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sabato 29 Novembre 2025

Bonus assunzioni 2025 in scadenza e novità 2026: guida agli incentivi per risparmiare sul costo del lavoro

Il 2025 si avvicina alla chiusura e con esso anche molte agevolazioni fiscali e contributive pensate per favorire l’occupazione, soprattutto per giovani, donne e lavoratori svantaggiati. In particolare, il Bonus assunzioni 2025 previsto dal DL Coesione rappresenta un’importante opportunità per le imprese italiane, ma è soggetto a una scadenza ben precisa: 31 dicembre 2025. Allo stesso tempo, lo sguardo è già rivolto al futuro, perché nella bozza della Legge di Bilancio 2026 il Governo ha annunciato un nuovo sgravio contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2026.

Questo articolo guida il lettore attraverso tutte le novità in arrivo e le opportunità ancora disponibili nel 2025, evidenziando le differenze tra i diversi bonus, i requisiti richiesti, le zone agevolate come le ZES (Zone Economiche Speciali), e le modalità pratiche per beneficiare di questi strumenti.

Con un’attenzione particolare agli aspetti fiscali, ai vantaggi economici e agli scenari occupazionali futuri, vedremo come le imprese possono pianificare in modo strategico le assunzioni per ottenere risparmi significativi sul costo del lavoro, rispettando le normative vigenti.

Incentivi assunzioni 2025

Nonostante gli incentivi previsti dal DL Coesione 2024 rappresentino un’opportunità concreta per abbattere il costo del lavoro, le misure si sono scontrate con ritardi attuativi e vincoli burocratici, che ne hanno limitato l’efficacia, soprattutto nelle Zone Economiche Speciali (ZES). In particolare, gli importi maggiorati degli sgravi contributivi, fino a 650 euro mensili nelle ZES rispetto ai 500 euro nel resto d’Italia, sono subordinati all’autorizzazione della Commissione europea, ottenuta solo il 31 gennaio 2025. Questo ha generato incertezza tra i datori di lavoro, soprattutto quelli che avevano avviato assunzioni nella finestra precedente confidando nella decorrenza stabilita dal DL, e non dal primo decreto interministeriale.

Le criticità non finiscono qui. Per quanto riguarda il bonus giovani under 35, il beneficio è riconosciuto solo per assunzioni a tempo indeterminato o stabilizzazioni effettuate tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025, ma con una decorrenza posticipata al 31 gennaio 2025 per le ZES. Questo restringe di fatto il periodo utile per fruire dell’incentivo e genera confusione normativa e operativa.

Situazione analoga per il bonus donne, articolato su tre categorie, con accesso differenziato a seconda della residenza e dello stato occupazionale. Particolarmente penalizzate risultano le donne disoccupate da almeno 6 mesi residenti nelle ZES, per cui lo sgravio decorre solo dopo l’autorizzazione UE, escludendo retroattivamente chi ha assunto prima di tale data.

Infine, si segnala la rigidità della procedura INPS: nei casi con incentivo maggiorato, la domanda deve essere presentata prima dell’assunzione, pena l’inammissibilità. In assenza di istruzioni chiare, molti datori di lavoro rischiano di perdere il beneficio. Inoltre, per le donne impiegate in settori svantaggiati, la durata dell’agevolazione è stata limitata a 12 mesi, nonostante la norma originaria ne prevedesse 24.

Chiarimenti ufficiali dalle circolari INPS

A fronte delle numerose incertezze operative e normative legate ai bonus assunzioni 2025, è stato fondamentale l’intervento dell’INPS, che ha fornito le istruzioni attuative con una serie di circolari pubblicate tra maggio e giugno 2025, specificando modalità, requisiti e limiti per fruire degli sgravi contributivi previsti dal DL Coesione.

In particolare, la circolare INPS n. 90 del 12 maggio 2025, dedicata al Bonus Giovani, ha chiarito che l’incentivo è riconosciuto per le assunzioni a tempo indeterminato di giovani under 35 che non abbiano mai avuto un contratto stabile. La stessa circolare specifica che il beneficio si applica anche in caso di stabilizzazione di contratti a termine, purché effettuata entro il 31 dicembre 2025. Ulteriori chiarimenti e aggiornamenti sono stati forniti con la circolare INPS n. 104 del 18 giugno 2025, che ha corretto alcune interpretazioni restrittive sulla decorrenza nelle ZES e sulle modalità di presentazione delle domande.

