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giovedì 30 Ottobre 2025

IRES premiale 2025: guida completa alla riduzione dell’aliquota, ai requisiti richiesti e alle cause di decadenza

L’IRES premiale 2025 rappresenta una delle principali novità fiscali introdotte con la riforma tributaria in Italia e attuata tramite il Decreto Legislativo n. 216/2023. Si tratta di una misura pensata per premiare le imprese che reinvestono gli utili e incrementano l’occupazione, attraverso una riduzione dell’aliquota IRES di 4 punti percentuali, portandola dal 24% al 20%. L’obiettivo è duplice: incentivare la crescita economica e favorire la competitività delle imprese italiane, premiando i comportamenti virtuosi in termini di reinvestimento e creazione di nuovi posti di lavoro.

Il provvedimento riguarda tutti i soggetti passivi IRES (società di capitali e altri enti commerciali), ma solo se rispettano precisi requisiti e adempiono a determinate condizioni, sia in fase di accesso che nel mantenimento dell’agevolazione. La normativa di riferimento, oltre al citato decreto legislativo, è stata ulteriormente specificata con il decreto attuativo MEF pubblicato nel 2024, che ha fornito criteri applicativi dettagliati, inclusi i limiti di investimento, le soglie occupazionali e le cause di decadenza dell’agevolazione.

In un contesto economico caratterizzato da alti costi di finanziamento e pressioni fiscali, la possibilità di abbassare l’aliquota IRES è una leva strategica fondamentale per le imprese che vogliono rafforzare la propria posizione competitiva e crescere in modo sostenibile.

Basi normative dell’IRES premiale

La riduzione dell’IRES prevista per il 2025 è stata introdotta ufficialmente dall’articolo 1, commi da 436 a 444 della Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024). La misura si applica esclusivamente al periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2024, quindi al 2025 per la maggior parte dei soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare. L’agevolazione consiste in una riduzione dell’aliquota ordinaria IRES dal 24% al 20%, ma non è automatica: è subordinata al rispetto di specifici requisiti e vincoli.

La ratio della norma è chiara: incentivare le imprese a destinare una quota significativa degli utili a investimenti strategici, incrementi occupazionali e finalità di sviluppo sostenibile.

In questo contesto, l’8 agosto 2025 è stato pubblicato il decreto attuativo del MEF, che stabilisce in dettaglio le modalità tecniche di applicazione, tra cui:

  • le modalità di accesso al beneficio fiscale;

  • le tipologie di investimenti ammessi;

  • i vincoli da rispettare per non decadere dall’agevolazione;

  • le esclusioni soggettive e oggettive;

  • le cause di decadenza, anche parziale, dell’IRES ridotta.

Il decreto si coordina con le altre normative fiscali in materia di investimenti, lavoro e incentivi, creando un quadro complesso ma coerente di benefici per chi investe davvero nella crescita e nello sviluppo del proprio business.

Soggetti ammessi ed esclusi

L’agevolazione dell’IRES premiale 2025 è destinata a una platea selezionata di contribuenti.

In base alle indicazioni contenute nel decreto attuativo MEF dell’8 agosto 2025, possono beneficiare della riduzione dell’aliquota IRES le seguenti categorie di soggetti:

  • Società di capitali (S.p.A., S.r.l., S.a.p.a.), società cooperative e mutue assicuratrici residenti nel territorio dello Stato;

  • Enti commerciali residenti, purché producano reddito d’impresa;

  • Stabili organizzazioni in Italia di soggetti non residenti;

  • Enti non commerciali, ma solo per il reddito derivante da attività commerciali esercitate in via non occasionale.

Tuttavia, non tutte le imprese possono accedere al beneficio. Il decreto individua chiaramente alcune esclusioni, che operano per il solo periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2024. Nello specifico, restano escluse:

  • le imprese che si trovano in liquidazione ordinaria o sottoposte a procedure concorsuali di natura liquidatoria (ex D.Lgs. 14/2019, Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza);

  • i soggetti che determinano, anche parzialmente, il reddito secondo regimi forfetari;

  • le imprese che, nel 2024, applicano il regime di contabilità semplificata.

Tali esclusioni sono coerenti con la finalità della norma: premiare le imprese strutturate e in espansione, in grado di effettuare investimenti significativi e stabili nel tempo.

Utile, investimenti e occupazione

L’accesso alla riduzione dell’aliquota IRES al 20% non è automatico: richiede il rispetto congiunto di tre condizioni fondamentali, come stabilito dal decreto attuativo MEF dell’8 agosto 2025. Tali condizioni hanno l’obiettivo di assicurare che il beneficio fiscale sia destinato alle imprese che reinvestono realmente gli utili, generano valore economico e aumentano l’occupazione.

