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martedì 2 Dicembre 2025

Codice Incentivi 2026: cosa cambia per imprese e autonomi con la riforma approvata dal Governo

Con il Decreto legislativo approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il 24 ottobre 2025, prende ufficialmente forma il “Nuovo Codice degli incentivi” destinato ad entrare in vigore dal 1° gennaio 2026. Si tratta di una riforma ambiziosa e strutturale, che punta a semplificare e razionalizzare il sistema degli aiuti pubblici alle imprese e ai lavoratori autonomi, promuovendo efficienza, trasparenza e un più facile accesso alle risorse pubbliche.

Il nuovo Codice si inserisce in un contesto normativo e strategico più ampio, che guarda al rilancio dell’economia italiana attraverso una maggiore digitalizzazione, semplificazione amministrativa e soprattutto una parità di trattamento tra imprese e lavoratori autonomi, categoria spesso esclusa o marginalizzata nei principali strumenti di sostegno economico.

La logica di fondo è quella della programmazione triennale, della trasparenza digitale, dell’efficacia della spesa pubblica e dell’eliminazione delle sovrapposizioni tra incentivi. Il testo è stato sviluppato in attuazione della legge delega 111/2023 e rappresenta uno snodo fondamentale per una gestione più moderna delle politiche industriali e occupazionali.

Ma quali sono, nello specifico, le principali novità introdotte dal Codice? Quali vantaggi concreti porterà per imprese, professionisti e lavoratori autonomi? In questo articolo analizziamo i punti salienti del decreto, le opportunità offerte e cosa cambia rispetto al sistema attuale.

La struttura del Codice degli incentivi 2026

Il Nuovo Codice degli incentivi approvato dal Governo si articola in 28 articoli suddivisi in cinque Capi, con l’obiettivo di riformare in modo radicale il sistema italiano delle agevolazioni pubbliche. L’intero impianto normativo si fonda su principi di semplificazione, standardizzazione e digitalizzazione, rendendo più accessibili e trasparenti gli strumenti di sostegno per imprese, professionisti e lavoratori autonomi.

Uno degli aspetti più innovativi è rappresentato dall’art. 3, che istituisce nuovi servizi digitali integrati tramite la piattaforma RNA (Registro Nazionale degli Aiuti) e Incentivi.gov.it. Qui sarà possibile consultare i bandi, verificare i requisiti di accesso, ottenere il CUP (Codice Unico di Progetto), monitorare l’iter della domanda e accedere ai risultati. Il tutto in un’ottica di efficienza amministrativa e riduzione della burocrazia.

L’art. 4 introduce il Programma degli incentivi, un documento strategico che ogni amministrazione dovrà redigere annualmente, specificando risorse, obiettivi, tempi e modalità. A garantire il coordinamento tra Stato e Regioni sarà invece il Tavolo permanente degli incentivi (art. 5), per evitare sovrapposizioni e rafforzare la coerenza delle politiche.

Molto atteso dagli operatori è l’art. 6, che istituisce il bando-tipo: una procedura standard che uniforma requisiti, modalità di accesso, controlli, revoche e rendicontazione. Una svolta importante, soprattutto per consulenti fiscali e commercialisti, che potranno operare su basi più certe e omogenee.

In chiave operativa, il Codice affronta anche aspetti cruciali come:

  • i criteri premianti (art. 8), che valorizzano imprese virtuose sotto il profilo della legalità, inclusione, giovani, donne e disabilità;

  • le cause di esclusione (art. 9), come mancanza di DURC, interdittive antimafia o irregolarità pregresse;

  • le spese ammissibili (art. 11) e le forme di agevolazione (art. 12);

  • le modalità di accesso (art. 13), basate su criteri cronologici, graduatorie o negoziazione.

