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giovedì 30 Ottobre 2025

Autoproduzione di energia da fotovoltaico: incentivi PMI fino al 30 settembre 2025

In un contesto economico caratterizzato da costi energetici sempre più instabili e una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale, l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili rappresenta una vera e propria leva strategica per le PMI italiane. Con il decreto attuativo pubblicato il 23 agosto 2025 dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, si aprono nuove possibilità concrete per tutte quelle imprese che vogliono investire in impianti fotovoltaici e ridurre in modo strutturale i propri costi energetici.

Il bando, che mette a disposizione un plafond da 320 milioni di euro, si inserisce nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – in particolare nella misura “Investimento 5.2” della Missione 2, dedicata alla transizione ecologica. Si rivolge alle piccole e medie imprese operanti in settori ad alto consumo energetico, favorendo l’autoconsumo e premiando progetti che integrano tecnologie innovative e sostenibili.

Le domande devono essere presentate entro il 30 settembre 2025, attraverso la piattaforma gestita dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici). Chi è pronto con un progetto valido e ben strutturato può beneficiare di un contributo a fondo perduto che copre una parte rilevante dell’investimento.

Ma quali sono le condizioni per partecipare, i requisiti tecnici, le spese ammissibili, e soprattutto quali vantaggi fiscali ed economici si possono ottenere? In questo articolo andremo a spiegare tutto nel dettaglio, per aiutarti a cogliere un’opportunità reale di risparmio energetico e fiscale, migliorando al contempo la competitività della tua impresa.

Requisiti e condizioni

Il decreto ministeriale del 30 giugno 2025 ha definito nel dettaglio le modalità di accesso ai fondi destinati a sostenere l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili da parte delle PMI italiane. Le agevolazioni, inserite all’interno della Misura 7, Investimento 16 del PNRR, mirano a supportare programmi d’investimento coerenti con la transizione ecologica e l’efficienza energetica del sistema produttivo nazionale.

La domanda di agevolazione può essere presentata entro il 30 settembre 2025, attraverso gli schemi ufficiali predisposti dal MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica). Il decreto stabilisce anche tutta la documentazione da allegare e i criteri di ammissibilità: ad esempio, è essenziale dimostrare che l’impianto sarà destinato all’autoconsumo e che verranno rispettati i parametri tecnici previsti dal bando.

Le risorse economiche disponibili per questa misura ammontano a 178.668.093 euro, provenienti da fondi residui dello sportello precedente, attivato con decreto del 14 marzo 2025. È importante sottolineare che il decreto prevede una riserva del 40% di tali fondi a favore delle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), e un ulteriore 40% riservato specificamente alle micro e piccole imprese.

Questa distribuzione è coerente con l’obiettivo del PNRR di ridurre i divari territoriali e di sostenere le realtà produttive di dimensioni minori, spesso più vulnerabili agli aumenti dei costi energetici. Partecipare al bando significa quindi accedere a un’opportunità concreta, soprattutto per le aziende localizzate nel Sud Italia e per le imprese di piccole dimensioni.

Beneficiari 

Le agevolazioni per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili sono rivolte esclusivamente alle PMI che operano sul territorio italiano, indipendentemente dalla loro localizzazione geografica. Tuttavia, il decreto del 30 giugno 2025 stabilisce con chiarezza alcuni criteri restrittivi che determinano chi è effettivamente ammesso a ricevere il contributo.

Non possono accedere alle agevolazioni le imprese che operano in settori specificamente esclusi a livello normativo, come ad esempio:

  • le imprese del settore carbonifero;

  • le imprese attive nella produzione primaria di prodotti agricoli;

  • le imprese della pesca e dell’acquacoltura.

Oltre a queste esclusioni settoriali, il decreto impone un altro vincolo cruciale: tutte le attività finanziate devono rispettare il principio del “Do No Significant Harm” (DNSH), ovvero non arrecare danni significativi all’ambiente. Questo principio, sancito dall’articolo 17 del Regolamento (UE) n. 852/2020, è uno dei cardini della strategia europea per una crescita sostenibile.

In concreto, ciò significa che le imprese dovranno dimostrare, nella documentazione allegata alla domanda, che i propri progetti non impattano negativamente su ecosistemi naturali, risorse idriche, biodiversità o altri elementi ambientali protetti. Questo requisito, spesso sottovalutato, è fondamentale per l’ammissibilità dell’intervento e deve essere affrontato con attenzione già in fase progettuale.

