9.1 C
Rome
giovedì 30 Ottobre 2025

Concordato Preventivo Biennale 2025: guida completa ai requisiti, vantaggi e chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

Il Concordato Preventivo Biennale (CPB) rappresenta una delle più significative innovazioni fiscali degli ultimi anni, un patto tra contribuente e Amministrazione finanziaria destinato a modificare radicalmente il rapporto tra fisco e partite IVA. Introdotto dal D. Lgs. 12 febbraio 2024, n. 13 e successivamente aggiornato dal D. Lgs. 12 giugno 2025, n. 81 (il cosiddetto “Decreto correttivo”), il CPB si propone come strumento di semplificazione, certezza e pianificazione fiscale.

A differenza dei tradizionali meccanismi di accertamento, qui è l’Agenzia delle Entrate a prendere l’iniziativa: sulla base dei dati raccolti tramite gli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità), formula una proposta di reddito imponibile su base biennale che il contribuente può accettare o meno. In sostanza, si tratta di una sorta di “patto fiscale” che blocca accertamenti futuri in cambio dell’accettazione di un reddito prestabilito per due anni consecutivi.

Con la Circolare n. 9/E del 24 giugno 2025, l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti importanti sulle regole applicative del CPB, affrontando in particolare due nodi cruciali: la revoca dell’adesione precedentemente comunicata e la corretta determinazione degli acconti nei periodi coperti dal concordato.

In questa articolo analizziamo le novità, i vantaggi e i punti critici del nuovo regime, con un focus pratico su come affrontare le recenti interpretazioni dell’Agenzia e quali strategie adottare per trarne il massimo beneficio fiscale.

Requisiti di accesso

Per poter accedere al Concordato Preventivo Biennale, non basta semplicemente volerlo. Il legislatore ha infatti fissato dei requisiti stringenti che selezionano in modo netto la platea dei contribuenti ammessi a questa nuova forma di accordo con il Fisco. Il primo filtro riguarda la platea soggettiva: possono aderire solo i soggetti per i quali è obbligatoria l’applicazione degli ISA (Indici sintetici di affidabilità fiscale), ossia imprese e professionisti che svolgono attività ordinariamente soggette a tali indicatori.

Ma non è tutto. Occorre anche valutare con attenzione la situazione debitoria pregressa del contribuente. L’accesso è infatti precluso in presenza di debiti fiscali o contributivi derivanti da atti impositivi divenuti definitivi entro il 31 dicembre 2024, come:

  • Avvisi di accertamento;

  • Avvisi di contestazione o irrogazione di sanzioni;

  • Atti di recupero crediti d’imposta;

  • Avvisi di liquidazione legati ad imposte indirette, ad eccezione dell’IVA;

  • Cartelle esattoriali derivanti da controlli automatizzati o formali (ex artt. 36-bis e 36-ter del TUIR, art. 54-bis del T.U. IVA).

Solo se tali debiti non sono ancora definitivi (perché ancora impugnabili o oggetto di contenzioso), il contribuente mantiene il diritto di accedere al concordato.

Inoltre, se al 31 dicembre 2024 il contribuente ha ridotto tali debiti a meno di 5.000 euro (sommando tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate e debiti contributivi, comprensivi di sanzioni e interessi), può comunque aderire al CPB. Sono esclusi dal computo i debiti sospesi o oggetto di rateizzazione.

Revoca del Concordato

Una delle domande più frequenti tra i contribuenti che valutano l’adesione al Concordato Preventivo Biennale (CPB) riguarda la possibilità di revocare l’assenso una volta prestato. A questa questione ha risposto in modo esplicito l’Agenzia delle Entrate con la Circolare n. 9/E del 24 giugno 2025, introducendo una procedura chiara ma valida solo per il biennio 2025/2026. Per le annualità precedenti, infatti, i termini per la revoca sono ormai decaduti.

In particolare, l’adesione al CPB può essere comunicata entro il 30 settembre 2025, termine prorogato dal D. Lgs. n. 81/2025 (inizialmente previsto per il 31 luglio). Per i soggetti con esercizio non coincidente con l’anno solare, il termine è fissato all’ultimo giorno del nono mese successivo alla chiusura dell’esercizio.

L’Agenzia prevede due modalità alternative per comunicare l’adesione:

  1. Invio congiunto del modello CPB e del modello ISA in allegato alla dichiarazione dei redditi, accettando un invio anticipato rispetto al termine del 31 ottobre ma evitando difformità tra modelli.

