20.8 C
Rome
venerdì 6 Giugno 2025

Guida fiscale alla Cedolare Secca, come applicarla e quando conviene

Locazione in cedolare secca: vantaggi fiscali e novità normative

Mariana Maxwel - Data di Pubblicazione: 06/06/2025
Affitti 2025: cedolare secca - Commercialista.it

Negli ultimi anni, la cedolare secca si è imposta come uno degli strumenti fiscali più interessanti per i proprietari di immobili destinati alla locazione ad uso abitativo. La promessa è semplice: un’imposizione sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali, a fronte di un’aliquota agevolata (21% o 10%) e dell’esenzione dal pagamento di imposta di registro e di bollo. Ma come ogni regime agevolato, anche la cedolare secca è soggetta a vincoli precisi, sia nella forma che nella sostanza. E le interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate, a volte, gettano nuova luce su aspetti ritenuti ormai consolidati.

È il caso della clausola penale per il recesso anticipato, prevista nei contratti di locazione: secondo la recente risposta dell’Agenzia delle Entrate n. 104 del 18 aprile 2024, anche in regime di cedolare secca, l’importo dovuto dall’inquilino a titolo di penale sconta l’imposta di registro. Un chiarimento che ha suscitato non pochi interrogativi, soprattutto tra coloro che pensavano di essere esenti da qualsiasi obbligo fiscale accessorio, aderendo alla cedolare.

In questo articolo andremo ad analizzare cos’è la cedolare secca e chi può beneficiarne, i vantaggi economici e fiscali per proprietari e inquilini, le regole da rispettare per accedere e mantenere il regime, l’effetto della clausola penale sull’imposta di registro e le implicazioni pratiche per chi stipula un contratto in cedolare.

Un approfondimento indispensabile per chi desidera risparmiare sulle tasse in modo legale, sfruttando al meglio le opportunità offerte dalla normativa vigente, ma anche evitando le insidie interpretative.

Cos’è la cedolare secca

La cedolare secca è un regime fiscale opzionale introdotto con il Decreto Legislativo n. 23/2011, finalizzato a semplificare e alleggerire la tassazione sui redditi da locazione abitativa. Si tratta di un’imposta sostitutiva che consente al proprietario di sostituire l’IRPEF, le addizionali regionali e comunali, nonché le imposte di registro e di bollo dovute normalmente sulla registrazione, risoluzione e proroga del contratto di locazione. Il tutto applicando un’unica aliquota secca.

Le aliquote previste sono due:

  • 21% per i contratti a canone libero;

  • 10% per i contratti a canone concordato nei comuni ad alta tensione abitativa o colpiti da calamità.

Possono accedere alla cedolare secca le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o altro diritto reale di godimento su immobili ad uso esclusivamente abitativo e relative pertinenze locate congiuntamente. Sono esclusi dal regime i soggetti che locano immobili nell’ambito dell’attività d’impresa, arti o professioni.

Importante: per poter beneficiare della cedolare, è necessario rinunciare all’aggiornamento del canone, compreso quello ISTAT, e darne comunicazione al conduttore. Questa rinuncia rappresenta una delle condizioni essenziali per l’adesione al regime agevolato. Inoltre, l’opzione va espressa nel contratto o tramite modello RLI presentato all’Agenzia delle Entrate.

La cedolare secca si rivela particolarmente vantaggiosa per i proprietari con redditi medio-alti, che evitano così la progressività IRPEF, e per gli inquilini, che possono beneficiare di un canone calmierato in assenza di aumenti annuali.

Vantaggi fiscali

L’adozione del regime della cedolare secca offre una serie di vantaggi concreti, sia sul piano fiscale sia sotto il profilo gestionale e contrattuale. Il principale beneficio è rappresentato dalla sostituzione dell’imposizione ordinaria: il locatore che opta per la cedolare secca non paga più l’IRPEF sul canone di locazione, né le relative addizionali comunali e regionali. Questo si traduce in un risparmio netto, soprattutto per i soggetti con aliquota marginale elevata.

Ad esempio, un proprietario con un’aliquota IRPEF del 38% o 43% può, aderendo alla cedolare, ridurre drasticamente l’imposizione sul reddito da locazione, passando ad un’aliquota fissa del 21% o addirittura del 10% (nei casi previsti). In aggiunta, l’esonero dal pagamento dell’imposta di registro e di bollo per l’intera durata del contratto – e per eventuali proroghe o risoluzioni – semplifica gli adempimenti e riduce i costi amministrativi.

