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giovedì 30 Ottobre 2025

Autoproduzione di energia da rinnovabili per le PMI: incentivi fotovoltaico prorogati al 10 novembre 2025

Nel pieno di una transizione ecologica sempre più urgente e sostenuta da incentivi pubblici, le piccole e medie imprese italiane (PMI) hanno davanti a sé un’occasione unica per abbattere i costi energetici, diventare più sostenibili e aumentare la loro competitività. Il Governo, tramite il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), ha prorogato al 10 novembre 2025 il termine per accedere ai finanziamenti previsti a sostegno dell’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, con un focus particolare sull’impianto fotovoltaico.

La misura, inserita nel quadro degli interventi finanziati dal PNRR (Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica), prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto per le PMI che decidono di dotarsi di impianti per la produzione di energia pulita, in particolare nei settori energivori come manifatturiero, tessile, alimentare e chimico. Una scelta strategica non solo per risparmiare sulle bollette, ma anche per tutelarsi da future fluttuazioni di mercato e aumentare la resilienza energetica dell’azienda.

In questo articolo vedremo nel dettaglio quali sono le nuove regole per accedere ai contributi, cosa prevede la proroga al 10 novembre, chi può beneficiare degli incentivi, quali sono i vantaggi fiscali ed economici per le PMI, come fare domanda e quali errori evitare.

Cosa prevede il decreto del MIMIT

Con il Decreto Direttoriale del 29 settembre 2025, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha ufficializzato la proroga del termine per la presentazione delle domande di accesso alla misura agevolativa per la produzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI. La nuova scadenza è fissata al 10 novembre 2025, posticipando di oltre un mese la precedente deadline, inizialmente prevista per il 30 settembre.

La misura rientra nel quadro del PNRR – Missione 2, Componente 2, Investimento 16, e trova le sue basi normative nel Decreto del 30 giugno 2025, che ha stabilito i criteri, le modalità e i modelli da utilizzare per l’accesso ai contributi. Si tratta di un intervento fortemente orientato a sostenere programmi di investimento delle PMI volti all’autoproduzione e autoconsumo di energia elettrica da fonti rinnovabili, in particolare attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici, ma anche altre tecnologie ammesse.

Secondo quanto previsto dal MIMIT, le risorse disponibili ammontano a 178.668.093 euro, e sono suddivise in maniera strategica:

  • Il 40% è riservato alle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia);

  • Un altro 40% è destinato specificamente alle micro e piccole imprese, favorendo così chi ha minori possibilità di accesso al credito o all’autofinanziamento.

Il decreto disciplina inoltre gli schemi di domanda, la documentazione necessaria per l’istruttoria e i criteri di ammissibilità, offrendo così una guida chiara e dettagliata per le imprese che intendono cogliere questa occasione di efficienza energetica e risparmio economico.

Chi può accedere agli incentivi

La misura agevolativa per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili è rivolta a tutte le piccole e medie imprese (PMI) attive sul territorio nazionale, con alcune eccezioni settoriali e ambientali.

In particolare, non possono accedere agli incentivi le imprese che operano nei seguenti settori:

  • Settore carbonifero (estrazione e lavorazione del carbone);

  • Produzione primaria di prodotti agricoli;

  • Settore della pesca e dell’acquacoltura.

Queste esclusioni sono in linea con i principi ambientali stabiliti a livello europeo e con gli obiettivi del PNRR, che intende premiare solo progetti realmente sostenibili e in linea con la transizione ecologica.

Inoltre, tutte le imprese richiedenti devono garantire il rispetto del cosiddetto principio DNSH (“Do No Significant Harm”, ovvero “non arrecare danni significativi all’ambiente”), previsto dall’art. 17 del Regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento Europeo e del Consiglio. Questo principio impone che l’attività d’impresa non comprometta gli obiettivi ambientali dell’Unione, come la mitigazione dei cambiamenti climatici, l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’uso sostenibile delle risorse idriche e marine, e la protezione della biodiversità.

Tutte le PMI interessate devono quindi verificare con attenzione il codice ATECO, la conformità ambientale e il rispetto delle condizioni previste dal regolamento europeo, prima di procedere alla presentazione della domanda.

Autoproduzione di energia da rinnovabili - Commercialista.it

Interventi ammessi e spese agevolabili

La misura “Sostegno per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI – FER” si concretizza in contributi a fondo perduto erogati in conto impianti, destinati a supportare i programmi di investimento delle PMI volti all’autoproduzione di energia elettrica.

In particolare, sono ammessi i progetti che prevedano l’installazione di:

  • Impianti solari fotovoltaici;

  • Impianti minieolici;

  • Sistemi di accumulo/stoccaggio dell’energia “dietro il contatore”, ovvero destinati all’autoconsumo differito.

I progetti devono avere come obiettivo l’autoconsumo, quindi la produzione non finalizzata alla vendita, ma all’utilizzo diretto dell’energia nell’ambito dei processi produttivi aziendali.

