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giovedì 30 Ottobre 2025

Legge sulla Montagna 2025: credito d’imposta e agevolazioni fiscali per agricoltori e silvicoltori

Negli ultimi anni, lo spopolamento delle aree montane è diventato un tema centrale nel dibattito politico ed economico italiano. Le montagne, un tempo cuore pulsante della vita rurale, si stanno svuotando, con gravi conseguenze su biodiversità, tutela del territorio e sostenibilità. Ma dal 2025 qualcosa potrebbe cambiare grazie alla nuova Legge n. 131/2025, conosciuta anche come “Legge sulla Montagna”, che mira proprio a invertire questa tendenza. L’obiettivo? Incentivare il ripopolamento delle aree montane e rilanciare l’attività agricola e imprenditoriale in alta quota, attraverso agevolazioni fiscali, crediti d’imposta, e sgravi contributivi molto interessanti per gli agricoltori.

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio cosa prevede la Legge n. 131/2025, quali sono le misure di vantaggio fiscale previste per le imprese agricole di montagna, chi può accedere a questi benefici, e soprattutto come cumulare il nuovo credito d’imposta con altri incentivi già esistenti, massimizzando così il risparmio fiscale in maniera legale e trasparente.

L’articolo 19 della Legge 131/2025

L’articolo 19 della Legge n. 131/2025 rappresenta uno degli strumenti cardine con cui il Governo intende incentivare il ritorno alla vita e all’attività economica nelle zone montane. Il provvedimento introduce infatti un credito d’imposta specifico per agricoltori e silvicoltori operanti in aree montane, con l’obiettivo di sostenere investimenti produttivi, innovazioni tecnologiche e attività diversificate legate all’agricoltura. Il credito si applica alle imprese che svolgono attività primaria in zone riconosciute come montane secondo le classificazioni ISTAT e può riguardare anche la diversificazione delle attività agricole: agriturismi, trasformazione dei prodotti agricoli, attività didattiche o sociali.

Uno degli aspetti più interessanti è che il credito è cumulabile con altre agevolazioni, come ad esempio:

  • il Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane (FOSMIT);

  • gli incentivi del Piano Strategico della PAC 2023-2027;

  • altri crediti d’imposta previsti da normative regionali o nazionali.

Il credito d’imposta potrà coprire una percentuale delle spese sostenute (ancora da definire nei decreti attuativi, ma si parla di una possibile aliquota tra il 40% e il 60%), rendendo l’investimento in montagna particolarmente vantaggioso sotto il profilo fiscale. Sarà importante dimostrare la reale localizzazione in area montana e il rispetto di determinate condizioni occupazionali e ambientali.

La misura, dunque, rappresenta un’opportunità concreta per gli agricoltori che desiderano rilanciare la propria attività in territori spesso dimenticati ma ad alto potenziale.

Percentuali, condizioni e cumulabilità

Il cuore operativo dell’agevolazione fiscale prevista dalla Legge n. 131/2025 è il credito d’imposta del 10% sugli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2027, riservato a una platea molto ampia di beneficiari: imprenditori agricoli e forestali, singoli o associati, cooperative agricole, consorzi forestali e associazioni fondiarie.

Il credito si applica agli investimenti destinati alla fornitura di servizi ecosistemici e ambientali benefici per il territorio montano, come gli interventi di manutenzione del suolo e la tutela della biodiversità.

Il beneficio è soggetto a un limite complessivo di spesa pubblica di 4 milioni di euro per ciascun anno (2025, 2026, 2027), ma gode di una deroga molto favorevole: non si applicano i limiti annuali solitamente previsti per i crediti d’imposta indicati nel quadro RU della dichiarazione dei redditi, ovvero:

  • il limite di 250.000 euro per soggetto, previsto dalla Legge Finanziaria 2008 (L. 244/2007, art. 1, c. 53);

  • e il limite complessivo di 2 milioni di euro, previsto dalla Finanziaria 2001 (L. 388/2000, art. 34).

Inoltre, l’incentivo sale al 20% (doppio rispetto al valore standard) se l’investimento avviene in comuni montani con meno di 5.000 abitanti, dove sia presente una minoranza linguistica storica, riconosciuta dalla Legge 482/1999 (ad es. albanesi, sloveni, catalani, croati, greci, germanici), purché rappresenti almeno il 15% della popolazione residente.

Il credito sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione (ex art. 17 del D.lgs. 241/1997), a partire dal periodo d’imposta successivo a quello di sostenimento dei costi, ed è cumulabile con altri incentivi, nei limiti del costo complessivo sostenuto.

I dettagli operativi (tipologie di investimenti ammissibili, controlli, modalità di fruizione e recupero in caso di irregolarità) saranno stabiliti da un apposito decreto ministeriale da emanare entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge.

