Il percorso di revisione del sistema tributario italiano si allunga ufficialmente: con l’approvazione definitiva in Parlamento, il termine per l’esercizio della delega fiscale è stato prorogato fino al 29 agosto 2026, offrendo più tempo per l’adozione dei decreti legislativi. Una notizia che porta con sé molte domande e aspettative: quali saranno le modifiche concrete? Che impatti avrà questa proroga su imprese, professionisti e cittadini? E, soprattutto, come sfruttare al meglio questo periodo per pianificare in anticipo e risparmiare legalmente sulle tasse?
Sommario
La riforma fiscale è uno degli interventi strutturali più ambiziosi dell’ultimo decennio, inserita nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La proroga, oltre a concedere tempo extra al Governo per completare l’attuazione dei decreti delegati, rappresenta anche un’opportunità per riflettere in maniera più approfondita su una revisione organica del sistema tributario, che punti a semplificazione, equità ed efficienza.
Nel corso dell’articolo vedremo quali sono i nuovi termini, cosa comportano per i contribuenti, quali sentenze e riferimenti normativi sono collegati a questa proroga e, infine, come prepararsi in modo strategico ai cambiamenti futuri per non farsi trovare impreparati.
Delega fiscale prorogata
L’orizzonte temporale per la riforma fiscale avviata nel 2023 si estende ufficialmente di un anno. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 185 del 9 agosto 2025, è entrata in vigore la Legge n. 120 dell’8 agosto 2025, che modifica alcuni punti essenziali della precedente Legge n. 111/2023, ovvero la legge delega con cui il Governo aveva ricevuto mandato per rivedere l’intero sistema tributario italiano.
Il nuovo provvedimento, strutturato in un unico articolo ma con implicazioni operative importanti, agisce su cinque aspetti fondamentali: ridefinisce le scadenze, aggiorna criteri direttivi e amplia la possibilità di intervento normativo. L’obiettivo è quello di sincronizzare meglio l’attuazione della riforma con il calendario legislativo e attuativo, reso particolarmente complesso dalla mole e dall’ampiezza degli interventi previsti.
Il termine per l’adozione dei decreti legislativi passa così da 24 a 36 mesi dalla data di entrata in vigore della legge delega del 2023 (cioè dal 29 agosto 2023), spostando la scadenza al 29 agosto 2026. Anche il termine per l’adozione di eventuali decreti correttivi o integrativi viene prorogato, slittando di un anno: dal 29 agosto 2027 al 29 agosto 2028. Resta tuttavia confermata la proroga automatica di 90 giorni in caso di ritardi nell’espressione dei pareri parlamentari.
Queste modifiche, benché tecniche, incidono direttamente sul ritmo e sull’ordine di marcia della riforma fiscale, posticipando le scadenze senza alterarne la sostanza. Ma quali saranno le implicazioni per imprese, lavoratori autonomi e cittadini? Vediamolo nei prossimi paragrafi.
Nuovi ambiti della delega
Oltre alla proroga dei termini, la Legge n. 120/2025 introduce modifiche sostanziali ai principi e criteri direttivi della delega fiscale, ampliando gli ambiti di intervento e aprendo la strada a una revisione più profonda di alcune aree strategiche del sistema tributario. Una delle novità più rilevanti riguarda l’estensione, anche ai tributi regionali e locali, del trattamento dei debiti fiscali previsto dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.lgs. n. 14/2019).
In particolare, vengono richiamati gli articoli 23, 63, 64-bis, 88, 245 e 284-bis, che regolano forme di pagamento parziale o dilazionato dei tributi, nei casi di insolvenza o ristrutturazione aziendale. Estendere questa disciplina ai tributi locali rappresenta un passo importante verso una maggiore equità fiscale, soprattutto per le imprese in difficoltà economica che operano in territori a forte pressione tributaria.
È confermata anche la possibilità di prevedere regole analoghe per le imprese soggette a procedura di amministrazione straordinaria, con l’obiettivo di favorire la continuità aziendale e il risanamento.
Un ulteriore pilastro della riforma riguarda la giustizia tributaria. Il legislatore delegato sarà chiamato a uniformare lo stato giuridico, l’ordinamento e il ruolo dei magistrati tributari a quelli della magistratura ordinaria, rafforzando così l’indipendenza e la professionalità del sistema. Viene inoltre definito un impianto disciplinare più chiaro e organico, che prevede norme su incompatibilità, trasferimenti, sanzioni e dispense dal servizio, sempre nel rispetto delle prerogative del Presidente del Consiglio e degli organi della Corte di giustizia tributaria.
Questo intervento punta a rendere il contenzioso tributario più efficiente, trasparente e credibile, favorendo una maggiore fiducia da parte di contribuenti e professionisti.

Testi Unici Fiscali
Un altro tassello strategico della riforma fiscale subisce un rinvio: la redazione dei testi unici fiscali, prevista originariamente per il 31 dicembre 2025, è ora posticipata al 31 dicembre 2026. La modifica è contenuta nella lettera e) della Legge n. 120/2025 e si inserisce coerentemente nell’ambito della più ampia proroga dei termini per l’esercizio della delega legislativa, come previsto dalla lettera a) dello stesso provvedimento.
