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giovedì 30 Ottobre 2025

Ddl Agricoltura 2025 approvato: incentivi a giovani, filiere, innovazione e sovranità alimentare

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Ddl Agricoltura 2025, un pacchetto di misure strategiche per rilanciare il settore agricolo italiano.

In questo articolo analizziamo nel dettaglio tutti gli incentivi previsti: fondi per giovani agricoltori, filiere strategiche, innovazione tecnologica, accesso facilitato ai terreni pubblici, sostegno contro le emergenze fitosanitarie e nuove norme su vino, olio e uova. Un piano ambizioso che punta su sovranità alimentare, sostenibilità e coesione territoriale.

Ddl Agricoltura 2025 approvato

Il 24 luglio 2025 il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge (Ddl) collegato alla manovra di bilancio 2025-2027, che punta a rilanciare il comparto agricolo italiano attraverso misure concrete e mirate. Il testo legislativo, denominato “Ddl Agricoltura 2025”, rappresenta un tassello chiave nella programmazione economico-finanziaria del Governo, ponendo il settore primario al centro della strategia nazionale per la sovranità alimentare, la coesione territoriale e la transizione ecologica.

L’agricoltura torna quindi ad avere un ruolo centrale nella crescita del Paese: non solo come comparto produttivo, ma anche come elemento strategico per affrontare le sfide legate alla sicurezza degli approvvigionamenti, all’equilibrio sociale delle aree interne e rurali, e alla riconversione ecologica. Il Ddl interviene su più fronti: incentivi fiscali e contributivi per i giovani agricoltori, semplificazione normativa per le imprese agricole, potenziamento delle filiere strategiche (agroalimentare, zootecnia, cerealicola, vitivinicola), digitalizzazione e innovazione tecnologica.

Si tratta di un disegno ambizioso che apre nuove opportunità per chi opera o intende investire in agricoltura, e allo stesso tempo offre risposte concrete ai problemi che da anni penalizzano la competitività del comparto: incertezza normativa, scarsa redditività, carenza di manodopera qualificata, eccessiva burocrazia. Questo intervento legislativo potrebbe davvero segnare un prima e un dopo per il sistema agricolo italiano.

Misure principali 

Il cuore del Ddl Agricoltura 2025 è rappresentato da un pacchetto strutturato di misure economiche e fiscali volte a sostenere la produzione agricola italiana, con un’attenzione specifica alla sovranità alimentare e al rafforzamento delle filiere locali. Tra le disposizioni più rilevanti figura l’incremento del Fondo per la Sovranità Alimentare, la cui dotazione sarà potenziata con 30 milioni di euro nel 2026 e 40 milioni nel 2027. Un segnale forte da parte del Governo, che punta ad accrescere la resilienza e l’autosufficienza dell’agricoltura nazionale, riducendo la dipendenza dall’estero.

In parallelo, è stato previsto un investimento triennale (2026-2028) pari a 300 milioni di euro, finalizzato al rilancio delle filiere agricole strategiche, alla valorizzazione delle produzioni locali, al contrasto allo spopolamento delle aree interne e al sostegno all’allevamento di vitelli autoctoni, risorsa fondamentale per il mantenimento della biodiversità zootecnica.

Queste misure mirano non solo a incentivare la produzione interna, ma anche a generare benefici a lungo termine per l’economia rurale e per la sicurezza degli approvvigionamenti. Il potenziamento delle filiere rappresenta una leva chiave per l’occupazione giovanile, la competitività delle imprese agricole e la coesione territoriale, rafforzando il legame tra agricoltura, territorio e comunità locali.

L’Italia può davvero tornare a essere una potenza agricola: vediamo ora nel dettaglio le agevolazioni pensate per le singole filiere produttive.

Contratti di filiera e rilancio della zootecnia

Tra gli strumenti più innovativi introdotti dal Ddl Agricoltura 2025 figura il credito d’imposta fino al 40% per gli investimenti nei contratti di filiera del frumento, destinato alle imprese di trasformazione agroalimentare che stipulano accordi triennali, quadriennali o quinquennali con produttori agricoli italiani. Lo scopo è rafforzare la produzione nazionale di frumento, migliorare la qualità dei prodotti trasformati e sostenere la filiera cerealicola nazionale, storicamente penalizzata dalla concorrenza estera e dall’andamento incerto dei mercati. Il bonus, valido per l’anno 2026, è pari a un plafond complessivo di 10 milioni di euro, e potrà essere utilizzato per l’acquisto di macchinari e per attività di ricerca e sviluppo.