Legge sulla Montagna 2025: Agevolazioni - Commercialista.it

Agricoltura multifunzionale e tutela del territorio

La Legge sulla Montagna n. 131/2025 non si limita a concedere un vantaggio fiscale: è parte di una strategia ben più ampia per rilanciare i territori montani italiani, oggi sempre più marginalizzati. Al centro del provvedimento c’è la volontà di promuovere un nuovo modello di sviluppo rurale, che valorizzi l’agricoltura come leva multifunzionale: non solo produzione, ma anche presidio del territorio, salvaguardia ambientale, promozione turistica e coesione sociale.

Gli incentivi previsti, come il credito d’imposta fino al 20% per investimenti agroforestali in montagna, puntano a sostenere interventi che abbiano ricadute ambientali positive, come il miglioramento della qualità dell’aria, la gestione sostenibile delle risorse idriche, la conservazione dei suoli e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Tutti questi servizi rientrano nella definizione di “servizi ecosistemici”, che il legislatore vuole premiare, anche attraverso forme di economia circolare e bioeconomia.

Inoltre, la norma guarda con attenzione anche all’aspetto sociale: rilanciare l’economia agricola montana significa anche creare occupazione locale, contrastare l’abbandono dei giovani e favorire il ritorno delle famiglie in territori oggi spopolati. In questo contesto, assumono grande importanza anche i progetti di agricoltura sociale, agriturismo e didattica rurale, che rientrano tra le attività diversificate agevolabili.

Insomma, non si tratta solo di incentivare la produzione agricola, ma di promuovere un modello di impresa rurale integrata, sostenibile e capace di valorizzare l’identità culturale e ambientale delle nostre montagne.

Credito d’imposta cumulabile con altri incentivi

Uno degli aspetti più vantaggiosi della nuova misura prevista dalla Legge sulla Montagna n. 131/2025 è la cumulabilità del credito d’imposta con altre agevolazioni già previste a livello nazionale ed europeo. Questa possibilità apre la porta a strategie di pianificazione fiscale legittima in grado di ottimizzare la redditività degli investimenti agricoli in montagna, riducendo significativamente il carico fiscale.

Il credito d’imposta del 10% (o 20% nei casi specifici) può infatti essere sommato ad altri strumenti come:

  • i contributi del Piano Strategico della PAC 2023-2027, che prevede premi per chi opera in zone montane svantaggiate;

  • i fondi del PSR regionale, che includono misure per l’agricoltura biologica, per l’insediamento dei giovani agricoltori e per la diversificazione delle attività rurali;

  • le risorse del Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane (FOSMIT);

  • le agevolazioni per le cooperative agricole e forestali previste da leggi speciali o bandi regionali.

È importante sottolineare che, in caso di cumulabilità, il tetto massimo di beneficio non può comunque superare il 100% dei costi effettivamente sostenuti, per evitare sovra-compensazioni. Tuttavia, una corretta consulenza fiscale può consentire di integrare i diversi strumenti nel rispetto delle regole, aumentando il vantaggio complessivo.

Inoltre, dato che l’utilizzo del credito avviene tramite compensazione F24, le imprese possono anche ridurre direttamente i versamenti di imposte e contributi, migliorando la propria liquidità finanziaria nel medio periodo.

Requisiti e soggetti ammessi

Per evitare equivoci o interpretazioni errate, è fondamentale chiarire con precisione quali sono i requisiti per accedere al credito d’imposta previsto dalla Legge 131/2025. La norma, infatti, ha una finalità selettiva: non è rivolta genericamente al settore agricolo, ma esclusivamente a chi opera in territori montani e risponde a specifici criteri oggettivi.

Innanzitutto, possono accedere all’agevolazione:

  • Imprenditori agricoli e forestali, sia singoli che in forma associata;

  • Cooperative agricole e forestali;

  • Consorzi forestali, anche partecipati da enti pubblici come i comuni;

  • Associazioni fondiarie riconosciute.

Il primo requisito chiave è di natura territoriale: il soggetto beneficiario deve avere sede legale o operativa nei comuni montani, così come definiti e individuati dalla stessa legge, in conformità ai dati ISTAT. Non basta la sede legale, quindi: è necessario svolgere effettivamente l’attività agricola o forestale nel territorio montano.

Secondo requisito: l’impresa deve realizzare investimenti qualificati, destinati a ottenere servizi ecosistemici o ambientali, come la manutenzione del territorio, la conservazione ambientale, la prevenzione di frane e incendi, la tutela del paesaggio o la promozione della biodiversità.

Infine, per accedere al credito potenziato del 20%, l’attività deve essere situata in comuni montani con meno di 5.000 abitanti, nei quali sia presente una minoranza linguistica storica rappresentativa (almeno il 15% della popolazione), come definita dalla Legge 482/1999.

