Negli ultimi anni, il concetto di sostenibilità ha smesso di essere un semplice slogan, trasformandosi in un vero e proprio criterio di valutazione economica, finanziaria e strategica per ogni impresa. Se per le grandi aziende la Direttiva CSRD ha già reso obbligatoria la rendicontazione ESG (ambientale, sociale e di governance), per le PMI non quotate – che rappresentano oltre il 90% del tessuto imprenditoriale italiano – il rischio è quello di restare escluse da una trasformazione ormai inarrestabile.
Sommario
Ed è proprio per colmare questo divario che nasce il VSME – Voluntary Sustainability Reporting Standards for Non-listed SMEs: un framework volontario, pensato per le piccole e medie imprese che vogliono prepararsi in modo intelligente alle nuove esigenze del mercato, senza doversi confrontare con la complessità degli standard per le grandi aziende.
In questo articolo vedremo cos’è il VSME, a chi si rivolge, quali sono i suoi vantaggi pratici, e perché oggi rappresenta una delle soluzioni più concrete e strategiche per affrontare il tema della sostenibilità in modo accessibile, credibile e progressivo. Un’opportunità da cogliere subito, prima che la rendicontazione ESG diventi un obbligo anche per le PMI.
VSME
Il Voluntary Sustainability Reporting Standards for Non-listed SMEs (VSME), in italiano “Standard volontari di rendicontazione della sostenibilità per PMI non quotate”, è un insieme di linee guida sviluppato da EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group).
Questo strumento è stato pensato per supportare le piccole e medie imprese non quotate, ovvero quelle realtà aziendali che, pur non rientrando direttamente nell’ambito di applicazione obbligatoria della Direttiva CSRD, vogliono iniziare un percorso di rendicontazione sostenibile.
Si tratta dunque di una iniziativa su base volontaria, ma con un potenziale enorme, poiché consente alle PMI di anticipare le richieste future del mercato e degli stakeholder, migliorare la trasparenza e costruire relazioni più solide con clienti, banche e partner commerciali.
L’obiettivo principale del VSME è quello di fornire un framework semplice, accessibile e modulare, capace di adattarsi alle dimensioni e alla complessità delle PMI. Non tutte le imprese, infatti, hanno le risorse o le competenze per affrontare un sistema di rendicontazione sofisticato come quello previsto per le grandi aziende dalla CSRD.
Per questo motivo, il VSME si articola su diversi livelli di approfondimento e permette anche una rendicontazione graduale, offrendo un primo passo verso un modello di business più sostenibile e consapevole.
Transizione sostenibile
Il crescente interesse verso la sostenibilità non è più solo una questione etica o ambientale, ma si sta trasformando in una vera e propria leva economica e finanziaria. In questo contesto, l’EFRAG – organismo indipendente nato su impulso della Commissione Europea – ha elaborato gli standard VSME proprio per accompagnare le PMI nella transizione verso un modello di business sostenibile.
L’obiettivo è rispondere alla necessità, sempre più urgente, di un sistema di rendicontazione snello, accessibile e proporzionato alla realtà delle imprese di piccole dimensioni.
Il VSME diventa uno strumento chiave per gestire in modo efficiente le richieste sempre più frequenti di dati ESG (ambientali, sociali e di governance) provenienti da attori fondamentali dell’ecosistema economico: banche, investitori e grandi imprese, ovvero i principali stakeholder da cui spesso dipendono commesse, finanziamenti o condizioni di fornitura.
In molti casi, infatti, le PMI rivestono il ruolo di fornitori strategici per gruppi industriali o multinazionali che sono già obbligati alla rendicontazione di sostenibilità. Per poter continuare a collaborare con questi soggetti, le PMI devono dimostrare di essere allineate a criteri ESG: il VSME permette di farlo in maniera chiara, credibile e commisurata alla loro realtà operativa.
Gli obiettivi del VSME
Lo scopo principale del VSME è chiaro: aiutare le PMI ad affrontare il tema della sostenibilità senza sovraccaricarle di oneri burocratici, ma anzi semplificando il processo attraverso un framework flessibile e proporzionato. Grazie a questo standard, le imprese possono strutturare in modo più efficiente la raccolta e la comunicazione dei dati ESG, migliorando sia la trasparenza interna sia la percezione da parte del mercato.
Ma gli obiettivi del VSME vanno ben oltre la sola semplificazione.
Questo strumento è pensato anche per:
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promuovere un’economia più sostenibile, inclusiva e resiliente, valorizzando le realtà imprenditoriali locali;
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rafforzare la competitività delle PMI nel tempo, attraverso l’integrazione di pratiche ESG che migliorano il posizionamento e la reputazione aziendale;
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facilitare l’accesso a finanziamenti e partnership commerciali, rispondendo alle crescenti esigenze informative di banche, investitori e grandi aziende;
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offrire un punto di contatto semplificato con gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), evitando l’impatto eccessivo delle normative destinate alle grandi imprese, ma mantenendo un livello di coerenza e allineamento.
