Nel 2025, stipulare una polizza catastrofale diventa un obbligo per tutte le imprese che vogliono accedere agli incentivi pubblici gestiti dal MIMIT. Il Decreto del 18 giugno 2025 ha chiarito quali agevolazioni verranno negate alle aziende non assicurate contro terremoti, alluvioni e altri eventi naturali.
Sommario
In questo articolo scopri cosa copre la polizza, le scadenze per ogni tipo di impresa e come non perdere contributi, fondi e vantaggi strategici.
Introduzione
Con il Decreto del 18 giugno 2025, pubblicato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) il 25 luglio, arriva finalmente l’elenco ufficiale e completo degli incentivi statali che le imprese non potranno più ottenere se non adempiono all’obbligo di stipulare una polizza assicurativa contro i danni catastrofali. Un vincolo che rappresenta una vera e propria condizione di accesso a numerosi contributi pubblici gestiti dalla Direzione Generale per gli Incentivi alle Imprese.
Il nuovo quadro normativo, previsto dalla Legge di Bilancio 2024, ha introdotto un sistema di protezione obbligatoria contro i danni derivanti da calamità naturali – come terremoti, alluvioni, frane e altri eventi eccezionali – a cui le imprese devono adeguarsi per continuare a beneficiare di sostegni economici, crediti d’imposta e contributi a fondo perduto.
Secondo quanto previsto dal Decreto-legge n. 39/2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 75 del 31 marzo, i termini per l’adempimento variano in base alla dimensione aziendale:
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Grandi imprese: obbligo di stipula entro il 31 marzo 2025, con una tolleranza di 90 giorni senza sanzioni;
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Medie imprese: obbligo di stipula entro il 1° ottobre 2025;
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PMI (piccole e micro imprese): obbligo di stipula entro il 1° gennaio 2026.
Il messaggio è chiaro: senza assicurazione, niente incentivi. La logica è quella di responsabilizzare il tessuto imprenditoriale, spingendo le aziende ad attrezzarsi per affrontare eventuali disastri naturali, riducendo l’onere per lo Stato e migliorando la resilienza del sistema produttivo italiano.
L’elenco completo del MIMIT
Con l’articolo 1 del Decreto MIMIT del 18 giugno 2025, pubblicato il 25 luglio, viene introdotto un principio chiave: nessun incentivo senza assicurazione catastrofale. Il provvedimento, in attuazione della Legge di Bilancio 2024 (art. 1, comma 101, Legge 213/2023), stabilisce che solo le imprese in regola con la stipula della polizza possono accedere agli incentivi gestiti dalla Direzione Generale per gli Incentivi alle Imprese. Questa condizione vale sia per imprese italiane sia per società estere con stabile organizzazione in Italia, iscritte nel Registro Imprese.
Inoltre, l’obbligo assicurativo non si esaurisce con la domanda: deve sussistere anche al momento dell’erogazione del contributo, rafforzando ulteriormente l’importanza del rispetto della norma.
Ecco l’elenco completo degli incentivi esclusi in assenza della polizza:
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Contratti di sviluppo (art. 43, DL 112/2008);
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Interventi per aree di crisi industriale (Legge 181/89);
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Regime “Nuova Marcora” per società cooperative;
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Smart & Start per start-up innovative;
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Progetti di R&S sull’economia circolare;
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Fondo per la salvaguardia occupazionale;
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Mini contratti di sviluppo;
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Incentivi all’economia sociale;
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Autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI;
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Finanziamenti a start-up;
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Supporto a venture capital green.
Le scadenze di applicazione dell’obbligo sono chiare e variano a seconda della dimensione aziendale:
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Grandi imprese: dal 30 giugno 2025;
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Medie imprese: dal 2 ottobre 2025;
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Micro e piccole imprese: dal 1° gennaio 2026.
Le imprese che presenteranno domanda per uno qualsiasi degli incentivi sopra elencati dopo queste date, ma senza essere in regola con la polizza, vedranno automaticamente rigettata la propria richiesta.

Cos’è e chi è obbligato a stipularla
L’obbligo di stipulare una polizza assicurativa contro eventi catastrofali nasce dalla volontà del legislatore di rendere il sistema produttivo nazionale più resiliente di fronte a rischi naturali sempre più frequenti e devastanti.
La norma di riferimento è l’art. 1, comma 101, della Legge 213/2023 (Legge di Bilancio 2024), che impone l’assicurazione alle imprese iscritte al Registro delle Imprese, sia italiane sia straniere con sede stabile in Italia, per poter accedere agli incentivi pubblici.
