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mercoledì 16 Aprile 2025

Compensi sportivi dilettanti 2025: esenzioni INPS, IRPEF e agevolazioni co.co.co.

Negli ultimi anni, e in particolare con l’entrata in vigore della Riforma dello Sport (D.Lgs. 36/2021 e successivi aggiornamenti), il panorama fiscale e contributivo per i lavoratori sportivi dilettanti è cambiato profondamente. Un settore che fino a poco tempo fa godeva di ampi margini di esenzione, oggi è regolato da una normativa più chiara e strutturata, ma anche più rigorosa. Questo cambiamento ha generato dubbi e preoccupazioni tra società, associazioni sportive e gli stessi atleti.

In questo articolo vedremo quali compensi erogati agli sportivi dilettanti sono esenti da tassazione o contribuzione INPS, approfondendo le soglie previste, le differenze tra le varie figure (co.co.co, volontari, collaboratori amministrativi-gestionali), e le agevolazioni ancora disponibili. Analizzeremo anche il nuovo inquadramento contributivo dei collaboratori coordinati e continuativi nel settore sportivo, con particolare attenzione alla riduzione contributiva prevista fino al 2027.

Se sei il presidente di una ASD o SSD, un consulente o uno sportivo che collabora con un ente sportivo dilettantistico, questo articolo ti darà tutte le risposte per gestire in modo corretto e conveniente i compensi sportivi, evitando errori fiscali e sanzioni.

Esenzione INPS

Uno dei principali vantaggi fiscali per chi opera nel settore dello sport dilettantistico riguarda l’esenzione contributiva prevista per i collaboratori coordinati e continuativi (co.co.co.). Secondo la normativa vigente (art. 35 del D.Lgs. 36/2021), i compensi percepiti da un lavoratore sportivo dilettante in forma di co.co.co. sono esenti da contribuzione INPS fino a un massimo di 5.000 euro lordi annui. Si tratta di una soglia cumulativa, valida per tutti i rapporti intrattenuti con diversi enti sportivi nel corso dell’anno.

Una volta superato questo tetto, scatta l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS e il conseguente versamento dei contributi previdenziali, calcolati con aliquota ordinaria al 24% (ridotta per chi è iscritto ad altre gestioni). L’onere contributivo segue la regola generale di ripartizione 2/3 a carico dell’ente sportivo e 1/3 a carico del collaboratore.

Importante sottolineare che la responsabilità di monitorare il superamento della soglia ricade sul lavoratore stesso, il quale deve auto dichiarare il superamento del limite a ciascun ente sportivo. Per tutelarsi, le ASD e SSD dovrebbero richiedere formalmente questa dichiarazione prima di procedere ai pagamenti.

Un esempio pratico fornito dal Registro Attività Sportive Dilettantistiche (RASD) chiarisce il concetto: se un istruttore percepisce 5.000 euro da due ASD diverse, i compensi vanno cumulati. Superata la soglia, scatta l’obbligo contributivo e ogni ASD deve versare la quota di propria competenza.

Riduzione del 50% dell’imponibile INPS

Un’importante agevolazione prevista per i lavoratori sportivi dilettanti con contratto di collaborazione coordinata e continuativa è la riduzione del 50% dell’imponibile contributivo, valida fino al 31 dicembre 2027. Questa misura ha lo scopo di incentivare la regolarizzazione dei rapporti nel settore sportivo, contenendo al tempo stesso il peso degli oneri sociali per enti e collaboratori.

Come funziona la riduzione?

La riduzione si applica solo sulla parte di compensi eccedente i 5.000 euro annui, soglia entro la quale permane l’esenzione totale da contributi.

In pratica:

  • I primi 5.000 euro ricevuti nel corso dell’anno sono esenti da contribuzione INPS.

  • Sulla parte eccedente, si dimezza l’imponibile: si calcola quindi il 50% del surplus oltre i 5.000 euro.

  • Su questo importo ridotto si applica l’aliquota contributiva del 24%, prevista per la Gestione Separata INPS.

Esempio pratico:

Un lavoratore sportivo percepisce 10.000 euro annui da una ASD. Il calcolo dei contributi sarà:

  • I primi 5.000 euroesenti.

  • I successivi 5.000 euro → imponibile ridotto al 50% = 2.500 euro.

  • Su 2.500 euro si applica il 24% → 600 euro di contributi totali.

La ripartizione segue la regola standard:

  • 2/3 a carico della ASD/SSD = 400 euro

  • 1/3 a carico del lavoratore = 200 euro

Questa agevolazione consente di contenere sensibilmente i costi previdenziali pur garantendo una copertura contributiva minima.

Esenzione fiscale IRPEF

Un altro importante beneficio per chi lavora nel mondo dello sport dilettantistico è l’esenzione IRPEF sui compensi fino a 15.000 euro annui. La norma, introdotta con la riforma del lavoro sportivo, rappresenta una forte agevolazione per migliaia di collaboratori e istruttori sportivi che prestano attività per ASD, SSD ed enti del Terzo Settore (ETS) iscritti al RUNTS, purché operino nel campo dello sport dilettantistico.