In sintesi, il VSME non è solo un’opportunità per fare “buon marketing” green, ma uno strumento concreto di sviluppo aziendale, con effetti positivi anche sul piano economico e finanziario.
Adozione volontaria del VSME
Lo standard VSME è stato concepito per essere adottato su base volontaria da tutte quelle realtà imprenditoriali che, pur non essendo obbligate a rendicontare secondo la Direttiva CSRD, vogliono iniziare un percorso serio verso la sostenibilità. In particolare, si rivolge a microimprese, piccole imprese e medie imprese non quotate, che rappresentano il cuore del tessuto produttivo europeo.
L’adozione del VSME permette loro di approcciarsi in maniera graduale e proporzionata ai temi ESG, senza dover affrontare la complessità degli standard ESRS pensati per le grandi aziende.
Il VSME agisce quindi come una sorta di ponte tra la volontarietà e l’obbligatorietà, offrendo alle PMI l’opportunità di prepararsi per tempo alle trasformazioni normative che stanno per arrivare.
Un esempio recente è il Pacchetto Omnibus, attualmente in discussione a livello europeo.
Se approvato in via definitiva dal Consiglio UE, il Pacchetto potrebbe introdurre modifiche sostanziali agli attuali obblighi di sostenibilità, con impatti anche per le PMI. Si ipotizza che l’iter legislativo venga completato tra fine 2025 e inizio 2026, rendendo cruciale per le imprese iniziare fin da ora un processo di adeguamento.
In questo scenario in evoluzione, il VSME si conferma come uno strumento strategico per anticipare il cambiamento, ridurre i rischi normativi futuri e dimostrare responsabilità sociale in modo credibile e documentato.
Come funziona
Uno degli aspetti più interessanti del VSME è la sua struttura modulare, pensata per adattarsi alle esigenze e alla maturità delle diverse PMI. Lo standard, infatti, è suddiviso in due livelli principali di rendicontazione: il livello base, chiamato “basic module”, e il livello avanzato, detto “narrative module”.
Questa articolazione permette alle imprese di iniziare con un primo step semplificato e, se lo desiderano, evolvere progressivamente verso una rendicontazione più completa e strutturata, senza subire pressioni o obblighi immediati.
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Il basic module è orientato alla raccolta e comunicazione di informazioni quantitative essenziali, utili per soddisfare le richieste di clienti, banche e investitori in maniera rapida e accessibile. È particolarmente indicato per le microimprese o per chi si affaccia per la prima volta al mondo ESG.
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Il narrative module, invece, consente una descrizione più dettagliata delle strategie di sostenibilità dell’impresa, degli impatti ambientali e sociali, delle politiche adottate e dei risultati ottenuti. Si avvicina di più agli standard della CSRD, pur restando su un livello meno complesso.
Questa impostazione modulare rende il VSME uno strumento estremamente flessibile, capace di adattarsi alla realtà di ogni PMI, e consente di costruire un percorso di sostenibilità credibile e sostenibile nel tempo, anche dal punto di vista operativo ed economico.
I vantaggi per le PMI
Adottare lo standard VSME non significa solo “fare bella figura” dal punto di vista ambientale o etico. Al contrario, le PMI che scelgono volontariamente di intraprendere un percorso di rendicontazione della sostenibilità secondo questo modello possono ottenere vantaggi concreti e misurabili.
In primo luogo, il VSME permette di accedere più facilmente al credito, poiché molte banche iniziano a valutare il profilo ESG delle imprese clienti nell’ambito delle proprie politiche di concessione dei finanziamenti. Una rendicontazione anche basilare, ma ben strutturata, può quindi fare la differenza nell’ottenimento di prestiti o agevolazioni.
Inoltre, la trasparenza in ambito ESG consente alle PMI di migliorare la propria reputazione, sia sul mercato nazionale che internazionale, aumentando la fiducia da parte di clienti, fornitori e partner commerciali.
Le imprese sostenibili sono percepite come più affidabili, innovative e resilienti, elementi cruciali in mercati sempre più esigenti. Non da ultimo, la rendicontazione volontaria rappresenta anche un vantaggio competitivo nelle gare d’appalto, nelle catene di fornitura delle grandi aziende e nei rapporti B2B, dove i criteri ESG sono ormai spesso decisivi.
In sintesi, il VSME è un investimento strategico: riduce i rischi futuri legati alla conformità normativa, migliora la competitività e apre nuove opportunità di crescita.
Il legame tra VSME ed ESRS
Anche se il VSME è uno standard volontario, è stato sviluppato in modo da essere coerente con gli ESRS, ovvero gli European Sustainability Reporting Standards, che rappresentano il cuore tecnico della Direttiva CSRD.
