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giovedì 30 Ottobre 2025

Contributi diretti 2024 per le imprese editrici: guida completa alla domanda entro il 30 settembre 2025

Il 2025 rappresenta un anno chiave per le imprese editrici italiane che intendono ottenere un supporto concreto alla propria attività. Il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con l’avviso pubblicato il 18 luglio 2025, ha comunicato la riapertura della piattaforma telematica per la gestione delle domande di accesso ai contributi diretti per l’anno 2024. Il sistema resterà attivo fino al 30 settembre 2025, data entro la quale le imprese editrici dovranno completare l’inserimento dei dati e della documentazione richiesta, pena la decadenza dal diritto al contributo.

Il contributo è destinato alle imprese editrici di quotidiani, pubblicati e diffusi in Italia o all’estero, e alle imprese editrici di periodici, editi e distribuiti sul territorio nazionale. Si tratta di un sostegno economico a fondo perduto, previsto dalla normativa vigente, con l’obiettivo di sostenere il pluralismo dell’informazione, garantire la libertà di stampa e favorire la sostenibilità economica del settore editoriale.

In un’epoca in cui l’editoria è chiamata ad affrontare sfide significative – tra cui la transizione digitale, la crisi della carta stampata e il crollo dei ricavi pubblicitari tradizionali – questi contributi rappresentano una leva importante per investire nell’innovazione e nella crescita del comparto.

Nel corso dell’articolo analizzeremo nel dettaglio chi può accedere al beneficio, quali sono i requisiti previsti, le modalità operative per presentare la documentazione correttamente e gli errori da evitare per non perdere questa fondamentale opportunità di finanziamento.

Scadenze e normativa di riferimento

Con l’avviso del 18 luglio 2025, il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria ha ufficializzato la riapertura della piattaforma online per la gestione delle domande di contributi diretti alle imprese editrici per l’anno 2024, che rimarrà attiva fino al 30 settembre 2025. Entro tale data, le imprese dovranno completare, a pena di decadenza, l’inserimento dei dati richiesti e della documentazione istruttoria prevista.

La base normativa da seguire è definita da due principali provvedimenti:

  • l’art. 2, commi 4 e 5, del DPCM 28 luglio 2017, per quanto riguarda i giornali editi e diffusi sul territorio nazionale;

  • l’art. 2, comma 3, del DPCM 15 settembre 2017, per i quotidiani italiani diffusi all’estero.

Se la documentazione prevista da tali disposizioni non è stata prodotta al momento della presentazione della domanda, sarà obbligatorio caricarla integralmente durante questa nuova fase istruttoria.

Le imprese editrici potranno accedere alla piattaforma tramite il sito ufficiale https://die-stampa.palazzochigi.it, utilizzando le stesse credenziali già impiegate nella fase di invio della domanda. Una volta effettuato l’accesso, la piattaforma genererà automaticamente i prospetti e le dichiarazioni sostitutive previste dalla normativa, ad eccezione di alcuni campi che dovranno essere completati direttamente dall’editore.

Infine, è fondamentale ricaricare tutta la modulistica firmata e certificata dal revisore legale, ove previsto, allegando anche le relazioni di certificazione e il bilancio di esercizio. Per eventuali problemi tecnici, è sempre attivo il supporto via e-mail all’indirizzo helpdesk.piattaformacontributi@governo.it, mentre la versione aggiornata del manuale utente è consultabile direttamente nella sezione § 1.1 del portale.

Chi può fare domanda

I contributi diretti all’editoria rappresentano una misura selettiva: non tutte le imprese editrici possono beneficiarne, ma solo quelle che rispettano specifici requisiti soggettivi e oggettivi, stabiliti dal DPCM 28 luglio 2017 e successive integrazioni. Questi criteri riguardano sia la struttura societaria che la natura del prodotto editoriale.

