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venerdì 12 Dicembre 2025

ZES unica estesa a Marche e Umbria: cosa prevede la Legge 171/2025 e quali vantaggi per le imprese

Il 2025 si chiude con un’importante novità per lo sviluppo economico del Centro Italia: la Legge 18 novembre 2025, n. 171 ha ufficialmente esteso i benefici della Zona Economica Speciale (ZES) unica del Mezzogiorno anche alle regioni Marche e Umbria. Un provvedimento atteso da tempo da imprese, amministratori locali e stakeholder economici, che ora apre nuove prospettive di crescita e attrazione degli investimenti per due territori spesso esclusi dalle principali politiche di sviluppo nazionale.

Con questa legge, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 271 del 19 novembre 2025, si compie un passo decisivo verso un’Italia più coesa sul piano economico, favorendo l’accesso a misure fiscali agevolate, semplificazioni burocratiche e incentivi per l’attrazione di capitali anche in aree finora rimaste ai margini. Marche e Umbria, pur essendo regioni del Centro, condividono infatti molte fragilità economiche con il Mezzogiorno, come l’alto tasso di disoccupazione giovanile, lo spopolamento delle aree interne e la scarsa presenza di grandi investitori esteri.

Ma cosa prevede esattamente la Legge n. 171/2025? Quali saranno gli incentivi fiscali per le imprese? Quali zone saranno interessate? E soprattutto: quali opportunità concrete ci sono per imprenditori, professionisti e investitori?

In questo articolo analizziamo tutte le novità, le implicazioni pratiche e i vantaggi strategici di questa importante estensione della ZES unica.

Cosa sono le ZES 

Le Zone Economiche Speciali (ZES) sono aree geografiche delimitate, situate all’interno del territorio nazionale, nelle quali le imprese possono beneficiare di agevolazioni fiscali, semplificazioni amministrative e vantaggi doganali, al fine di stimolare lo sviluppo economico e l’attrazione di investimenti. Introdotte in Italia con il Decreto-legge n. 91 del 2017, le ZES si ispirano a modelli già ampiamente utilizzati in altri Paesi per rilanciare territori svantaggiati o in declino industriale.

Nel corso degli anni, il Governo ha riorganizzato il sistema delle ZES prevedendo, con il Decreto Sud (D.L. 124/2023), la creazione di una ZES unica per tutto il Mezzogiorno, entrata in vigore il 1° gennaio 2024. Tale zona comprendeva inizialmente le otto regioni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) e si caratterizza per un nuovo modello di governance, un Commissario straordinario nazionale e un sistema centralizzato di autorizzazioni e controlli.

I principali benefici offerti dalla ZES unica sono:

  • Credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, anche immobiliari;

  • Semplificazioni procedurali per l’avvio di nuove attività economiche;

  • Priorità nei bandi e nei finanziamenti pubblici;

  • Riduzione dei tempi autorizzativi tramite lo Sportello Unico Digitale ZES;

  • Infrastrutture dedicate e incentivi alla logistica.

L’estensione alle Marche e all’Umbria sancita dalla Legge 171/2025 è dunque un allargamento strategico del perimetro di queste agevolazioni, pensato per rilanciare l’economia del Centro Italia, attraverso un’integrazione nella governance e nell’operatività della ZES già esistente.

La Legge 18 novembre 2025, n. 171

La Legge 18 novembre 2025, n. 171, intitolata “Modifiche al decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 162, in materia di ZES unica”, rappresenta un tassello cruciale per l’ampliamento della ZES unica oltre i confini del Mezzogiorno. Composta da un solo articolo suddiviso in tre commi, la legge ha un impianto snello ma con impatti normativi molto rilevanti, in particolare sul decreto istitutivo della ZES unica (D.L. 124/2023).

Vediamo i punti principali:

  • Comma 1: modifica l’articolo 9 del D.L. 124/2023, includendo formalmente le regioni Marche e Umbria tra i territori beneficiari delle misure previste per la ZES unica. Questa modifica ha efficacia dal 1° gennaio 2026, permettendo un allineamento organizzativo e l’adeguamento delle strutture regionali coinvolte.

  • Comma 2: prevede l’adeguamento del Piano Strategico della ZES unica da parte del Commissario straordinario, che dovrà integrare gli ambiti territoriali e produttivi di Marche e Umbria entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge.

  • Comma 3: stabilisce che le risorse e gli incentivi finanziari destinati alle due regioni saranno quantificate nell’ambito delle prossime leggi di bilancio, garantendo una distribuzione equa e proporzionata rispetto agli altri territori ZES.

