Con la Legge di Bilancio 2026, il Governo italiano, attraverso le dichiarazioni del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha confermato una novità attesa da molte imprese: il ritorno dell’iper ammortamento per gli investimenti in beni strumentali legati alla transizione digitale e all’industria 5.0. Dopo essere stato accantonato per alcuni anni in favore del credito d’imposta 4.0, l’iper ammortamento torna in una forma rinnovata, con l’obiettivo di rilanciare la competitività delle aziende italiane nel contesto europeo e globale.
Sommario
L’annuncio è arrivato a margine della presentazione della Legge di Bilancio 2026 e fa parte del nuovo piano Transizione 5.0, che amplia il raggio d’azione dei precedenti incentivi per includere non solo la digitalizzazione, ma anche la sostenibilità energetica e l’efficienza dei processi produttivi. In pratica, l’iper ammortamento 2026 sarà un potente strumento di risparmio fiscale per le imprese che investiranno in tecnologie innovative e sostenibili.
Questa misura mira a stimolare gli investimenti delle imprese italiane in un momento in cui il tessuto economico ha bisogno di modernizzazione, digitalizzazione e sostenibilità. Ma quali saranno i vantaggi reali per le imprese? Come funzionerà nel dettaglio questo nuovo incentivo? E soprattutto, chi potrà beneficiarne?
In questo articolo analizziamo tutte le novità sull’iper ammortamento 2026, cosa prevede la legge, e come sfruttare al meglio questa opportunità per risparmiare legalmente sulle tasse e migliorare la competitività aziendale.
A chi è destinato
Secondo quanto previsto dalla bozza della Legge di Bilancio 2026, il nuovo iper ammortamento sarà un’agevolazione esclusivamente riservata alle imprese, restando quindi precluso ai liberi professionisti e agli autonomi. Potranno beneficiarne le aziende residenti nel territorio dello Stato, comprese le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, che producono reddito d’impresa e che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi.
Il periodo agevolabile è chiaramente definito: gli investimenti dovranno essere effettuati dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2026, con la possibilità di usufruire di un termine “lungo” fino al 30 giugno 2027, a condizione che:
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l’ordine risulti accettato dal venditore entro il 31 dicembre 2026;
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sia stato versato un acconto pari almeno al 20% del costo totale del bene entro la stessa data.
Questo significa che le imprese interessate devono pianificare con anticipo i propri investimenti per poter accedere all’agevolazione. Il vincolo temporale e il requisito dell’acconto rappresentano condizioni fondamentali per evitare l’esclusione dal beneficio.
L’intento del legislatore è quello di stimolare immediatamente gli investimenti, indirizzando le imprese verso un aggiornamento tecnologico e sostenibile già nel corso del 2026. In questo modo, il Governo punta a sostenere la ripresa economica e la crescita della produttività attraverso la leva fiscale, mantenendo al contempo una certa selettività nell’accesso al beneficio.
Beni agevolabili
Il nuovo iper ammortamento 2026 si concentra su due categorie principali di beni agevolabili, confermando l’impostazione della precedente normativa 4.0, ma con importanti novità orientate alla transizione energetica.
Le imprese potranno beneficiare dell’agevolazione su:
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Beni materiali e immateriali 4.0: si tratta dei beni elencati negli Allegati A e B della Legge 232/2016, a condizione che siano interconnessi al sistema aziendale. Parliamo di macchinari, software, dispositivi per la digitalizzazione dei processi produttivi, strumenti per il controllo remoto, robotica, IoT e intelligenza artificiale.
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Impianti per la produzione e lo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili, destinati all’autoconsumo aziendale. Rientrano anche gli impianti fotovoltaici con moduli conformi all’articolo 12, comma 1, lettere a), b) e c) del Decreto Legge 181/2023, in linea con l’obiettivo di sostenibilità ambientale del Piano Transizione 5.0.
Dal punto di vista fiscale, l’iper ammortamento 2026 consisterà in una maggiorazione extracontabile del costo del bene, valida solo ai fini delle imposte sui redditi (e non ai fini IRAP). Le aliquote previste variano in base all’importo dell’investimento:
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180% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
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100% da 2,5 a 10 milioni di euro
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50% da 10 a 20 milioni di euro
In caso di investimenti che comportano una riduzione dei consumi energetici del sito produttivo di almeno il 3% (o del processo del 5%), le aliquote sono maggiorate:
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220% fino a 2,5 milioni
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140% da 2,5 a 10 milioni
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90% da 10 a 20 milioni
Queste maggiorazioni “rafforzate” rendono l’agevolazione ancora più interessante per le aziende che scelgono di investire in sostenibilità e innovazione insieme.

Applicazione pratica e benefici fiscali
L’iper ammortamento 2026 non è un contributo a fondo perduto né un credito d’imposta diretto, ma una maggiorazione del costo fiscalmente riconosciuto dei beni ammortizzabili, valida solo ai fini delle imposte sui redditi. Ciò significa che l’impresa potrà dedurre un valore più alto rispetto al costo effettivo sostenuto, ottenendo così un risparmio fiscale significativo. In termini operativi, la maggiorazione si applica extracontabilmente, quindi non altera il bilancio civilistico, ma solo il reddito imponibile ai fini IRES o IRPEF.
