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sabato 17 Maggio 2025

Regime dei Minimi

Guida al nuovo regime dei minimi e modalità di applicazione del regime contabile agevolato di cui all’articolo 27, comma 3, del d. L. 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. 111).

Ristorazione in Sardegna: 40% a fondo perduto per forni, attrezzature e macchinari professionali

Mariana Maxwel - Data di Pubblicazione: 17/04/2025 - 1794 visualizzazioni.
Sardegna, ristoranti: 40% fondo perduto - Commercialista.it

In un contesto economico sempre più sfidante, dove i costi energetici e le spese di gestione crescono in modo esponenziale, le imprese del settore ristorativo devono trovare nuove leve di competitività e innovazione.

Ecco perché il nuovo bando della Regione Sardegna rappresenta una vera boccata d’ossigeno: un contributo a fondo perduto pari al 40% delle spese sostenute per l’acquisto di impianti, macchinari, attrezzature e forni professionali, destinato alle attività operanti nel settore della ristorazione.

Un’occasione unica per rinnovare il proprio locale, migliorare l’efficienza produttiva, abbattere i consumi e offrire un servizio di qualità superiore ai propri clienti, senza dover sostenere l’intero investimento con risorse proprie. Il bando, pensato per sostenere la competitività delle micro, piccole e medie imprese locali, punta a rilanciare l’intero comparto dell’enogastronomia isolana, incentivando innovazione, sicurezza e sostenibilità.

Se hai un ristorante, una pizzeria, un agriturismo, una gastronomia o un laboratorio artigianale del gusto in Sardegna, non puoi permetterti di ignorare questa misura: il 40% dell’investimento te lo restituisce la Regione, a fondo perduto. Ma attenzione: i fondi sono limitati, e la procedura richiede una corretta pianificazione.

In questo articolo vedremo chi può accedere, quali spese sono ammesse, come ottenere il contributo e quali vantaggi fiscali si possono cumulare con questa agevolazione. Scopriremo anche casi pratici e consigli utili per presentare una domanda efficace e aumentare le probabilità di essere ammessi.

Requisiti e beneficiari

l bando regionale si rivolge in modo specifico alle micro, piccole e medie imprese con sede operativa in Sardegna, attive nel settore della ristorazione e della trasformazione alimentare. Rientrano tra i beneficiari: ristoranti tradizionali, pizzerie, trattorie, agriturismi con somministrazione, gastronomie, pasticcerie, panifici con laboratorio e vendita diretta, laboratori artigianali di prodotti da forno o tipici sardi, e tutte quelle attività che prevedono la preparazione, trasformazione e somministrazione di alimenti e bevande.

Uno dei requisiti fondamentali è che l’impresa sia regolarmente iscritta al Registro delle Imprese, attiva al momento della domanda e in regola con i contributi previdenziali e assistenziali (DURC). Non sono ammessi soggetti in stato di difficoltà economica grave o in liquidazione.

Altro aspetto cruciale è la localizzazione: il contributo è destinato esclusivamente alle aziende con sede in Sardegna, e l’investimento oggetto di agevolazione deve essere realizzato e utilizzato all’interno del territorio regionale.

Infine, l’impresa deve impegnarsi a non dismettere né cedere le attrezzature acquistate per almeno 3 anni, pena la revoca del contributo. È possibile presentare domanda anche in caso di ampliamento o rinnovamento di attività già esistenti, e non solo per nuove aperture.

Questi criteri di ammissibilità sono pensati per garantire un impatto concreto sull’economia locale e sulla qualità dell’offerta enogastronomica isolana, favorendo realtà che abbiano una vera prospettiva di crescita e radicamento nel territorio.

Spese ammissibili

Il contributo a fondo perduto del 40% è destinato a coprire investimenti materiali mirati a migliorare la produttività, la qualità e la sostenibilità dei processi produttivi all’interno delle attività ristorative.

Il bando specifica con chiarezza quali tipologie di spesa possono essere incluse nella domanda: questo consente alle imprese di pianificare con precisione le proprie scelte di acquisto.