La polizza deve coprire danni ai beni materiali direttamente utilizzati nell’attività di impresa, causati da:
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Terremoti,
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Alluvioni,
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Inondazioni,
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Frane,
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Altri eventi eccezionali di natura catastrofale.
Non si tratta quindi di una semplice assicurazione generica, ma di un contratto altamente specifico, il cui contenuto minimo sarà ulteriormente precisato da un decreto attuativo del MIMIT atteso entro l’autunno 2025. Le imprese dovranno conservare la documentazione contrattuale e dimostrarne l’efficacia sia al momento della domanda per gli incentivi, sia al momento dell’erogazione.
Chi è obbligato?
L’obbligo riguarda:
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Le grandi imprese (oltre 250 dipendenti o oltre 50 milioni di euro di fatturato) dal 30 giugno 2025;
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Le medie imprese (fino a 250 dipendenti e 50 milioni di euro di fatturato) dal 2 ottobre 2025;
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Le PMI e micro imprese (meno di 50 dipendenti e meno di 10 milioni di euro di fatturato) dal 1° gennaio 2026.
Chi non si adegua per tempo perde automaticamente l’accesso a una vasta gamma di agevolazioni pubbliche, con impatti diretti sulla competitività e capacità di investimento.
Conseguenze mancata adesione
Ignorare l’obbligo di stipulare la polizza catastrofale non comporta solo la perdita formale del diritto agli incentivi: per molte imprese, soprattutto quelle in fase di sviluppo o in cerca di liquidità, significa rinunciare a risorse fondamentali per crescere, innovare e resistere alle crisi. Gli incentivi esclusi riguardano infatti ambiti strategici come la ricerca e sviluppo, la transizione ecologica, la digitalizzazione, la produzione di energia rinnovabile e la salvaguardia occupazionale.
Tra i casi più emblematici:
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Una start-up innovativa che non ha stipulato la polizza, non potrà più accedere al programma Smart & Start, fondamentale per ottenere finanziamenti a fondo perduto e tassi agevolati;
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Una PMI impegnata nell’efficientamento energetico perderà l’accesso agli incentivi per l’autoproduzione da fonti rinnovabili;
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Un’impresa in difficoltà, anche temporanea, non potrà accedere al Fondo per la salvaguardia occupazionale, limitando le possibilità di ristrutturazione e rilancio.
Un danno competitivo
Oltre alla perdita diretta di fondi, l’assenza della copertura assicurativa diventa anche un handicap competitivo.
Le imprese assicurate, infatti, dimostreranno maggiore solidità e affidabilità nei confronti di:
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Istituti di credito (per l’accesso al credito),
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Investitori (venture capital, private equity),
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Fornitori e clienti (in ottica di business continuity),
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Pubblica amministrazione (per gare e appalti pubblici).
In sintesi, non assicurarsi significa essere tagliati fuori da un ecosistema di crescita e opportunità, in un contesto economico che premia la prevenzione e la gestione del rischio.

Vantaggi fiscali, economici e strategici
Adeguarsi all’obbligo di assicurazione contro i rischi catastrofali non è solo una condizione per accedere agli incentivi pubblici, ma rappresenta anche una scelta intelligente di protezione patrimoniale e un vantaggio competitivo sotto molteplici punti di vista.
1. Tutela del patrimonio aziendale
La polizza offre una copertura economica immediata in caso di eventi distruttivi, evitando che un terremoto o un’alluvione possano azzerare anni di investimenti. Questo significa mantenere la continuità operativa anche in condizioni di emergenza, riducendo tempi di inattività, danni a beni strumentali e rischi di fallimento.
2. Accesso prioritario agli incentivi
Le imprese in regola con la polizza saranno le uniche a poter accedere ai principali bandi di agevolazione, molti dei quali prevedono contributi a fondo perduto, crediti d’imposta, finanziamenti agevolati o garanzie statali. In particolare, gli strumenti come Smart & Start, Nuova Marcora, contratti di sviluppo o quelli legati alla transizione ecologica diventano accessibili solo alle imprese assicurate.
3. Agevolazioni fiscali indirette
Sebbene al momento non sia prevista una detrazione fiscale diretta per il costo della polizza, è possibile dedurre il premio assicurativo dal reddito d’impresa come spesa per la gestione ordinaria, secondo l’art. 109 del TUIR. Questo si traduce in un risparmio fiscale potenziale che alleggerisce il costo dell’adempimento.
4. Vantaggi reputazionali e finanziari
Un’impresa assicurata dimostra maggiore affidabilità sul mercato e agli occhi di banche e investitori. Questo può tradursi in maggiore accesso al credito, condizioni finanziarie più favorevoli e migliore valutazione nei rating ESG (Environmental, Social and Governance), sempre più determinanti nelle strategie aziendali moderne.
