L’applicazione dell’IMU, intesa come imposta municipale unica, è prevista in via sperimentale per tre anni, per poi entrare a regime dal 2015. L’aliquota IMUè: quella ordinaria, pari allo 0,76% (il comune può aumentarla o diminuirla fino allo 0,3%); quella ridotta, pari allo 0,4% per abitazione principale e relative pertinenze (il comune può aumentarla o diminuirla fino allo 0,2%); pari allo 0,2% per fabbricati rurali ad uso strumentale (il comune può diminuirla fino allo 0,1%).
IMU 2025: guida completa all’acconto del 16 giugno – scadenze, calcoli e modalità di pagamento

L’IMU, Imposta Municipale Propria, è uno degli appuntamenti fiscali più rilevanti per milioni di contribuenti italiani. Ogni anno, entro il 16 giugno, deve essere versato l’acconto, ovvero la prima rata dell’imposta dovuta per gli immobili posseduti. Con l’avvicinarsi della scadenza del 2025, è fondamentale sapere chi deve pagare, come calcolare l’importo dovuto, quali sono le esenzioni e soprattutto quali strumenti abbiamo a disposizione per pagare correttamente l’acconto IMU senza incorrere in sanzioni.
Sommario
Negli ultimi anni, l’IMU ha subito diverse modifiche legislative, tra cui la cancellazione della TASI e l’introduzione di aliquote comunali sempre più differenziate. Per questo motivo è importante restare aggiornati, consultando le delibere comunali o usando strumenti come il portale del MEF e i calcolatori messi a disposizione da molti Comuni. L’acconto IMU 2025 si calcola, salvo diversa delibera, sulla base delle aliquote e detrazioni valide nel 2024.
In questo articolo scopriremo come si calcola l’acconto IMU 2025, quali sono i metodi di pagamento più comodi, chi può usufruire di agevolazioni o esenzioni, e forniremo anche alcuni suggerimenti pratici per evitare errori e risparmiare tempo e denaro. Un focus particolare sarà dedicato anche agli immobili in comodato d’uso, seconde case, immobili affittati o detenuti da soggetti esteri, che presentano casistiche spesso complesse.
Chi deve pagare l’IMU
L’IMU (Imposta Municipale Propria) è un’imposta patrimoniale dovuta da chi possiede immobili in Italia, con alcune importanti eccezioni. In particolare, sono esclusi dal pagamento dell’IMU gli immobili adibiti ad abitazione principale, tranne quelli classificati nelle categorie catastali di lusso o pregio (A/1, A/8 e A/9). Sono invece soggetti all’imposta tutti i fabbricati, le aree edificabili e i terreni agricoli, con specifiche regole a seconda della tipologia di bene e della sua destinazione.
Il presupposto dell’IMU è il possesso dell’immobile: ciò significa che devono versarla i proprietari, i titolari di usufrutto, uso, abitazione o enfiteusi, e i concessionari di beni demaniali. L’imposta è dovuta proporzionalmente alla quota e ai mesi dell’anno in cui si è protratto il possesso del bene, conteggiando il mese intero se il possesso si è protratto per almeno 15 giorni.
Il versamento dell’acconto IMU 2025 va effettuato entro il 16 giugno e corrisponde, salvo diversa delibera comunale, alla metà dell’imposta calcolata applicando le aliquote e detrazioni deliberate per l’anno 2024. In alternativa, è sempre possibile pagare l’intero importo in un’unica soluzione annuale entro la stessa data. Il saldo, invece, si paga entro il 16 dicembre e deve tener conto delle delibere pubblicate entro il 28 ottobre sul portale del Ministero delle Finanze.
Per il pagamento, sono ammesse tre modalità: modello F24, bollettino postale (compatibile con le specifiche IMU) e PagoPA, la piattaforma digitale dei pagamenti alla Pubblica Amministrazione.