Tra le spese ammesse figurano:

  • Forni professionali, sia statici che ventilati, elettrici o a gas, inclusi quelli per pizza o panificazione artigianale;

  • Impianti di cottura e attrezzature per la lavorazione degli alimenti (frigoriferi industriali, abbattitori di temperatura, cuocipasta, friggitrici, ecc.);

  • Macchinari per la trasformazione dei prodotti agroalimentari (impastatrici, sfogliatrici, tritacarne, affettatrici, ecc.);

  • Attrezzature professionali per cucine, laboratori di pasticceria o panificazione (cappe, banchi refrigerati, tavoli inox, ecc.);

  • Impianti tecnologici a supporto dell’attività (es. sistemi di aspirazione, impianti di depurazione, software gestionali legati alla produzione).

Le spese devono essere nuove di fabbrica (no usato o leasing), acquistate da fornitori regolarmente registrati e documentate da fattura elettronica. È importante che l’investimento sia coerente con l’attività economica svolta e che venga effettuato dopo la presentazione della domanda e entro il termine previsto dal bando.

Non sono ammesse, invece, le spese per beni usati, automezzi, opere edilizie o spese di consulenza.

Un investimento ben pianificato e in linea con i requisiti può portare non solo al rimborso del 40% della spesa, ma anche a un tangibile salto di qualità nei servizi offerti ai clienti.

Sardegna, ristoranti: 40% fondo perduto - Commercialista.it

Come ottenere il contributo

Ottenere il contributo a fondo perduto del 40% richiede attenzione e precisione, ma la procedura è accessibile, soprattutto se seguita con il supporto di un consulente esperto. La domanda deve essere presentata esclusivamente in via telematica, attraverso la piattaforma dedicata messa a disposizione dalla Regione Sardegna o dal soggetto gestore del bando, come ad esempio SardegnaIT o SFIRS S.p.A. (in base alla struttura dell’avviso pubblico).

La procedura prevede generalmente i seguenti passaggi:

  1. Registrazione alla piattaforma e creazione del profilo impresa;

  2. Compilazione della domanda, con l’inserimento dei dati aziendali, descrizione dettagliata dell’investimento e documentazione allegata (preventivi, DURC, visura camerale, dichiarazioni);

  3. Firma digitale del legale rappresentante;

  4. Invio telematico nei termini indicati dal bando.

I fondi sono assegnati secondo l’ordine cronologico di presentazione, quindi chi prima presenta la domanda ha maggiori probabilità di ottenere il contributo. Le risorse sono infatti limitate, e il click-day potrebbe esaurirle rapidamente. È quindi fondamentale predisporre tutto in anticipo, anche perché la Regione non consente correzioni successive all’invio.

Una volta approvata la domanda, l’impresa può procedere con gli acquisti, effettuare i pagamenti (tracciabili) e presentare la rendicontazione finale, per ricevere l’erogazione del contributo.

Importante: i pagamenti devono avvenire esclusivamente tramite bonifico bancario e le fatture devono riportare una chiara indicazione del bene acquistato e del collegamento al bando regionale.

Vantaggi fiscali cumulabili

Uno degli aspetti più interessanti del contributo a fondo perduto del 40% è la sua cumulabilità con altri incentivi fiscali e agevolazioni, che permette alle imprese di massimizzare il risparmio e ridurre sensibilmente il costo reale dell’investimento.

1. Cumulabilità con il Credito d’Imposta per Beni Strumentali

Le spese per attrezzature e macchinari possono beneficiare del Credito d’Imposta per Investimenti in Beni Strumentali, previsto dalla Legge di Bilancio e attualmente vigente (verificare annualmente la percentuale aggiornata). Questo incentivo permette di recuperare, sotto forma di credito fiscale, una quota delle spese effettuate per beni nuovi, materiali e immateriali. Il credito è compatibile con i contributi a fondo perduto, purché il cumulo non superi il 100% del costo sostenuto.