In particolare, si interviene sul comma 1 dell’articolo 21 della Legge n. 111/2023, che incaricava il Governo di procedere con uno o più decreti legislativi per realizzare un riordino organico e sistematico della normativa tributaria. Tale attività, prevista in stretta connessione con le altre riforme settoriali (IRPEF, IVA, IRAP, contenzioso, riscossione, fiscalità internazionale), richiede un lavoro tecnico-normativo complesso e articolato.
La proroga garantisce quindi coerenza temporale e operativa, allineando il calendario dei testi unici a quello generale della riforma. Si tratta di un passaggio fondamentale per evitare sovrapposizioni, confusioni interpretative e per assicurare una maggiore chiarezza normativa a professionisti, imprese e cittadini.
Il riordino dei testi unici rappresenta un’occasione unica per superare l’attuale frammentazione del diritto tributario, semplificando le fonti, eliminando le ridondanze e rendendo l’intero sistema più accessibile e trasparente. Un obiettivo che, se realizzato con metodo e visione, potrebbe ridurre in modo significativo il contenzioso tributario e migliorare il rapporto tra fisco e contribuente.
Risparmio fiscale
La proroga al 2026 non è soltanto un rinvio tecnico: per contribuenti, imprese e professionisti rappresenta una finestra strategica per ottimizzare la propria posizione fiscale e prepararsi con anticipo alle novità in arrivo. In un periodo in cui la normativa è in evoluzione ma ancora non definitiva, si aprono diverse possibilità per ristrutturare in modo legale e vantaggioso la propria pianificazione fiscale.
In primo luogo, le imprese possono utilizzare questi mesi per valutare le forme societarie più efficienti dal punto di vista tributario, in previsione di possibili modifiche ai regimi di tassazione (in particolare su IRAP e IRES). È anche il momento giusto per riconsiderare i regimi agevolati disponibili, come il regime forfettario per le partite IVA o i vari strumenti di incentivazione per investimenti in innovazione, energia e formazione.
Per i professionisti e le partite IVA, la situazione è simile: il periodo di proroga può essere sfruttato per verificare la propria posizione fiscale, adottare strategie di deduzione e detrazione più efficaci, ottimizzare la gestione dei costi deducibili e, se necessario, valutare il passaggio a regimi contabili più idonei alle proprie esigenze.
Anche sul fronte del contenzioso tributario e della gestione dei debiti fiscali, il rinvio offre margini di manovra per concordare piani di rateizzazione, accedere a istituti deflattivi (come l’accertamento con adesione) o approfittare di eventuali condoni o rottamazioni futuri. L’importante è agire per tempo, con il supporto di un professionista, per evitare di trovarsi impreparati quando le nuove norme entreranno in vigore.
Riforma a rilento
Se da un lato la proroga della delega fiscale offre margini di manovra e opportunità di pianificazione, dall’altro lato l’estensione dei tempi di attuazione porta con sé una serie di rischi strutturali che non possono essere ignorati. Il primo, e più evidente, è rappresentato dalla prolungata incertezza normativa. In assenza di un quadro fiscale definitivo, aziende e professionisti si trovano a dover operare con regole instabili o parzialmente superate, con conseguenze potenzialmente rilevanti sulle strategie di investimento e sulla gestione delle risorse.
Il secondo rischio riguarda la disomogeneità applicativa: mentre si attende l’adozione dei testi unici e dei decreti delegati, le norme attuali – spesso stratificate e in parte contraddittorie – continuano a produrre ambiguità interpretative. Questo rende più difficile per il contribuente conoscere esattamente i propri diritti e doveri, con una crescita esponenziale del contenzioso fiscale.
Le piccole e medie imprese, in particolare, sono le più esposte: prive di strutture fiscali interne complesse, rischiano di subire più duramente le conseguenze della mancata semplificazione e della difficoltà di pianificazione a lungo termine. Anche i professionisti che operano nel settore tributario si trovano spesso a dover rincorrere circolari, interpelli e aggiornamenti continui, in assenza di una visione organica e coerente.
Infine, si rischia una perdita di credibilità e fiducia nel sistema fiscale, che potrebbe alimentare comportamenti elusivi o evasivi. Per questo motivo, l’estensione della delega dovrebbe essere accompagnata da un forte impegno comunicativo e formativo da parte dell’Amministrazione finanziaria, per ridurre l’incertezza e garantire trasparenza.

Conclusione
La proroga della delega fiscale al 29 agosto 2026, e il conseguente slittamento dei testi unici tributari al 31 dicembre 2026, rappresentano un passaggio cruciale nel percorso di riforma del fisco italiano. Lungi dall’essere un semplice rinvio tecnico, si tratta di una scelta che apre una fase nuova, più riflessiva ma non per questo meno strategica. Un periodo in cui sarà possibile – e auspicabile – costruire un sistema fiscale più equo, efficiente e coerente con le esigenze di crescita economica e sostenibilità sociale del Paese.
Per cittadini, imprese e professionisti, questo non è il momento di restare fermi: al contrario, è il momento ideale per analizzare la propria posizione fiscale, cogliere le opportunità offerte dall’attuale quadro normativo e prepararsi in anticipo ai cambiamenti futuri. Incertezza non deve significare immobilismo. Anzi: pianificare oggi significa risparmiare domani, in modo del tutto legale e consapevole.
La riforma fiscale si avvicina, anche se a passo più lento del previsto. Comprenderne la direzione e sfruttare questo tempo aggiuntivo per agire con intelligenza può fare la differenza tra subire l’ennesima ondata normativa o anticiparla a proprio vantaggio.