1. Accantonamento dell’utile

Almeno l’80% dell’utile 2024 deve essere accantonato in una riserva non distribuibile, anche se destinata a copertura di perdite o ad aumento di capitale. Di questo importo, almeno il 30% (e comunque non meno del 24% dell’utile 2023) deve essere impiegato per realizzare investimenti rilevanti. Un esempio pratico chiarisce il calcolo:

  • Utile 2024: €100 → 80% accantonato = €80 → 30% di €80 = €24;

  • Utile 2023: €150 → 24% = €36.

L’ammontare minimo da investire sarà il maggiore tra i due valori, quindi €36.

2. Investimenti rilevanti

L’impresa deve effettuare investimenti, a partire dal 1° gennaio 2025 ed entro la scadenza della dichiarazione dei redditi 2026 (31 ottobre per esercizi solari), in:

  • Beni strumentali “Industria 4.0” o beni immateriali connessi (allegati A e B, L. 232/2016);

  • Beni del piano Transizione 5.0, cioè quelli legati alla riduzione dei consumi energetici (art. 38, DL 19/2024).

L’ammontare minimo degli investimenti è il maggiore tra:

  • il 30% dell’utile accantonato,

  • il 24% dell’utile 2023,

  • €20.000.

3. Incremento della base occupazionale

È inoltre necessario rispettare condizioni legate all’occupazione:

  • il numero di unità lavorative annue nel 2025 non deve diminuire rispetto alla media del triennio precedente (2022–2024);

  • devono essere effettuate nuove assunzioni a tempo indeterminato, pari almeno all’1% dei lavoratori mediamente occupati nel 2024 (e comunque almeno 1 nuovo assunto);

  • l’impresa non deve aver fatto ricorso alla CIG nel 2024 o 2025, salvo eventi eccezionali e non imputabili (es. eventi atmosferici gravi).

Il mancato rispetto anche di una sola di queste condizioni comporta la perdita del beneficio.

IRES Premiale 2025: Guida completa - Commercialista.it

Conseguenze fiscali

La fruizione dell’IRES premiale non è priva di rischi: se le condizioni imposte dalla normativa vengono violate dopo l’ottenimento del beneficio, l’impresa decade dall’agevolazione e dovrà restituire la differenza d’imposta risparmiata. Il decreto attuativo dell’8 agosto 2025 stabilisce con precisione le principali cause di decadenza, che agiscono anche a distanza di tempo dalla concessione della riduzione d’aliquota.

Distribuzione anticipata dell’utile accantonato

La prima causa di decadenza si verifica quando l’utile accantonato in riserva – al netto delle eventuali perdite – viene distribuito ai soci entro il secondo esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2024, quindi entro il 2026 per gli esercizi solari. Tale riserva deve rimanere vincolata, in linea con la logica dell’agevolazione: incentivare il reinvestimento e la capitalizzazione dell’impresa, non la distribuzione dei profitti.

Dismissione o delocalizzazione dei beni agevolati

La seconda causa riguarda gli investimenti rilevanti effettuati per beneficiare della riduzione IRES. Se questi beni:

  • sono dismessi,

  • ceduti a terzi, oppure

  • delocalizzati all’estero,

entro 5 anni dalla loro acquisizione, l’agevolazione decade, salvo che i beni vengano sostituiti con altri aventi analoghe o superiori caratteristiche tecniche e valore. Questo vincolo rafforza l’effettivo radicamento degli investimenti sul territorio italiano, impedendo manovre elusive o speculative.

Restituzione del beneficio in caso di decadenza

In caso di decadenza, l’impresa è tenuta a versare la differenza tra l’IRES ordinaria (24%) e quella ridotta (20%), maggiorata di eventuali interessi, entro il termine di saldo delle imposte relative al periodo in cui si è verificata la violazione. Questo comporta un immediato impatto sulla liquidità aziendale e potenziali sanzioni in caso di ritardi.

Investimenti rilevanti

Per accedere alla riduzione dell’aliquota IRES al 20%, le imprese devono effettuare investimenti che rientrano nella categoria degli “investimenti rilevanti”, come definiti dal decreto attuativo MEF dell’agosto 2025. Due sono le principali tipologie ammesse:

1. Beni “Industria 4.0”

Si tratta di beni strumentali nuovi ad alto contenuto tecnologico, elencati negli allegati A e B della Legge 232/2016. Questi beni devono essere interconnessi e integrati nei sistemi aziendali, contribuendo a digitalizzare e automatizzare i processi produttivi. Rientrano, ad esempio:

  • macchinari intelligenti interconnessi;

  • robot collaborativi (cobot);

  • sistemi di monitoraggio e controllo da remoto;

  • software e piattaforme per la gestione digitale della produzione.