  2. Invio autonomo del solo modello CPB unitamente al frontespizio del modello Redditi 2025, con il codice “1” nella casella “Comunicazione CPB”.

Nel caso in cui si desideri revocare l’adesione già inviata, il contribuente dovrà trasmettere entro il 30 settembre 2025 un nuovo invio del modello CPB con codice “2” nella stessa casella del frontespizio del modello Redditi. Anche in questo caso, il frontespizio deve contenere solo i dati anagrafici, i dati del firmatario e l’impegno alla presentazione.

Questa possibilità non è concessa ai soggetti che avevano aderito al CPB per il biennio 2024/2025. Per loro, l’unico modo per ritirare l’adesione era tramite la presentazione di una dichiarazione correttiva nei termini entro il 31 ottobre 2024, con rimozione del modello CPB o mancata accettazione nel rigo P10.

Concordato Preventivo Biennale 2025 - Commercialista.it

CPB e determinazione delle imposte

L’adesione al Concordato Preventivo Biennale comporta effetti significativi anche sul piano del calcolo degli acconti, e per questo è essenziale comprendere le regole specifiche previste dalla normativa e chiarite dall’Agenzia delle Entrate con la Circolare 9/E del 24 giugno 2025. Il punto di partenza normativo è l’articolo 20 del D. Lgs. 13/2024, che stabilisce che, nei periodi oggetto di concordato, gli acconti sulle imposte dirette e sull’Irap si determinano con le regole ordinarie, ma facendo riferimento al reddito o valore della produzione concordato.

Per chi ha aderito al CPB 2024/2025, il 21 luglio 2025 ha rappresentato una scadenza importante, poiché è stato necessario versare:

  • Il saldo per il 2024, calcolato sul reddito concordato indicato nel quadro CP del modello Redditi 2025;

  • L’imposta sostitutiva sul maggior reddito concordato (facoltativa);

  • Il primo acconto 2025, determinato con uno dei due metodi disponibili.

Nel caso del metodo storico, come chiarito anche in una FAQ del 28 maggio 2025, si deve far riferimento alle imposte (Irpef/Ires e Irap) dovute per il 2024, utilizzando il valore indicato al rigo “Differenza” del modello Redditi, che riflette già il reddito concordato al netto della parte assoggettata all’imposta sostitutiva. Con il metodo previsionale, invece, la seconda rata sarà calcolata come differenza tra l’importo complessivo dovuto (basato sul reddito 2025 concordato) e quanto già versato con la prima rata.

Per chi aderisce al CPB 2025/2026, il primo acconto viene invece calcolato:

  • Con il metodo storico, facendo riferimento al reddito 2024 (non concordato). In questo caso, si applica una maggiorazione del 10% (3% per l’Irap), calcolata sulla differenza tra il reddito concordato e quello dichiarato;

  • Con il metodo previsionale, senza alcuna maggiorazione, con il secondo acconto calcolato come differenza rispetto alla stima basata sul reddito concordato 2025.

La scelta tra i due metodi va valutata con attenzione: utilizzare il metodo storico potrebbe portare a un acconto troppo basso o troppo alto, con impatti significativi sul saldo finale, specie considerando che il reddito concordato 2025 sarà, per norma, superiore a quello del 2024, ai sensi dell’art. 7 del DM 14 giugno 2024.

Vantaggi e criticità

Il Concordato Preventivo Biennale rappresenta uno strumento di grande portata, pensato per offrire certezza fiscale, semplificazione negli adempimenti e prevedibilità nella gestione del reddito imponibile. Ma come ogni meccanismo fiscale innovativo, porta con sé vantaggi concreti, ma anche criticità operative che meritano un’attenta valutazione caso per caso.

Tra i benefici più evidenti, spicca la possibilità per il contribuente di cristallizzare per due anni consecutivi il reddito imponibile, sottraendosi al rischio di accertamenti da parte del Fisco, purché rispetti le condizioni di regolarità. Questo consente una pianificazione fiscale più efficiente, specialmente per le imprese e i professionisti con redditività stabile o in crescita. Inoltre, il contribuente può beneficiare, in alcuni casi, della sostituzione dell’imposta ordinaria con un’imposta sostitutiva su parte del reddito, con effetti positivi in termini di riduzione del carico fiscale effettivo.