In particolare, possono presentare domanda:

  • Le imprese editrici di quotidiani e periodici a stampa, regolarmente iscritti presso il Registro degli operatori della comunicazione (ROC);

  • Le testate edite in formato digitale, purché abbiano una periodicità regolare e siano diffuse attraverso canali informativi riconosciuti;

  • Le imprese che hanno sede legale in Italia e redazione stabilmente operante nel territorio nazionale;

  • Imprese costituite in forma di società di capitali, cooperative giornalistiche o fondazioni, a condizione che non distribuiscano utili e reinvestano l’eventuale avanzo di gestione nell’attività editoriale;

  • Le imprese il cui prodotto editoriale rispetta un minimo di tiratura e diffusione, e non abbia contenuti prevalentemente pubblicitari o promozionali.

Per quanto riguarda i quotidiani italiani diffusi all’estero, sono ammessi solo se pubblicati in lingua italiana e distribuiti attraverso una rete documentata e verificabile.

Ulteriore criterio fondamentale è quello relativo alla trasparenza dei finanziamenti ricevuti, alla regolarità contributiva e fiscale e alla certificazione del bilancio da parte di un revisore legale, dove previsto.

È importante ricordare che la normativa prevede anche esclusioni esplicite, ad esempio per le pubblicazioni con contenuti prevalentemente propagandistici, a pagamento o senza finalità di informazione generale.

Contributi diretti: Imprese editrici - Commercialista.it

Modalità di accesso

L’accesso alla piattaforma telematica predisposta per la gestione delle domande di contributi diretti all’editoria avviene attraverso il portale ufficiale https://die-stampa.palazzochigi.it.

Le imprese editrici devono autenticarsi utilizzando le stesse credenziali già utilizzate in fase di presentazione della domanda iniziale, mantenendo così coerenza tra i dati anagrafici e amministrativi registrati.

Una volta effettuato l’accesso, l’utente troverà una dashboard personalizzata da cui è possibile:

  • Inserire i dati mancanti o aggiornare quelli già caricati;

  • Caricare la documentazione istruttoria prevista dalla normativa, se non già allegata con la domanda originaria;

  • Verificare lo stato di avanzamento della propria richiesta.

La piattaforma, una volta completati i campi obbligatori, genera automaticamente i prospetti riepilogativi e le dichiarazioni sostitutive di atto notorio, che dovranno essere scaricati, firmati digitalmente e successivamente ricaricati nel sistema.

Tra i documenti da allegare obbligatoriamente figurano:

  • La modulistica certificata dal revisore legale, se richiesta dalla legge;

  • La relazione del revisore dei conti;

  • Il bilancio di esercizio, riferito all’anno precedente;

  • Eventuali relazioni illustrative o documentazione aggiuntiva richiesta dai DPCM di riferimento.

Per agevolare le imprese nell’utilizzo della piattaforma, il Dipartimento ha reso disponibile un manuale aggiornato, completo delle modifiche più recenti (consultabile al § 1.1), nonché un servizio di assistenza tecnica raggiungibile via e-mail all’indirizzo helpdesk.piattaformacontributi@governo.it.

Una corretta e tempestiva compilazione è fondamentale: l’incompletezza della documentazione o l’omesso invio entro la scadenza del 30 settembre 2025 comportano la decadenza automatica dal diritto al contributo.

Vantaggi 

I contributi diretti all’editoria 2024 rappresentano molto più di un semplice sostegno economico: sono uno strumento strategico di politica pubblica, volto a rafforzare il pluralismo dell’informazione, garantire la sopravvivenza delle piccole e medie imprese editoriali e incentivare l’innovazione nel settore.

In un contesto segnato da forti criticità – come il crollo delle vendite cartacee, la progressiva erosione degli introiti pubblicitari, l’aumento dei costi di produzione e la transizione verso il digitale – questi contributi a fondo perduto possono fornire ossigeno finanziario e stimolare nuovi investimenti.

