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lunedì 15 Dicembre 2025

Guida agli incentivi per l’autoimprenditorialità under 36: fondi, vantaggi fiscali e strategie per avviare un’impresa nel 2026

In un contesto economico segnato da trasformazioni rapide e profonde, l’autoimprenditorialità giovanile rappresenta una leva strategica per favorire l’occupazione, promuovere l’innovazione e stimolare la crescita economica. Ma per chi ha meno di 36 anni e vuole mettersi in proprio, la domanda è sempre la stessa: come finanziare l’avvio di un’impresa senza indebitarsi o rinunciare in partenza?

La risposta arriva dalla nuova Guida Operativa agli Incentivi per l’Autoimprenditorialità under 36, pubblicata da Invitalia e collegata alla programmazione europea 2021-2027, che mette a disposizione fondi e agevolazioni specificamente pensati per i giovani. Un pacchetto integrato di misure, agevolazioni a fondo perduto, crediti d’imposta e accompagnamento, che ha l’obiettivo di supportare chi desidera avviare un’attività autonoma o imprenditoriale nelle regioni italiane, con particolare attenzione al Sud e alle aree svantaggiate.

In questa guida operativa ti spiegheremo come funzionano questi incentivi, quali sono i requisiti per accedere, quali attività sono finanziabili e come presentare correttamente la domanda per ottenere i fondi disponibili. Analizzeremo inoltre i riferimenti normativi e le sinergie tra fondi europei, nazionali e regionali, chiarendo i dubbi più frequenti su una materia tanto importante quanto poco conosciuta.

Le principali misure 

Per i giovani under 36 che vogliono avviare un’attività imprenditoriale in Italia, il panorama attuale offre una serie di strumenti di finanza agevolata, con l’obiettivo di ridurre le barriere economiche e incentivare la creazione di nuove imprese. Ecco una panoramica delle principali misure attive, con particolare attenzione alle caratteristiche, requisiti e vantaggi fiscali offerti.

1. ON – Oltre nuove imprese a tasso zero

Gestita da Invitalia, questa misura è rivolta a giovani tra i 18 e i 35 anni e alle donne di qualsiasi età. L’incentivo finanzia progetti in settori come industria, artigianato, servizi, turismo e commercio. Le agevolazioni prevedono finanziamenti a tasso zero e contributi a fondo perduto fino al 90% dell’investimento. Possono accedervi imprese costituite da non oltre 5 anni, a prevalenza giovanile, con spese ammissibili che includono macchinari, ristrutturazioni, soluzioni ICT, marketing e capitale circolante.

2. Resto al Sud

Si rivolge a giovani under 56 residenti nel Mezzogiorno e nelle aree sismiche del Centro Italia. Il pacchetto agevolativo copre fino al 100% dell’investimento, suddiviso in 50% contributo a fondo perduto e 50% finanziamento agevolato. Il tetto massimo è di 60.000 euro per singolo richiedente, estendibile fino a 200.000 euro per progetti in forma associata. Sono incluse anche le attività libero-professionali, con spese ammissibili legate a beni strumentali, software, locali e spese di avviamento.

3. PNRR – Missione 5, Componente 1

Diversi bandi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) offrono premialità per le imprese giovanili. Tra le iniziative più interessanti: startup giovanili in ambito green e digitale, progetti di rigenerazione urbana under 35, incentivi all’occupazione giovanile nei contratti di sviluppo Invitalia e voucher per la digitalizzazione nelle PMI fondate da giovani.

4. Voucher giovani imprenditori

Gestiti dalle Regioni grazie ai fondi FESR e FSE+, questi voucher finanziano la formazione, l’avvio di startup, l’acquisto di beni strumentali e servizi di mentoring, incubazione e tutoraggio. Le modalità di accesso e gli importi variano in base alla Regione di riferimento, ma rappresentano un’occasione concreta per accompagnare i giovani dall’idea alla realizzazione del progetto.

