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venerdì 18 Aprile 2025

ZES e Transizione 5.0: fino all’80% di risparmio fiscale per investimenti nel Sud Italia nel 2025

Sud Italia: arriva la doppia agevolazione fiscale che cambia le regole del gioco.

Se sei un imprenditore nel Mezzogiorno, o stai pensando di investire in regioni come Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Abruzzo o Molise, questo è il momento giusto per agire. Due strumenti straordinari – la ZES Unica (Zona Economica Speciale) e il Piano Transizione 5.0 – offrono una combinazione di agevolazioni fiscali che può superare l’80% dell’investimento, rendendo il Sud una delle aree più attrattive d’Europa.

Parliamo di crediti d’imposta fino al 60% per beni strumentali grazie alla ZES, e di un ulteriore credito tra il 20% e il 45% con il Piano 5.0, legato alla digitalizzazione e all’efficienza energetica. Un’opportunità unica anche per settori di nicchia ma strategici, come le imprese funebri, che possono beneficiare di queste agevolazioni per l’acquisto di autocarri funebri, impianti, macchinari e attrezzature tecnologiche.

In questo articolo andremo ad analizzare nel dettaglio come funzionano le due agevolazioni, chi può accedere, quali sono i beni agevolabili, e soprattutto come sfruttarle in modo strategico e combinato, con esempi pratici e riferimenti normativi aggiornati.

ZES Unica 2025

Dal 1° gennaio 2024, e con conferma e rifinanziamento per tutto il 2025, è pienamente operativa la ZES Unica per il Mezzogiorno, istituita dal Decreto Legge n. 124/2023 (cd. “Decreto Sud”) e successivamente prorogata e rafforzata con la Legge di Bilancio 2025. Questo strumento ha un obiettivo preciso: accelerare gli investimenti nel Sud Italia, attrarre capitali, rilanciare la produttività e creare nuova occupazione nelle regioni storicamente più svantaggiate del Paese.

Le regioni coinvolte sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Il vantaggio principale per le imprese che investono in queste aree è rappresentato da un credito d’imposta fino al 60% sul valore degli investimenti in beni strumentali nuovi, utilizzati in strutture produttive attive nel Mezzogiorno.

Le aliquote variano in base alla dimensione aziendale:

  • 60% per micro e piccole imprese,

  • 50% per medie imprese,

  • 40% per grandi imprese, con possibilità di incremento in base a particolari condizioni territoriali o settoriali.

Sono agevolabili impianti, macchinari, attrezzature e anche autocarri speciali, tra cui rientrano i veicoli funebri, se strettamente funzionali all’attività d’impresa. L’investimento deve essere mantenuto nella sede operativa per almeno 5 anni (3 anni per le PMI) e deve essere nuovo e non sostitutivo.

Il credito è compensabile tramite F24, è cumulabile con altri incentivi (come il Piano Transizione 5.0), e non concorre alla formazione del reddito imponibile, il che lo rende una leva fiscale di straordinaria efficacia.

Transizione 5.0

Nel 2024 e 2025 le imprese italiane possono beneficiare anche del nuovo Piano Transizione 5.0, introdotto ufficialmente con il Decreto-legge PNRR 4/2024, approvato nel marzo 2024 e finanziato attraverso le risorse europee del programma Next Generation EU.

Si tratta di un’evoluzione del Piano Transizione 4.0, ma con un focus specifico su digitalizzazione dei processi produttivi e efficienza energetica. La misura è destinata a tutte le imprese residenti in Italia che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi, destinati a strutture operative sul territorio nazionale.

Il credito d’imposta previsto può arrivare fino al 45%, a seconda del livello di riduzione dei consumi energetici ottenuto grazie all’investimento:

  • 20% se la riduzione dei consumi è almeno del 3% sull’intera struttura produttiva o del 5% sul processo interessato;

  • 30% se il risparmio energetico è almeno del 6% (struttura) o del 10% (processo);

  • 35% o 40%, con percentuali massime che possono toccare il 45%, in caso di progetti integrati con più interventi sinergici.

Sono agevolabili beni materiali e immateriali 4.0 (Allegato A e B della Legge 232/2016), ma anche autocarri speciali, macchinari automatizzati, impianti intelligenti e software di controllo — a condizione che concorrano alla trasformazione digitale ed energetica dell’attività.