Esenzioni, agevolazioni e riduzioni
L’IMU 2025 prevede numerose esenzioni e riduzioni d’imposta, pensate per specifiche categorie di contribuenti e situazioni particolari. Conoscere queste opportunità è essenziale per evitare pagamenti non dovuti o per ottenere un alleggerimento fiscale, nel pieno rispetto della normativa vigente.
Esenzioni principali
Non devono versare l’IMU:
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I possessori di abitazione principale (e relative pertinenze), non di lusso (escluse le categorie A/1, A/8, A/9).
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Gli immobili posseduti da anziani o disabili che abbiano trasferito la residenza in case di riposo o istituti di ricovero, se l’immobile non è locato.
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I fabbricati rurali a uso strumentale all’attività agricola.
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Gli immobili di proprietà di enti non commerciali destinati esclusivamente a finalità istituzionali.
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Le unità immobiliari concesse in uso gratuito a parenti in linea retta entro il primo grado, purché il contratto sia registrato e l’immobile sia usato come abitazione principale dal familiare, con le condizioni e le aliquote previste dal Comune.
Riduzioni dell’IMU
Sono invece previste riduzioni del 50% dell’imposta nei seguenti casi:
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Immobili concessi in comodato d’uso gratuito a genitori o figli, a condizione che entrambi risiedano nello stesso Comune e siano rispettati requisiti formali e sostanziali.
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Locati a canone concordato (ai sensi della Legge 431/1998), per cui l’aliquota può essere ridotta fino al 75%.
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Immobili inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati, se viene presentata la perizia tecnica e la documentazione necessaria.
È importante sottolineare che le agevolazioni e le esenzioni possono variare da Comune a Comune, in base alle delibere comunali: è quindi consigliato consultare il sito ufficiale del proprio Comune o il Portale del Dipartimento delle Finanze per conoscere le decisioni adottate in materia.
Come pagare l’acconto
Il pagamento dell’acconto IMU 2025 deve avvenire entro il 16 giugno 2025 e può essere effettuato con diverse modalità, tutte ufficialmente riconosciute dalla normativa. Il contribuente può scegliere lo strumento più comodo o adatto alle sue esigenze, purché siano rispettati i termini e le modalità previste.
1. Modello F24
Il metodo più utilizzato è il modello F24, gratuito e disponibile presso banche, poste o attraverso i servizi online dell’Agenzia delle Entrate. Utilizzando l’F24, il contribuente può compensare l’IMU con eventuali crediti fiscali (come IRPEF, IVA, ecc.). È necessario utilizzare i codici tributo specifici per l’IMU, distinti per la tipologia di immobile (abitazione principale di lusso, altri fabbricati, aree edificabili, terreni agricoli) e per Comune.
2. Bollettino postale
In alternativa, si può utilizzare il bollettino di conto corrente postale, approvato dal MEF e compatibile con l’IMU. Questo bollettino è precompilabile online oppure disponibile presso gli uffici postali. È importante indicare correttamente il codice catastale del Comune e i dati dell’immobile. Il pagamento con bollettino non permette compensazioni, ma resta molto diffuso tra chi preferisce un metodo più tradizionale.
3. Piattaforma PagoPA
Infine, è possibile pagare tramite PagoPA, la piattaforma nazionale per i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione. Si accede tramite il sito del proprio Comune o tramite app e portali abilitati (come IO o il sito delle Poste Italiane). PagoPA è obbligatorio per i versamenti telematici e garantisce tracciabilità, ricevute immediate e sicurezza.
Qualunque sia il metodo scelto, è fondamentale conservare la ricevuta del pagamento come prova in caso di controlli futuri. Per evitare errori, è consigliabile utilizzare i calcolatori online messi a disposizione dai Comuni o affidarsi a un commercialista.