L’accesso al contributo è subordinato a una procedura valutativa a graduatoria, e le agevolazioni sono concesse solo per progetti che presentino:

  • Spese ammissibili comprese tra 30.000 euro e 1.000.000 euro.

Le percentuali di contributo sono così differenziate:

  • 30% per le medie imprese;

  • 40% per le micro e piccole imprese;

  • 30% aggiuntivo per l’investimento in sistemi di accumulo/stoccaggio;

  • Fino al 50% per le spese legate alla diagnosi energetica, qualora inserita nel progetto.

Questa struttura premiale favorisce soprattutto le realtà più piccole, incentivando al contempo interventi ad alto valore tecnologico ed energetico, capaci di generare un risparmio concreto nel medio-lungo termine.

Come presentare la domanda

Le PMI interessate a ottenere il contributo per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili devono presentare la domanda di agevolazione esclusivamente in formato elettronico, attraverso la piattaforma informatica dedicata sul sito di Invitalia (www.invitalia.it), soggetto attuatore della misura.

Le istanze possono essere inoltrate dalle ore 12:00 dell’8 luglio 2025 fino alle ore 12:00 del 10 novembre 2025, data recentemente prorogata con Decreto Direttoriale MIMIT del 29 settembre (la scadenza originaria era fissata al 30 settembre).

Invitalia, in collaborazione con il MIMIT, ha predisposto una sezione informativa dedicata, dove è possibile scaricare:

  • I modelli di domanda aggiornati;

  • Le istruzioni per la compilazione;

  • L’elenco completo della documentazione da allegare.

L’accesso alla piattaforma digitale è subordinato a una procedura di autenticazione sicura, che prevede l’utilizzo di:

  • SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale);

  • Carta Nazionale dei Servizi (CNS);

  • Carta di Identità Elettronica (CIE).

La domanda deve essere compilata e sottoscritta digitalmente dal rappresentante legale dell’impresa o da un soggetto delegato con idonea procura. La delega, naturalmente, deve essere formalmente conferita e correttamente documentata.

Vista la natura valutativa a graduatoria della procedura, è fortemente consigliato inviare la domanda il prima possibile, in modo da evitare errori last minute o rallentamenti tecnici che possano compromettere l’ammissibilità della richiesta.

Vantaggi per le PMI

Investire nell’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili non rappresenta solo una scelta etica o ambientale, ma una strategia economica concreta per le PMI italiane. I benefici, infatti, si estendono su più fronti: fiscale, finanziario, operativo ed energetico.

1. Risparmio sulle bollette energetiche

Il primo e più immediato vantaggio è la riduzione significativa dei costi energetici. Grazie all’autoconsumo dell’energia prodotta da impianti fotovoltaici o minieolici, le imprese possono abbattere i costi dell’elettricità fino al 60-70%, soprattutto nei settori ad alto consumo. Questo si traduce in un miglioramento diretto del margine operativo e della competitività sul mercato.

2. Agevolazioni fiscali e contributi a fondo perduto

Oltre al contributo in conto impianti, le PMI possono accedere ad altre forme di vantaggio fiscale, come:

  • La detrazione del 110% (per le imprese che rientrano in specifici interventi trainanti, se compatibili con le normative aggiornate);

  • L’ammortamento accelerato o super ammortamento degli impianti, ove previsto;

  • L’esenzione da accise o imposte sull’energia autoprodotta e autoconsumata (secondo i casi e i volumi di produzione).

3. Maggiore indipendenza e protezione dalle fluttuazioni di mercato

Produrre energia in proprio significa tutelarsi dalle oscillazioni dei prezzi dell’energia, che negli ultimi anni hanno colpito duramente le imprese italiane. Si tratta di una forma di autonomia strategica, che consente una programmazione più stabile dei costi operativi.

4. Miglioramento dell’immagine aziendale

Un’impresa sostenibile è anche più attrattiva per clienti, fornitori, investitori e bandi pubblici. L’adozione di soluzioni green rappresenta oggi un vantaggio competitivo anche dal punto di vista reputazionale e commerciale.

In sintesi, l’autoproduzione di energia da rinnovabili rappresenta un investimento intelligente, che si ripaga nel tempo e prepara l’azienda a una crescita sostenibile e resiliente.

Checklist operativa per le PMI

Per accedere con successo alla misura di sostegno per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, le PMI devono affrontare una preparazione accurata, sia dal punto di vista tecnico che documentale. Sebbene la procedura sia interamente digitale, non è priva di complessità.

Ecco una checklist operativa utile per aumentare le probabilità di successo.

1. Verifica dei requisiti soggettivi e oggettivi

Prima di tutto, è necessario assicurarsi che:

  • L’impresa rientri nella definizione di PMI secondo i parametri europei (fatturato, numero di dipendenti, autonomia finanziaria);

  • Non operi in settori esclusi (carbone, pesca, agricoltura primaria);

  • Rispetti il principio DNSH e abbia una situazione di regolarità contributiva e fiscale.