Fondamentale è la certificazione energetica ex ante ed ex post, che attesti la reale riduzione dei consumi. Inoltre, il credito è cumulabile con ZES, ma fino al limite massimo del costo dell’investimento. È anche utilizzabile in compensazione tramite F24 in 5 quote annuali.

Sud Italia: ZES e 5.0 fino all’80% - Commercialista.it

ZES + Transizione 5.0

La vera forza delle due misure – ZES Unica e Transizione 5.0 – sta nella possibilità di cumularle, rispettando i limiti del costo sostenuto. Questo consente alle imprese di ottenere un risparmio fiscale combinato potenzialmente superiore all’80% del valore dell’investimento, un vantaggio mai visto prima in ambito produttivo.

Facciamo un esempio concreto:

Un’impresa di servizi funebri con sede in Puglia acquista nel 2025 un autocarro funebre tecnologico da 100.000 euro,

dotato di:

  • tracciamento GPS e connessione ai sistemi gestionali aziendali (requisiti 4.0),

  • motore ibrido a basso consumo (efficienza energetica),

  • utilizzo esclusivo in ambito ZES.

Questa impresa può ottenere:

  • 60.000 euro di credito d’imposta ZES (60% perché è una piccola impresa del Sud),

  • 20.000 o 30.000 euro di credito d’imposta 5.0, in base al livello di riduzione energetica certificata.

Totale agevolazioni: fino a 90.000 euro, su un investimento di 100.000.
Di fatto, l’impresa paga solo 10.000 euro netti per un bene che migliora i suoi servizi e la sua efficienza operativa.

Attenzione: la cumulabilità è ammessa solo entro il limite del costo complessivo dell’investimento e richiede una gestione precisa della documentazione, comprese certificazioni tecniche e relazioni energetiche.

Inoltre, è fondamentale il coordinamento con un consulente fiscale esperto, per evitare errori nella fruizione e nella rendicontazione all’Agenzia delle Entrate.

Beni agevolabili

Le agevolazioni previste dalla ZES Unica e dal Piano Transizione 5.0 si applicano a una vasta gamma di beni strumentali nuovi, a condizione che siano destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno e che rispondano ai requisiti richiesti dalla normativa.

Ecco alcune categorie di beni materiali che possono beneficiare del credito d’imposta:

  • Macchinari industriali per la produzione, l’assemblaggio o la lavorazione di materiali (es. presse, torni CNC, macchine utensili, robot da linea automatizzata);

  • Impianti tecnologici per il trattamento dei materiali, la refrigerazione, il confezionamento o l’essiccazione dei prodotti;

  • Attrezzature professionali per magazzino o laboratorio, come scaffalature automatizzate, bilance digitali, forni industriali, strumenti di misura di precisione;

  • Veicoli speciali (come autocarri allestiti, furgoni refrigerati, piattaforme mobili) impiegati nel ciclo produttivo o logistico;

  • Apparecchiature per il controllo e il monitoraggio dei processi, comprese quelle connesse a software 4.0.

Per quanto riguarda i beni immateriali (solo per Transizione 5.0), sono agevolabili:

  • Software gestionali e applicazioni per l’automazione e la pianificazione produttiva (ERP, MES);

  • Piattaforme IoT per la raccolta dati da sensori, il controllo da remoto e l’ottimizzazione energetica;

  • Sistemi digitali di monitoraggio dei consumi e delle prestazioni operative.

Tutti i beni devono essere nuovi, interconnessi (per la 5.0), e garantire un miglioramento dell’efficienza energetica, certificato da un tecnico abilitato. Inoltre, devono essere mantenuti in azienda per almeno 5 anni (o 3 anni per le PMI), pena la revoca del beneficio.

Procedure, tempistiche e documentazione

Accedere alle agevolazioni fiscali offerte da ZES Unica e Transizione 5.0 richiede attenzione, competenze tecniche e il rispetto di precise procedure burocratiche, pena la decadenza del beneficio o il recupero degli importi da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Per il credito ZES Unica, l’impresa deve:

  • Effettuare l’investimento in beni strumentali nuovi localizzati in una delle regioni del Sud ammesse;

  • Trasmettere una comunicazione preventiva tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate (la modulistica viene aggiornata ogni anno);

  • Utilizzare il credito maturato in compensazione tramite F24, a partire dall’anno successivo a quello in cui il bene entra in funzione;

  • Conservare la documentazione per almeno 10 anni, inclusi fatture, contratti e perizie tecniche (se richieste).

