Le aree montane italiane rappresentano un patrimonio naturale, culturale ed economico spesso dimenticato. Eppure, proprio in questi territori si stanno facendo largo nuove iniziative imprenditoriali guidate da giovani under 41, determinati a innovare e valorizzare zone storicamente marginalizzate. La Legge 131/2025 arriva come risposta concreta a questa esigenza: un intervento normativo ambizioso che introduce un credito d’imposta per sostenere le imprese montane giovanili, e che punta anche a rafforzare il ruolo degli enti locali nella rigenerazione economica e sociale dei territori.
Sommario
Nel contesto del PNRR e delle politiche per la coesione territoriale, questa misura si inserisce con forza, proponendosi come uno strumento di riequilibrio e sviluppo, capace di arginare lo spopolamento e rilanciare l’occupazione in alta quota. Ma in cosa consiste esattamente questo credito d’imposta? Chi potrà beneficiarne e con quali requisiti? Quali saranno i vantaggi fiscali ed economici per chi investe in montagna?
Scopriamolo insieme, analizzando punto per punto le novità introdotte dalla Legge 131/2025, i criteri di accesso, le agevolazioni previste e le implicazioni per il tessuto produttivo locale.
Chi può accedere al credito d’imposta
L’articolo 25 della Legge 131/2025 rappresenta una svolta concreta nel panorama degli incentivi rivolti ai giovani imprenditori. Il legislatore ha voluto puntare in particolare sulle piccole e microimprese, secondo la definizione della Raccomandazione 2003/361/CE della Commissione Europea, offrendo un credito d’imposta triennale a chi avvia nuove attività nei territori montani.
I beneficiari devono rispettare due criteri fondamentali:
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Territoriale: l’attività deve essere avviata nei comuni montani indicati all’articolo 2, comma 2, della legge, spesso aree soggette a spopolamento e fragilità socioeconomica.
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Anagrafico: il titolare (per ditte individuali) o la maggioranza dei soci/capitale sociale (per società e cooperative) deve essere composto da giovani under 41 al momento dell’avvio dell’attività.
Non basta però costituire l’impresa: per accedere effettivamente all’agevolazione, l’attività deve essere operativa per almeno otto mesi all’anno, anche non continuativi, dimostrando una reale volontà di insediamento e sviluppo nel territorio.
Questa impostazione premia chi investe davvero nel territorio montano, con un approccio orientato alla continuità e non a operazioni speculative o temporanee.
Il credito sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione, come previsto dall’art. 17 del D.Lgs. 241/1997, rendendolo uno strumento immediatamente fruibile sul piano fiscale.
Come funziona
Il cuore dell’incentivo introdotto dalla Legge 131/2025 è rappresentato da un credito d’imposta calcolato sulla differenza tra due regimi di tassazione: quello ordinario e quello agevolato. Questo meccanismo premia concretamente le imprese giovanili che scelgono di insediarsi in aree montane, garantendo un risparmio fiscale reale e quantificabile.
Esempio pratico del beneficio:
Il credito è pari alla differenza tra l’imposta calcolata con le aliquote ordinarie sul reddito prodotto dall’attività nei comuni montani, e l’imposta calcolata applicando un’aliquota agevolata del 15%, fino a un massimo di:
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100.000 euro per imprese ubicate nei comuni montani ordinari;
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150.000 euro nei comuni montani con popolazione fino a 5.000 abitanti in cui è presente una minoranza linguistica storica, riconosciuta dalla Legge 482/1999 e rappresentata da almeno il 15% dei residenti.
Questo significa, ad esempio, che un’impresa che genera 80.000 euro di reddito imponibile e che normalmente avrebbe pagato circa il 27% di tasse (pari a 21.600 euro), potrà beneficiare di un’imposta ridotta a 12.000 euro (15% di 80.000), ottenendo un credito d’imposta di 9.600 euro.
Il credito può essere utilizzato in compensazione nel modello F24 e si applica per tre periodi d’imposta: quello di avvio e i due successivi, a condizione che l’attività resti attiva per almeno otto mesi l’anno.
Va tenuto presente che la misura è sottoposta a un tetto di spesa annuale pari a 20 milioni di euro, a partire dal 2025, con priorità a chi presenta prima la domanda, secondo le regole che saranno definite dal decreto attuativo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Aiuti “de minimis”
Il credito d’imposta previsto dalla Legge 131/2025 per le imprese giovanili montane, pur essendo un incentivo fiscale nazionale, deve rispettare la normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato. In particolare, l’agevolazione è inquadrata come aiuto “de minimis”, cioè una forma di sostegno pubblico che, entro determinati limiti, non altera la concorrenza e non necessita di autorizzazione preventiva da parte della Commissione Europea.