Per quanto riguarda invece il Bonus Donne, la circolare INPS n. 91 del 12 maggio 2025 ha confermato le tre categorie di lavoratrici agevolabili, chiarendo che lo sgravio può arrivare fino a 650 euro mensili nelle ZES, ma solo per assunzioni effettuate dopo l’autorizzazione della Commissione europea (31 gennaio 2025). La circolare ha anche precisato che per fruire degli incentivi maggiorati, le aziende devono presentare la domanda prima dell’assunzione, e che non è prevista applicazione retroattiva per i contratti avviati prima della data di decorrenza riconosciuta.

Queste istruzioni rappresentano un punto di riferimento essenziale per imprese e consulenti del lavoro, ma restano alcune zone d’ombra, specialmente sul piano procedurale, che potrebbero essere chiarite solo con ulteriori messaggi INPS o FAQ ministeriali.

Bonus assunzioni in scadenza: novità 2026 -Commercialista.it

Cosa prevede la bozza della Legge di Bilancio

Con uno sguardo rivolto al futuro, la bozza della Legge di Bilancio 2026 attualmente all’esame del Parlamento introduce un nuovo incentivo all’occupazione stabile. L’articolo 37 del testo prevede infatti il riconoscimento di un esonero parziale dai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, per assunzioni effettuate nel corso dell’anno 2026. Si tratta di una misura destinata a supportare la creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato, con lo scopo di consolidare la ripresa occupazionale nel post-pandemia e contrastare la precarietà.

Nel dettaglio, il nuovo bonus si applicherà sia:

  • alle nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato (escluse le figure dirigenziali);

  • sia alle trasformazioni di contratti a termine in contratti stabili, purché avvengano nel 2026.

La durata massima dello sgravio sarà di 24 mesi, ma i dettagli sull’entità dell’esonero, le categorie beneficiarie, i limiti individuali e le condizioni di accesso saranno definiti da un apposito decreto ministeriale attuativo. Il Governo auspica che l’emanazione del decreto avvenga con maggiore rapidità rispetto a quanto accaduto per il DL Coesione 2024, proprio per evitare ritardi e incertezze che hanno penalizzato i bonus 2025.

Sul piano finanziario, la misura prevede un limite di spesa ben definito:

  • 154 milioni di euro per il 2026,

  • 400 milioni per il 2027,

  • 271 milioni per il 2028.

Questo lascia intendere una programmazione triennale e una volontà politica di rendere strutturale, almeno in parte, il sostegno all’occupazione stabile, specialmente per le categorie più vulnerabili.

Come pianificare le assunzioni 

Con l’introduzione del nuovo Bonus Assunzioni 2026, le imprese si trovano di fronte a un bivio strategico: sfruttare fino in fondo gli incentivi 2025 in scadenza a dicembre, oppure posticipare parte delle assunzioni all’anno successivo per accedere al nuovo esonero contributivo previsto dalla Legge di Bilancio? La risposta dipende da diversi fattori, ma un’analisi comparativa può aiutare a fare chiarezza.

Il Bonus Assunzioni 2025, come stabilito dal DL Coesione, offre sgravi importanti – fino a 650 euro mensili nelle ZES – ma presenta diverse criticità: vincoli stringenti sulle tempistiche di domanda, autorizzazioni europee tardive, e procedure INPS complesse. Tuttavia, è già pienamente operativo (al netto di alcune difficoltà applicative), e offre anche incentivi alle stabilizzazioni, elemento utile in caso di rapporti a termine in scadenza.

Dall’altra parte, il Bonus 2026 appare più snello nel disegno normativo: niente limiti territoriali, nessuna suddivisione per categorie specifiche, e possibilità di incentivo anche per trasformazioni da tempo determinato a indeterminato. Resta però l’incognita: fino all’emanazione del decreto attuativo, non conosciamo l’importo effettivo dell’esonero né eventuali condizioni particolari. Inoltre, la disponibilità delle risorse è limitata e soggetta a monitoraggio, con il rischio di esaurimento dei fondi.

Per le aziende, la scelta migliore è valutare attentamente i tempi e le modalità delle assunzioni previste, considerando il calendario delle scadenze, le condizioni dei candidati (età, genere, stato occupazionale) e il territorio in cui si opera. In alcuni casi sarà vantaggioso anticipare le assunzioni al 2025 per non perdere incentivi già attivi; in altri, potrà essere più utile attendere il 2026 per evitare le rigidità attuali e accedere a una misura potenzialmente più semplice da gestire.