Aliquote e base imponibile
Il calcolo dell’IMU si basa su un elemento essenziale: la base imponibile, ovvero il valore dell’immobile su cui applicare l’aliquota prevista. La modalità di determinazione di questa base varia in base alla tipologia di immobile: fabbricati, aree fabbricabili o terreni agricoli.
Fabbricati iscritti in catasto
Per i fabbricati accatastati, si parte dalla rendita catastale, che va rivalutata del 5%. Successivamente si applica un moltiplicatore, che varia in base alla categoria catastale:
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160 per categorie A (escluse A/10), C/2, C/6, C/7
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140 per B, C/3, C/4, C/5
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80 per A/10
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55 per C/1
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65 per D e D/5 (fabbricati non censiti o privi di rendita, valutati con metodo contabile), 80 se posseduti da soggetti diversi da imprese.
Aree fabbricabili
La base imponibile delle aree fabbricabili è il valore venale in comune commercio al 1° gennaio dell’anno d’imposta. Questo valore tiene conto di diversi fattori: zona urbanistica, indice di edificabilità, destinazione d’uso, oneri per l’edificazione e prezzi di mercato. I Comuni possono approvare valori di riferimento per zona, utili a limitare gli accertamenti fiscali se il contribuente si attiene a quei parametri.
Terreni agricoli
Per i terreni agricoli e non coltivati, si parte dal reddito dominicale catastale, che va rivalutato del 25% e moltiplicato per 135.
Le aliquote 2025
La legge statale stabilisce aliquote base, che i Comuni possono variare (in aumento o in diminuzione) entro certi limiti. A partire dal 2025, le delibere devono essere redatte e trasmesse esclusivamente tramite il Portale del Federalismo Fiscale, usando l’applicazione informatica ufficiale che genera un Prospetto standardizzato, parte integrante della delibera.
Questo sistema garantisce uniformità e semplifica i controlli, ma rende fondamentale per il contribuente verificare entro ottobre 2025 quali aliquote siano state approvate dal proprio Comune, per calcolare correttamente il saldo di dicembre.
Errori da evitare
Pagare correttamente l’acconto IMU non è sempre banale: tra calcoli complessi, aliquote comunali variabili e norme particolari, è facile commettere errori che possono portare a sanzioni, interessi o richieste di rettifica da parte del Comune. Ecco quindi una panoramica degli aspetti più importanti da verificare prima del pagamento.
Verifica della rendita catastale
Il primo passo per calcolare correttamente la base imponibile è accertarsi che la rendita catastale dell’immobile sia aggiornata. Questo dato si può ottenere gratuitamente tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate (Servizi online – Visura catastale). In caso di variazioni strutturali, ampliamenti o cambi di destinazione d’uso, la rendita deve essere aggiornata per riflettere la nuova situazione.
Controllo delle delibere comunali
Molti errori derivano dall’applicazione di aliquote errate. I contribuenti devono sempre verificare se il proprio Comune ha deliberato nuove aliquote per il 2025, consultando il sito del Dipartimento delle Finanze o quello istituzionale del Comune. In mancanza di nuove delibere pubblicate entro il 28 ottobre 2025, si applicano le aliquote dell’anno precedente.
Attenzione alla quota di possesso e ai mesi
Un errore comune è non calcolare correttamente la proporzione in base alla quota di possesso (es. 50%) e ai mesi di detenzione dell’immobile. Ricorda che se il possesso si estende almeno a 15 giorni in un mese, quel mese è conteggiato per intero.
Evitare il doppio pagamento
Capita che, in presenza di più conti correnti o diverse modalità di pagamento, il contribuente effettui doppi versamenti involontari. È buona prassi conservare la ricevuta del pagamento e confrontarla con i dati del cassetto fiscale.
Uso di calcolatori affidabili
Molti Comuni mettono a disposizione sul proprio sito calcolatori automatici IMU, aggiornati con le delibere locali. È fortemente consigliato utilizzarli o affidarsi a un commercialista per evitare errori manuali. Alcuni software, inoltre, permettono il download automatico del modello F24 già compilato.