Il sostegno si traduce in un’opportunità per:

  • Risanare i bilanci delle imprese editrici, soprattutto quelle più piccole o cooperative, che spesso operano con margini ridottissimi;

  • Investire nella digitalizzazione delle testate e nella creazione di contenuti multimediali, per intercettare un pubblico sempre più orientato verso i canali online;

  • Potenziare le redazioni, offrendo maggiore stabilità occupazionale ai giornalisti e collaboratori;

  • Sostenere l’informazione locale e di prossimità, spesso l’unica fonte di notizie in determinate aree del Paese;

  • Garantire la continuità editoriale a pubblicazioni storiche o di nicchia che contribuiscono alla cultura e all’identità nazionale.

Dal punto di vista fiscale, inoltre, l’ottenimento del contributo può migliorare la capacità di autofinanziamento e incidere positivamente sui rating bancari o sulla possibilità di accedere ad altre agevolazioni pubbliche.

Non va dimenticato che l’accesso ai contributi è anche legato al rispetto di requisiti di trasparenza e correttezza contabile, che incentivano una gestione più rigorosa e sostenibile delle imprese.

Errori da evitare

Anche se i contributi diretti all’editoria rappresentano una grande opportunità, non tutte le domande presentate vengono accolte. Ogni anno molte imprese editrici vengono escluse dalla graduatoria per errori evitabili, dimenticanze o documentazione incompleta. Per questo motivo, è fondamentale conoscere in anticipo le principali cause di rigetto e adottare un approccio scrupoloso nella preparazione della domanda.

Tra le cause più comuni di esclusione si segnalano:

  • Omissione o incompletezza della documentazione obbligatoria, come il bilancio di esercizio, le relazioni del revisore, le dichiarazioni sostitutive o i prospetti generati dalla piattaforma;

  • Mancata certificazione del bilancio da parte di un revisore legale, dove previsto dalla normativa;

  • Invio della documentazione oltre il termine del 30 settembre 2025: la scadenza è perentoria e non sono previste proroghe o deroghe;

  • Errori nei dati inseriti sulla piattaforma, in particolare nelle sezioni che devono essere compilate manualmente dall’editore;

  • Difformità tra i dati inseriti e quelli risultanti dai documenti ufficiali (ad esempio, dati fiscali, tiratura, diffusione o assetti societari);

  • Inadempienze fiscali o contributive da parte della società richiedente, che risultino da certificazioni INPS, INAIL o Agenzia delle Entrate;

  • Requisiti soggettivi non rispettati, come l’assenza di iscrizione al ROC o la natura lucrativa della società (in caso di società che distribuiscono utili).

Per evitare esclusioni, è consigliabile avvalersi dell’assistenza di un commercialista esperto in diritto dell’editoria e consultare regolarmente la versione aggiornata del manuale utente messa a disposizione dal Dipartimento, che contiene anche l’elenco delle ultime modifiche apportate al sistema.

Contributi diretti: Imprese editrici - Commercialista.it

Consigli pratici

Per aumentare le probabilità di successo nella richiesta dei contributi diretti all’editoria 2024, è fondamentale adottare un approccio strategico, non solo operativo ma anche fiscale.

Ecco alcune buone pratiche che ogni impresa editrice dovrebbe considerare:

1. Pianificazione documentale

La raccolta della documentazione richiesta non deve essere lasciata agli ultimi giorni. È consigliabile predisporre un calendario operativo, che includa:

  • Scadenze interne per la revisione dei bilanci;

  • Termine per l’invio al revisore legale;

  • Tempistiche per il caricamento progressivo dei documenti in piattaforma.

2. Check-up contabile e fiscale

Prima di procedere all’invio, è fondamentale effettuare un controllo di conformità fiscale e contributiva. La regolarità verso INPS, INAIL e Agenzia delle Entrate è un prerequisito. In caso di pendenze, è possibile regolarizzarsi in anticipo con strumenti come la rateizzazione o il ravvedimento operoso.