Bonus assunzioni in scadenza: novità 2026 -Commercialista.it

Consigli pratici 

Per le imprese interessate a ridurre il costo del lavoro in modo legale ed efficace, la pianificazione è fondamentale. I bonus assunzioni 2025 e le novità 2026 offrono opportunità interessanti, ma occorre muoversi con precisione e consapevolezza. Ecco alcune strategie operative utili:

1. Verifica immediata dei requisiti dei candidati

Analizza il profilo dei potenziali assunti: età, sesso, residenza e status occupazionale. Per il 2025, ad esempio, l’età inferiore ai 35 anni o la disoccupazione prolungata sono criteri chiave. Verifica anche se l’azienda ha sede in una ZES, dove gli incentivi sono più alti.

2. Controllo puntuale delle tempistiche

Assunzioni nelle ZES? Ricorda: l’incentivo decorre solo dal 31 gennaio 2025, quindi eventuali contratti attivati prima non sono agevolabili. Non perdere la scadenza del 31 dicembre 2025 per attivare le assunzioni ammesse agli sgravi attuali.

3. Presentazione tempestiva delle domande INPS

In caso di incentivo maggiorato, la domanda deve essere presentata prima dell’assunzione. Prepara la documentazione con anticipo ed evita ritardi: l’INPS potrebbe respingere richieste tardive o incomplete.

4. Valutazione della trasformazione dei contratti a termine

Se hai lavoratori a tempo determinato, valuta la trasformazione a tempo indeterminato entro il 2025 per usufruire degli sgravi esistenti. In alternativa, considera una pianificazione nel 2026, se il decreto attuativo del nuovo bonus sarà favorevole.

5. Monitoraggio costante delle novità normative

Tieni sotto controllo circolari INPS, decreti attuativi e aggiornamenti ministeriali. Piccoli cambiamenti procedurali possono fare la differenza tra ottenere l’incentivo o perderlo.

6. Supporto da parte del consulente del lavoro o del commercialista

Affidarsi a un professionista è essenziale. Le normative sono complesse e in continua evoluzione: una verifica preventiva della documentazione e delle condizioni aziendali può evitare errori e sanzioni.

ZES e assunzioni agevolate

Le Zone Economiche Speciali (ZES) continuano a rappresentare un elemento chiave nella strategia del Governo per incentivare l’occupazione e rilanciare lo sviluppo economico nelle aree svantaggiate, in particolare nel Sud Italia. Proprio in queste zone, gli incentivi alle assunzioni previsti dal DL Coesione 2024 sono stati rafforzati con importi maggiorati fino a 650 euro mensili per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato.

Tuttavia, come già evidenziato, i vantaggi offerti nelle ZES sono subordinati a requisiti specifici e soggetti a vincoli procedurali stringenti. Innanzitutto, il periodo utile per accedere agli sgravi è stato ridotto rispetto al resto del territorio nazionale, a causa della necessaria autorizzazione della Commissione europea, arrivata solo il 31 gennaio 2025. Di conseguenza, le assunzioni effettuate prima di questa data non possono beneficiare degli incentivi, nemmeno retroattivamente.

Inoltre, la maggiore entità dell’agevolazione comporta un obbligo procedurale aggiuntivo: la presentazione della domanda all’INPS deve avvenire prima della stipula del contratto, pena l’esclusione dal beneficio. Un errore nella tempistica può quindi costare caro, annullando il vantaggio economico previsto.

Per le imprese con sede nelle ZES, è quindi fondamentale agire con attenzione:

  • Verificare l’effettiva localizzazione dell’unità produttiva in una zona agevolata;

  • Raccogliere la documentazione necessaria in anticipo;

  • Pianificare assunzioni e trasformazioni contrattuali nel rispetto delle tempistiche ufficiali;

  • Coordinarsi strettamente con il proprio consulente del lavoro per non perdere le agevolazioni disponibili.

Queste zone, se correttamente sfruttate, possono offrire un vantaggio competitivo notevole in termini di riduzione del costo del lavoro, ma richiedono precisione e tempestività nella gestione.

Sgravi contributivi e impatto sul bilancio aziendale

Gli incentivi alle assunzioni come quelli previsti per il 2025 e quelli in arrivo per il 2026, non rappresentano soltanto un’opportunità di risparmio immediato sul costo del lavoro, ma producono effetti positivi concreti anche sul bilancio aziendale. Capire come questi sgravi agiscono a livello contabile e fiscale è essenziale per una corretta pianificazione economico-finanziaria.

Dal punto di vista operativo, lo sgravio contributivo riduce direttamente la quota di contributi previdenziali a carico del datore di lavoro. Si tratta quindi di un risparmio in termini di costi fissi, che può incidere in modo significativo, soprattutto se applicato su più lavoratori e per periodi prolungati (fino a 24 mesi).