In base alla normativa (art. 36 del D.Lgs. 36/2021), i compensi percepiti per prestazioni sportive dilettantistiche non concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini IRPEF fino alla soglia di 15.000 euro lordi annui. Questo significa che, entro tale limite, il collaboratore non dovrà pagare tasse sul reddito ricevuto, indipendentemente dal regime fiscale adottato (ordinario o forfettario).

La soglia di 15.000 euro va considerata cumulativamente, sommando tutti i compensi percepiti per incarichi sportivi presso più enti o società nel corso dell’anno solare. Una volta superata questa soglia, solo la parte eccedente sarà soggetta a tassazione secondo il regime fiscale personale del collaboratore.

È bene ricordare che l’esenzione si applica anche agli enti del Terzo Settore iscritti al RUNTS, ma esclusivamente per le attività legate allo sport dilettantistico.

Questa agevolazione rappresenta un importante strumento di sostegno economico e semplificazione fiscale, incentivando l’impegno sportivo e la collaborazione con le strutture dilettantistiche.

Fisco sport dilettanti: guida 2025 - Commercialista.it

Volontari e collaboratori gestionali

Nel variegato mondo dello sport dilettantistico, accanto ai lavoratori sportivi con contratto di collaborazione (co.co.co.), troviamo anche due figure importanti ma molto diverse sotto il profilo fiscale e contributivo: i volontari e i collaboratori amministrativo-gestionali. È fondamentale conoscere le distinzioni per evitare errori di inquadramento e relative sanzioni.

Volontari: nessun compenso, nessuna imposizione

I volontari, come definiti dal Codice del Terzo Settore e confermati dal D.Lgs. 36/2021, non percepiscono alcun compenso, fatta eccezione per il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate. Queste spese devono essere direttamente connesse all’attività svolta e non possono mai rappresentare una forma di retribuzione.

Non essendo lavoratori, i volontari:

  • non sono soggetti a IRPEF

  • non versano contributi INPS

  • non hanno obbligo di iscrizione a gestioni previdenziali

Questa figura è tipica di molte ASD e SSD, ma va gestita con attenzione per evitare che il “volontariato” mascheri una prestazione di lavoro subordinato o autonomo.

Collaboratori gestionali e amministrativi: non sportivi, ma retribuiti

Diverso il discorso per i collaboratori amministrativi-gestionali, ovvero figure che si occupano della gestione interna delle associazioni (segreterie, contabilità, rapporti con enti, ecc.). Questi soggetti non rientrano tra i lavoratori sportivi, pertanto non possono beneficiare dell’esenzione IRPEF fino a 15.000 euro, né della soglia INPS di 5.000 euro.

Sono da considerarsi lavoratori co.co.co. ordinari, e quindi soggetti:

  • alla tassazione IRPEF integrale

  • all’obbligo contributivo INPS senza agevolazioni

Obblighi per ASD, SSD ed enti sportivi

Con l’introduzione della riforma del lavoro sportivo, le responsabilità a carico di associazioni, società sportive dilettantistiche ed enti del Terzo Settore sono aumentate. Gestire correttamente i collaboratori sportivi, volontari o gestionali non è più una prassi “informale”, ma un’attività che richiede rigore amministrativo, fiscale e previdenziale.

Ecco i principali adempimenti richiesti ai datori di lavoro sportivo dilettantistico:

1. Contratto e comunicazione preventiva al RASD

Ogni rapporto di collaborazione sportiva deve essere formalizzato attraverso un contratto scritto. Inoltre, va effettuata una comunicazione preventiva al Registro delle Attività Sportive Dilettantistiche (RASD), almeno 24 ore prima dell’inizio della prestazione.

2. Monitoraggio delle soglie di esenzione

L’ente deve richiedere al collaboratore una dichiarazione dei compensi percepiti presso altri soggetti, per verificare il superamento:

  • della soglia INPS dei 5.000 euro

  • della soglia IRPEF dei 15.000 euro

Questo è fondamentale per applicare correttamente le esenzioni e, se necessario, attivare la contribuzione previdenziale.

3. Certificazione Unica e versamenti INPS

Anche se il compenso è esente da IRPEF, le ASD e SSD sono obbligate a emettere la Certificazione Unica (CU). Se si superano i limiti di esenzione previdenziale, l’ente dovrà inoltre:

  • iscrivere il collaboratore alla Gestione Separata INPS

  • versare i contributi previdenziali entro i termini

Vantaggi, criticità e consigli

La riforma del lavoro sportivo, pur avendo introdotto nuove complessità burocratiche, ha anche confermato e rafforzato importanti vantaggi fiscali e contributivi per il settore dilettantistico. La possibilità di erogare compensi esenti da IRPEF fino a 15.000 euro e da contributi INPS fino a 5.000 euro, rappresenta uno strumento prezioso per sostenere le attività sportive senza gravare eccessivamente sui bilanci delle ASD, SSD ed ETS.

