Negli ultimi anni, la crisi economica e l’aumento del costo del credito hanno portato molte imprese italiane a trovarsi schiacciate da debiti fiscali, bancari e commerciali. Per lungo tempo l’unica prospettiva sembrava quella del fallimento, con la conseguente perdita dell’attività e dei posti di lavoro.
Sommario
Oggi, però, grazie al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14 del 12 gennaio 2019, in vigore dal 15 luglio 2022 dopo diverse proroghe), le imprese hanno finalmente a disposizione strumenti concreti per ridurre o addirittura cancellare il proprio indebitamento.
Il quadro normativo
Il Codice della Crisi ha riordinato e aggiornato tutta la disciplina in materia di insolvenza, superando la vecchia legge fallimentare del 1942.
Tra le novità principali troviamo:
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Gli strumenti di allerta e prevenzione, che servono a intercettare precocemente situazioni di squilibrio finanziario.
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La composizione negoziata della crisi (artt. 12-25-septies C.C.I.I.), procedura volontaria che consente all’imprenditore di negoziare con creditori, banche e Fisco con l’aiuto di un esperto indipendente nominato dalla Camera di Commercio.
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Le procedure di ristrutturazione e liquidazione del sovraindebitamento (artt. 65-83 C.C.I.I.), che permettono a imprenditori individuali, società e professionisti di ridurre i propri debiti in modo proporzionato e, in alcuni casi, di ottenerne la cancellazione totale.
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L’accordo di ristrutturazione dei debiti (artt. 57-64 C.C.I.I.), che consente di abbattere l’esposizione verso i creditori attraverso un piano omologato dal tribunale.
Cosa significa in pratica per un’azienda
Grazie a queste procedure, oggi è possibile:
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Cancellare i debiti erariali: il Codice consente, con determinate condizioni, di ottenere lo stralcio dei debiti fiscali.
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Ridurre i debiti verso fornitori: è possibile proporre un pagamento parziale, concordato e proporzionato alle effettive possibilità dell’impresa.
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Rinegoziare i debiti bancari: tramite la composizione negoziata si possono rivedere i piani di rientro con gli istituti di credito.
Tutte queste soluzioni sono legali, strutturate e già operative.
Perché è importante agire subito
Il Codice della Crisi non è solo una possibilità, ma anche un obbligo di responsabilità per l’imprenditore. Infatti, l’art. 3 C.C.I.I. prevede che l’imprenditore debba istituire assetti organizzativi e contabili adeguati per monitorare la continuità aziendale e segnalare tempestivamente situazioni di crisi.
Chi si muove in tempo:
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ha maggiori possibilità di ottenere la cancellazione o riduzione del debito,
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preserva la continuità aziendale,
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tutela i posti di lavoro,
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evita procedure più invasive come il fallimento o la liquidazione giudiziale.
Come funziona il percorso di ristrutturazione
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Analisi preliminare: valutazione della posizione aziendale e dei debiti accumulati.
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Studio di fattibilità: verifica delle procedure applicabili (composizione negoziata, accordo di ristrutturazione, concordato minore).
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Domanda e avvio della procedura: presentazione della proposta e confronto con i creditori.
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Omologa e attuazione: approvazione del piano e inizio della ristrutturazione o cancellazione dei debiti.
Conclusione
Il Codice della Crisi d’Impresa rappresenta una svolta epocale: le aziende non devono più subire il peso insostenibile dei debiti, ma possono sfruttare strumenti legali per liberarsene e tornare a competere sul mercato.
👉 Non rimandare: più passa il tempo, più la situazione si aggrava.
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