Anche sul fronte della liquidità e pianificazione, il regime agevolato risulta favorevole: l’imposta sostitutiva viene versata con gli acconti e i saldi IRPEF, permettendo una gestione unificata del calendario fiscale. Inoltre, l’assenza dell’indicizzazione del canone (necessaria per l’opzione) può rendere l’offerta più interessante per gli inquilini, migliorando la stabilità del rapporto locativo.

Per i contratti a canone concordato, soprattutto nei comuni ad alta densità abitativa, il vantaggio è doppio: si applica un’aliquota ridotta e si beneficia anche di detrazioni o agevolazioni locali (come l’IMU ridotta). Un’opportunità da valutare con attenzione, soprattutto in ottica di ottimizzazione fiscale legale e trasparente.

Affitti 2025: cedolare secca - Commercialista.it

Regole, vincoli e modalità di adesione

Per accedere al regime della cedolare secca è fondamentale rispettare alcune condizioni formali e sostanziali. In primo luogo, come già anticipato, possono aderire solo persone fisiche che concedono in locazione immobili a uso abitativo, situati in Italia, e le relative pertinenze (come box, cantine, soffitte), purché locate congiuntamente all’abitazione. Restano escluse le locazioni effettuate nell’ambito dell’attività di impresa, arte o professione.

Un elemento chiave è la rinuncia espressa all’aggiornamento del canone, anche se previsto dal contratto o dalla normativa ISTAT. Tale rinuncia deve essere comunicata formalmente all’inquilino, preferibilmente in forma scritta, e costituisce un presupposto essenziale per il riconoscimento dell’agevolazione. In caso contrario, l’Agenzia delle Entrate può revocare il regime agevolato e procedere al recupero dell’imposta ordinaria.

La modalità di adesione prevede che l’opzione venga esercitata:

  • al momento della registrazione del contratto (tramite modello RLI);

  • oppure in sede di proroga del contratto;

  • o ancora, per gli anni successivi, tramite la dichiarazione dei redditi, barrando l’apposita casella nel quadro B del modello 730 o quadro RB del modello Redditi PF.

È importante sottolineare che l’opzione ha effetto per l’intera durata del contratto, salvo revoca esplicita. Inoltre, la mancata comunicazione della proroga o della risoluzione anticipata del contratto, se non sanata nei termini, può comportare l’inefficacia dell’opzione e l’applicazione delle imposte ordinarie.

Infine, per i contratti a canone concordato, è spesso richiesta la validazione dell’accordo da parte delle organizzazioni di categoria o dei Comuni, ai fini del riconoscimento dell’aliquota del 10%.

Clausola penale

Con la Risposta a interpello n. 146/2025, l’Agenzia delle Entrate ha fornito un chiarimento molto atteso in materia di cedolare secca e clausole penali. Il quesito posto da un contribuente riguardava l’inserimento, in un contratto di locazione abitativa con opzione per la cedolare secca, di una clausola penale finalizzata a tutelare il locatore in caso di inadempimenti o recesso anticipato da parte dell’inquilino. Il dubbio: la clausola penale sconta l’imposta di registro?

La risposta dell’Agenzia è chiara: NO, a condizione che il contratto sia effettivamente assoggettato al regime della cedolare secca. La clausola penale è infatti considerata accessoria rispetto al contratto principale, e quindi segue la medesima disciplina fiscale. Questo significa che non sconta imposta di registro, in quanto l’intero contratto ne è esente, per effetto dell’opzione esercitata dal locatore.

Nel dettaglio, l’Agenzia richiama l’articolo 1382 del Codice Civile, secondo cui la clausola penale è un accordo con cui le parti convengono che, in caso di inadempimento, la parte inadempiente debba corrispondere una somma di denaro. Tuttavia, trattandosi di un pattuito interno al contratto, non genera un nuovo negozio giuridico autonomo, bensì integra le condizioni pattuite tra le parti.

Viene quindi ribadito che, come già stabilito per il contratto principale, anche le clausole accessorie non assumono rilievo autonomo ai fini dell’imposta di registro, purché rientrino nel perimetro di un contratto con cedolare secca. Si tratta di un passaggio fondamentale per i locatori che vogliono tutelarsi senza rinunciare ai benefici fiscali.