L’invito, quindi, è a verificare con precisione il proprio codice ATECO, valutare eventuali rischi ambientali associati all’intervento e, se necessario, affidarsi a consulenti specializzati per garantire la conformità al DNSH.

Autoproduzione di energia da fotovoltaico- Commercialista.it

Interventi ammessi

La misura “Sostegno per l’autoproduzione di energia da Fonti Rinnovabili nelle PMI – FER”, introdotta nell’ambito del PNRR, rappresenta un’occasione concreta per avviare programmi di investimento energetico sostenibile. Le agevolazioni previste sono concesse sotto forma di contributo in conto impianti e mirano a supportare l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili da parte delle imprese.

Sono ammessi al finanziamento i progetti che prevedono l’installazione di:

  • impianti solari fotovoltaici o minieolici, destinati all’autoconsumo immediato;

  • sistemi di accumulo/stoccaggio energetico, da installare “dietro il contatore”, per l’autoconsumo differito;

  • eventuali spese connesse alla diagnosi energetica, elemento fondamentale per una pianificazione mirata ed efficiente degli interventi.

Le agevolazioni vengono concesse attraverso una procedura valutativa a graduatoria, e sono assegnate esclusivamente ai progetti che prevedano spese ammissibili non inferiori a 30.000 euro e non superiori a 1.000.000 euro. A seconda della tipologia d’impresa e dell’intervento, le percentuali di contributo variano:

  • 40% per micro e piccole imprese;

  • 30% per le medie imprese;

  • 30% aggiuntivo per la componente di stoccaggio;

  • fino al 50% per la diagnosi energetica.

Questa struttura premia le PMI più piccole, incentivando non solo l’installazione dell’impianto ma anche l’integrazione con sistemi di accumulo, fondamentali per massimizzare l’autoconsumo e ridurre la dipendenza dalla rete elettrica. L’inclusione della diagnosi energetica come voce agevolata è particolarmente strategica, in quanto consente all’impresa di individuare con precisione le aree di miglioramento e dimensionare correttamente l’impianto da realizzare.

Presentazione della domanda

Per accedere agli incentivi per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, le PMI interessate devono seguire una procedura di candidatura completamente telematica. La domanda di agevolazione, infatti, deve essere presentata esclusivamente in formato elettronico, utilizzando la piattaforma messa a disposizione sul sito ufficiale del Soggetto Attuatore, Invitalia (www.invitalia.it).

La finestra temporale per l’invio delle richieste è aperta dalle ore 12:00 dell’8 luglio 2025 fino alle ore 12:00 del 30 settembre 2025. È essenziale rispettare queste scadenze, poiché non sono previste proroghe e le domande inviate fuori termine non saranno prese in considerazione.

Per consentire una preparazione adeguata, Invitalia e il MIMIT pubblicano con anticipo la modulistica ufficiale e tutte le indicazioni per la corretta compilazione della domanda, incluse le linee guida per i documenti da allegare. La candidatura deve essere firmata digitalmente e completa in ogni sua parte, pena l’esclusione.

L’accesso alla piattaforma informatica richiede l’identificazione tramite:

  • SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale);

  • Carta Nazionale dei Servizi (CNS);

  • Carta di Identità Elettronica (CIE).

Solo il rappresentante legale dell’impresa o un soggetto delegato con procura formale può compilare e firmare digitalmente la domanda. Questo requisito garantisce la tracciabilità e la responsabilità delle dichiarazioni presentate.

È quindi consigliabile avviare fin da subito la raccolta della documentazione, procedere alla diagnosi energetica (se prevista) e confrontarsi con tecnici o consulenti fiscali per garantire una presentazione della domanda completa, corretta e nei tempi previsti.

Autoproduzione di energia da fotovoltaico- Commercialista.it

Vantaggi economici, fiscali ed energetici

Oltre al contributo a fondo perduto previsto dal bando, investire in un impianto fotovoltaico per l’autoproduzione rappresenta per le PMI italiane una scelta strategica sotto molteplici punti di vista: economico, fiscale, energetico e ambientale. In un periodo di forte volatilità dei prezzi dell’energia, dotarsi di un impianto per il proprio fabbisogno significa migliorare la resilienza finanziaria dell’impresa e ridurre i costi operativi nel lungo periodo.

Risparmio energetico e riduzione dei costi in bolletta

Il vantaggio più immediato è la possibilità di ridurre drasticamente la dipendenza dalla rete elettrica nazionale, abbattendo i costi delle forniture energetiche. Grazie ai sistemi di accumulo, il risparmio si estende anche alle ore in cui l’impianto non produce energia (es. notte o giornate nuvolose), con un conseguente incremento dell’autoconsumo e una riduzione dei prelievi dalla rete.

