Nel cuore della manovra economica del 2025, arriva una boccata d’ossigeno per uno dei settori più colpiti dalla crisi e dalla rivoluzione digitale: la radiotelevisione locale. Con un emendamento approvato durante l’iter di conversione del Decreto Legge Economia (DL 30 giugno 2025, n. 95), il Governo ha stanziato 19 milioni di euro a favore delle emittenti locali e nazionali, riportando i fondi ai livelli del 2024. Un intervento che non solo risponde alle richieste degli operatori del settore, ma che riafferma il valore strategico del pluralismo informativo e della presenza territoriale nell’ecosistema mediatico italiano.
Sommario
Mentre si attende il testo definitivo della norma, questo segnale concreto da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy mostra un chiaro cambio di passo nelle politiche pubbliche per la comunicazione locale.
Scopriamo insieme cosa prevede l’emendamento, chi beneficerà dei contributi e quali sfide attende ancora il settore nel prossimo futuro.
Introduzione
Il settore radiotelevisivo italiano, da tempo alle prese con sfide strutturali e tecnologiche, torna al centro dell’agenda politica con importanti novità. Il Decreto Legge “Misure urgenti in materia economica e fiscale” – più noto come DL Economia – recentemente approvato dal Senato con voto di fiducia, introduce un emendamento significativo che prevede nuove risorse a sostegno dell’emittenza radiotelevisiva locale e nazionale. Si tratta di un intervento tanto atteso da operatori del settore, editori e sindacati, soprattutto in un contesto in cui l’informazione pubblica è chiamata a rinnovarsi, mantenendo però pluralismo e accessibilità.
Le risorse, stanziate tramite il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, vanno a rafforzare un comparto che ha subito gravi perdite durante e dopo la pandemia, e che ora deve anche fronteggiare la transizione al digitale terrestre di nuova generazione (DVB-T2), il calo degli investimenti pubblicitari e la concorrenza sempre più forte delle piattaforme online. Il sostegno pubblico può rappresentare un’opportunità concreta per garantire sostenibilità economica, aggiornamento tecnologico e tutela dell’informazione locale.
Il ruolo del MIMIT
Con un avviso pubblicato sul proprio sito istituzionale, il MIMIT ha comunicato una novità cruciale: durante l’esame in Commissione al Senato del Decreto-Legge 30 giugno 2025, n. 95, è stato presentato un emendamento correttivo che mira a ripristinare integralmente i fondi destinati al comparto radiotelevisivo. In particolare, l’intervento legislativo punta a correggere l’effetto fortemente penalizzante generato da un’interpretazione restrittiva della Legge di Bilancio 2024, che aveva ridotto significativamente le risorse assegnate al Ministero per il sostegno delle emittenti locali.
Il Ministro Adolfo Urso ha commentato l’intervento sottolineando l’importanza strategica dell’informazione locale e la volontà del governo di garantire continuità ai finanziamenti, anche nella prossima Legge di Bilancio. Il nuovo emendamento prevede infatti un contributo straordinario di 16,5 milioni di euro, che si aggiunge a ulteriori 2,5 milioni recuperati da fondi inutilizzati di esercizi precedenti, grazie al disaccantonamento.
Il totale di 19 milioni di euro consente di riportare il livello di finanziamento del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione agli stessi standard dell’anno precedente, scongiurando tagli che avrebbero colpito duramente emittenti già in difficoltà economica. La norma è in attesa di testo definitivo, ma rappresenta già una risposta concreta a una criticità molto sentita dagli operatori del settore.
Priorità strategica
Le emittenti radiotelevisive locali non sono semplici strumenti di intrattenimento o informazione generica: rappresentano un presidio essenziale di democrazia, pluralismo e identità territoriale. In molti contesti, soprattutto nelle aree periferiche e nei piccoli centri, esse costituiscono l’unico canale di informazione diretta per i cittadini, offrendo notizie su cronaca, eventi, istituzioni locali e problematiche del territorio che difficilmente trovano spazio nei media nazionali.
