Con un annuncio ufficiale del 24 luglio 2025, il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha presentato Coltivaitalia, un piano strategico da un miliardo di euro per il rilancio e la trasformazione del comparto agricolo italiano. La misura, attiva nel triennio 2026-2028, rappresenta una delle iniziative più ambiziose degli ultimi decenni, con l’obiettivo dichiarato di costruire un’agricoltura più solida, sostenibile, tecnologica e attrattiva per i giovani.
Sommario
L’intento è chiaro: “Vogliamo mettere chi lavora la terra nelle condizioni di guardare al futuro con fiducia, investendo in strumenti moderni e in una visione strategica di lungo periodo”, ha dichiarato il Ministro. Non si tratta di un semplice aiuto temporaneo, ma di un progetto strutturato per rafforzare l’autonomia produttiva del settore primario nazionale, sostenendo la crescita delle filiere agroalimentari e intervenendo su criticità strutturali storiche.
Il piano si inserisce in un contesto europeo ed economico complesso, dove la sicurezza alimentare, l’innovazione tecnologica e il ricambio generazionale sono diventati punti cruciali per la competitività del Paese. In quest’ottica, Coltivaitalia rappresenta un’occasione decisiva per valorizzare il Made in Italy agricolo, promuovere l’occupazione giovanile e attrarre investimenti nel settore rurale, non solo in termini produttivi ma anche ambientali e tecnologici.
Sovranità alimentare
Uno dei pilastri fondamentali del piano Coltivaitalia è il rafforzamento della sovranità alimentare nazionale, per rendere l’Italia meno dipendente dalle importazioni e più resiliente rispetto alle crisi globali. A tal fine, 900 milioni di euro del miliardo complessivo saranno destinati a tre aree produttive strategiche: cereali e leguminose, allevamento e olivicoltura.
Il primo intervento riguarda il Fondo Sovranità Alimentare, con 300 milioni di euro destinati a colmare il divario produttivo di alcune colture cruciali per l’autosufficienza nazionale. In particolare, si punterà sul rilancio della produzione di frumento, soia e altre colture proteiche oggi largamente importate. L’obiettivo è duplice: da un lato garantire la sicurezza alimentare, dall’altro riequilibrare la bilancia commerciale agroalimentare del Paese.
Altri 300 milioni di euro saranno destinati al comparto zootecnico con il progetto “Allevamento Italia”, mirato a sostenere la produzione nazionale di carne bovina, in particolare attraverso il rilancio della linea vacca-vitello. La finalità è quella di ridurre la dipendenza da carne estera e valorizzare le produzioni locali, anche in chiave di tracciabilità, sostenibilità e benessere animale.
Infine, il Piano Olivicolo Nazionale riceverà anch’esso 300 milioni di euro, finalizzati al reimpianto degli oliveti, specie con varietà più resistenti ai cambiamenti climatici e alle fitopatie. Verranno supportati interventi di ricostituzione della capacità produttiva nelle aree colpite da calamità o da processi di abbandono agricolo.
Prezzi stabili e futuro ai giovani
Un altro asse strategico del piano Coltivaitalia riguarda la stabilizzazione dei mercati agricoli e il ricambio generazionale, due nodi critici da sempre trascurati nel sistema agricolo italiano. Il Governo ha stanziato 10 milioni di euro per promuovere contratti di filiera nel comparto cerealicolo, in particolare sul frumento, con l’obiettivo di garantire prezzi stabili e programmabili per gli agricoltori.
I contratti prevedono un credito d’imposta tra il 20% e il 40%, a seconda della durata dell’accordo, che può variare da tre a cinque anni. In cambio, il prezzo del prodotto viene fissato per l’intera durata del contratto, offrendo agli agricoltori la certezza di un reddito stabile e riducendo l’impatto delle forti oscillazioni del mercato internazionale. Questo strumento rappresenta una misura concreta per la tutela del reddito agricolo e per una pianificazione più efficiente delle produzioni.