La norma ha quindi un impatto duplice: da un lato modifica la geografia della ZES unica, includendo formalmente nuove regioni; dall’altro avvia un processo di programmazione integrata che coinvolgerà il Governo, le Regioni, le autorità locali e il sistema imprenditoriale.

ZES unica estesa a Marche e Umbria - Commercialista.it

Criteri di selezione 

Sebbene la Legge 171/2025 non elenchi esplicitamente i comuni o le zone produttive coinvolte, stabilisce che l’integrazione di Marche e Umbria nella ZES unica debba seguire i medesimi criteri già adottati per le regioni del Mezzogiorno.

Questo significa che la scelta delle aree sarà basata su:

  • Indicatori socio-economici come il tasso di disoccupazione, il calo demografico e la marginalità economica;

  • La presenza di infrastrutture strategiche, come porti, interporti, zone industriali o logistiche;

  • La capacità di attrarre investimenti produttivi, in particolare nei settori innovativi o a basso impatto ambientale;

  • La coesione territoriale con le aree ZES già attive nelle regioni limitrofe, per creare filiere e reti produttive interregionali.

Nelle Marche, secondo quanto anticipato dal comunicato della Struttura di Missione ZES, potrebbero rientrare aree strategiche come l’interporto di Jesi, il porto di Ancona, la zona industriale di Civitanova Marche, e diversi territori dell’entroterra colpiti dal sisma del 2016.

In Umbria, si ipotizza l’inclusione di poli logistici come quello di Orte-Terni, l’area industriale di Foligno, e alcuni comuni della Valnerina e dell’Appennino umbro-marchigiano, anch’essi segnati da criticità demografiche e infrastrutturali.

Il Piano Strategico aggiornato, che sarà presentato entro gennaio 2026 dal Commissario straordinario, specificherà l’elenco ufficiale dei territori, le tipologie di intervento previste, e i settori produttivi prioritari, con particolare attenzione a manifattura avanzata, green economy, agroindustria e logistica integrata.

Vantaggi fiscali 

L’estensione della ZES unica alle regioni Marche e Umbria apre la strada a una serie di benefici concreti per le imprese che investiranno o già operano nei territori che saranno inclusi nel nuovo perimetro. La normativa prevede che, anche in queste due regioni, si applichino le medesime agevolazioni già attive nelle regioni del Mezzogiorno, in linea con l’obiettivo di garantire equità di trattamento e coesione territoriale.

Tra i principali vantaggi fiscali troviamo:

  • Il credito d’imposta ZES, riconosciuto per gli investimenti in beni strumentali nuovi, inclusi macchinari, impianti e immobili strumentali, con aliquote che possono arrivare fino al 45% in base alla dimensione dell’impresa e alla localizzazione;

  • L’esclusione dall’imposizione IRAP per nuove iniziative produttive avviate all’interno delle ZES;

  • L’accesso prioritario a bandi e incentivi pubblici, anche europei, legati alla transizione ecologica, all’innovazione digitale e allo sviluppo sostenibile.

In ambito burocratico e amministrativo, le imprese potranno beneficiare di:

  • Un Sportello Unico Digitale ZES per tutte le autorizzazioni, concessioni e comunicazioni, con tempi certi e ridotti;

  • Procedure autorizzative semplificate, anche in materia ambientale e urbanistica;

  • Possibilità di siglare accordi di insediamento personalizzati con il Commissario ZES, per facilitare l’attuazione di grandi progetti industriali o infrastrutturali.

Tutte queste misure rendono la ZES unica uno strumento di attrazione fortemente competitivo, pensato per incentivare la creazione di posti di lavoro, l’innovazione e la reindustrializzazione di aree in difficoltà.

Focus su manifattura, green economy e logistica

L’estensione della ZES unica alle Marche e Umbria può rappresentare un vero moltiplicatore di sviluppo per alcuni comparti strategici del Centro Italia, grazie a una combinazione di fiscalità agevolata, snellimento burocratico e opportunità di investimento mirate. Alcuni settori, per caratteristiche territoriali e industriali, sono particolarmente predisposti a sfruttare al massimo queste agevolazioni.

Tra i comparti più promettenti:

1. Manifattura avanzata e meccanica di precisione

In particolare nella Vallesina, nel distretto del mobile marchigiano e nel polo meccatronico di Terni-Narni, dove operano PMI e grandi aziende già inserite in filiere internazionali. La possibilità di investire con un credito d’imposta significativo rappresenta un incentivo rilevante per innovare macchinari e processi produttivi.