Tuttavia, non mancano le criticità. In primo luogo, l’adesione comporta l’accettazione di un reddito fiscale potenzialmente superiore a quello realmente prodotto, con il rischio di pagare imposte su base teorica anche in anni in cui il reddito effettivo dovesse risultare più basso. Va inoltre considerata la rigidità dei termini di adesione e revoca, che richiede un’attenta pianificazione e un tempestivo monitoraggio delle scadenze. Anche la gestione degli acconti, soprattutto per chi utilizza il metodo storico, può rivelarsi complessa, con il rischio di sovrastimare o sottostimare l’imposta da versare.

Infine, è cruciale valutare l’impatto del CPB in presenza di debiti fiscali o contributivi: se non rientrano nei limiti previsti (5.000 euro complessivi), l’adesione sarà automaticamente preclusa, costringendo il contribuente a rivedere l’intera strategia fiscale.

In sintesi, il CPB può rivelarsi una scelta vantaggiosa, ma solo se accompagnata da un’attenta analisi preventiva e da una valutazione personalizzata delle condizioni economico-fiscali del contribuente.

Concordato Preventivo Biennale 2025 - Commercialista.it

CPB, ISA e dichiarazione dei redditi

Uno degli aspetti più tecnici, ma anche più delicati, del Concordato Preventivo Biennale riguarda il coordinamento tra i diversi modelli dichiarativi che il contribuente deve presentare: modello CPB, modello Redditi e modello ISA. L’Agenzia delle Entrate, con la Circolare 9/E, ha chiarito che eventuali difformità tra i dati contenuti in questi tre modelli possono generare incompatibilità, rendendo inefficace l’adesione al concordato.

Per evitare questo rischio, è stata prevista la possibilità di effettuare l’adesione in due modalità alternative:

  1. Adesione con invio congiunto: il contribuente presenta contemporaneamente il modello CPB e il modello ISA, allegandoli al modello Redditi. Questa modalità consente di garantire la coerenza automatica tra i dati dichiarati, ma implica l’obbligo di anticipare la trasmissione della dichiarazione dei redditi, entro il 30 settembre 2025.

  2. Adesione con invio autonomo del modello CPB: in questo caso, il contribuente trasmette il solo modello CPB, allegato al frontespizio del modello Redditi, compilando esclusivamente i dati anagrafici e il codice “1” nella casella “Comunicazione CPB”. Gli altri dati del modello Redditi potranno essere trasmessi successivamente, entro la scadenza ordinaria del 31 ottobre 2025.

Nel secondo caso, è essenziale che i dati contenuti nel modello CPB siano perfettamente coerenti con quelli che verranno successivamente riportati nei quadri reddituali (RE, RF, RG) e nel modello ISA. Qualora emergano discrepanze tra il reddito concordato e quanto indicato nei modelli Redditi e ISA, l’adesione potrebbe risultare non valida, con la conseguente perdita dei benefici legati al concordato.

Si comprende quindi quanto sia importante, in fase di compilazione, affidarsi a professionisti esperti per verificare la congruità e la coerenza dei dati, e per evitare errori formali che potrebbero vanificare un’opportunità fiscale rilevante.

Imposta sostitutiva

Una delle novità più interessanti introdotte dal Concordato Preventivo Biennale è la possibilità, facoltativa, di assoggettare a imposta sostitutiva il maggior reddito concordato rispetto a quello effettivamente dichiarato. Si tratta di una misura introdotta per attenuare l’impatto fiscale nei casi in cui l’adesione al CPB comporti l’accettazione di un reddito superiore a quello che il contribuente avrebbe normalmente dichiarato sulla base dei risultati effettivi.

La scelta può essere esercitata in sede di dichiarazione dei redditi, per il primo anno di applicazione del concordato, e si applica alla sola parte di reddito “aggiuntiva”, ossia alla differenza tra il reddito concordato e quello effettivo. L’imposta sostitutiva ha una aliquota ridotta rispetto a quelle ordinarie (Irpef o Ires), rendendola potenzialmente conveniente per chi ha una redditività effettiva inferiore a quella proposta dal Fisco.

Tuttavia, non si tratta di una scelta da prendere alla leggera. Innanzitutto, la convenienza effettiva dipende dal livello di scostamento tra reddito effettivo e reddito concordato. Se il differenziale è elevato, l’imposta sostitutiva può consentire un risparmio fiscale netto, rispetto all’aliquota marginale Irpef. Ma se i due redditi sono vicini, potrebbe risultare più conveniente accettare il reddito concordato integralmente, senza esercitare l’opzione, semplificando anche la gestione contabile.

Dal punto di vista operativo, l’opzione si esercita mediante la compilazione dell’apposito rigo del quadro CP nel modello Redditi, ed è vincolante per il periodo d’imposta considerato. È importante sottolineare che tale scelta non incide sulla determinazione degli acconti per l’anno successivo, i quali si baseranno comunque sul reddito concordato lordo, come chiarito nella già citata FAQ dell’Agenzia delle Entrate del 28 maggio 2025.