Tali investimenti devono essere effettuati a partire dal 1° gennaio 2025 ed essere completati entro la scadenza della dichiarazione dei redditi 2026, salvo termini diversi per esercizi non solari.

2. Beni “Transizione 5.0”

Questa seconda categoria riguarda beni funzionali al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, secondo i criteri previsti dall’articolo 38 del Decreto-Legge 19/2024. Per rientrare tra gli investimenti rilevanti, i beni devono:

  • contribuire alla riduzione dei consumi energetici aziendali;

  • essere integrati in un piano certificato di transizione ecologica;

  • rispettare i requisiti tecnici previsti dal piano Transizione 5.0.

Incentivare questi investimenti consente non solo di ottenere il beneficio fiscale, ma anche di accedere ad altri crediti d’imposta o fondi europei, se cumulabili. In tal senso, la sinergia tra IRES premiale e agevolazioni ambientali diventa una leva strategica per la modernizzazione sostenibile dell’impresa.

IRES Premiale 2025: Guida completa - Commercialista.it

Strategie operative

L’accesso all’IRES premiale richiede una pianificazione fiscale e finanziaria attenta, poiché la norma impone non solo il rispetto di requisiti tecnici, ma anche una perfetta coerenza temporale tra accantonamento degli utili, realizzazione degli investimenti e incremento occupazionale. Per non incorrere in cause di decadenza o contestazioni, è consigliabile adottare un approccio strutturato, basato su alcuni passaggi chiave.

1. Pianificazione dell’utile e del bilancio 2024

Entro la chiusura dell’esercizio 2024, è fondamentale prevedere una corretta destinazione dell’utile, accantonando almeno l’80% in apposita riserva e rispettando i vincoli di non distribuzione. In questa fase, è essenziale il coinvolgimento del revisore legale e del commercialista per la corretta rilevazione contabile.

2. Definizione anticipata del piano investimenti 2025

Il piano degli investimenti rilevanti (Industria 4.0 o Transizione 5.0) dovrebbe essere approvato entro fine 2024, per consentire alle imprese di avviare le operazioni già a inizio 2025. Occorre considerare anche eventuali tempi tecnici di consegna, installazione e interconnessione dei beni, soprattutto per i macchinari complessi.

3. Gestione della base occupazionale

Le risorse umane devono essere gestite con attenzione, monitorando i dati occupazionali anno per anno e pianificando le nuove assunzioni a tempo indeterminato necessarie per rispettare la soglia minima di incremento (almeno l’1% del personale 2024). In caso di incertezza, è consigliabile effettuare almeno due nuove assunzioni, per restare sopra la soglia.

4. Documentazione e tracciabilità

Tutta la documentazione relativa agli investimenti, alle assunzioni, all’accantonamento degli utili e al rispetto delle condizioni, deve essere tracciata, archiviata e certificabile. In caso di controlli, l’onere della prova ricade sull’impresa beneficiaria.

L’assistenza di un commercialista esperto in fiscalità d’impresa e incentivi diventa cruciale per gestire in modo integrato ogni fase, dalla strategia all’esecuzione, evitando errori che potrebbero costare la perdita dell’intero beneficio.

Conclusione

L’IRES premiale 2025 si configura come una misura innovativa e altamente strategica, pensata per premiare le imprese che scelgono di reinvestire utili, modernizzare la produzione e creare occupazione stabile. A fronte di una riduzione dell’aliquota IRES dal 24% al 20%, le imprese sono chiamate a compiere scelte virtuose, con ricadute positive sul tessuto economico nazionale.

Per cogliere appieno l’opportunità, è essenziale comprendere in profondità i requisiti normativi, le tempistiche e i vincoli operativi, adottando un approccio integrato tra pianificazione fiscale, investimenti industriali e gestione delle risorse umane. In questo contesto, il supporto di un commercialista esperto non è solo utile, ma fondamentale per massimizzare i benefici e prevenire il rischio di decadenza.

L’IRES premiale non è una semplice agevolazione, ma un vero e proprio strumento di competitività fiscale, destinato a premiare chi guarda al futuro con una visione di crescita sostenibile, tecnologica e inclusiva.

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