Implicazioni pratiche

L’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate fornita con la risposta n. 146/2025 rappresenta un punto di riferimento importante per tutti coloro che intendono stipulare un contratto di locazione in cedolare secca, ma desiderano anche tutelarsi efficacemente da eventuali inadempimenti contrattuali. La possibilità di inserire una clausola penale senza dover corrispondere imposta di registro consente infatti una maggiore flessibilità contrattuale, senza compromettere i benefici fiscali del regime agevolato.

Dal punto di vista pratico, ciò significa che il locatore può:

  • Prevedere nel contratto una sanzione economica in caso di recesso anticipato da parte dell’inquilino (ad esempio 2 o 3 mensilità);

  • Esercitare l’opzione per la cedolare secca con piena validità anche in presenza di questa clausola;

  • Evitare il versamento di imposta di registro sia sul contratto che sulla penale.

Tuttavia, occorre fare attenzione ad alcuni aspetti formali:

  1. La clausola penale deve essere chiaramente qualificata come accessoria, legata al contratto principale.

  2. L’opzione per la cedolare secca va espressamente comunicata all’inquilino e dichiarata all’Agenzia delle Entrate tramite modello RLI.

  3. In caso di modifiche contrattuali, è bene verificarne la natura: solo gli atti accessori sono esclusi dall’imposta, non eventuali accordi autonomi stipulati separatamente.

Inoltre, in fase di redazione contrattuale, è consigliabile farsi assistere da un professionista (commercialista o consulente legale), per evitare formule ambigue o interpretazioni che possano indurre dubbi da parte dell’Amministrazione finanziaria. Una scrittura contrattuale ben strutturata e coerente con le indicazioni normative e interpretative vigenti è la miglior tutela sia fiscale che legale per entrambe le parti.

Affitti 2025: cedolare secca - Commercialista.it

Cedolare secca o tassazione ordinaria

Nonostante i suoi vantaggi fiscali evidenti, la cedolare secca non è sempre la scelta più conveniente per tutti i contribuenti. La decisione tra cedolare e tassazione ordinaria IRPEF dovrebbe essere valutata caso per caso, in base alla propria posizione reddituale, alla durata prevista del contratto e alla possibilità di dedurre costi legati all’immobile.

Con la cedolare secca, si applica un’aliquota fissa del 21% o 10% (per canoni concordati), ma non si possono dedurre:

  • spese di manutenzione;

  • costi per eventuali interventi edilizi;

  • interessi passivi su mutui (in caso di seconda casa).

Al contrario, nel regime ordinario, il canone di locazione è tassato con aliquote progressive IRPEF, ma è possibile dedurre una serie di costi che possono abbattere il reddito imponibile.

Questo è vantaggioso in particolare per:

  • contribuenti con reddito basso o medio-basso, soggetti ad aliquote IRPEF inferiori al 21%;

  • immobili con spese di gestione elevate (ad esempio case vecchie o da ristrutturare);

  • locatori che sostengono costi per agenzie immobiliari, amministrazione o mediazione.

Un altro aspetto da valutare è la durata prevista del contratto: se si prevede di affittare l’immobile per pochi anni, la semplicità amministrativa e fiscale della cedolare può farla preferire, anche a fronte di una minore flessibilità. Infine, la rinuncia all’adeguamento ISTAT del canone è un vincolo da tenere presente soprattutto in contesti inflattivi.

La scelta più saggia è quella di simulare entrambe le opzioni con l’aiuto di un professionista, analizzando le reali conseguenze fiscali nel tempo e considerando anche gli altri redditi del contribuente.

Errori da evitare

Sebbene la cedolare secca sia un regime pensato per semplificare la tassazione dei canoni di locazione, in molti casi i contribuenti rischiano di perdere i vantaggi fiscali a causa di errori formali o dimenticanze. Alcuni di questi errori possono addirittura comportare il passaggio forzato al regime ordinario, con conseguente recupero d’imposta e sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Ecco i più comuni:

  1. Mancata comunicazione all’inquilino
    L’opzione per la cedolare secca deve essere comunicata in forma scritta al conduttore, soprattutto in caso di proroga o rinnovo. La semplice dichiarazione in sede di registrazione non è sufficiente se manca la notifica formale.

  2. Omissione nella dichiarazione dei redditi
    Non indicare correttamente il canone assoggettato a cedolare secca nel quadro B del 730 o nel quadro RB del Modello Redditi PF può far decadere l’agevolazione, anche se è stata esercitata in fase contrattuale.