Un altro intervento fondamentale è il piano straordinario di sostegno alla filiera vacca-vitello, che prevede 300 milioni di euro nel triennio 2026-2028. La misura nasce con l’obiettivo di contrastare l’eccessiva dipendenza dall’importazione di capi bovini e incentivare la produzione nazionale di carne attraverso:

  • l’acquisto e l’allevamento di manze selezionate;

  • l’utilizzo di incroci per la produzione di carne;

  • lo svezzamento e l’accrescimento dei vitelli nati in Italia.

I contributi saranno ripartiti in modo strategico: 70% destinato alla filiera carne e 30% alla filiera mista carne-latte. Una scelta coerente con la volontà di promuovere un’agricoltura sostenibile, più autonoma e radicata nei territori.

Si tratta di un’opportunità concreta per le aziende agricole italiane di investire in qualità, innovazione e stabilità contrattuale.

Ddl Agricoltura 2025 approvato - Commercialista.it

Imprenditoria agricola giovanile e femminile

Uno degli obiettivi dichiarati del Ddl Agricoltura 2025 è favorire il ricambio generazionale e promuovere l’accesso alla terra da parte delle nuove generazioni e delle donne, categorie ancora oggi sotto-rappresentate nel settore agricolo. A tal fine, il disegno di legge prevede un rifinanziamento da 150 milioni di euro in tre anni (2026-2028), destinato a sostenere l’imprenditoria giovanile e femminile, mediante l’intervento previsto dal D.lgs. 185/2000. Si tratta di un pacchetto di agevolazioni che include contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati e incentivi per l’acquisto di beni strumentali.

Ma il vero salto di qualità arriva con le misure sul riutilizzo produttivo dei terreni agricoli pubblici e incolti. L’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) sarà autorizzata a concedere in comodato gratuito i propri terreni agricoli a giovani tra i 18 e i 40 anni, con un diritto di opzione all’acquisto agevolato dopo 10 anni di attività agricola continuativa. Una misura che può rappresentare un vero punto di svolta, soprattutto nelle regioni del Sud e nelle aree interne.

In parallelo, i Comuni dovranno istituire una “banca comunale delle terre”, che permetterà di censire, recuperare e riassegnare in affitto i terreni abbandonati o non coltivati, favorendo l’insediamento di nuovi agricoltori e il recupero del patrimonio agricolo in disuso.

La terra torna così un bene comune, generatore di opportunità economiche, occupazione e rigenerazione territoriale.

Emergenze agricole e sanitarie

Il Ddl Agricoltura 2025 affronta anche una delle questioni più urgenti e trascurate degli ultimi anni: le emergenze fitosanitarie e zootecniche che minacciano la sostenibilità del comparto agricolo. Per fronteggiare questi fenomeni, il disegno di legge prevede l’attivazione di un piano nazionale da 300 milioni di euro, finalizzato al contrasto della Xylella fastidiosa e di altre fitopatie che colpiscono l’olivicoltura, in particolare nel Sud Italia.

Questa misura è particolarmente attesa in regioni come Puglia, Calabria e Sicilia, dove la Xylella ha già compromesso migliaia di ettari di oliveti, con conseguenze economiche e ambientali devastanti. Il piano punterà al monitoraggio fitosanitario, alla sostituzione delle piante infette, alla ricerca di varietà resistenti e alla formazione degli operatori agricoli per la prevenzione e il contenimento della malattia.

Un ulteriore stanziamento è previsto per fronteggiare la peste suina africana (PSA), emergenza zootecnica che minaccia l’intera filiera suinicola italiana. A tal fine, il Ddl prevede 3 milioni di euro in contributi per le aziende di macellazione, destinati a coprire i costi di congelamento e stoccaggio dei suini provenienti da zone colpite.

Infine, per le imprese colpite da epizoozie nel corso del 2025, è prevista la sospensione per 12 mesi del rimborso dei finanziamenti bancari e agevolati, misura che offre un sollievo immediato in termini di liquidità, evitando il rischio di insolvenza e favorendo il proseguimento dell’attività produttiva.

Un approccio preventivo e reattivo che dimostra come la tutela fitosanitaria sia diventata una priorità strategica per la sicurezza alimentare nazionale.

Nuove regole per vino, olio e uova

Il Ddl Agricoltura 2025 interviene in modo puntuale anche su tre pilastri della produzione agroalimentare italiana: vino, olio e uova, introducendo norme che mirano a semplificare gli adempimenti burocratici, migliorare la trasparenza nei confronti dei consumatori e tutelare la qualità delle produzioni.