In definitiva, l’opzione per l’imposta sostitutiva rappresenta una leva di ottimizzazione fiscale, ma deve essere valutata attentamente in relazione al profilo reddituale del contribuente, al carico fiscale complessivo e agli effetti sulle liquidità disponibili.

Adesione al CPB

Uno dei principali punti di forza del Concordato Preventivo Biennale è la protezione dagli accertamenti. Ma in che misura questa tutela è reale e cosa significa concretamente per il contribuente che aderisce? La risposta arriva dalla normativa di riferimento (D. Lgs. 13/2024 e D. Lgs. 81/2025) e dai chiarimenti operativi contenuti nella Circolare 9/E/2025: aderire al CPB blinda il reddito per due anni, ma con alcune importanti eccezioni.

L’adesione al concordato comporta l’accettazione di un reddito fiscalmente rilevante predefinito, e proprio per questo motivo, per i periodi oggetto di concordato, non sono esperibili accertamenti analitici o induttivi sul reddito d’impresa o di lavoro autonomo, né rettifiche IRAP, salvo casi eccezionali. Il contribuente si pone in una sorta di “zona protetta”, dove il reddito concordato è immodificabile da parte dell’Amministrazione, con evidenti vantaggi in termini di serenità gestionale e pianificazione economica.

Tuttavia, questa immunità non è assoluta.

Restano infatti fuori dal perimetro della tutela:

  • Le attività di controllo formale e automatizzato (36-bis e 36-ter del TUIR);

  • I controlli in materia di IVA e altre imposte indirette;

  • I redditi diversi da quelli d’impresa o di lavoro autonomo (es. redditi fondiari, da capitale o di partecipazione);

  • Le situazioni di frodi, comportamenti elusivi o simulati, per cui l’Agenzia mantiene pieno potere d’intervento.

Inoltre, la protezione vale solo per i periodi espressamente coperti dal concordato. Se il contribuente non aderisce nuovamente per il biennio successivo, tornerà esposto ai controlli ordinari, e dovrà gestire le dichiarazioni secondo le regole tradizionali.

Questa previsione evidenzia come il CPB sia pensato anche come strumento di compliance e incentivo alla trasparenza: accettare il reddito concordato significa sì pagare di più in alcuni casi, ma significa anche mettersi al riparo da rettifiche fiscali, spesso onerose, lunghe e imprevedibili.

Conclusione

Il Concordato Preventivo Biennale rappresenta una delle più importanti novità fiscali degli ultimi anni, offrendo un’opportunità concreta per imprese e professionisti di pianificare in anticipo la propria fiscalità, ridurre l’incertezza e proteggersi da accertamenti indesiderati. Tuttavia, come abbiamo visto, non è una scelta da prendere alla leggera.

La normativa è articolata, le condizioni di accesso sono selettive, le implicazioni fiscali complesse. Dalla determinazione degli acconti alla corretta compilazione dei modelli, passando per l’opzione dell’imposta sostitutiva e la possibilità di revoca, ogni decisione comporta effetti concreti sulla liquidità, sul carico fiscale e sulla gestione contabile.

In un contesto normativo in continua evoluzione, e alla luce dei chiarimenti più recenti dell’Agenzia delle Entrate (Circolare n. 9/E del 24 giugno 2025), è fondamentale affidarsi a un commercialista esperto in grado di guidare il contribuente tra obblighi, scadenze e opportunità.

Il CPB non è solo uno strumento di compliance, ma anche un mezzo per ottimizzare legalmente il proprio carico fiscale, a patto di comprendere fino in fondo vantaggi e limiti.

Il nostro studio è a disposizione per analizzare la tua posizione, valutare la convenienza dell’adesione e predisporre tutti gli adempimenti in modo preciso e puntuale. Per trasformare il Concordato da un semplice adempimento a un vantaggio competitivo reale.

RICHIEDI UNA CONSULENZA AI NOSTRI PROFESSIONISTI

Abbiamo tutte le risorse necessarie per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi.
Non esitare, contatta i nostri professionisti oggi stesso per vedere come possiamo aiutarti.
Oppure scrivici all'email info@commercialista.it

Iscriviti alla Newsletter

Privacy

Focus Approfondimenti

Altri Articoli

Iscriviti

Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato sul mondo delle normative e legge per il fisco e tributi!

No grazie!