  3. Registrazione tardiva delle proroghe
    La proroga del contratto deve essere comunicata all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla scadenza del contratto originario. In caso contrario, l’opzione per la cedolare può risultare inefficace.

  4. Inserimento di clausole non compatibili
    Ad esempio, se si prevede l’adeguamento ISTAT del canone, si decade automaticamente dalla cedolare secca, poiché uno dei presupposti è proprio la rinuncia all’aumento annuale.

  5. Dimenticare la revoca
    Se si decide di tornare al regime ordinario, la revoca dell’opzione deve essere comunicata entro i termini previsti, pena la continuazione automatica della cedolare anche per l’anno successivo.

Per evitare questi rischi, è sempre consigliabile affidarsi a un professionista per la gestione del contratto, della dichiarazione e della registrazione presso l’Agenzia delle Entrate. Una supervisione esperta garantisce il pieno rispetto delle norme e la massimizzazione del risparmio fiscale in modo sicuro e legale.

Considerazioni finali 

La cedolare secca si conferma uno degli strumenti fiscali più utili e convenienti per i proprietari di immobili residenziali, grazie alla sua aliquota fissa, all’esonero da molte imposte e alla semplificazione amministrativa. Tuttavia, come ogni regime agevolato, richiede una gestione attenta e consapevole: dalle condizioni contrattuali fino alla corretta compilazione della dichiarazione dei redditi.

I recenti chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate – tra cui la risposta a interpello n. 146/2025 – hanno fornito importanti certezze su aspetti pratici come la clausola penale, rafforzando il concetto che tutto ciò che è accessorio al contratto principale segue il trattamento fiscale della locazione, senza generare oneri aggiuntivi.

La chiave del successo nel risparmio fiscale non è solo scegliere il regime giusto, ma anche evitare errori formali, simulare scenari fiscali personalizzati, e farsi affiancare da un commercialista esperto, in grado di consigliare strategicamente in base alla situazione specifica.

Per chi intende investire nel mattone, generare reddito da locazione o semplicemente affittare casa propria, la cedolare secca resta una soluzione legittima ed efficiente per ridurre le tasse in modo legale. Ma va conosciuta e gestita con competenza.

Modello 730/2025 e Locazioni Brevi: Guida completa alla cedolare secca e risparmio fiscale

  • Visualizzazioni: 5246
Cedolare secca 2025 e affitti brevi - Commercialista.it
Con l’entrata in vigore del Modello 730/2025, cambiano le regole per chi affitta immobili a breve termine, anche per pochi giorni all’anno. Le locazioni brevi – ossia i contratti inferiori a 30 giorni stipulati da privati – sono sempre più diffuse grazie a piattaforme come Airbnb o ...

Affitti Brevi: Nuove Normative e Obblighi

  • Visualizzazioni: 10462
Affitti Brevi: Nuove Normative e Obblighi- Commercialista.it
Negli ultimi anni, gli affitti brevi sono diventati una soluzione abitativa sempre più popolare per viaggiatori e proprietari immobiliari. Tuttavia, con il crescente utilizzo delle piattaforme online dedicate agli affitti brevi, è aumentata l'attenzione del legislatore per regolamentare il ...

Guida fiscale alla cedolare secca: come applicarla e quando conviene

In questo articolo, esploreremo come funziona la cedolare secca, come applicarla e in quali situazioni conviene.

Guida fiscale alla cedolare secca: come applicarla e quando conviene - Commercialista.it

In questo articolo, esploreremo come funziona la cedolare secca, come applicarla e in quali situazioni conviene.

Tassa locazioni turistiche e affitti brevi 2017. Le istruzioni operative per agenzie immobiliari e gestori di portali web

Guida fiscale agli affitti brevi 2017 per intermediari e privati

Tassa locazioni turistiche e affitti brevi 2017. Le istruzioni operative per agenzie immobiliari e gestori di portali web - Commercialista.it
Con questa guida pratica illustriamo le istruzioni operative che, dal 1 giugno 2017, gli intermediari delle locazioni turistiche e di affitti “mini”, anche se gestori di portali web, dovranno osservare per non incorrere in rischiose e pesanti sanzioni fiscali e preservare al meglio la ...

Focus Approfondimenti

Iscriviti

Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato sul mondo delle normative e legge per il fisco e tributi!

No grazie!