoro dell’Associazione Tutela Culurgionis d’Ogliastra IGP, oggi pienamente integrata nella rete dell’Associazione Tutela Sarda. Ma cosa significa produrre e vendere culurgionis oggi? Quali sono le implicazioni fiscali e i vantaggi per le imprese artigianali che li realizzano? E soprattutto, come si può tutelare questo patrimonio, proteggendo i piccoli produttori sardi e incentivando lo sviluppo economico locale?
In questo articolo esploreremo a fondo la storia dei culurgionis, il ruolo delle associazioni di tutela, e affronteremo anche le questioni pratiche legate alla fiscalità e alla normativa IVA di chi decide di farne un’attività imprenditoriale.
La storia dei culurgionis
I culurgionis affondano le loro radici nella cultura contadina dell’Ogliastra, una subregione montuosa della Sardegna orientale, da sempre isolata geograficamente ma ricca di tradizioni autentiche. La prima testimonianza orale dei culurgionis risale al XIX secolo, anche se il gesto di “chiudere” un impasto attorno a un ripieno è presente in molte culture antiche. In Sardegna, tuttavia, i culurgionis hanno assunto significati che vanno ben oltre il semplice cibo: venivano preparati solo in occasioni speciali, come il raccolto del grano o il giorno dei morti, e donati come gesto augurale o di riconciliazione.
Il ripieno – semplice ma intenso – a base di patate, pecorino e menta, rappresenta la sintesi dell’agricoltura e della pastorizia, le due anime produttive dell’isola. Ma è la chiusura a spiga, detta sa spighitta, a rendere i culurgionis immediatamente riconoscibili: una tecnica complessa tramandata da madre in figlia, che simboleggia il raccolto e la prosperità. Ogni comunità ha la propria variante, ogni famiglia la propria “ricetta segreta”.
L’importanza simbolica dei culurgionis ha contribuito a renderli un elemento centrale del patrimonio culturale della Sardegna. Non a caso, nel 2015, l’Unione Europea ha riconosciuto i Culurgionis d’Ogliastra IGP come prodotto tipico da proteggere, tutelare e valorizzare. Questo riconoscimento ha dato il via a una nuova stagione per il prodotto, portandolo dalle tavole familiari al mercato nazionale e internazionale, senza mai perdere la propria autenticità.
Associazioni di tutela
La protezione dei culurgionis non è frutto del caso, ma il risultato di un lungo e appassionato lavoro di tutela svolto da realtà come l’Associazione Tutela Culurgionis d’Ogliastra IGP, oggi parte integrante dell’Associazione Tutela Sarda. Queste organizzazioni svolgono un ruolo strategico nella difesa delle eccellenze enogastronomiche locali, con l’obiettivo di garantire standard qualitativi elevati, evitare imitazioni industriali e promuovere il consumo consapevole di prodotti autentici.
L’ottenimento dell’IGP è stato un passaggio decisivo. Esso impone regole precise: i culurgionis possono essere prodotti solo nei comuni ogliastrini elencati nel disciplinare, con ingredienti selezionati e seguendo metodi tradizionali. Questo non solo preserva la qualità del prodotto, ma crea un vantaggio competitivo per i produttori locali, rafforzando l’economia rurale e incentivando l’imprenditoria artigianale.
L’Associazione Tutela Sarda, attraverso il sito www.tutelasarda.it, promuove attivamente la cultura del rispetto territoriale, offrendo supporto normativo, visibilità mediatica e percorsi di certificazione. L’obiettivo è duplice: valorizzare l’unicità delle produzioni isolane e favorire uno sviluppo economico sostenibile che metta al centro l’identità locale.
Questa sinergia tra tradizione e visione imprenditoriale moderna ha reso i culurgionis non solo un simbolo gastronomico, ma anche un volano di crescita economica, turismo esperienziale e marketing territoriale. Chi acquista culurgionis IGP oggi non compra solo un alimento: investe in una storia, in un paesaggio, in una comunità.
Produzione e vendita dei culurgionis
Per chi decide di avviare un’attività legata alla produzione artigianale dei culurgionis in Sardegna, la questione fiscale gioca un ruolo cruciale. Trattandosi di un prodotto agroalimentare tradizionale, la normativa italiana prevede diverse forme di agevolazione, soprattutto se l’attività è avviata come impresa agricola, agriturismo o laboratorio artigianale.
In primo luogo, chi opera come impresa agricola e coltiva in proprio le materie prime (come patate, grano o erbe aromatiche) può beneficiare del regime forfettario agricolo ex art. 34 del DPR 633/1972, che consente una detrazione forfettaria dell’IVA a credito in base a percentuali stabilite per ciascun prodotto. Questo regime semplifica la contabilità e riduce gli adempimenti fiscali. Inoltre, se l’impresa è costituita sotto forma di cooperativa agricola o azienda familiare, può accedere a ulteriori esenzioni contributive e incentivi regionali.