Quasi tutte queste misure sono coordinate da Invitalia a livello nazionale, mentre i voucher regionali richiedono il monitoraggio dei bandi locali, pubblicati periodicamente sui siti istituzionali.

Come strutturare il progetto

Conoscere le agevolazioni disponibili è solo l’inizio: ottenere i finanziamenti dipende in gran parte dalla qualità del progetto presentato. La selezione dei progetti da parte degli enti finanziatori, infatti, si basa su criteri stringenti di sostenibilità economica, impatto sociale e innovazione, come evidenziato nel volume “Strategie di finanza agevolata per progetti imprenditoriali”. Un progetto ben scritto può fare la differenza tra successo e rigetto della domanda.

Per risultare credibile e convincente, un progetto imprenditoriale deve possedere alcuni requisiti fondamentali:

  • Realismo e sostenibilità: il piano finanziario deve essere solido, con previsioni attendibili e coerenti con l’attività proposta.

  • Rispondenza ai bisogni reali: è premiato chi intercetta un’esigenza concreta del mercato o del territorio, magari in una nicchia poco esplorata.

  • Innovazione: non serve inventare qualcosa di nuovo, ma è utile introdurre migliorie nei processi, nella gestione o nella tecnologia.

  • Sostenibilità a medio termine: è spesso richiesto un orizzonte operativo di almeno due anni dopo l’erogazione dei fondi.

  • Competenze del team: la composizione del gruppo promotore deve riflettere competenze tecniche, gestionali e commerciali coerenti con l’attività.

Un buon punto di partenza è redigere un executive summary chiaro ed efficace, dove si presentano il problema individuato, la soluzione proposta, il target di riferimento, i vantaggi competitivi e le stime economico-finanziarie. L’inserimento di uno studio di mercato o di lettere di intenti da potenziali clienti o fornitori rafforza ulteriormente la proposta.

Infine, è consigliabile allineare il progetto con le priorità strategiche europee e nazionali (come transizione ecologica, digitalizzazione, inclusione sociale): ciò aumenta le possibilità di ottenere punteggio nei bandi e di accedere più facilmente ai finanziamenti.

Autoimprenditorialità Under 36 - Commercialista.it

Errori da evitare

Anche il progetto più promettente può essere scartato se presenta errori formali o contenutistici. Nella predisposizione della domanda per accedere agli incentivi pubblici, molti giovani imprenditori sottovalutano aspetti cruciali, spesso a causa della poca esperienza o della fretta. Conoscere in anticipo gli errori più comuni consente di evitarli e aumentare sensibilmente le probabilità di successo.

Ecco i principali sbagli da non commettere:

  • Sottovalutare la parte finanziaria: presentare un business plan privo di indicatori fondamentali come il cash flow, il break-even point o la redditività attesa è un errore critico. Questi dati servono a dimostrare che l’impresa potrà sostenersi nel tempo.

  • Utilizzare preventivi generici o datati: i preventivi allegati devono essere dettagliati, coerenti con le spese indicate e aggiornati. Documenti vaghi o non personalizzati rischiano di compromettere la credibilità dell’intero progetto.

  • Incoerenza tra spese e attività operative: le voci di spesa devono essere strettamente legate alle attività previste. Ad esempio, non è credibile richiedere fondi per un macchinario se questo non è previsto nel processo produttivo descritto.

  • Progetti troppo teorici o astratti: idee poco concrete, prive di validazione o esempi reali, vengono spesso scartate. È essenziale tradurre l’idea in un piano d’azione operativo e realistico.

  • Assenza di un cronoprogramma dettagliato: ogni progetto deve prevedere una timeline chiara con fasi, obiettivi intermedi e risultati attesi. Questo dimostra capacità di pianificazione e gestione del tempo.

Infine, è buona norma eseguire un controllo completo prima dell’invio della domanda, magari con l’aiuto di un consulente esperto, per assicurarsi che tutti i documenti siano coerenti, completi e formalmente corretti. Anche un singolo errore può causare l’esclusione, rendendo vano il lavoro fatto.