In parallelo, il piano dedica 150 milioni di euro al ricambio generazionale e al sostegno all’imprenditoria giovanile e femminile, spesso ostacolata da difficoltà di accesso al credito. Il fondo sarà riservato ai giovani tra i 18 e i 41 anni e alle imprenditrici agricole, con l’obiettivo di facilitare investimenti, innovazione e insediamenti agricoli stabili. L’accesso agevolato al credito mira a contrastare l’invecchiamento del settore primario e ad attrarre nuove competenze nel mondo agricolo, rendendo il mestiere dell’agricoltore più moderno e competitivo.
Terre ai giovani
Una delle azioni più innovative e ad alto impatto sociale del piano Coltivaitalia riguarda la valorizzazione dei terreni abbandonati o inutilizzati attraverso il progetto “Terre ai giovani”, promosso in collaborazione con ISMEA. L’iniziativa prevede la messa a bando di 8.417 ettari di terreno agricolo, che potranno essere concessi in comodato d’uso gratuito per 10 anni a giovani tra i 18 e i 41 anni. Al termine del periodo, sarà anche possibile riscattare i terreni al 50% del valore iniziale, favorendo così la patrimonializzazione degli imprenditori agricoli più meritevoli.
L’obiettivo è duplice: da un lato, favorire l’accesso alla terra per le nuove generazioni che vogliono avviare un’attività agricola, e dall’altro recuperare migliaia di ettari incolti, spesso lasciati all’abbandono, con un evidente impatto negativo sul paesaggio, sull’economia locale e sulla sicurezza idrogeologica.
Parallelamente, i comuni saranno chiamati a mappare i terreni silenti e abbandonati, con la possibilità di renderli disponibili in affitto o concessione per iniziative agricole o multifunzionali. Questa azione, oltre ad aumentare la produzione agricola nazionale, mira a contrastare lo spopolamento delle aree interne, a ridurre la frammentazione fondiaria e a prevenire il dissesto idrogeologico, favorendo il presidio del territorio attraverso l’agricoltura attiva.

Ricerca, innovazione e semplificazione
Il piano Coltivaitalia investe anche nella ricerca scientifica, nell’innovazione tecnologica e nella semplificazione amministrativa, strumenti indispensabili per aumentare la competitività del settore agricolo italiano e ridurre il divario digitale. A tal fine, sono stati stanziati 13,5 milioni di euro, con una parte significativa destinata al potenziamento delle attività del CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura), che potrà assumere 45 nuove unità di personale specializzate in ricerca applicata all’agricoltura.
Gli investimenti punteranno a rafforzare le aziende agricole sperimentali del CREA e degli istituti agrari, che verranno dotate di macchinari avanzati per l’agromeccanica di precisione, intelligenza artificiale, sensoristica di nuova generazione e sistemi meccatronici. Si tratta di un passo importante verso un’agricoltura data-driven, più efficiente e meno impattante sul piano ambientale.
In questo quadro di rinnovamento, anche l’AGEA cambierà volto, diventando AGEAIT – Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, Innovazione e Tecnologia. Il nuovo organismo avrà il compito di valorizzare i dati contenuti nel SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) e guidare l’innovazione digitale nel settore primario e nella pesca, con l’obiettivo di integrare tecnologia, tracciabilità e analisi predittiva.
Infine, il disegno di legge collegato introduce un importante pacchetto di semplificazione amministrativa. Le pratiche presentate tramite i CAA (Centri di Assistenza Agricola) diventeranno immediatamente esecutive se prive di elementi discrezionali, riducendo così tempi e ostacoli burocratici e facilitando l’accesso agli aiuti pubblici.
Sostegno alle imprese agricole colpite da epizoozie
Nel quadro delle misure previste dal piano Coltivaitalia, particolare attenzione è riservata alla tutela delle imprese agricole colpite da epizoozie, ovvero da malattie infettive che colpiscono gli animali da allevamento e possono compromettere gravemente la sostenibilità economica delle aziende. Per fronteggiare gli effetti delle epizoozie registrate nel 2025, il disegno di legge prevede una moratoria di 12 mesi sulla quota capitale dei mutui e dei finanziamenti a rimborso rateale con scadenza nel 2026.
La misura riguarda i finanziamenti concessi da banche, intermediari finanziari o soggetti autorizzati al credito, e punta ad alleviare il peso delle esposizioni debitorie in un periodo di forte difficoltà produttiva.