Per il credito d’imposta Transizione 5.0, invece, sono necessari:

  • Una certificazione ex ante rilasciata da un professionista abilitato (ingegnere o perito iscritto all’albo), che dimostri la riduzione dei consumi energetici prevista;

  • Una certificazione ex post, dopo l’installazione e l’avvio dei beni, che confermi i risultati ottenuti;

  • Un piano degli investimenti, da caricare sulla piattaforma del GSE (Gestore Servizi Energetici), che fungerà da organismo di controllo e approvazione del beneficio.

È fondamentale anche assicurarsi che i beni 5.0 siano interconnessi al sistema gestionale aziendale, come previsto dalla normativa sugli incentivi “Industria 4.0”. Inoltre, in caso di cumulo con il credito ZES, bisogna tenere traccia puntuale delle percentuali applicate per ogni misura, evitando di superare il costo effettivo dell’investimento.

In entrambi i casi, è consigliato affidarsi a uno studio professionale esperto in materia fiscale e industriale, per assicurare la corretta compilazione delle pratiche, evitare errori e ottenere il massimo del beneficio possibile.

Sud Italia: ZES e 5.0 fino all’80% - Commercialista.it

Vantaggi economici e strategici

L’adozione combinata di ZES Unica e Piano Transizione 5.0 rappresenta una leva strategica per la crescita aziendale, soprattutto per le PMI del Sud Italia. I benefici non si limitano alla riduzione immediata delle imposte, ma si estendono a numerosi aspetti della gestione economica e finanziaria.

Vantaggi fiscali immediati:

  • Riduzione del carico fiscale fino all’80% del costo dei beni, grazie alla cumulabilità delle due misure;

  • Il credito maturato è utilizzabile in compensazione diretta dei tributi (IVA, contributi INPS, ritenute), migliorando il cash flow;

  • I crediti non concorrono alla formazione della base imponibile ai fini IRES, IRPEF e IRAP: questo significa un doppio risparmio, fiscale e contabile.

Effetti sul bilancio e sulla competitività:

  • I beni acquistati aumentano il valore dell’attivo patrimoniale, migliorando l’immagine creditizia e la solidità dell’impresa;

  • L’adozione di tecnologie efficienti e digitali riduce i costi di produzione, ottimizza i tempi di lavoro e migliora la qualità dei prodotti o dei servizi;

  • Le imprese che investono in digitalizzazione ed efficienza energetica sono più attrattive per investitori, clienti e istituti di credito.

Vantaggi di lungo periodo:

  • Maggiore resilienza alle crisi grazie all’automazione e alla flessibilità operativa;

  • Accesso semplificato ad altri incentivi nazionali e comunitari (PNRR, bandi regionali, incentivi per l’export);

  • Possibilità di ridurre drasticamente il fabbisogno energetico e di contribuire agli obiettivi ESG (Environmental, Social, Governance), ormai fondamentali per lavorare con la Pubblica Amministrazione o con grandi aziende.

In sintesi, investire oggi in beni agevolabili ZES + 5.0 significa rinnovare l’impresa a costo quasi zero e garantirsi una posizione di vantaggio competitivo per gli anni a venire.

Errori da evitare

Nonostante l’enorme potenziale delle agevolazioni ZES e Transizione 5.0, molti imprenditori rischiano di compromettere il beneficio fiscale per disattenzione o per una pianificazione poco precisa.

Ecco gli errori più frequenti e come evitarli.

Errori più comuni:

  • Acquisto di beni non agevolabili: ad esempio, beni usati, beni non strumentali all’attività, o non interconnessi nel caso della 5.0;

  • Mancata o errata comunicazione all’Agenzia delle Entrate (per la ZES) o mancata trasmissione della documentazione al GSE (per la 5.0);

  • Assenza di certificazioni energetiche valide, o mancanza della perizia tecnica ex ante/ex post obbligatoria per la 5.0;

  • Utilizzo del credito in F24 prima del termine previsto, che può portare a sanzioni o alla revoca del credito;

  • Cumulabilità mal gestita: se si sommano ZES e 5.0 oltre il costo effettivo del bene, l’eccedenza è persa (e in alcuni casi sanzionata).