Altre novità rilevanti riguardano il contrasto alla delocalizzazione (art. 16), un sistema rafforzato di controlli e revoche(artt. 17 e 18), e un monitoraggio continuo dell’efficacia delle misure (artt. 20 e 21), con valutazioni ex ante, in itinere ed ex post, basate sull’utilizzo obbligatorio del CUP.

Il Codice, inoltre, prevede l’adozione di numerosi decreti attuativi e direttoriali, tra cui uno particolarmente importante a firma congiunta del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e del MEF, che dovrà definire entro 120 giorni dalla sua entrata in vigore:

  • il modello di Programma degli incentivi,

  • i tempi di adozione e aggiornamento,

  • e il format per la ricognizione degli incentivi regionali.

Un passo fondamentale, dunque, per uniformare e rendere più leggibile il panorama nazionale delle agevolazioni economiche.

Codice Incentivi 2026 - Commercialista.it

Digitalizzazione e premialità

Uno dei punti cardine del Codice degli incentivi 2026 è la trasformazione digitale del sistema di accesso e gestione delle agevolazioni pubbliche. Non si tratta solo di un restyling informatico, ma di una vera e propria rivoluzione operativa, che coinvolge tutti gli attori: amministrazioni, imprese, professionisti e lavoratori autonomi. Il nuovo modello punta su piattaforme interoperabili, procedure semplificate, automatismi nei controlli e un tracciamento completo di ogni incentivo.

Il Codice rende obbligatori tre pilastri operativi:

  1. Digitalizzazione completa: tutte le procedure dovranno svolgersi online, attraverso sistemi integrati come Incentivi.gov.it e il Registro Nazionale degli Aiuti (RNA).

  2. Semplificazione procedurale: viene ridotta la documentazione richiesta, adottato un bando tipo per tutte le misure e introdotti controlli automatici per velocizzare le istruttorie.

  3. Trasparenza assoluta: ogni incentivo sarà identificato con un CUP univoco, tracciato e pubblicato in tempo reale, dall’istanza iniziale fino all’erogazione finale.

Attraverso i portali dedicati, sarà possibile per tutti gli utenti:

  • consultare bandi e agevolazioni attive,

  • verificare i requisiti di accesso,

  • presentare le domande in modalità digitale,

  • monitorare l’avanzamento della pratica,

  • consultare i risultati delle valutazioni.

Particolare attenzione è riservata al tema della premialità, pensata per orientare le risorse pubbliche verso soggetti più fragili o virtuosi.

Nello specifico:

Codice Incentivi 2026 - Commercialista.it

Queste riserve rappresentano un cambio di paradigma: per la prima volta i lavoratori autonomi e le microimprese vengono valorizzati alla pari delle PMI, con quote minime garantite di accesso ai fondi.

Parità di accesso agli incentivi 

Tra le riforme più significative introdotte dal nuovo Codice degli incentivi 2026, spicca l’equiparazione dei lavoratori autonomi alle PMI nell’accesso alle agevolazioni pubbliche. Una misura rivoluzionaria, attesa da anni e sostenuta con forza dal Ministro del Lavoro Marina Calderone, che da ex presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro aveva già promosso iniziative in tal senso.

L’articolo 10 del decreto stabilisce un principio chiaro e vincolante: i lavoratori autonomi potranno accedere agli incentivi pubblici alle stesse condizioni delle piccole e medie imprese, salvo per quei requisiti che siano chiaramente non applicabili alla natura della loro attività. In pratica, salvo casi specifici e motivati, non potranno essere esclusi solo perché non costituiti in forma societaria o non dotati di dipendenti.

Inoltre, il Codice impone che ogni bando debba prevedere disposizioni specifiche per garantire un accesso effettivo e non discriminatorio anche ai professionisti e alle partite IVA, superando così le distorsioni del passato in cui spesso i liberi professionisti erano esclusi per mancanza di requisiti strutturali pensati solo per le imprese.