2. Ammortamenti e deducibilità dei costi

I beni acquistati restano in ogni caso ammortizzabili e i costi sostenuti, al netto del contributo, deducibili dal reddito d’impresa. Questo consente un ulteriore alleggerimento del carico fiscale annuale, generando vantaggi nel lungo periodo.

3. IVA detraibile

L’IVA sulle fatture d’acquisto, se l’impresa è in regime ordinario, è interamente detraibile, rappresentando un ulteriore risparmio.

4. Compatibilità con bandi comunali o di filiera

In alcuni casi, i comuni o le reti territoriali della Sardegna attivano microbandi locali per l’ammodernamento delle attività commerciali o della filiera agroalimentare. Anche questi possono essere cumulati, sempre nel rispetto dei massimali previsti dal regolamento europeo “de minimis”.

Un corretto piano fiscale, elaborato con l’assistenza di un commercialista esperto, può trasformare un investimento da decine di migliaia di euro in un’operazione strategica a costi ridotti, con benefici tangibili in termini economici, produttivi e competitivi.

Vantaggi per le imprese

Accedere al contributo a fondo perduto del 40% rappresenta per le imprese della ristorazione in Sardegna molto più di un semplice aiuto economico: è una leva strategica per migliorare l’efficienza, la qualità e la competitività dell’attività. In un settore in cui la differenziazione dell’offerta e la rapidità di servizio fanno la differenza, investire in tecnologie moderne e attrezzature avanzate può portare a risultati immediati.

1. Riduzione dei costi operativi

Macchinari di nuova generazione, forni a basso consumo, impianti efficienti dal punto di vista energetico permettono di abbattere le bollette e ridurre gli sprechi, con un risparmio mensile che incide positivamente sul bilancio dell’attività.

2. Aumento della produttività e della qualità

Attrezzature professionali più performanti consentono di ottimizzare i tempi di preparazione, aumentare la produzione, mantenere standard qualitativi costanti e offrire un’esperienza superiore al cliente finale. Un investimento mirato può tradursi in più coperti serviti, meno errori e meno scarti.

3. Miglioramento dell’immagine aziendale

Rinnovare gli ambienti di lavoro, migliorare la sicurezza e mostrare attenzione all’innovazione può diventare anche un vantaggio comunicativo: l’impresa si posiziona come moderna, affidabile e attenta all’ambiente. Un elemento oggi molto apprezzato, soprattutto dal turismo enogastronomico.

4. Accesso facilitato ad altri mercati e collaborazioni

Le imprese più strutturate e tecnologicamente avanzate sono anche quelle che riescono più facilmente ad accedere a reti di distribuzione, partnership locali, eventi e finanziamenti futuri.

In breve, questo bando non è solo un aiuto temporaneo, ma un volano per la crescita sostenibile e duratura delle attività ristorative sarde.

Sardegna, ristoranti: 40% fondo perduto - Commercialista.it

Simulazione reale

Per capire realmente l’impatto di questo incentivo, vediamo un esempio concreto. Supponiamo che un ristorante medio in Sardegna decida di investire 25.000 euro in nuove attrezzature per la cucina: forno professionale, abbattitore, banco refrigerato, impastatrice e cappe con aspirazione certificata.

Ecco come si compone il risparmio:

  • Contributo a fondo perduto del 40%: 10.000 € a fondo perduto erogati dalla Regione;

  • Credito d’imposta beni strumentali (ipotizzando 20%): altri 3.000 € recuperabili in F24;

  • IVA detraibile (22%): pari a 4.500 € (se l’impresa è in regime ordinario);

  • Costo effettivo dell’investimento: 7.500 € su 25.000 € totali.

In pratica, l’impresa sostiene meno di un terzo del costo reale dell’investimento, ma ottiene il 100% del valore in termini di efficienza, qualità e benefici strutturali.