Consigli operativi 

Presentare un progetto valido è importante, ma non basta: per ottenere i finanziamenti messi a disposizione da Invitalia, Regioni o fondi PNRR, bisogna sapersi muovere con metodo. Esistono infatti alcune buone pratiche che possono aumentare concretamente le probabilità di approvazione della domanda. Si tratta di accorgimenti tecnici, strategici e organizzativi che rendono il progetto più solido agli occhi degli enti valutatori.

Ecco i principali consigli da seguire:

  • Utilizzare i template ufficiali di business plan: Invitalia e molte Regioni mettono a disposizione modelli preimpostati che guidano il candidato nella redazione del piano. Utilizzarli aiuta a non dimenticare nessuna sezione fondamentale e a rispettare i criteri formali richiesti.

  • Partecipare a webinar informativi e sportelli virtuali: molti enti organizzano incontri online gratuiti per spiegare come funzionano i bandi. Sono occasioni preziose per risolvere dubbi, ricevere aggiornamenti in tempo reale e migliorare la propria candidatura.

  • Presentare domanda in forma associata: progetti presentati da più soggetti, come cooperative o società tra giovani imprenditori, possono accedere a massimali più elevati. Inoltre, la presenza di più persone qualificate nel team rafforza la sostenibilità del progetto.

  • Cofinanziamento credibile: mostrare che si è pronti a investire risorse proprie (o raccoglierle tramite crowdfunding, business angels o soci) trasmette impegno e riduce il rischio percepito. Questo può essere un fattore decisivo.

  • Collaborare con incubatori o consulenti esperti: farsi affiancare da realtà accreditate nel supporto all’imprenditorialità aiuta a presentare un progetto ben costruito e completo. Gli incubatori, inoltre, spesso hanno rapporti diretti con gli enti erogatori e possono agevolare il processo.

In sintesi, un giovane imprenditore ben informato, consapevole delle dinamiche dei bandi e affiancato da partner strategici, aumenta notevolmente le possibilità di ottenere i finanziamenti. Non si tratta solo di avere una buona idea, ma di saperla presentare con rigore e strategia.

Autoimprenditorialità Under 36 - Commercialista.it

Simulazione pratica

Per comprendere meglio come applicare nella realtà le informazioni finora viste, proponiamo una simulazione concreta. L’obiettivo è mostrare passo dopo passo come potrebbe essere strutturato un progetto agevolato, ipotizzando l’accesso a uno degli strumenti più utilizzati: ON – Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero.

Scenario: apertura di un laboratorio artigianale di pasticceria innovativa

Promotore: Marco, 28 anni, diplomato in Scienze dell’alimentazione, con esperienza lavorativa nel settore food.
Forma giuridica: società in nome collettivo (Snc) con un secondo socio under 30.
Zona: Regione Lazio.
Settore: artigianato alimentare e commercio.
Attività prevista: produzione di dolci artigianali a basso contenuto di zuccheri, con materie prime locali, venduti online e in store fisico.
Importo investimento: € 150.000.

Struttura del progetto:

  • Executive summary: definizione dell’obiettivo (valorizzare il patrimonio dolciario locale in chiave salutistica), target di clientela, posizionamento sul mercato.

  • Analisi di mercato: ricerca sulle tendenze “sugar free” e biologiche, competitor locali e online, potenziale di crescita.

  • Piano operativo: affitto di locale in zona semicentrale, ristrutturazione, acquisto macchinari e attrezzature da laboratorio, e-commerce integrato.

  • Business plan: proiezione a 3 anni con break-even previsto al mese 18, cash flow dettagliato, ipotesi prudenziali su ricavi e costi.

  • Richiesta agevolazioni: 60% finanziamento a tasso zero + 30% fondo perduto.

  • Fonti aggiuntive: apporto mezzi propri per € 15.000, convenzione con incubatore di imprese locali.

  • Impatti attesi: creazione di 3 posti di lavoro, uso di fornitori locali, attività formativa con scuole alberghiere.