Immobili in locazione
Una delle situazioni più frequenti in cui sorgono dubbi sul pagamento dell’IMU riguarda gli immobili concessi in locazione o in comodato d’uso gratuito. Entrambe le modalità di utilizzo hanno implicazioni fiscali differenti, che incidono direttamente sull’importo dell’imposta dovuta.
Locazioni: canone libero vs. canone concordato
Per gli immobili affittati con contratto a canone libero, l’IMU si paga in misura piena, secondo l’aliquota prevista per i fabbricati diversi dall’abitazione principale. In questo caso non è prevista alcuna riduzione dell’aliquota, salvo diversa delibera comunale.
Diversa è la situazione per i contratti a canone concordato (Legge 431/1998), sottoscritti nei Comuni ad alta tensione abitativa o in quelli previsti dal CIPE. In questi casi, il proprietario ha diritto a una riduzione del 25% dell’IMU (applicando quindi il 75% dell’imposta calcolata). Per ottenere questa agevolazione, è fondamentale che:
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Il contratto sia regolarmente registrato;
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Sia attestata la conformità agli accordi territoriali (tramite un’associazione di categoria);
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Il Comune abbia recepito l’agevolazione nelle proprie delibere.
Comodato d’uso gratuito
Nel caso in cui l’immobile venga concesso in comodato gratuito a un parente di primo grado (genitore o figlio) che lo utilizza come abitazione principale, il proprietario ha diritto a una riduzione del 50% della base imponibile, se:
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Entrambe le parti risiedono nello stesso Comune;
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Il contratto è registrato all’Agenzia delle Entrate;
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Il proprietario possiede al massimo un altro immobile (oltre alla prima casa).
Queste agevolazioni rappresentano un’opportunità concreta per ridurre il carico fiscale in modo perfettamente legale, ma è necessario soddisfare con precisione tutti i requisiti previsti per non perdere il beneficio.
Considerazioni finali
L’acconto IMU 2025, in scadenza il prossimo 16 giugno, rappresenta uno degli appuntamenti fiscali più importanti per chi possiede immobili in Italia. Come abbiamo visto, la normativa è articolata e prevede numerose casistiche particolari, dalle esenzioni per l’abitazione principale fino alle riduzioni per comodati e locazioni agevolate, passando per le modalità di calcolo della base imponibile che variano in funzione della natura del bene (fabbricato, terreno, area edificabile).
Il contribuente è chiamato non solo a rispettare i termini, ma anche a verificare in modo scrupoloso i dati catastali, la quota di possesso, i mesi di detenzione dell’immobile e soprattutto a consultare con attenzione le delibere comunali, che possono modificare significativamente l’importo da versare. L’uso di strumenti affidabili – come i calcolatori online predisposti dai Comuni o l’accesso al Portale del Federalismo Fiscale – può fare la differenza per evitare errori di calcolo e versamenti inadeguati.
Da non trascurare è l’evoluzione normativa: a partire dal 2025, infatti, il processo di approvazione e pubblicazione delle delibere IMU avverrà esclusivamente tramite una piattaforma digitale standardizzata, che garantisce maggiore trasparenza ma richiede al contempo attenzione e puntualità nella consultazione delle aliquote aggiornate.
Infine, non bisogna sottovalutare l’impatto sanzionatorio in caso di mancato, parziale o tardivo versamento dell’imposta. Le sanzioni possono variare dal 30% in caso di omesso pagamento fino a interessi legali anche per semplici dimenticanze. Ecco perché è importante agire per tempo, verificare ogni elemento con precisione e – nei casi più complessi – valutare la possibilità di un supporto professionale.
L’IMU, pur essendo un’imposta patrimoniale, riflette dinamiche legate sia alla fiscalità locale che alla situazione immobiliare personale, e come tale merita un’attenzione puntuale ogni anno.
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