2. Agroalimentare e filiere agricole integrate

L’Umbria e le Marche vantano un tessuto di imprese agricole e agroindustriali di qualità, ma spesso con margini ridotti per innovare. Le ZES potrebbero attrarre capitali per il potenziamento delle filiere locali, dalla produzione alla trasformazione, fino all’export.

3. Green economy ed energie rinnovabili

In linea con gli obiettivi europei del Green Deal, le ZES sono strumenti ideali per stimolare investimenti in energie pulite, riciclo, produzione sostenibile e bioeconomia, settori in cui il Centro Italia ha un potenziale ancora poco sfruttato.

4. Logistica e trasporti intermodali

Le aree intorno a Ancona, Foligno, Terni, Orte e ai principali interporti possono diventare hub logistici strategici, grazie alle agevolazioni e alle infrastrutture in via di potenziamento, con ricadute sull’intero sistema produttivo nazionale.

Questi settori, supportati dalle misure ZES, potrebbero diventare i motori della ripresa economica locale, riducendo il divario Nord-Centro-Sud e creando occupazione qualificata.

ZES unica estesa a Marche e Umbria - Commercialista.it

Governance e collaborazione istituzionale

L’estensione della ZES unica alle Marche e all’Umbria non è soltanto una questione fiscale o economica: implica anche una nuova sfida di governance multilivello, in cui sarà fondamentale la collaborazione tra Stato, Regioni, Comuni e sistema produttivo.

La Legge 171/2025, infatti, pur centralizzando alcune competenze in capo al Commissario straordinario nazionale ZES, prevede un coinvolgimento diretto delle amministrazioni locali nella definizione e attuazione delle strategie territoriali.

Nel dettaglio, le Regioni Marche e Umbria avranno il compito di:

  • Proporre al Commissario le aree da includere nel Piano Strategico aggiornato;

  • Coordinarsi con gli enti locali per individuare priorità di intervento e settori target;

  • Facilitare, a livello regionale, l’interazione tra imprese e istituzioni, tramite tavoli di concertazione e sportelli di assistenza alle imprese;

  • Fornire dati e documentazione tecnica necessaria per la valutazione dei progetti e delle richieste di agevolazioni.

I Comuni, invece, saranno coinvolti nella semplificazione delle procedure edilizie e urbanistiche, nell’accelerazione delle autorizzazioni locali e nella promozione di piani di sviluppo integrato in collaborazione con gli attori privati.

Fondamentale sarà anche il ruolo delle Camere di Commercio, delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, che potranno fungere da interfaccia tra le imprese e il sistema ZES, aiutando soprattutto le PMI a orientarsi tra le opportunità disponibili.

La governance della ZES unica, dunque, si configura come un sistema ibrido e collaborativo, in cui la centralizzazione delle decisioni va di pari passo con la valorizzazione delle specificità locali, per rendere l’intervento realmente efficace e calato nei contesti territoriali.

Conclusione

Con la pubblicazione della Legge 18 novembre 2025, n. 171, si apre per Marche e Umbria una fase completamente nuova: quella dell’integrazione in un sistema agevolativo nazionale, pensato per favorire investimenti produttivi, occupazione qualificata e rigenerazione industriale. L’ingresso nella ZES unica del Mezzogiorno, a partire dal 1° gennaio 2026, non è solo un riconoscimento delle difficoltà socio-economiche del Centro Italia, ma anche un atto concreto di politica industriale e territoriale.

L’accesso a crediti d’imposta maggiorati, semplificazioni burocratiche e opportunità di finanziamento specifiche può davvero trasformare il tessuto imprenditoriale locale, rendendolo più competitivo, moderno e attrattivo. Tuttavia, il successo dell’operazione non dipenderà solo dalle norme, ma dalla capacità di istituzioni, imprese e professionisti di fare rete, cogliere le opportunità e attivare progetti concreti.

Le imprese del territorio – sia PMI che grandi gruppi – dovranno muoversi in modo strategico: monitorare i decreti attuativi, individuare le aree agevolate, pianificare investimenti coerenti e affidarsi a consulenti esperti in materia fiscale e amministrativa. Anche i professionisti, in particolare commercialisti e consulenti del lavoro, giocheranno un ruolo chiave nel tradurre la norma in opportunità pratiche per i propri clienti.

In definitiva, la ZES unica rappresenta una leva di sviluppo potente e mirata. Tocca ora al sistema territoriale attivarsi per non perdere questa rara occasione di rilancio e innovazione, in un’ottica di sostenibilità, coesione e crescita intelligente.

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