Questa novità rappresenta il completamento di un percorso avviato con la Legge 81/2017 sul lavoro autonomo e più volte rilanciato nei tavoli di concertazione tra Ministeri e rappresentanze delle categorie professionali. Il risultato è un sistema più equo, che riconosce il ruolo economico e sociale del lavoro autonomo, allineandolo al resto del tessuto produttivo nazionale.

Si tratta di un passaggio fondamentale per i consulenti, i professionisti, le partite IVA e tutti quei soggetti che, pur non essendo imprese in senso stretto, contribuiscono attivamente allo sviluppo economico del Paese.

Monitoraggio e controllo

Un’altra innovazione fondamentale introdotta dal Codice degli incentivi 2026 è la costruzione di un sistema strutturato di monitoraggio e valutazione dell’efficacia delle agevolazioni. Non basta più erogare risorse: occorre sapere come vengono utilizzate, da chi, con quali risultati. Il tutto per garantire che ogni euro di denaro pubblico generi un impatto positivo sull’economia, sull’occupazione e sull’innovazione.

L’articolo 18 introduce un sistema rafforzato di controlli, finalizzato a evitare abusi, frodi e utilizzi impropri delle risorse pubbliche. I controlli saranno centralizzati, digitali e automatizzati dove possibile, e includeranno anche verifiche ex post, per accertare la reale esecuzione dei progetti finanziati.

L’articolo 20 prevede invece l’obbligo di monitoraggio attraverso il Codice Unico di Progetto (CUP), che diventa lo strumento principale per il tracciamento di ogni incentivo, dalla pubblicazione del bando fino alla fase di rendicontazione finale. Ogni progetto finanziato dovrà essere associato a un CUP univoco, garantendo trasparenza totale e possibilità di accesso ai dati anche da parte dei cittadini.

Infine, l’articolo 21 istituisce una valutazione continua dell’efficacia degli incentivi, articolata su tre livelli:

  • ex ante, per valutare la coerenza della misura con gli obiettivi strategici;

  • in itinere, per monitorare l’attuazione durante l’erogazione;

  • ex post, per analizzare i risultati ottenuti rispetto agli obiettivi dichiarati.

Questo sistema integrato permetterà di identificare le misure realmente efficaci, ottimizzare la spesa pubblica e dismettere gli strumenti meno utili o obsoleti. Un passo decisivo verso un uso più intelligente e misurabile delle politiche di sostegno economico.

Codice Incentivi 2026 - Commercialista.it

Opportunità per imprese

Il nuovo Codice degli incentivi 2026 non è solo una riforma normativa, ma un’occasione concreta per semplificare l’accesso ai fondi pubblici, ottimizzare la pianificazione fiscale e massimizzare le opportunità di sviluppo. Per le imprese, i lavoratori autonomi e i consulenti fiscali che li assistono, le novità introdotte rappresentano un cambio di passo strategico.

In primo luogo, la standardizzazione dei bandi, la riduzione della documentazione richiesta e la digitalizzazione integrata permetteranno di ridurre i tempi e i costi burocratici. Un processo più snello significa poter partecipare a più bandi, con maggiore consapevolezza dei requisiti e delle tempistiche, e con una minor incidenza di errori e rigetti.

Il fatto che le microimprese e i lavoratori autonomi abbiano riserve minime di risorse (≥25%) rappresenta una garanzia di accesso reale anche per chi, fino a oggi, era spesso penalizzato nei grandi programmi di finanziamento. Questo apre a nuove possibilità di investimento, digitalizzazione, formazione e crescita anche per professionisti, freelance, artigiani e consulenti.

Inoltre, il sistema di premialità,  basato su rating di legalità, parità di genere, giovani, disabilità e natalità, premia chi adotta pratiche virtuose. Le imprese attente all’etica, alla sostenibilità sociale e alla governance trasparente potranno ottenere punteggi aggiuntivi, maggiorazioni del contributo o priorità in graduatoria.