Per quanto riguarda il vino, viene introdotta una semplificazione per la gestione delle fecce di vino e si stabiliscono regole chiare per la produzione e la commercializzazione del vino dealcolizzato, un segmento in forte crescita, soprattutto nei mercati esteri. Queste norme rispondono a un’esigenza di chiarezza normativa, indispensabile per permettere alle aziende vinicole italiane di innovare senza inciampare in ambiguità regolatorie.

Sul fronte dell’olio extravergine di oliva, il provvedimento introduce nuovi obblighi di etichettatura per le miscele contenenti olio vergine d’oliva, con l’obiettivo di garantire maggiore trasparenza per i consumatori e contrastare le pratiche ingannevoli. Una scelta in linea con le richieste delle associazioni di categoria e dei produttori, che da anni chiedono una maggiore tutela del valore del prodotto italiano.

Infine, il Ddl stabilisce nuovi criteri per la stampigliatura delle uova, che dovrà avvenire nel luogo di produzione o nel primo centro di imballaggio, migliorando così la tracciabilità. Sono previste esenzioni per i piccoli allevamenti, per evitare che le nuove norme diventino un onere eccessivo per le microimprese agricole.

Semplificare e tutelare la qualità: è questo il binomio con cui il Ddl Agricoltura punta a valorizzare il vero made in Italy agricolo.

Ddl Agricoltura 2025 approvato - Commercialista.it

Ritorno alla terra

Uno degli ostacoli principali all’insediamento di nuove imprese agricole, soprattutto da parte di giovani e neo-imprenditori, è l’accesso alla terra coltivabile. Il Ddl Agricoltura 2025 affronta direttamente questo problema con due misure strategiche e di lungo respiro. La prima prevede che ISMEA possa concedere in comodato gratuito i propri terreni agricoli a giovani di età compresa tra 18 e 40 anni, per favorire l’avviamento di nuove attività agricole. Ma non è tutto: dopo 10 anni di utilizzo continuativo, i beneficiari avranno diritto di opzione per l’acquisto agevolato del terreno, a condizioni estremamente vantaggiose. Una misura che promuove non solo l’inserimento lavorativo giovanile, ma anche la stabilità d’impresa nel tempo.

In parallelo, il disegno di legge obbliga i Comuni a istituire una “banca comunale delle terre”, un registro pubblico che censirà i terreni agricoli abbandonati o inutilizzati nei rispettivi territori. Questi terreni potranno essere riassegnati in affitto a nuovi imprenditori agricoli, attraverso bandi trasparenti e accessibili, contribuendo così al recupero del paesaggio rurale e al contrasto dello spopolamento delle aree interne.

Queste iniziative vanno ben oltre il sostegno economico: rappresentano un cambio di paradigma, in cui la terra torna a essere una risorsa sociale ed economica da condividere, innescando processi di rigenerazione locale e creando valore anche in contesti marginali.

Rimettere in produzione le terre inutilizzate significa ridare vita a interi territori e creare nuove opportunità per l’agricoltura di domani.

Considerazioni finali 

Il Ddl Agricoltura 2025 si presenta come una delle riforme più ambiziose e organiche degli ultimi anni nel panorama agricolo italiano. Non si limita a introdurre incentivi economici, ma propone una visione complessiva che mette al centro la sovranità alimentare, la coesione territoriale e la transizione ecologica, come pilastri fondamentali per il rilancio del comparto primario.

Il rafforzamento delle filiere, il sostegno all’imprenditoria giovanile e femminile, l’accesso facilitato alla terra, gli interventi per le emergenze sanitarie, insieme alla digitalizzazione e alla semplificazione normativa, compongono un mosaico coerente di azioni che mirano a rendere l’agricoltura italiana più resiliente, competitiva e sostenibile.

L’obiettivo non è solo quello di tutelare le produzioni nazionali e contrastare le crisi attuali, ma anche di preparare il sistema agricolo alle sfide future: cambiamenti climatici, sicurezza alimentare, nuove abitudini di consumo, richiesta crescente di qualità e tracciabilità.

Per le imprese agricole, i giovani agricoltori e gli investitori, questo disegno di legge rappresenta una grande occasione per innovare, crescere e contribuire a un modello di sviluppo più giusto e duraturo. L’Italia, con le sue eccellenze e le sue aree interne da valorizzare, può e deve tornare a essere un punto di riferimento internazionale nel settore agroalimentare.

La vera sfida sarà ora l’attuazione efficace e tempestiva di queste misure, affinché non restino solo sulla carta ma diventino realtà per chi vive e lavora la terra.

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