In un caso del genere, ben documentato e coerente con gli obiettivi strategici nazionali (filiera corta, salute, digitalizzazione, inclusione giovanile), le probabilità di ottenere l’incentivo da Invitalia sono elevate, a condizione che la documentazione sia completa, i preventivi realistici e le stime economiche sostenibili.

Vantaggi fiscali 

Uno degli aspetti più attrattivi per i giovani che vogliono avviare un’impresa è senza dubbio la possibilità di ottenere vantaggi fiscali significativi, spesso poco conosciuti o sottovalutati. Accanto agli incentivi finanziari a fondo perduto o ai tassi agevolati, infatti, il legislatore ha introdotto una serie di misure che permettono un risparmio fiscale concreto, legale e accessibile, soprattutto nei primi anni di attività.

1. Regime forfettario under 36

Per le partite IVA individuali e le ditte individuali, il regime forfettario rappresenta la soluzione fiscale più conveniente. Con un tetto di ricavi fissato a 85.000 euro annui, offre:

  • Tassazione ridotta al 5% per i primi 5 anni (invece del 15%);

  • Esenzione da IVA, ritenute e obblighi contabili ordinari;

  • Semplificazioni nella gestione fiscale e minori costi amministrativi.

Questo regime è compatibile con molti incentivi pubblici, inclusi i contributi a fondo perduto, e permette di abbattere significativamente il carico fiscale nei primi anni, favorendo la stabilità finanziaria dell’impresa.

2. Esenzioni contributive per startup giovanili

Alcuni bandi, come Resto al Sud, prevedono anche agevolazioni INPS, riduzioni sui contributi previdenziali o esenzioni temporanee, soprattutto per i lavoratori autonomi e professionisti che avviano una nuova attività.

3. Super e iperammortamento per beni strumentali

In presenza di investimenti in tecnologie, macchinari o soluzioni digitali, le imprese giovanili possono accedere a maggiori detrazioni fiscali, con meccanismi di ammortamento accelerato o crediti d’imposta (es. Transizione 4.0).

4. Credito d’imposta per formazione e digitalizzazione

Le startup e microimprese fondate da giovani possono beneficiare di crediti d’imposta per formazione del personale, acquisto software, soluzioni ICT e marketing digitale, a valere su bandi regionali e fondi PNRR.

In sintesi, avviare un’attività da under 36 significa non solo accedere a capitali agevolati, ma anche godere di un ambiente fiscale più favorevole, soprattutto nei primi anni. Una corretta pianificazione fiscale permette di massimizzare il risparmio legale e reinvestire nelle fasi più delicate del ciclo d’impresa.

Conclusione

Mai come oggi, per i giovani under 36 che vogliono mettersi in proprio, esiste un ecosistema favorevole e ricco di opportunità concrete. Grazie alla programmazione europea 2021-2027, agli incentivi nazionali gestiti da Invitalia, ai fondi regionali cofinanziati da FESR e FSE+, e ai vantaggi fiscali introdotti a livello statale, l’Italia mette a disposizione una rete di supporto completa per l’autoimprenditorialità giovanile.

Tuttavia, ottenere questi fondi non è automatico: è necessario presentare progetti ben costruiti, economicamente sostenibili, coerenti con le priorità strategiche del Paese (digitale, green, inclusione) e capaci di generare impatto positivo sul territorio. Conoscere i bandi, evitare gli errori comuni e sfruttare i vantaggi fiscali sono elementi essenziali per trasformare un’idea in impresa.

Rivolgersi a professionisti qualificati, usare strumenti di supporto (come i business plan ufficiali o gli sportelli informativi), e costruire una rete di alleanze (incubatori, co-founder, crowdfunding) può fare la differenza. La nuova imprenditorialità giovanile ha bisogno di visione, ma anche di metodo.

Il consiglio finale? Non aspettare che il bando “perfetto” arrivi da solo: inizia oggi a preparare il tuo progetto, informati, studia, chiedi supporto. Il momento giusto per costruire il futuro imprenditoriale è adesso.

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