Per i commercialisti, consulenti del lavoro e fiscalisti, la presenza di un bando tipo uniforme, strumenti digitali centralizzati e criteri standardizzati offre maggiori certezze operative, facilitando l’assistenza ai clienti nella scelta, partecipazione e rendicontazione delle misure.

Il Codice, infine, si inserisce in un contesto in cui sarà possibile pianificare in modo triennale le opportunità, grazie al nuovo Programma degli incentivi, che ogni amministrazione dovrà redigere in anticipo. Questo consentirà anche di integrare la strategia fiscale con la progettazione aziendale, trasformando gli incentivi in strumenti concreti di crescita e risparmio.

Cosa succede dal 1° gennaio 2026

Il Codice degli incentivi entrerà ufficialmente in vigore il 1° gennaio 2026, come stabilito dall’articolo 28 del decreto legislativo approvato il 24 ottobre 2025. Tuttavia, per diventare pienamente operativo e per far partire il nuovo sistema, sarà necessario attendere una serie di decreti attuativi e direttoriali che tradurranno i principi generali in norme concrete e procedure applicabili.

In particolare, entro 120 giorni dall’entrata in vigore (quindi entro fine aprile 2026), dovrà essere adottato un decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, di concerto con il MEF e previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni.

Questo decreto dovrà definire:

  • il modello standard del Programma degli incentivi;

  • le tempistiche per la sua adozione da parte delle singole amministrazioni;

  • le modalità di aggiornamento periodico;

  • e il format per la ricognizione e la pubblicazione degli incentivi regionali.

Fino a quel momento, il rischio è che alcuni bandi subiscano un rallentamento o che si crei un breve vuoto normativo nella transizione tra il vecchio e il nuovo sistema. Sarà quindi fondamentale per le imprese e i consulenti monitorare attentamente le fonti ufficiali (Incentivi.gov.it e RNA) e i portali regionali, per non perdere bandi temporanei o transitori.

Inoltre, nei primi mesi del 2026 si assisterà a una fase di rodaggio tecnico e amministrativo, durante la quale le piattaforme digitali verranno aggiornate, i bandi uniformati secondo il nuovo bando-tipo (art. 6) e le nuove regole di premialità e accesso testate sul campo. Per questo motivo, la collaborazione tra amministrazioni, professionisti e associazioni di categoria sarà cruciale per garantire una piena operatività senza ritardi.

Conclusione

Il Codice degli incentivi 2026 rappresenta molto più di una riforma tecnica. È una risposta concreta all’esigenza di semplificare, rendere accessibili e più efficaci le politiche pubbliche a sostegno della produttività, dell’innovazione e dell’inclusione economica. Digitalizzazione, trasparenza, uniformità e accesso paritario non sono slogan, ma strumenti reali che potranno fare la differenza, soprattutto per chi ha spesso subito la complessità del sistema precedente.

L’introduzione del bando tipo, la tracciabilità tramite CUP, la riserva di risorse per PMI e lavoratori autonomi, e il monitoraggio costante dei risultati sono elementi che puntano non solo a distribuire meglio le risorse, ma anche a misurare e valorizzare l’impatto degli investimenti pubblici. In questo contesto, i professionisti della consulenza fiscale e aziendale avranno un ruolo fondamentale: saranno i veri facilitatori dell’accesso agli incentivi, accompagnando imprese e partite IVA nel cogliere ogni opportunità.

Ma la vera sfida sarà l’attuazione: servono decreti chiari, tempistiche rispettate e piattaforme funzionanti sin dal primo trimestre 2026. Solo così il nuovo Codice potrà esprimere tutto il suo potenziale e diventare il motore di un nuovo rapporto di fiducia tra Stato e sistema produttivo.

Chi saprà muoversi per tempo, anticipare le modifiche e preparare le strategie di investimento e di risparmio fiscale già nei prossimi mesi, potrà beneficiare al massimo di questo cambiamento storico.

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