La crisi che ha colpito il settore negli ultimi anni – accentuata dalla transizione tecnologica verso il DVB-T2, dalla concorrenza delle piattaforme digitali e dalla progressiva contrazione del mercato pubblicitario – ha messo a rischio la sopravvivenza di molte realtà storiche. La scomparsa delle voci locali comporterebbe un danno grave per la diversità informativa, oltre che un impatto economico e occupazionale non trascurabile.
Proprio per queste ragioni, il governo ha riconosciuto l’urgenza di interventi straordinari, che vanno a integrare e rafforzare i meccanismi di finanziamento ordinari. L’obiettivo è garantire la continuità operativa delle emittenti locali, consentendo loro di innovarsi tecnologicamente, rafforzare le redazioni giornalistiche, e continuare a offrire un servizio pubblico di qualità, accessibile e rappresentativo delle realtà locali.

Struttura e finalità
Il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione è lo strumento principale attraverso cui lo Stato italiano sostiene il comparto dell’editoria e della radiodiffusione. Istituito con l’art. 1, comma 375 della Legge 28 dicembre 2015, n. 208, il fondo è stato progressivamente ristrutturato per rispondere ai cambiamenti del mercato dell’informazione e per incentivare il passaggio al digitale e all’adozione di nuove tecnologie editoriali.
Gestito in parte dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria e in parte dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), il fondo ha tra i suoi obiettivi principali:
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la promozione del pluralismo dell’informazione, soprattutto nelle aree meno coperte dai grandi media;
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il sostegno economico alle testate e alle emittenti locali, che svolgono un servizio di pubblica utilità;
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l’incentivazione di progetti innovativi nel campo dell’editoria digitale e della transizione tecnologica.
Il recente emendamento al DL Economia, riportando i fondi MIMIT ai livelli precedenti, consente di mantenere operativo l’intero meccanismo di riparto e, soprattutto, di non penalizzare le realtà più piccole e meno strutturate, che rischiavano di essere escluse dai finanziamenti o drasticamente ridimensionate.
In un periodo in cui la lotta alla disinformazione è cruciale, rafforzare il sistema dell’informazione locale significa anche tutelare la qualità e la veridicità delle notizie.
Quadro normativo
L’emendamento approvato in sede di esame al Senato rientra nel più ampio processo di conversione in legge del DL 30 giugno 2025, n. 95, noto come “DL Economia”, e rappresenta una manovra correttiva sostanziale rispetto agli effetti restrittivi della precedente Legge di Bilancio 2024. Quest’ultima, a causa di una formulazione ambigua, aveva generato un’interpretazione che rischiava di ridurre drasticamente le somme assegnate al MIMIT per il finanziamento delle emittenti locali.
Con la rettifica in corso, si segnala un’importante presa di posizione politica da parte del Governo, che riconosce formalmente il valore strategico del pluralismo informativo e l’impatto sociale delle televisioni locali. Il Ministro Urso ha annunciato l’impegno a confermare questo livello di risorse anche nella prossima Legge di Bilancio, rendendo così l’intervento più strutturale e meno episodico.
Resta però fondamentale attendere il testo definitivo della norma, che chiarirà i dettagli operativi, le modalità di erogazione e le eventuali condizioni di accesso ai contributi. Allo stesso tempo, sarà cruciale monitorare le linee guida del MIMIT e l’eventuale pubblicazione di nuovi bandi entro la fine dell’anno, anche per garantire una ripartizione equa e trasparente tra emittenti di diversa dimensione e localizzazione geografica.
Se confermato, l’emendamento potrebbe costituire un precedente virtuoso per la futura programmazione delle politiche pubbliche a sostegno dell’informazione e dell’editoria locale.
Impatto economico
Oltre al valore informativo e culturale, il sostegno pubblico alle emittenti locali ha importanti ricadute economiche e occupazionali. Secondo i dati forniti da associazioni di categoria come Aeranti-Corallo, il comparto radiotelevisivo locale impiega migliaia di lavoratori tra giornalisti, tecnici, operatori di regia e personale amministrativo, generando indotto anche nei settori della produzione audiovisiva, pubblicità e marketing territoriale.