La legge richiama esplicitamente il Regolamento (UE) 2023/2831, che disciplina gli aiuti de minimis generali, e i regolamenti settoriali:
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Reg. (UE) n. 1408/2013 per il settore agricolo;
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Reg. (UE) n. 717/2014 per il settore della pesca e acquacoltura.
Secondo queste normative, un’impresa può ricevere aiuti de minimis fino a 300.000 euro in tre anni (nel regime generale), mentre per i settori agricolo e pesca i limiti sono inferiori: 20.000 euro e 30.000 euro rispettivamente.
È quindi fondamentale che le imprese verifichino di non aver superato tali soglie, sommando anche eventuali altri aiuti ottenuti nello stesso triennio da altri enti pubblici.
Oltre al rispetto dei massimali, le imprese devono anche:
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Dimostrare la trasparenza dell’aiuto ricevuto;
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Conservare la documentazione utile in caso di controlli;
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Accettare che, in caso di superamento dei limiti, l’agevolazione venga revocata e le somme recuperate, come stabilito dai meccanismi di controllo e recupero previsti nel decreto attuativo.
L’obiettivo è garantire che il beneficio non falsi la concorrenza e sia distribuito in modo equilibrato e legittimo, mantenendo la misura in linea con gli obiettivi europei di coesione territoriale e sostegno alle aree svantaggiate.
Il ruolo degli enti locali
La Legge 131/2025 non si limita a introdurre un incentivo fiscale. L’articolo 25, infatti, si inserisce in un disegno più ampio che riconosce il valore strategico delle istituzioni territoriali, in particolare i comuni montani, nel rilancio delle aree interne e nella costruzione di un ecosistema favorevole all’imprenditorialità giovanile.
Gli enti locali sono chiamati a collaborare attivamente con lo Stato e con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, non solo per promuovere la misura, ma anche per garantire un supporto operativo alle nuove imprese.
Questo può tradursi in:
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Concessione di spazi pubblici inutilizzati a canone agevolato;
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Facilitazioni burocratiche e amministrative per l’avvio dell’attività;
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Attivazione di sportelli informativi locali dedicati ai giovani imprenditori;
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Coordinamento con altri strumenti di finanziamento europei o regionali.
Inoltre, la norma prevede una forte attenzione alla coesione sociale, puntando su un modello di sviluppo che non isola l’impresa, ma la integra nel contesto locale. La presenza di minoranze linguistiche storiche è uno degli elementi valorizzati: nei comuni dove queste sono presenti (almeno il 15% della popolazione), il credito d’imposta è più elevato, a riconoscimento del ruolo culturale e identitario che tali comunità svolgono nel mantenere vivo il territorio.
Questa visione integrata rende la Legge 131/2025 non solo un intervento economico, ma anche una leva per la rigenerazione sociale e culturale delle montagne italiane, stimolando la partecipazione di cittadini, enti pubblici e operatori economici in un’ottica di sviluppo sostenibile.
Requisiti, iter e controlli
Per accedere al nuovo credito d’imposta per le imprese giovanili montane, sarà necessario seguire un iter ben definito, che sarà regolamentato da un apposito decreto attuativo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Questo decreto definirà nel dettaglio:
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Le modalità di presentazione della domanda;
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I criteri per accertare l’età anagrafica dei beneficiari (titolare o soci);
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Le modalità di monitoraggio del limite di spesa complessivo (20 milioni di euro annui);
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I tempi di concessione del beneficio e la fruizione tramite modello F24;
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Le procedure di controllo e di eventuale recupero delle somme indebitamente percepite.
Sarà fondamentale allegare alla richiesta tutta la documentazione necessaria, tra cui:
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Atto costitutivo o visura camerale per verificare la composizione societaria;
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Prova della sede e dell’operatività nel comune montano interessato;
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Dichiarazioni sostitutive per il rispetto dei limiti de minimis.
Il credito d’imposta sarà riconosciuto in via automatica fino all’esaurimento delle risorse disponibili, in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande, come avviene già per molte agevolazioni fiscali a sportello.
In caso di dichiarazioni false o uso indebito del credito, la legge prevede l’annullamento del beneficio, il recupero delle somme con maggiorazioni e interessi, e, nei casi più gravi, l’applicazione di sanzioni penali secondo le normative vigenti.
La precisione dell’istruttoria e la correttezza nella presentazione dei documenti saranno dunque fondamentali per evitare contestazioni. In questa fase, la collaborazione con un commercialista esperto in incentivi fiscali e fiscalità territoriale può fare la differenza.