Questo significa che una PMI che adotta il VSME non sta semplicemente implementando un sistema alternativo, ma si sta già allineando a una logica europea di rendicontazione, utilizzando un linguaggio comprensibile e riconosciuto da istituzioni, investitori e grandi aziende.
Il VSME è infatti progettato per rispondere – in modo semplificato e proporzionato – a molte delle stesse esigenze informative richieste dagli ESRS. Le aree tematiche coperte riguardano:
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Ambiente (impatto ambientale, risorse energetiche, emissioni),
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Aspetti sociali (dipendenti, comunità, inclusione),
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Governance (struttura decisionale, etica aziendale).
Questa coerenza rappresenta un enorme vantaggio per le PMI, che possono così costruire gradualmente una cultura aziendale della sostenibilità, senza subire il trauma di un cambiamento normativo repentino.
Inoltre, nel caso in cui in futuro l’impresa rientri tra i soggetti obbligati dalla CSRD (ad esempio per crescita dimensionale o perché parte di una catena di fornitura), sarà già pronta ad affrontare il passaggio in modo fluido, senza dover ripartire da zero.
Primi passi per le PMI
Avvicinarsi alla rendicontazione di sostenibilità può sembrare complesso, ma il VSME è stato progettato proprio per rendere semplice e graduale l’adozione da parte delle PMI. Il primo passo è una valutazione interna dei dati già disponibili: molte imprese, infatti, possiedono già informazioni rilevanti sui consumi energetici, gestione dei rifiuti, sicurezza sul lavoro o politiche HR, ma non le sistematizzano in chiave ESG. Il VSME aiuta a raccogliere, organizzare e comunicare questi dati in un formato strutturato.
Successivamente, l’impresa può decidere quale livello di rendicontazione adottare (modulo base o narrativo), in base alla propria capacità organizzativa e agli obiettivi di comunicazione. È consigliabile affidarsi a un consulente esperto o a un commercialista aggiornato sulle novità in materia di sostenibilità, che possa guidare l’impresa nella selezione degli indicatori e nella compilazione del report.
Un altro elemento importante è la formazione interna: coinvolgere dipendenti e management in un percorso di consapevolezza sulla sostenibilità aumenta la qualità del report e rafforza l’identità aziendale. Infine, il report VSME può essere pubblicato sul sito web, condiviso con banche, clienti e fornitori, oppure utilizzato nei rapporti con enti pubblici o per accedere a bandi e incentivi.
In questo modo, la PMI trasforma la rendicontazione in un vero strumento di gestione e comunicazione, ponendosi come attore credibile nella transizione verde.
Il futuro del VSME
Lo standard VSME rappresenta oggi una delle iniziative più concrete e promettenti per accompagnare le PMI verso la sostenibilità, senza imporre loro un carico normativo eccessivo. Ma il suo vero potenziale si vedrà nei prossimi anni, quando le richieste del mercato – tra cui investitori, clienti istituzionali, piattaforme di approvvigionamento e sistema bancario – diventeranno sempre più stringenti in termini di trasparenza ambientale e sociale.
In questo scenario, le PMI che avranno già avviato un percorso con il VSME potranno godere di un vantaggio competitivo strutturale, posizionandosi come partner affidabili, moderni e in linea con i principi dell’economia sostenibile europea. Non è da escludere che, in un futuro prossimo, il VSME diventi un requisito premiante nei bandi pubblici, nelle gare d’appalto e persino nei processi di selezione di fornitori da parte delle grandi aziende, in linea con quanto già avviene nei mercati più avanzati.
Inoltre, con l’arrivo del Pacchetto Omnibus e le prossime evoluzioni della normativa comunitaria, sarà sempre più utile disporre di uno strumento flessibile ma allineato agli standard ufficiali europei. Il VSME, in questo senso, è destinato a diventare un punto di riferimento stabile per le PMI, non solo in Italia ma in tutta l’Unione Europea.
Conclusione
In un’epoca in cui la sostenibilità è diventata un driver imprescindibile per lo sviluppo economico, le PMI italiane non possono permettersi di restare indietro. Il Voluntary Sustainability Reporting Standards for Non-listed SMEs (VSME) rappresenta un’occasione concreta per iniziare un percorso di trasformazione responsabile, con strumenti calibrati sulla realtà operativa delle piccole e medie imprese.
A differenza degli standard ESRS, pensati per le grandi aziende e di difficile applicazione per le realtà minori, il VSME si propone come uno strumento accessibile, flessibile e progressivo, che permette alle PMI di misurare, comunicare e migliorare il proprio impatto ESG. Un’opportunità non solo in termini di compliance futura, ma anche di valorizzazione del brand, accesso a nuove linee di credito e posizionamento competitivo sul mercato.
In un contesto normativo in continua evoluzione – basti pensare all’imminente Pacchetto Omnibus – dotarsi di un sistema di rendicontazione volontaria come il VSME può fare la differenza tra restare passivi o guidare il cambiamento. La sostenibilità, oggi, non è più un’opzione. È una scelta strategica.