La riduzione dei fondi, come inizialmente previsto dalla Legge di Bilancio 2024, avrebbe avuto effetti devastanti su queste realtà, costringendole a tagli drastici del personale, alla riduzione della qualità dei contenuti o, nei casi peggiori, alla chiusura definitiva. Il ritorno ai livelli di finanziamento precedenti – grazie all’emendamento inserito nel DL Economia – consente invece di mantenere l’occupazione, stabilizzare collaboratori storici e continuare a offrire un servizio informativo professionale e competitivo.
Va inoltre sottolineato che le emittenti locali sono spesso partner fondamentali delle istituzioni in occasione di campagne di comunicazione pubblica, emergenze o iniziative culturali locali. Il loro indebolimento rappresenterebbe una perdita anche per l’efficacia delle politiche pubbliche territoriali.
In un periodo di incertezza economica, ogni euro investito nel settore radiotelevisivo locale produce valore reale: tutela posti di lavoro, incentiva la formazione di nuovi professionisti e contribuisce alla vitalità dell’economia nei territori meno centrali del Paese.

Transizione digitale
Uno degli ostacoli principali che il settore radiotelevisivo si trova ad affrontare è la transizione alla nuova tecnologia del digitale terrestre di seconda generazione (DVB-T2), obbligatoria in Italia secondo le direttive europee in materia di spettro radio. Questo passaggio comporta investimenti ingenti in infrastrutture, encoder, trasmettitori e formazione tecnica, mettendo a dura prova soprattutto le piccole e medie emittenti locali, già alle prese con bilanci fragili.
Il sostegno economico previsto dal DL Economia rappresenta anche una leva per favorire l’adeguamento tecnologico delle emittenti, evitando che restino escluse dalla nuova fase di trasmissione. In assenza di supporto pubblico, molte stazioni locali rischiano infatti di non essere in grado di sostenere i costi di aggiornamento, compromettendo l’accesso all’informazione di intere fasce della popolazione.
Non solo: la transizione digitale offre anche nuove opportunità. Con la tecnologia DVB-T2, è possibile migliorare la qualità dell’immagine, aumentare l’efficienza nella gestione dello spettro e ampliare l’offerta di contenuti, aprendo così la strada a nuove forme di programmazione e pubblicità locale.
Investire nella digitalizzazione delle emittenti significa, quindi, garantire loro un futuro competitivo in un mercato sempre più dominato da colossi internazionali e piattaforme di streaming. Un settore radiotelevisivo locale aggiornato è anche un baluardo contro il digital divide informativo, che penalizza le zone meno urbanizzate.
Conclusioni
L’emendamento al DL Economia rappresenta senza dubbio un segnale positivo e concreto verso il settore radiotelevisivo locale, troppo spesso trascurato nelle politiche pubbliche degli ultimi anni. Il ripristino delle risorse e la dichiarata volontà di stabilizzare i finanziamenti anche nella prossima Legge di Bilancio dimostrano che il governo ha compreso l’importanza strategica di questo comparto per la tutela del pluralismo, la coesione sociale e lo sviluppo dell’informazione territoriale.
Tuttavia, il rischio è che questi aiuti restino interventi tampone se non inseriti in una visione strutturale di medio-lungo termine. Servono infatti riforme sistemiche, piani di digitalizzazione sostenibili, supporto alla formazione professionale e una strategia integrata per valorizzare il ruolo delle emittenti locali anche nell’ecosistema digitale.
In un momento storico in cui la credibilità dell’informazione è messa in discussione e la concentrazione mediatica rischia di appiattire il dibattito pubblico, investire nelle realtà locali significa investire nella democrazia. L’auspicio è che questo passo avanti sia solo il primo di una serie di azioni mirate, coerenti e continuative per dare nuovo slancio a un settore fondamentale per il Paese.