Come stipulare la polizza catastrofale
Per essere in regola con l’obbligo di copertura assicurativa contro i rischi catastrofali, le imprese devono stipulare una polizza specifica con compagnie assicurative che offrano prodotti conformi alla normativa.
Non tutte le assicurazioni standard sono idonee: il contratto deve includere esplicitamente la copertura per eventi come terremoti, alluvioni, frane e inondazioni, e riferirsi ai beni materiali utilizzati per l’attività d’impresa.
1. Verifica dei requisiti minimi della polizza
Sebbene sia atteso un decreto attuativo del MIMIT che specificherà le caratteristiche tecniche minime della polizza (previsto entro fine 2025), già oggi è possibile procedere alla stipula, purché si rispettino le indicazioni generali previste dalla Legge di Bilancio 2024. Le imprese dovranno assicurarsi che il contratto preveda:
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Copertura per eventi naturali catastrofali (non generici danni accidentali),
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Inclusione di tutti i beni materiali strumentali all’attività (macchinari, immobili, impianti),
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Decorrenza compatibile con la scadenza dell’obbligo (cioè prima del termine fissato per la dimensione aziendale).
2. A chi rivolgersi
Le imprese possono rivolgersi a:
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Compagnie assicurative abilitate in Italia (sia italiane che estere),
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Broker assicurativi specializzati in rischi industriali,
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Associazioni di categoria (es. Confindustria, CNA) che offrono convenzioni per coperture agevolate.
3. Conservazione e verifica
Una volta stipulata, la polizza deve essere conservata in azienda ed esibita in fase di richiesta e rendicontazione degli incentivi. Il MIMIT, tramite le sue piattaforme digitali, verificherà la presenza della copertura in fase di istruttoria.
Strategie per anticipare l’obbligo
Le imprese che vogliono distinguersi sul mercato e accedere con continuità ai principali strumenti agevolativi, farebbero bene a non aspettare la scadenza dell’obbligo per stipulare la polizza catastrofale. Agire in anticipo consente infatti di trasformare un vincolo normativo in una leva di crescita e resilienza aziendale.
1. Anticipare la stipula per ottimizzare la pianificazione degli investimenti
Stipulare la polizza con mesi di anticipo consente di inserire il costo del premio assicurativo all’interno della pianificazione fiscale e finanziaria, ripartendolo su base annuale o pluriannuale. Ciò riduce l’impatto economico immediato e consente di integrare la copertura nei progetti in corso (innovazione, sviluppo, digitalizzazione).
2. Coordinare la polizza con le pratiche per incentivi e bandi
Molte imprese gestiscono pratiche complesse per incentivi e contributi, spesso con scadenze serrate. Avere già attiva la copertura assicurativa velocizza le fasi di istruttoria e riduce il rischio di ritardi o bocciature delle domande. In un sistema “a sportello” dove il tempismo è tutto, questo fa la differenza.
3. Comunicare il valore della protezione
Includere nel proprio bilancio e nelle relazioni con partner, banche o investitori la presenza di una copertura assicurativa contro eventi catastrofali, aumenta la credibilità aziendale e migliora la percezione di affidabilità. È un elemento chiave anche nei progetti ESG, ormai sempre più richiesti anche alle PMI.
4. Consolidare la business continuity
L’assicurazione è un tassello fondamentale nella costruzione di un piano di continuità operativa (business continuity plan). Le aziende che si preparano a scenari avversi sono anche quelle che reagiscono più rapidamente, mantengono la produzione attiva e riescono a ridurre le perdite economiche nei momenti di crisi.
Conclusione
La polizza catastrofale per le imprese non è soltanto una formalità imposta dalla Legge di Bilancio, ma un vero e proprio strumento di protezione, competitività e accesso al credito pubblico.
Il Decreto MIMIT del 18 giugno 2025 ha reso evidente che chi non si adegua, rimane fuori da una lunga serie di incentivi essenziali per lo sviluppo economico, l’innovazione, la sostenibilità e la transizione energetica.
Ogni impresa piccola, media o grande, deve quindi considerare la stipula della polizza una priorità entro le scadenze fissate:
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30 giugno 2025 per le grandi imprese,
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2 ottobre 2025 per le medie,
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1° gennaio 2026 per le micro e piccole imprese.
Adeguarsi in tempo consente di evitare blocchi nei processi di investimento, migliorare la gestione del rischio, aumentare la fiducia degli stakeholder e rafforzare la resilienza dell’impresa nel lungo termine.
Il consiglio, quindi, è semplice: non aspettare l’ultimo momento. Analizza la tua posizione, contatta un professionista, verifica l’idoneità della polizza e metti al sicuro il futuro della tua attività.