Allo stesso tempo, è fondamentale evitare errori che potrebbero trasformarsi in sanzioni per omessi versamenti, irregolarità contrattuali o inquadramenti errati. Tra le criticità più comuni segnaliamo:

  • Mancata o tardiva comunicazione al RASD

  • Assenza di dichiarazioni scritte da parte dei collaboratori

  • Superamento inconsapevole delle soglie di esenzione

  • Utilizzo improprio della figura del volontario non retribuito

Come risparmiare in modo legale?

  •  Formalizzare sempre i rapporti con contratti scritti e comunicazioni preventive
  • Richiedere ai collaboratori autodichiarazioni annuali sui compensi percepiti
  • Utilizzare correttamente le agevolazioni contributive e fiscali disponibili
  •  Affidarsi a un commercialista esperto in fiscalità sportiva per ottimizzare la gestione

Conoscere e applicare correttamente la normativa permette non solo di essere in regola, ma anche di massimizzare il risparmio fiscale, valorizzare il lavoro sportivo e garantire una gestione sostenibile delle attività associative.

Fisco sport dilettanti: guida 2025 - Commercialista.it

Come gestire correttamente i compensi sportivi

Per garantire una gestione corretta, sicura e ottimizzata dei compensi nello sport dilettantistico, è fondamentale adottare un approccio organizzato. Anche se la normativa offre numerose agevolazioni, ogni errore amministrativo o fiscale può comportare sanzioni, richieste di regolarizzazione o, nei casi più gravi, accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate o dell’INPS.

Ecco una checklist operativa che ogni ASD, SSD o ente sportivo dovrebbe seguire per rispettare la normativa vigente:

1. Verifica dell’inquadramento del collaboratore

Prima di attivare un rapporto di collaborazione, stabilisci se si tratta di:

  • Lavoratore sportivo (es. istruttore, allenatore)

  • Collaboratore amministrativo-gestionale

  • Volontario (non retribuito)

Ogni figura ha un regime fiscale e contributivo diverso.

2. Redazione e firma del contratto

Predisponi un contratto scritto chiaro e conforme al D.Lgs. 36/2021, specificando:

  • Mansione e durata

  • Compenso pattuito

  • Ente committente

  • Regime fiscale e previdenziale applicabile

3. Comunicazione preventiva al RASD

Ogni rapporto deve essere comunicato almeno 24 ore prima dell’inizio. È un adempimento essenziale per la regolarità del contratto.

4. Richiesta di autodichiarazione

Per applicare le esenzioni:

  • Chiedi al collaboratore una dichiarazione scritta sui compensi percepiti da altri enti

  • Archivia tale dichiarazione per eventuali controlli

5. Monitoraggio delle soglie

Controlla che il collaboratore:

  • Non superi i 5.000 euro per la soglia INPS (Gestione Separata)

  • Non superi i 15.000 euro per l’esenzione IRPEF Superate le soglie, applica i versamenti e la tassazione dovuti.

6. Gestione CU e versamenti

A prescindere dal regime fiscale, l’ente deve:

  • Emettere la Certificazione Unica annuale

  • Effettuare i versamenti INPS se dovuti, entro le scadenze

Considerazioni finali

Il quadro normativo attuale, ridefinito dalla Riforma dello Sport, ha segnato una svolta epocale per il settore dilettantistico, imponendo un nuovo approccio nella gestione dei compensi. Non si tratta più di semplici rimborsi spese o collaborazioni saltuarie, ma di rapporti strutturati che richiedono precisione, trasparenza e competenza.

Le esenzioni fino a 5.000 euro da contribuzione INPS e fino a 15.000 euro da tassazione IRPEF, insieme alla riduzione contributiva del 50% fino al 2027, rappresentano strumenti concreti di ottimizzazione dei costi per ASD, SSD ed ETS, ma non devono essere confusi con una deregulation. Ogni soglia va gestita correttamente, ogni compenso va tracciato, ogni contratto deve essere regolarmente comunicato.

Non basta “essere in regola”, oggi bisogna essere anche efficienti: valutare la forma contrattuale più adatta, monitorare i limiti annui per ciascun collaboratore, differenziare correttamente tra lavoratori sportivi, volontari e collaboratori gestionali.

Per chi opera in questo ambito, l’assistenza di un commercialista esperto in fiscalità sportiva non è più un’opzione, ma una necessità. Solo così si può garantire una gestione sostenibile, conforme e ottimizzata, proteggendo l’ente sportivo, i suoi tesserati e il futuro delle attività svolte.

Se hai dubbi su come inquadrare correttamente i tuoi collaboratori, su quali esenzioni applicare o come risparmiare legalmente sui contributi, contattaci per una consulenza dedicata. Lavorare bene si può, anche nello sport dilettantistico.

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