Questa simulazione dimostra che, con una buona pianificazione, l’investimento non è solo sostenibile, ma strategicamente conveniente. E con l’aumento del livello qualitativo dell’offerta, la competitività sul mercato cresce esponenzialmente.

Consigli pratici

Presentare una domanda per un contributo a fondo perduto non è solo una questione di compilazione formale: è una vera strategia aziendale, che richiede organizzazione, tempismo e una visione chiara degli obiettivi. Ecco i suggerimenti chiave per massimizzare le probabilità di ottenere il contributo del 40%.

1. Preparati con largo anticipo

Non aspettare l’ultimo momento. La documentazione da raccogliere è ampia: preventivi dettagliati, visura camerale aggiornata, DURC regolare, dichiarazioni sostitutive, relazione tecnica sull’investimento. Più sei pronto, più veloce sarai nel click-day.

2. Scegli fornitori affidabili

I preventivi devono essere chiari, intestati all’impresa richiedente, con una descrizione tecnica dettagliata del bene, prezzo, IVA e condizioni di pagamento. Evita documenti generici o fornitori non registrati: potrebbero invalidare la domanda.

3. Redigi una relazione tecnica convincente

Anche se non sempre obbligatoria, una breve relazione sull’utilità dell’investimento può fare la differenza. Spiega come le nuove attrezzature miglioreranno la produttività, ridurranno i consumi, potenzieranno l’attività.

4. Verifica con un consulente esperto

Il bando contiene tecnicismi e limiti normativi (come quelli del regolamento “de minimis”) che vanno analizzati da chi ha esperienza specifica. Un consulente fiscale può aiutarti a massimizzare il contributo, evitare errori e magari affiancarti nella rendicontazione finale.

5. Non trascurare la rendicontazione

Una volta ottenuto il via libera, l’investimento deve essere completato nei tempi stabiliti dal bando, con fatture chiare, bonifici tracciabili e collaudo (se previsto). Una rendicontazione imprecisa può comportare la revoca totale o parziale del contributo.

6. Archivia tutta la documentazione

Conserva ogni documento, digitale e cartaceo, per almeno 5 anni. Potresti essere soggetto a controlli, e avere tutto in ordine è fondamentale.

Considerazioni finali

In un momento storico in cui le imprese della ristorazione affrontano aumenti dei costi, concorrenza crescente e la necessità di stare al passo con l’innovazione, il contributo a fondo perduto del 40% offerto dalla Regione Sardegna rappresenta un’opportunità concreta e strategica per modernizzare la propria attività, ridurre i costi di gestione e migliorare la qualità del servizio offerto.

Hai la possibilità di rinnovare forni, impianti e attrezzature professionali con un investimento che viene coperto quasi per metà da fondi pubblici, e allo stesso tempo potrai beneficiare di agevolazioni fiscali aggiuntive, come il credito d’imposta per i beni strumentali, l’ammortamento e la detrazione dell’IVA.

Questa misura non è solo un incentivo economico, ma un vero piano di rilancio per il comparto enogastronomico sardo, che può aiutarti a distinguerti, attrarre nuovi clienti, offrire un servizio più efficiente e sostenibile e rendere il tuo locale più competitivo sul mercato locale e turistico.

Attenzione però: i fondi sono limitati e la procedura è a sportello, quindi è fondamentale muoversi subito, preparare per tempo la documentazione e affidarsi a professionisti del settore per aumentare le probabilità di successo.

Se desideri una consulenza personalizzata o vuoi sapere se il tuo investimento è finanziabile, contattaci subito: possiamo accompagnarti in ogni fase, dalla progettazione dell’intervento fino alla rendicontazione finale.

Regime dei minimi: emettere fattura e adempimenti per le piccole partite IVA

Il Regime dei Minimi è un regime fiscale agevolato che offre una gestione semplificata per le piccole imprese e i liberi professionisti con partita IVA.

Regime dei minimi: emettere fattura e adempimenti per le piccole partite IVA

Il Regime dei Minimi è un regime fiscale agevolato che offre una gestione semplificata per le piccole imprese e i liberi professionisti con partita IVA.