Per i laboratori artigianali, che acquistano le materie prime e si occupano esclusivamente della trasformazione, è invece applicabile il regime forfettario ordinario se rispettano i limiti di ricavi (attualmente 85.000 € annui). In questo caso, l’imposta sostitutiva è del 15%, ridotta al 5% per le nuove attività nei primi cinque anni. Il codice ATECO consigliato per l’attività è il 10.13.00 (Produzione di paste alimentari, di cuscus e di prodotti farinacei simili).
Infine, la Regione Sardegna e l’Unione Europea offrono bandi e contributi a fondo perduto per chi investe in attività agricole o agroalimentari tradizionali. In particolare, il PSR Sardegna (Piano di Sviluppo Rurale) e fondi europei FESR/FSE supportano l’ammodernamento dei laboratori, l’internazionalizzazione e il marketing territoriale.
L’aliquota IVA dei culurgionis
Uno degli aspetti più rilevanti per i produttori e venditori di culurgionis riguarda l’applicazione dell’IVA, che può variare in base alla modalità di vendita e alla forma giuridica dell’attività. In linea generale, i culurgionis rientrano tra i prodotti alimentari trasformati, e sono classificabili nel nomenclatore doganale TARIC alla voce 1902, relativa alla pasta alimentare, cotta o farcita. Questo consente l’applicazione dell’aliquota IVA agevolata al 4% ai sensi del n. 17) Tabella A, Parte II del DPR 633/1972, per la cessione del prodotto finito non consumato sul posto.
Questa aliquota si applica quando:
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I culurgionis sono venduti in confezione (freschi o surgelati);
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Sono destinati alla vendita diretta al consumatore finale (negozio o e-commerce);
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L’attività non comporta somministrazione di alimenti (ossia, non sono serviti cotti in loco).
Diversamente, se l’attività prevede la preparazione e somministrazione sul posto (ad esempio ristoranti, agriturismi, sagre o locali con cucina), si applica l’aliquota IVA al 10%, come previsto per la ristorazione e la somministrazione di alimenti e bevande. Anche in questo caso, l’articolo di riferimento è sempre il DPR 633/1972, Tabella A, Parte III.
Infine, per i soggetti in regime forfettario, l’IVA non si applica nelle vendite, ma è sostituita da un’imposta unica sul reddito (15% o 5% per nuove attività). Tuttavia, ciò comporta l’impossibilità di detrarre l’IVA sugli acquisti, rendendo utile una valutazione attenta sulla convenienza del regime.
Esempio pratico:
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Un laboratorio che vende culurgionis freschi confezionati applicherà il 4% di IVA.
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Un ristorante che serve culurgionis al piatto applicherà il 10%.
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Un artigiano in forfettario non applicherà IVA, ma sarà tassato a forfait sul reddito.
Filiera corta, turismo e internazionalizzazione
La valorizzazione dei culurgionis non è soltanto un’operazione culturale o gastronomica, ma rappresenta un vero motore economico per l’Ogliastra e, più in generale, per l’intera Sardegna. In un contesto dove le aree interne soffrono spopolamento e marginalità economica, la promozione della filiera corta agroalimentare offre un’alternativa concreta e sostenibile, in grado di rilanciare le economie locali, creare occupazione e rafforzare il tessuto sociale.
Produrre culurgionis in modo artigianale significa impiegare agricoltori, allevatori, casari, trasformatori e operatori logistici che operano tutti all’interno dello stesso territorio. Questo tipo di organizzazione garantisce tracciabilità, qualità e valore aggiunto, riducendo l’impatto ambientale e favorendo l’identità del prodotto. Inoltre, la presenza dell’IGP e il sostegno dell’Associazione Tutela Sarda offrono un potente strumento di promozione anche verso i mercati internazionali, dove cresce l’interesse per il cibo identitario e di origine certificata.
I culurgionis si inseriscono anche perfettamente nel contesto del turismo esperienziale. Sempre più visitatori scelgono la Sardegna non solo per le spiagge, ma per scoprire le tradizioni locali: laboratori di pasta, degustazioni, corsi di chiusura “a spiga” e visite guidate nei borghi dell’Ogliastra diventano esperienze ricercate e redditizie. Questo tipo di turismo slow, legato alla terra e alla cultura, offre margini di crescita enormi, sia in termini di business che di reputazione per l’intera isola.
Il culurgiones diventa così un ambasciatore del territorio: un prodotto che racchiude valori autentici e che, se correttamente promosso e tutelato, può portare ricchezza, inclusione e visibilità a una delle regioni più affascinanti e ancora poco conosciute d’Italia.
Come iniziare un’attività con i culurgionis
Avviare un’attività legata ai culurgionis – che sia agricola, artigianale o ristorativa – significa oggi investire in un prodotto ad alto valore culturale ed economico. Ma come farlo in modo efficace, sostenibile e con un occhio al risparmio fiscale?