Consigli operativi:

  • Fai un’analisi preventiva dell’investimento, stimando i benefici fiscali e l’effettivo impatto energetico/digitale del bene;

  • Coinvolgi da subito un professionista abilitato (ingegnere, perito, commercialista) per le certificazioni obbligatorie;

  • Prepara un piano di investimento documentato, con cronoprogramma, preventivi, schede tecniche e report energetici;

  • Verifica ogni passaggio con un consulente fiscale esperto, specializzato in cumulo di incentivi e incentivi PNRR;

  • Organizza la contabilità e la conservazione dei documenti: ogni fattura deve riportare chiaramente che il bene è agevolabile, ed essere accompagnata dalla relativa documentazione tecnica.

Ricorda: non basta “comprare un bene” per ottenere il credito. Serve una strategia fiscale ben strutturata che parte prima dell’investimento e si conclude con una rendicontazione perfetta.

Simulazione reale

Immaginiamo una piccola impresa operante nel settore della logistica e dei servizi di trasporto speciale con sede a Bari, in Puglia. L’azienda decide di modernizzare il proprio parco macchine e migliorare l’efficienza energetica del magazzino attraverso un investimento strutturato nel 2025, approfittando delle agevolazioni disponibili.

L’investimento complessivo è pari a 250.000 euro

così suddivisi:

  • 90.000 euro per un autocarro speciale con motore ibrido e sistema di geolocalizzazione 4.0;

  • 120.000 euro per un sistema automatizzato di stoccaggio verticale per il magazzino, con software integrato per la gestione delle merci;

  • 40.000 euro per un sistema di controllo intelligente dell’illuminazione e della climatizzazione, con riduzione stimata dei consumi del 7%.

L’azienda decide di cumularle entrambe le agevolazioni.

1. Calcolo del Credito ZES Unica

Essendo una piccola impresa del Sud, ha diritto al:

  • 60% su tutti i beni materiali nuovi, quindi su 250.000 euro → 150.000 euro di credito d’imposta ZES

2. Calcolo del Credito Transizione 5.0

  • L’investimento garantisce una riduzione energetica superiore al 6% a livello di struttura → credito d’imposta al 30% su:

    • i sistemi di climatizzazione e illuminazione (40.000 €)

    • parte dei macchinari interconnessi (es. magazzino automatizzato, 120.000 €)

  • Totale investimenti agevolabili 5.0 = 160.000 euro

  • Credito 5.0 = 48.000 euro

Nota: il veicolo non viene incluso nel 5.0, perché non contribuisce alla riduzione energetica della struttura.

Totale agevolazioni riconosciute

  • Credito ZES: 150.000 €

  • Credito 5.0: 48.000 €

  • Totale crediti fiscali: 198.000 € su 250.000 € di spesa

Investimento netto reale per l’impresa: solo 52.000 euro
Una spesa contenuta per un salto tecnologico ed energetico strategico.

Documenti e Tempistiche

  • Prima dell’investimento: perizia ex ante + piano da caricare sul portale GSE;

  • Durante l’investimento: acquisti documentati con fatture dedicate + tracciabilità dei pagamenti;

  • Dopo l’installazione: perizia ex post e attivazione dei crediti in F24.

Conclusione

Le agevolazioni fiscali ZES e Transizione 5.0 rappresentano oggi una delle opportunità più vantaggiose e concrete per le imprese italiane, in particolare per quelle che operano nel Mezzogiorno o che stanno valutando di espandersi nel Sud.

Poter recuperare fino all’80% dell’investimento tramite credito d’imposta significa abbattere il rischio imprenditoriale, aumentare la competitività e, allo stesso tempo, rinnovare l’infrastruttura produttiva con tecnologie moderne e sostenibili.

Ma attenzione: per ottenere i benefici è necessario muoversi in modo strategico e pianificato.

Questo vuol dire scegliere con cura i beni agevolabili, rispettare i requisiti tecnici ed energetici previsti, predisporre tutta la documentazione in modo conforme alle normative e coordinare ZES e 5.0 senza errori.

Per questo motivo è fondamentale affidarsi a un commercialista esperto in fiscalità agevolata e incentivi PNRR, capace di accompagnarti passo dopo passo, dall’analisi di convenienza all’ottenimento effettivo del credito.

Se sei un imprenditore del Sud, o vuoi portare la tua impresa in queste regioni, il 2025 è l’anno giusto per farlo: mai prima d’ora è stato possibile investire così tanto, spendendo così poco.

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