2. Analisi energetica preliminare

È fondamentale stimare il fabbisogno energetico aziendale e identificare con precisione quanta energia può essere coperta con l’impianto da installare. In molti casi, è consigliata (e in parte finanziabile) una diagnosi energetica professionale, che aiuti a pianificare l’investimento con dati reali.

3. Progetto tecnico e preventivo dei costi

Serve predisporre un progetto tecnico dettagliato dell’impianto (fotovoltaico o minieolico), con indicazione della potenza prevista, sistema di accumulo, tempi di realizzazione e costi stimati. Le spese devono rientrare nei limiti di ammissibilità: minimo 30.000 euro, massimo 1.000.000 euro.

4. Preparazione documentazione amministrativa

Oltre alla domanda, occorre allegare:

  • Atto costitutivo e statuto;

  • Visura camerale aggiornata;

  • Bilanci e documenti fiscali recenti;

  • Dichiarazioni sostitutive e modulistica firmata digitalmente.

5. Pianificazione della tempistica

Anche se il termine è stato prorogato al 10 novembre 2025, è consigliabile caricare i documenti con largo anticipo, per evitare errori tecnici, problemi con SPID o CNS e imprevisti nella piattaforma Invitalia.

Un eventuale supporto da parte di un consulente fiscale o energetico può fare la differenza, sia per accelerare i tempi che per massimizzare le probabilità di ottenere il contributo.

Autoproduzione di energia da rinnovabili - Commercialista.it

Valutazione, graduatorie e tempi di erogazione

Una volta presentata la domanda, questa viene valutata secondo una procedura a graduatoria, non automatica, ma basata su criteri qualitativi e quantitativi. L’intero iter è gestito dal Soggetto Attuatore Invitalia, che svolge l’istruttoria tecnico-amministrativa sulla base della documentazione allegata e dei punteggi assegnati ai progetti.

1. Criteri di valutazione

I principali elementi considerati per l’attribuzione del punteggio sono:

  • La coerenza del progetto con le finalità della misura (autoproduzione e autoconsumo);

  • Il grado di efficienza energetica e innovazione tecnologica dell’impianto proposto;

  • La qualità tecnica del progetto e la sua cantierabilità;

  • L’impatto ambientale positivo dell’intervento (in termini di riduzione delle emissioni, uso di materiali riciclati, ecc.);

  • Il valore economico dell’investimento, in relazione alla dimensione e alla capacità produttiva dell’impresa;

  • L’eventuale presenza di diagnosi energetica, che dà diritto a punteggio aggiuntivo.

2. Pubblicazione della graduatoria

Una volta conclusa la fase di valutazione, Invitalia pubblica la graduatoria delle domande ammesse, ordinata in base al punteggio ottenuto fino a esaurimento dei fondi disponibili. Come già visto, le risorse totali sono pari a 178.668.093 euro, con riserve per il Mezzogiorno e per micro e piccole imprese.

È importante notare che non esiste automatismo: anche se la domanda è completa, solo i progetti con punteggio più alto riceveranno il contributo. Questo impone la massima attenzione nella qualità della proposta progettuale.

3. Tempi di erogazione del contributo

Una volta ammessa, l’impresa beneficiaria riceverà una comunicazione formale con l’importo concesso e le modalità operative. Il contributo può essere erogato:

  • In un’unica soluzione, a saldo, dopo la conclusione dell’intervento e la rendicontazione delle spese;

  • Oppure con anticipazione e successivo saldo, se previsto e documentato.

I tempi medi di erogazione possono variare, ma l’obiettivo del MIMIT e di Invitalia è garantire la massima celerità, anche in coerenza con i vincoli del PNRR, che impone tempistiche stringenti.

Conclusione

La proroga al 10 novembre 2025 rappresenta un’opportunità imperdibile per le PMI italiane che vogliono ridurre i costi energetici, migliorare la propria sostenibilità ambientale e accedere a contributi a fondo perduto per impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo. L’iniziativa, finanziata dal PNRR e gestita da Invitalia, è pensata per supportare la transizione energetica nel tessuto produttivo nazionale, valorizzando l’efficienza e l’autonomia energetica.

Investire oggi significa guadagnare domani: minori spese per l’energia, maggiore protezione dalle fluttuazioni di mercato, migliore reputazione e maggiore competitività. Non si tratta solo di un contributo economico, ma di un vero e proprio salto di qualità per il business.

Alle PMI non resta che agire con tempestività: analizzare i propri consumi, strutturare un progetto ben documentato e procedere alla presentazione della domanda attraverso la piattaforma Invitalia. Il tutto, prima che si esauriscano le risorse disponibili.

Per ogni passaggio è consigliabile affidarsi a professionisti esperti in finanza agevolata ed energia, per massimizzare i vantaggi ed evitare errori che possono compromettere l’accesso ai fondi.

Il fotovoltaico per le PMI non è più un’opzione: è una strategia vincente.

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