Il primo passo è definire il modello di business: se si coltivano anche le materie prime, si può optare per l’inquadramento come impresa agricola multifunzionale, usufruendo del regime IVA agevolato agricolo (art. 34 DPR 633/72) e accedendo a bandi regionali e PSR. Se invece ci si limita alla produzione artigianale del prodotto trasformato, è possibile aprire un laboratorio artigianale alimentare in regime forfettario, riducendo al minimo la tassazione e la burocrazia iniziale.
Una strategia vincente è quella di costituire piccole cooperative locali, in grado di unire produttori, trasformatori e venditori sotto un marchio comune, magari già iscritto al disciplinare IGP. Questo consente di ottimizzare i costi, partecipare con più forza ai bandi pubblici e accedere a reti promozionali gestite dalle associazioni di tutela.
Dal punto di vista fiscale, è fondamentale valutare:
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La convenienza del regime forfettario rispetto all’ordinario;
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La corretta applicazione dell’aliquota IVA (4% o 10%) a seconda della modalità di vendita;
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La possibilità di usufruire di agevolazioni regionali o contributi a fondo perduto (come il Bando Imprese Agricole Giovani, Resto al Sud, o incentivi Invitalia).
Infine, è altamente consigliato collaborare con realtà come l’Associazione Tutela Sarda, che fornisce assistenza per l’iscrizione all’IGP, supporto legale e tecnico, e strumenti di promozione anche online. Entrare in un circuito protetto e riconosciuto è una garanzia di qualità e competitività sul mercato.
I culurgionis non sono solo un piatto: sono un’opportunità concreta per fare impresa, valorizzare il territorio e costruire un futuro sostenibile, radicato nella storia ma aperto al mondo.
Associazione Tutela Sarda
L’Associazione Tutela Sarda nasce con un obiettivo chiaro e ambizioso: difendere, promuovere e valorizzare le eccellenze agroalimentari della Sardegna. Attraverso un lavoro capillare, l’associazione si impegna a proteggere i prodotti tipici dell’isola – come i Culurgionis d’Ogliastra IGP – da fenomeni di contraffazione, omologazione industriale e perdita di identità culturale. Il sito ufficiale www.tutelasarda.it funge da hub informativo, mettendo a disposizione documenti, disciplinari, aggiornamenti normativi e strumenti pratici per i produttori.
Una delle attività principali dell’associazione è la gestione dei marchi di qualità, come l’Indicazione Geografica Protetta (IGP), a cui si affianca un’intensa attività di formazione, assistenza tecnica e promozione territoriale. L’Associazione svolge inoltre un ruolo di rappresentanza istituzionale presso enti locali, ministeri e organismi europei, garantendo che la voce dei piccoli produttori sardi venga ascoltata e valorizzata anche nei tavoli decisionali più alti.
Oltre alla difesa della qualità e della tracciabilità, Tutela Sarda investe nella comunicazione e nel marketing territoriale, supportando le aziende associate nella partecipazione a fiere, eventi e percorsi di internazionalizzazione. L’approccio è quello della rete, dove ogni produttore viene accompagnato nella costruzione di un’identità forte, coerente e capace di affrontare con successo anche i mercati globali.
I culurgionis, così come altri prodotti tutelati, non sono semplicemente cibo: sono il frutto di una comunità, di un paesaggio e di una tradizione che l’Associazione Tutela Sarda si impegna quotidianamente a proteggere, valorizzare e far conoscere al mondo.
Conclusione
I culurgionis sono molto più che un piatto tipico: sono l’emblema di una Sardegna che resiste, che crea valore attraverso la memoria e che guarda al futuro con orgoglio e consapevolezza. Rappresentano una storia fatta di mani sapienti, di ingredienti semplici ma preziosi, di comunità che difendono le proprie radici e le trasformano in opportunità economiche.
Grazie al lavoro dell’Associazione Tutela Sarda, questo patrimonio è oggi tutelato, promosso e sostenuto con strumenti concreti: disciplinari, marchi di qualità, assistenza fiscale e tecnica, reti promozionali e percorsi di internazionalizzazione. E per chi vuole iniziare un’attività legata ai culurgionis, le strade ci sono – dalla filiera corta agricola alla trasformazione artigianale, fino all’ospitalità rurale – tutte con il vantaggio di poter accedere a regimi fiscali agevolati, contributi pubblici e fortissima domanda di prodotti autentici e tracciabili.
La sfida, oggi, è continuare a unire tradizione e innovazione: investire in qualità, tutelare l’origine, raccontare il prodotto attraverso il territorio. Ogni culurgiones chiuso a mano è un gesto culturale, ma anche un’azione economica: perché promuovere l’identità locale significa generare ricchezza, lavoro e sostenibilità.
Chi produce, chi vende e chi consuma culurgionis partecipa attivamente alla conservazione di un patrimonio vivo. Un patrimonio che merita rispetto, tutela e… un posto d’onore su ogni tavola.