Questa riduzione:

  • migliora il margine operativo lordo (EBITDA), aumentando la redditività aziendale;

  • può rendere più competitivo il costo del lavoro, incentivando nuove assunzioni senza gravare eccessivamente sulla struttura dei costi;

  • non è considerata un aiuto in denaro, ma una riduzione di oneri, quindi non rientra tra le voci tassabili ai fini IRES o IRAP.

Attenzione però: per le aziende che adottano il criterio di competenza economica, lo sgravio contributivo va correttamente rilevato tra le sopravvenienze attive o riduzioni di costi del personale nei bilanci d’esercizio, evitando errori contabili che potrebbero generare rilievi in sede di controllo fiscale.

Infine, nel caso in cui l’incentivo venga revocato (es. per non rispetto dei requisiti o irregolarità nella domanda), l’azienda deve restituire i contributi maggiorati di sanzioni e interessi, con potenziali ripercussioni sul bilancio e sulla reputazione fiscale.

In sintesi, sfruttare gli sgravi non è solo una questione di risparmio contributivo, ma anche un’operazione di ottimizzazione economica che può portare benefici significativi, se gestita correttamente a livello amministrativo e contabile.

Bonus assunzioni

La richiesta di incentivi alle assunzioni può portare a importanti benefici economici, ma solo se gestita correttamente. In caso contrario, le aziende rischiano la perdita totale del beneficio, sanzioni e, in alcuni casi, l’obbligo di restituire quanto già fruito. Ecco gli errori più frequenti riscontrati nella prassi operativa e come evitarli.

1. Assunzione prima della presentazione della domanda

È l’errore più grave, soprattutto per i bonus con importi maggiorati (come quelli delle ZES). In questi casi, la domanda all’INPS deve essere presentata prima della firma del contratto. Saltare questo passaggio equivale a perdere l’incentivo.

2. Assunzioni fuori dai limiti temporali

Molte aziende non tengono conto delle date esatte di decorrenza, soprattutto per le ZES, dove l’incentivo decorre solo dal 31 gennaio 2025. Assunzioni effettuate anche pochi giorni prima non sono agevolabili, nemmeno con interpretazioni favorevoli.

3. Documentazione incompleta o errata

Un’anagrafica incompleta del dipendente, l’assenza della certificazione dello stato di disoccupazione o errori nel codice fiscale possono portare al rigetto della domanda o al blocco della procedura. È fondamentale controllare ogni dettaglio prima dell’invio.

4. Errori nella scelta della categoria agevolata

Sbagliare nella classificazione (es. confondere una donna disoccupata da 6 mesi con una da 24) può portare a richieste per importi non spettanti e quindi a revoche con sanzioni. Serve una verifica attenta dei requisiti.

5. Mancato rispetto dei requisiti aziendali

Gli sgravi contributivi sono concessi solo se l’azienda rispetta determinate condizioni, come il DURC regolare, il rispetto dei contratti collettivi e il divieto di licenziamenti nei mesi successivi all’assunzione agevolata. Ogni irregolarità può invalidare il beneficio.

Per evitare queste criticità è consigliabile creare una checklist interna per ogni assunzione agevolata e coinvolgere tempestivamente il consulente del lavoro o il commercialista, che può verificare i requisiti e seguire l’intero iter procedurale in modo corretto.

Conclusione

Il 2025 e il 2026 si configurano come anni decisivi per le politiche attive del lavoro in Italia, con strumenti fiscali e contributivi pensati per incentivare l’assunzione di giovani, donne e lavoratori svantaggiati. Tuttavia, come abbiamo visto, non basta conoscere l’esistenza dei bonus: è fondamentale comprendere come, quando e per chi applicarli, evitando errori formali e cogliendo ogni finestra utile.

Le aziende che sapranno pianificare in anticipo le proprie assunzioni, monitorare le istruzioni INPS e muoversi con il supporto di consulenti esperti, potranno ottenere risparmi significativi e consolidare il proprio capitale umano. Non solo: con il nuovo bonus previsto per il 2026, si aprono scenari favorevoli anche per le trasformazioni contrattuali, in un’ottica di stabilizzazione del personale e di sostenibilità aziendale.

Ora è il momento di agire: verifica la tua situazione aziendale, analizza i profili da assumere, programmi le assunzioni entro le scadenze previste e preparati a sfruttare anche le nuove misure del 2026 con consapevolezza e strategia.

In un contesto economico dove ogni margine di risparmio è cruciale, gli incentivi alle assunzioni possono fare la differenza. A condizione, però, di saperli usare bene.

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