Regimi Speciali Fiscali: regime forfettario e regime dei minimi

Regimi Speciali Fiscali: regime forfettario e regime dei minimi - Commercialista.it
Il sistema fiscale italiano, noto per la sua complessità, offre diverse opzioni per le piccole imprese e i professionisti. Due dei regimi speciali più rilevanti sono il regime forfettario e il regime dei minimi. Questi regimi sono progettati per semplificare la tassazione e alleggerire l'onere burocratico per le piccole realtà economiche.  

Introduzione ai Regimi Speciali Fiscali

Il sistema fiscale italiano è articolato e spesso complesso, con diverse opzioni di tassazione a seconda della dimensione e della tipologia di attività economica. Per agevolare le piccole imprese e i professionisti, sono stati istituiti regimi speciali che offrono una semplificazione delle normative e dei processi amministrativi.

Regime Forfettario

Il regime forfettario è stato introdotto dalla legge 190/2014 e rappresenta una semplificazione significativa rispetto ai regimi fiscali ordinari. È destinato principalmente a piccole imprese e professionisti con ricavi o compensi inferiori a determinati limiti. Il regime forfettario prevede l'applicazione di una percentuale fissa sui ricavi, che determina il reddito imponibile, semplificando così il calcolo delle imposte e riducendo l'onere amministrativo.

Regime dei Minimi

Il regime dei minimi, introdotto dalla legge 244/2007 e successivamente abrogato e sostituito dal regime forfettario nel 2016, era un regime fiscale semplificato per le microimprese e i professionisti con redditi molto bassi. Sebbene il regime dei minimi non sia più applicabile, è importante comprendere le sue caratteristiche per valutare l'evoluzione normativa che ha portato al regime forfettario.  

Regime Forfettario

Il regime forfettario è concepito per semplificare la vita fiscale delle piccole imprese e dei professionisti. Ecco una panoramica delle sue caratteristiche principali:

Caratteristiche Principali

  • Soglie di Ricavi e Compensi: Per poter accedere al regime forfettario, i ricavi o compensi annuali non devono superare determinati limiti. Questi limiti sono soggetti a variazioni periodiche e devono essere consultati annualmente per assicurarsi di rimanere conformi. Per esempio, per il 2024, la soglia è fissata a 85.000 euro per le attività di vendita di beni e a 65.000 euro per le prestazioni di servizi.
  • Percentuale Forfettaria: Il reddito imponibile è determinato applicando una percentuale di redditività sui ricavi o compensi. Questa percentuale varia in base alla tipologia di attività. Ad esempio, per le attività professionali, la percentuale è generalmente del 78%, mentre per le attività di vendita è del 40%.
  • Imposta Sostitutiva: Il reddito imponibile determinato è tassato con un'imposta sostitutiva dell'IRPEF e delle addizionali, con una aliquota che può variare. Attualmente, l'aliquota è del 15%, ma può essere ridotta al 5% per le nuove attività nel primo quinquennio di attività.

Vantaggi del Regime Forfettario

  • Semplificazione Amministrativa: Il regime forfettario riduce significativamente gli adempimenti burocratici. Non è necessario emettere fatture con IVA, né effettuare liquidazioni periodiche o presentare dichiarazioni IVA.
  • Costi Dedotti in Forfettario: Non è necessario tenere la contabilità dettagliata, poiché le spese non sono deducibili singolarmente. Tuttavia, i costi sono implicitamente considerati attraverso la percentuale di redditività applicata.
  • Facilità di Accesso: L'accesso al regime è relativamente semplice, e le condizioni per mantenere il regime sono meno restrittive rispetto ad altri regimi fiscali.

Limitazioni e Obblighi

  • Esclusione di Alcuni Soggetti: Non possono accedere al regime forfettario coloro che partecipano a società di persone o capitali, e coloro che effettuano operazioni tra soggetti passivi IVA se non rispettano i limiti previsti.
  • Esclusione di Determinate Attività: Alcune attività, come quelle in ambito bancario, assicurativo o finanziario, sono escluse dal regime forfettario.
 