Vantaggi fiscali
Uno degli aspetti più interessanti del credito d’imposta previsto dall’art. 25 della Legge 131/2025 è il vantaggio fiscale diretto e misurabile che le nuove imprese giovanili possono ottenere. A differenza di molti incentivi astratti o difficilmente accessibili, questo beneficio è concreto, automatico e triennale, e si traduce in un risparmio immediato sulle imposte da versare.
Ecco i principali vantaggi fiscali:
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Riduzione dell’aliquota d’imposta al 15% sul reddito prodotto nei comuni montani: un trattamento agevolato rispetto alle aliquote IRPEF (fino al 43%) o IRES (24%) ordinarie;
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Risparmio fino a 100.000 euro in tre anni, per le imprese nei comuni montani standard;
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Risparmio fino a 150.000 euro per le imprese nei comuni montani piccoli (max 5.000 abitanti) con presenza di minoranze linguistiche;
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Compensazione immediata del credito nel modello F24, che consente alle imprese di alleggerire il carico fiscale fin da subito, migliorando la liquidità aziendale;
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Compatibilità con altri regimi fiscali agevolati, purché nel rispetto dei limiti “de minimis” europei.
Inoltre, il fatto che il credito sia legato esclusivamente al reddito prodotto nelle aree montane, incentiva realmente l’insediamento e la permanenza sul territorio. È un vantaggio fiscale selettivo, mirato e che premia la produttività, non solo l’esistenza formale dell’impresa.
Per le startup, i giovani professionisti e le cooperative giovanili, si tratta di una leva fiscale di grande valore: abbattere la pressione tributaria nei primi tre anni di attività può fare la differenza tra la sopravvivenza e il successo dell’impresa.
Impatto economico e sociale
Il credito d’imposta introdotto dalla Legge 131/2025 non è solo un beneficio per singole imprese: si inserisce in una visione più ampia di rivalutazione e rilancio delle aree montane, da anni soggette a fenomeni di spopolamento, invecchiamento demografico e declino economico. Intervenire in queste zone con misure mirate non significa solo incentivare l’iniziativa privata, ma invertire una tendenza negativa strutturale.
L’agevolazione fiscale, riservata ai giovani under 41, mira a stimolare la nascita di imprese innovative, sostenibili e radicate nel territorio, capaci di generare occupazione, creare filiere produttive locali e rivitalizzare il tessuto sociale.
Non si tratta solo di agricoltura o turismo ma anche di:
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Artigianato e manifattura locale;
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Attività digitali e smart working;
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Servizi alla persona e alla comunità;
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Recupero e valorizzazione di beni culturali e ambientali.
Il coinvolgimento diretto degli enti locali permette inoltre una migliore integrazione tra pubblico e privato, con impatti positivi in termini di servizi, infrastrutture e coesione sociale. In quest’ottica, il credito d’imposta agisce come leva per attrarre e trattenere giovani talenti, favorendo anche il rientro di chi ha lasciato la montagna per mancanza di opportunità.
Infine, il meccanismo premiale per i comuni con minoranze linguistiche storiche riconosce e tutela le identità locali, rafforzando l’idea che lo sviluppo economico può (e deve) andare di pari passo con la conservazione del patrimonio culturale e ambientale.
Conclusioni
La Legge 131/2025, con il suo credito d’imposta dedicato alle imprese giovanili montane, rappresenta molto più di un’agevolazione fiscale. È un segnale politico ed economico forte, che riconosce il valore delle aree montane non solo come luoghi da proteggere, ma come territori da vivere, innovare e valorizzare attraverso l’impresa.
Per i giovani under 41, questa misura offre una concreta opportunità di avvio d’impresa, con un vantaggio fiscale fino a 150.000 euro in tre anni. È una spinta importante per chi vuole investire in attività produttive legate al territorio, creare lavoro e contribuire allo sviluppo sostenibile delle zone montane italiane.
Le condizioni per accedere al credito sono chiare e mirate, il coinvolgimento degli enti locali garantisce prossimità e supporto, e il rispetto dei limiti “de minimis” europei tutela la legalità e la trasparenza. Il momento è favorevole: l’interesse per i territori interni è in crescita, le tecnologie permettono nuove forme di business anche in luoghi periferici, e la normativa offre finalmente incentivi mirati ai giovani.
Chi desidera fare impresa in montagna oggi ha una chance reale di riuscirci, con un quadro normativo e fiscale che gioca a favore. Il consiglio? Informarsi subito, valutare la fattibilità con un esperto e preparare una strategia di lungo periodo. Perché la montagna non è il passato: è il futuro possibile di un’Italia che vuole crescere in modo equilibrato, inclusivo e sostenibile.