Per accedere al beneficio, le imprese dovranno semplicemente presentare un’autocertificazione che attesti almeno una delle seguenti condizioni, confrontando l’anno 2025 con il 2024:
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una riduzione del volume d’affari pari o superiore al 20%;
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una diminuzione della produzione almeno del 30%.
Per le cooperative agricole, l’accesso alla moratoria è ammesso anche in presenza di una riduzione delle quantità conferite o della produzione primaria di almeno il 20%, sempre in confronto all’anno precedente.
Questa misura rappresenta un passo concreto per preservare la continuità aziendale e garantire liquidità in un momento critico, rafforzando così la resilienza delle imprese zootecniche e cooperative agricole colpite da eventi sanitari eccezionali.

Filiere agroalimentari e Made in Italy
Nel cuore del piano Coltivaitalia vi è un impegno chiaro e strategico verso la valorizzazione delle filiere agroalimentari italiane, vero motore dell’economia agricola nazionale e ambasciatrici del Made in Italy nel mondo. La visione è quella di un’agricoltura che non solo produca, ma che sappia anche comunicare qualità, origine, tracciabilità e identità culturale.
Il rafforzamento delle filiere agroalimentari sarà perseguito attraverso interventi mirati a livello locale e nazionale, con il sostegno alla contrattualizzazione dei rapporti tra produttori e trasformatori, l’ampliamento dei progetti integrati di filiera e una maggiore promozione dei marchi di qualità certificata, come DOP, IGP, BIO e STG. L’obiettivo è quello di aumentare il valore aggiunto per i produttori, garantendo al consumatore un prodotto sicuro, tracciabile e legato al territorio.
Un ruolo chiave sarà giocato anche dalle strategie di internazionalizzazione e presidio dei mercati esteri, dove l’agroalimentare italiano è sempre più apprezzato ma anche soggetto a fenomeni di contraffazione (Italian sounding). Il piano mira a rafforzare gli strumenti di tutela e promozione, puntando su innovazione, logistica efficiente e accordi di cooperazione tra imprese.
In questo contesto, il Ministero dell’Agricoltura collaborerà attivamente con ICE, Ambasciate e Camere di Commercio italiane all’estero per strutturare azioni promozionali coordinate, con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze italiane e favorire l’accesso delle PMI agricole ai mercati internazionali più dinamici.
Sicurezza alimentare
Un’agricoltura forte e sostenibile non può prescindere da un sistema efficace di controllo, tracciabilità e trasparenza, per proteggere sia chi produce in modo corretto sia chi acquista con fiducia i prodotti agroalimentari italiani. Per questo, il piano Coltivaitalia prevede azioni rafforzate in materia di sicurezza alimentare e lotta alle frodi agroalimentari, con particolare attenzione alla filiera corta, al controllo delle etichettature e alla tutela dei marchi di qualità.
Nel dettaglio, il piano mira a potenziare il ruolo dell’ICQRF (Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi) attraverso un rafforzamento delle ispezioni, l’utilizzo di sistemi digitali di tracciamento e la sinergia con il sistema SIAN, già previsto nella trasformazione di AGEA in AGEAIT. Verranno potenziati i controlli sui prodotti importati, sugli stabilimenti di trasformazione e sugli esercizi commerciali, per contrastare con maggiore efficacia le pratiche scorrette e l’italian sounding.
Parallelamente, verrà promosso l’utilizzo di blockchain e intelligenza artificiale per rendere la tracciabilità più rapida, trasparente e condivisibile lungo tutta la filiera. L’obiettivo è duplice: garantire al consumatore la qualità e l’origine del prodotto, e difendere il lavoro degli imprenditori agricoli onesti da fenomeni di concorrenza sleale o manipolazione del mercato.
Agricoltura green e tutela del suolo
Il piano Coltivaitalia pone una forte enfasi anche sulla sostenibilità ambientale e sulla gestione responsabile delle risorse naturali, riconoscendo all’agricoltura un ruolo chiave nella lotta al cambiamento climatico, alla perdita di biodiversità e al degrado del suolo. Non si tratta di un’azione marginale, ma di una scelta strategica: rafforzare la funzione ecologica del settore primario come presidio del territorio e promotore di buone pratiche agroambientali.