Incentivi fiscali

Oltre agli incentivi diretti, le imprese che investono in energie rinnovabili possono beneficiare di agevolazioni fiscali previste dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), come ad esempio:

  • ammortamento accelerato o maggiorato per beni strumentali 4.0, in caso di sistemi integrati;

  • eventuale deducibilità totale delle spese per impianti considerati beni strumentali;

  • IVA agevolata al 10% per alcune componenti impiantistiche.

È importante coordinare l’investimento con il proprio consulente fiscale per ottimizzare il carico fiscale complessivo e sfruttare ogni possibile forma di risparmio.

Immagine aziendale e sostenibilità

Infine, adottare un impianto per l’autoproduzione energetica migliora anche la reputazione dell’impresa agli occhi di clienti, fornitori e stakeholder. Sempre più bandi pubblici e gare richiedono criteri ESG (ambientali, sociali e di governance), e avere una certificazione energetica aggiornata o un sistema fotovoltaico attivo può rappresentare un vantaggio competitivo concreto.

Consigli pratici

Partecipare a un bando pubblico, soprattutto in ambito energetico, può sembrare complesso, ma conoscere in anticipo le criticità più comuni può fare la differenza tra una domanda accettata e una scartata. Nonostante l’interesse crescente da parte delle PMI, molti progetti vengono respinti per errori evitabili o documentazione incompleta. Ecco quindi alcuni consigli fondamentali per preparare una candidatura solida.

1. Non sottovalutare la documentazione tecnica

Molti imprenditori commettono l’errore di trascurare la qualità della documentazione tecnica allegata alla domanda. Il progetto deve contenere una descrizione dettagliata dell’impianto, dei consumi energetici aziendali attuali, delle previsioni di risparmio e delle modalità di integrazione nella rete aziendale. Un dimensionamento errato dell’impianto, ad esempio, può compromettere la coerenza con l’obiettivo dell’autoconsumo, e quindi l’ammissibilità.

2. Attenzione al principio DNSH

Come già evidenziato, il mancato rispetto del principio “Do No Significant Harm” (DNSH) rappresenta un motivo di esclusione automatica. È fondamentale allegare un’autocertificazione o una relazione tecnica che dimostri come il progetto non abbia impatti ambientali negativi. È consigliabile coinvolgere un tecnico esperto in normativa ambientale per redigere correttamente questa parte.

3. Evita ritardi e prepara in anticipo la candidatura

La finestra temporale per la presentazione della domanda è relativamente breve e la procedura, pur essendo digitale, richiede tempo e attenzione. Preparare con largo anticipo tutti i documenti, la firma digitale, l’accesso alla piattaforma e la documentazione tecnica consente di evitare ritardi e imprevisti.

4. Utilizza consulenti specializzati

Affidarsi a un consulente fiscale e tecnico specializzato in bandi PNRR e in energia rinnovabile può aumentare in modo significativo le possibilità di successo. Un professionista può aiutare a strutturare il progetto, valutare l’ammissibilità delle spese, redigere i documenti richiesti e controllare la coerenza tra i diversi allegati.

Conclusione

La misura per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili rappresenta una straordinaria opportunità per le PMI italiane che vogliono migliorare la propria efficienza energetica, ridurre i costi di gestione e contribuire alla transizione ecologica in modo concreto. Grazie al contributo a fondo perduto previsto dal PNRR, è possibile finanziare fino al 40% degli investimenti in impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo e diagnosi energetiche, con vantaggi economici e fiscali immediati.

Con una finestra temporale ben definita fino al 30 settembre 2025, è fondamentale muoversi subito, avviando la raccolta dei documenti necessari, valutando i consumi energetici aziendali e progettando in modo accurato l’intervento. Non si tratta solo di un bando, ma di una leva strategica di sviluppo, capace di aumentare la competitività delle imprese, valorizzarne l’immagine sul mercato e renderle protagoniste attive del cambiamento energetico in atto.

In un contesto dove la sostenibilità è sempre più legata all’accesso a fondi pubblici e bandi europei, chi si attiva ora avrà un vantaggio competitivo duraturo. Non lasciare che questa opportunità scivoli via: investire oggi in energia rinnovabile è un passo concreto verso un futuro più stabile, efficiente e sostenibile per la tua impresa.

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