Regime dei Minimi

Il regime dei minimi, pur essendo stato abrogato e sostituito dal regime forfettario, ha avuto un'importante influenza sulle politiche fiscali italiane. Analizzare il regime dei minimi fornisce una prospettiva utile sulla transizione normativa.

Caratteristiche del Regime dei Minimi

  • Soglie di Ricavi e Compensi: Il regime dei minimi era accessibile a chi aveva ricavi o compensi annuali inferiori a 30.000 euro. Questo limite era molto più basso rispetto a quello del regime forfettario.
  • Imposta Sostitutiva: Come nel regime forfettario, anche nel regime dei minimi si applicava un'imposta sostitutiva, ma con un'aliquota fissata al 5%.
  • Semplificazione: Il regime dei minimi prevedeva una semplificazione della contabilità, esentando i contribuenti dalla tenuta della contabilità ordinaria e dalla presentazione della dichiarazione IVA.

Transizione al Regime Forfettario

La transizione dal regime dei minimi al regime forfettario è avvenuta in seguito alla legge di stabilità 2016, che ha sostituito il regime dei minimi con il regime forfettario. Questa transizione è stata motivata dal desiderio di unificare e semplificare ulteriormente i regimi fiscali per le piccole imprese.  

Confronto tra Regime Forfettario e Regime dei Minimi

Aspetti Fiscali e Amministrativi

  • Semplificazione: Entrambi i regimi offrono una semplificazione amministrativa, ma il regime forfettario è più ampio e si applica a una gamma più vasta di attività e di soggetti rispetto al regime dei minimi.
  • Soglie di Ricavi: Il regime forfettario prevede soglie di ricavi più alte rispetto al regime dei minimi, rendendolo accessibile a un numero maggiore di contribuenti.

Vantaggi e Svantaggi

  • Vantaggi del Regime Forfettario: Rispetto al regime dei minimi, il regime forfettario offre vantaggi come limiti di ricavi più elevati e una percentuale di redditività variabile a seconda della tipologia di attività.
  • Vantaggi del Regime dei Minimi: Il regime dei minimi era vantaggioso per le sue basse soglie di entrata e la bassa aliquota dell'imposta sostitutiva, ma era limitato a un numero ristretto di contribuenti e a un arco temporale più breve.
 

Implicazioni Normative e Fiscali Recenti

Le normative fiscali italiane sono in continua evoluzione. Recenti modifiche e aggiornamenti normativi hanno impattato il regime forfettario, apportando cambiamenti nelle soglie di ricavi, nelle percentuali di redditività e nelle aliquote fiscali.

Modifiche Recenti al Regime Forfettario

Le ultime modifiche hanno incluso l’adeguamento delle soglie di ricavi, l’aggiornamento delle percentuali di redditività e modifiche alle aliquote fiscali per migliorare l’accessibilità e la sostenibilità del regime per i contribuenti.

Implicazioni per le Piccole Imprese e i Professionisti

Le modifiche normative hanno avuto un impatto significativo sulle piccole imprese e sui professionisti, sia in termini di semplificazione amministrativa che di oneri fiscali. È fondamentale che i contribuenti rimangano aggiornati sulle ultime normative per garantire la conformità e ottimizzare la propria posizione fiscale.  

Conclusioni

Il regime forfettario e il regime dei minimi rappresentano due importanti strumenti di semplificazione fiscale per le piccole imprese e i professionisti in Italia. Sebbene il regime dei minimi non sia più in vigore, la sua esistenza ha avuto un impatto significativo sulla legislazione fiscale, contribuendo alla creazione del regime forfettario, che offre una serie di vantaggi in termini di semplificazione e riduzione dell’onere burocratico.

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Il regime dei minimi, noto anche come regime forfettario, è un regime fiscale agevolato dedicato a partite IVA con specifici requisiti.

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