In questa ottica, le misure previste dal piano promuovono l’adozione di tecniche agricole a basso impatto ambientale, l’uso efficiente delle risorse idriche, il ricorso a pratiche agroecologiche, il ripristino della fertilità del suolo e il contenimento del consumo di suolo agricolo. Particolare attenzione è riservata al contrasto al dissesto idrogeologico, fenomeno aggravato dall’abbandono delle terre interne, che il piano mira a recuperare e valorizzare con strumenti mirati come la concessione delle “terre silenti”.
Incentivi specifici sono previsti per le aziende che investono in energie rinnovabili, impianti agrivoltaici integrati, rotazioni colturali intelligenti e sistemi di monitoraggio ambientale. Inoltre, la promozione della biodiversità agricola e il sostegno alle colture autoctone contribuiscono alla resilienza climatica del sistema produttivo italiano.
Il messaggio è chiaro: la sostenibilità non è solo un vincolo normativo, ma una leva competitiva per un’agricoltura più forte, inclusiva e connessa alle esigenze ambientali del presente e del futuro.
Effetti economici, strategici e sistemici
Con uno stanziamento complessivo di un miliardo di euro, distribuito su interventi mirati tra il 2026 e il 2028, il piano Coltivaitalia si pone obiettivi concreti e misurabili in termini di occupazione, produttività e autonomia strategica del comparto agricolo nazionale. Le misure varate mirano a generare un impatto trasversale sull’intera filiera, dalla produzione alla trasformazione, fino alla distribuzione.
Uno degli effetti più significativi sarà l’incremento dell’occupazione giovanile, favorito sia dai fondi per l’imprenditoria agricola tra i 18 e i 41 anni, sia dall’assegnazione gratuita delle terre e dalle agevolazioni al credito. In parallelo, si attende una maggiore attrattività del settore agricolo, oggi spesso percepito come poco remunerativo e marginale, ma che con queste riforme potrebbe tornare a essere motore di sviluppo locale e innovazione.
Dal punto di vista economico, il piano punta a ridurre la dipendenza dell’Italia da prodotti agricoli esteri, in particolare cereali, soia, carni e olio d’oliva, contribuendo al riequilibrio della bilancia commerciale agroalimentare. La valorizzazione delle filiere corte, dei contratti di filiera e dei prodotti certificati porterà un aumento del valore aggiunto agricolo, stimolando anche gli investimenti privati.
Infine, l’approccio integrato tra politiche agricole, ambientali, sociali e digitali renderà l’Italia più competitiva anche in ambito europeo, in linea con gli obiettivi della PAC post 2027 e del Green Deal. Coltivaitalia si configura così come un vero e proprio piano industriale per l’agricoltura italiana, proiettato verso una nuova fase di crescita strutturale e sostenibile.
Conclusione
Coltivaitalia non è un semplice pacchetto di aiuti, ma un vero e proprio piano strategico nazionale pensato per rifondare l’agricoltura italiana su basi moderne, solide e durature. Attraverso un approccio integrato che combina investimenti, semplificazioni normative, sostegno alla competitività, tutela dell’ambiente e valorizzazione dei giovani, il piano si propone di colmare ritardi storici e trasformare il comparto primario in motore di sviluppo, innovazione e sostenibilità.
L’impegno di un miliardo di euro, articolato su diversi ambiti di intervento – dalla sovranità alimentare alla ricerca, dal credito alle terre per i giovani, fino alla protezione delle imprese più fragili – rappresenta una svolta culturale e politica nel rapporto tra Stato, agricoltori e territori rurali. La direzione è chiara: costruire un’agricoltura più autonoma, più verde e più competitiva, capace di affrontare le sfide della globalizzazione e del cambiamento climatico, ma anche di attirare nuovi talenti, risorse e opportunità nei nostri territori.
Il successo del piano dipenderà ora dalla rapidità di attuazione, dalla chiarezza dei decreti attuativi e dalla capacità del sistema pubblico e privato di collaborare efficacemente, mettendo al centro il valore della terra, della filiera e delle persone che la lavorano. Coltivaitalia può e deve diventare il modello di riferimento per l’agricoltura del futuro: produttiva, equa, resiliente e profondamente italiana.