3. Revisione legale dei conti

Molti contributi prevedono la certificazione da parte del revisore legale. È quindi opportuno attivarsi per tempo per incaricare il professionista e consentirgli di verificare il bilancio e la documentazione di supporto. Ricorda che un errore nella relazione del revisore può bloccare l’intera istruttoria.

4. Ottimizzazione fiscale post-contributo

Il contributo diretto ricevuto può essere iscritto tra i proventi d’esercizio. A seconda della struttura societaria, è possibile pianificare in anticipo il suo impatto fiscale e decidere, ad esempio, di destinare parte del finanziamento a investimenti deducibili (formazione, strumenti digitali, tecnologia, ecc.), ottimizzando il carico fiscale complessivo.

5. Supporto professionale

Affidarsi a un commercialista specializzato in editoria può fare la differenza. Un esperto non solo garantisce l’aderenza formale ai requisiti, ma può anche individuare ulteriori agevolazioni cumulabili, come il credito d’imposta per l’acquisto della carta, l’accesso ai bandi regionali o altre misure di sostegno pubblico al settore.

L’obiettivo è duplice: ottenere il contributo e renderlo una leva di crescita e rilancio dell’impresa editoriale, non un semplice ristoro temporaneo.

Contributi diretti e digitalizzazione

L’accesso ai contributi diretti 2024 può rappresentare per molte imprese editrici non solo un supporto economico, ma anche un acceleratore strategico per la transizione digitale, oggi indispensabile per rimanere competitivi nel settore. Con il calo delle vendite cartacee e il cambiamento delle abitudini di lettura, puntare sul digitale non è più una scelta, ma una necessità.

I fondi ottenuti tramite i contributi possono essere reinvestiti in tecnologie, piattaforme e servizi digitali: dalla realizzazione o restyling del sito web, all’implementazione di sistemi di abbonamento online e paywall, fino allo sviluppo di contenuti multimediali come podcast, newsletter professionali e video editoriali. Le risorse possono essere utilizzate anche per formare le redazioni all’uso di strumenti SEO, social media management e monetizzazione del traffico.

Un altro ambito strategico è quello dell’analisi dei dati: utilizzare il contributo per dotarsi di strumenti che analizzano il comportamento dei lettori, la durata di lettura degli articoli, le conversioni degli abbonamenti digitali consente di prendere decisioni editoriali più efficaci e mirate.

Infine, non bisogna sottovalutare il fatto che la digitalizzazione dell’offerta editoriale apre la porta a ulteriori forme di agevolazione pubblica e privata, come bandi europei, crediti d’imposta per innovazione e transizione digitale, oppure finanziamenti per la cybersecurity e l’intelligenza artificiale applicata ai contenuti.

Chi riesce a trasformare il contributo in investimento strutturale digitale, ha l’opportunità concreta di migliorare sostenibilità economica, posizionamento online e fidelizzazione del pubblico.

Conclusione

I contributi diretti 2024 per le imprese editrici rappresentano una misura concreta, mirata a sostenere l’editoria nazionale ed estera in un periodo di profonde trasformazioni. Più che un semplice aiuto economico, si tratta di una leva strategica per rafforzare la competitività, migliorare la qualità dell’informazione e favorire l’innovazione digitale del settore.

Con la piattaforma aperta fino al 30 settembre 2025, le imprese editrici hanno il tempo per completare correttamente la documentazione richiesta, ma è fondamentale non sottovalutare la complessità della procedura. Solo una gestione attenta, supportata da professionisti esperti, può evitare errori formali che potrebbero compromettere l’accesso al finanziamento.

Utilizzare in modo efficace il contributo ricevuto può fare la differenza tra una redazione in difficoltà e una realtà editoriale in crescita. Investire in digitalizzazione, contenuti innovativi e formazione professionale significa rafforzare il rapporto con i lettori e costruire un modello sostenibile nel tempo.

Per chi opera nel mondo dell’informazione, l’adesione a questa misura non è solo una scelta utile, ma un passo necessario per affrontare con lungimiranza le sfide del futuro editoriale.

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