Il rispetto di questi criteri sarà oggetto di verifica, e le modalità di controllo saranno definite nel decreto attuativo previsto entro 180 giorni.

Legge sulla Montagna 2025: Agevolazioni - Commercialista.it

Impatto economico e sociale

L’attivazione del credito d’imposta per le imprese agricole di montagna, così come strutturato nella Legge n. 131/2025, potrebbe rappresentare una svolta strategica per le aree interne italiane, da anni colpite da fenomeni di spopolamento, invecchiamento della popolazione e abbandono dei territori. Questi territori, che costituiscono circa il 35% della superficie nazionale, soffrono di gravi carenze infrastrutturali e difficoltà di accesso ai servizi essenziali.

Il rilancio dell’agricoltura di montagna, sostenuto da agevolazioni fiscali mirate, ha il potenziale di:

  • stimolare nuovi investimenti privati in attività agricole, forestali e turistiche;

  • favorire il ritorno dei giovani nelle aree rurali, attraverso nuove imprese e start-up agricole;

  • creare occupazione locale stabile, anche in ambiti non tradizionali come l’agricoltura sociale o didattica;

  • rafforzare il presidio ambientale del territorio, riducendo i rischi legati al dissesto idrogeologico;

  • valorizzare i prodotti agroalimentari tipici, anche in ottica di export e turismo enogastronomico.

Questa misura fiscale, dunque, non è solo uno strumento di risparmio per le imprese, ma anche un motore di rigenerazione economica per le comunità montane. L’integrazione tra credito d’imposta e progettualità locali (come i contratti di montagna o i GAL) potrebbe inoltre generare sinergie virtuose tra pubblico e privato, moltiplicando l’impatto delle risorse disponibili.

In sintesi, un’occasione concreta per trasformare la montagna da “zona svantaggiata” a laboratorio di sviluppo sostenibile e innovazione rurale.

Decreto attuativo e controlli

Sebbene la Legge n. 131/2025 sia stata già approvata, l’effettiva operatività del credito d’imposta per gli agricoltori di montagna sarà subordinata all’emanazione di un decreto ministeriale attuativo, previsto entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge. Questo decreto sarà decisivo per chiarire aspetti fondamentali per l’applicazione concreta della misura.

Tra i contenuti attesi ci sono:

  • l’elenco dettagliato degli investimenti ammissibili, con indicazione dei costi agevolabili e dei criteri di sostenibilità ambientale richiesti;

  • la procedura per la richiesta del credito, con eventuali piattaforme informatiche dedicate;

  • le modalità di certificazione delle spese sostenute;

  • le regole per l’utilizzo in compensazione e la rendicontazione del beneficio;

  • i criteri di priorità in caso di esaurimento del plafond annuo di 4 milioni di euro.

Un altro elemento centrale del decreto riguarderà il sistema dei controlli: saranno previsti controlli documentali e, probabilmente, anche verifiche sul campo per accertare la reale esecuzione degli investimenti, la localizzazione nei comuni montani e la conformità ai requisiti ambientali.

Le imprese che dovessero usufruire indebitamente del credito saranno soggette a recupero dell’importo maggiorato di interessi e sanzioni, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 471/1997.

Per questo motivo sarà fondamentale che i beneficiari si dotino di una documentazione contabile e tecnica dettagliata, e che si rivolgano a un commercialista o consulente fiscale esperto in materia agricola e agevolazioni.

Conclusione

La Legge sulla Montagna n. 131/2025 rappresenta un passo concreto e innovativo verso il rilancio dei territori montani italiani, da troppi anni trascurati ma oggi al centro di una nuova visione strategica. Il credito d’imposta per agricoltori e silvicoltori, unito alla possibilità di cumulo con altri incentivi pubblici, offre una leva fiscale potente per chi vuole investire nel futuro dell’agricoltura di quota, con vantaggi tangibili sia sul piano economico che sociale.

L’opportunità è doppia: da un lato, ridurre il carico fiscale in modo legale e trasparente, dall’altro valorizzare un territorio ricco di risorse naturali e potenzialità inespresse. Il tutto in un’ottica di sostenibilità, presidio ambientale, rigenerazione demografica e innovazione imprenditoriale.

Tuttavia, per cogliere appieno questi vantaggi, sarà essenziale muoversi per tempo: preparare la documentazione, pianificare gli investimenti coerentemente con gli obiettivi della legge, ed essere pronti ad accedere al credito non appena saranno pubblicati i decreti attuativi. Il supporto di uno studio commercialista esperto può fare la differenza tra una semplice intenzione e un progetto agricolo realmente sostenibile e agevolato.

La montagna può tornare a vivere, e oggi lo può fare anche grazie al fisco.

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