Facciamo un esempio pratico: se un’impresa investe 1 milione di euro in un macchinario 4.0 e rientra nello scaglione agevolato al 180%, potrà portare in deduzione fiscale un costo pari a 2,8 milioni di euro (1 + 1,8 milioni). Questo si traduce in una base imponibile molto più bassa, e quindi in un’imposta da versare ridotta, generando un beneficio economico concreto e immediato nel periodo di ammortamento del bene.
Importante: il beneficio non si applica sull’IRAP, né dà diritto a un rimborso diretto, ma si sfrutta nel tempo, secondo il piano di ammortamento del bene, attraverso una maggiore quota di deduzione annuale. Inoltre, l’investimento deve essere effettivo, documentato e completato nei tempi previsti, pena la decadenza dell’agevolazione.
Le imprese dovranno quindi valutare attentamente tempi, modalità di acquisto, requisiti tecnici e obblighi di interconnessione per non perdere il diritto all’incentivo.
Requisiti tecnici e documentazione
Per accedere all’iper ammortamento 2026, non basta acquistare un bene tecnologicamente avanzato: è necessario rispettare precisi requisiti tecnici e documentali, stabiliti dalla normativa e validati dalle esperienze delle precedenti versioni dell’incentivo 4.0. L’aspetto più importante rimane quello dell’interconnessione: il bene strumentale deve essere effettivamente integrato nel sistema aziendale di gestione della produzione o nella rete di fornitura.
Senza interconnessione, il beneficio non è riconosciuto. L’impresa deve poter dimostrare che il bene comunica in modo bidirezionale con il sistema informativo aziendale (ERP, MES, ecc.) e che è in grado di scambiare dati in tempo reale, contribuendo al miglioramento dei processi produttivi.
Inoltre, è obbligatorio predisporre una dichiarazione del legale rappresentante o, per investimenti superiori a 300.000 euro, una perizia tecnica asseverata o un attestato di conformità rilasciato da un ente certificato. Questo documento deve certificare che il bene rientra tra quelli indicati negli Allegati A o B della Legge 232/2016 (per beni 4.0), oppure che rispetta i criteri ambientali previsti nel caso di impianti per energie rinnovabili.
Attenzione: in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, la documentazione deve essere completa, coerente e tempestivamente esibita. Le aziende dovranno quindi tenere traccia non solo del contratto d’acquisto e dell’acconto, ma anche di tutte le fasi dell’interconnessione e dei risparmi energetici ottenuti (se si applicano le maggiorazioni).
Vantaggi fiscali
L’introduzione dell’iper ammortamento 2026 rappresenta una leva strategica importante per le imprese che vogliono risparmiare sulle tasse in modo legale e strutturato, investendo al tempo stesso in tecnologia, innovazione e sostenibilità. Il vantaggio fiscale è immediato: la possibilità di dedurre un valore maggiorato rispetto al costo reale del bene consente di abbattere significativamente la base imponibile, generando un risparmio concreto in termini di IRES o IRPEF.
Ma il beneficio non è solo fiscale. Dal punto di vista economico, l’iper ammortamento incoraggia le imprese ad anticipare gli investimenti, migliorando l’efficienza produttiva, la qualità dei processi e la competitività. La sostituzione di macchinari obsoleti con beni 4.0 interconnessi e intelligenti può tradursi in riduzione dei tempi di produzione, minori scarti, maggiore controllo dei costi e automazione dei processi.
A ciò si aggiunge un ulteriore vantaggio strategico: grazie all’integrazione con il Piano Transizione 5.0, le imprese che investono in tecnologie a basso impatto ambientale possono anche ottenere un ritorno d’immagine importante, sempre più rilevante nei confronti di clienti, partner e investitori attenti alla sostenibilità.
Infine, l’iper ammortamento può essere complementare ad altre misure di finanza agevolata, come bandi regionali o contributi europei, aumentando il ritorno dell’investimento. Naturalmente, per massimizzare il beneficio è consigliabile una consulenza fiscale specializzata, che valuti caso per caso la migliore strategia di investimento.

Iper ammortamento 2026 vs Credito d’imposta 4.0
Con il ritorno dell’iper ammortamento nel 2026, molte imprese si trovano a chiedersi: meglio l’iper ammortamento o il credito d’imposta 4.0? La domanda è lecita, considerando che entrambe le misure puntano a incentivare gli investimenti in beni tecnologici, ma con modalità fiscali completamente diverse.
Il credito d’imposta 4.0, introdotto dal Piano Nazionale Transizione 4.0 e prorogato fino al 2025, consente di recuperare parte dell’investimento attraverso un credito utilizzabile in compensazione nel modello F24, in quote annuali. È quindi un beneficio immediato e certo, anche se soggetto a tetti e limiti di utilizzo.
L’iper ammortamento 2026, invece, opera attraverso una maggiorazione extracontabile del costo del bene, quindi permette una deduzione fiscale più ampia nel tempo, ma non consente un recupero diretto in compensazione. Si tratta di un beneficio più graduale, ma potenzialmente più vantaggioso per le imprese che generano utili consistenti e vogliono ridurre il carico fiscale complessivo.
Un altro elemento di distinzione è la non cumulabilità: in linea di principio, non è possibile cumulare iper ammortamento e credito d’imposta per lo stesso investimento, anche se sarà necessario attendere i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate per i dettagli operativi definitivi.
In sintesi, il credito d’imposta è più adatto a chi cerca liquidità a breve termine, mentre l’iper ammortamento conviene a chi punta su una pianificazione fiscale a medio-lungo termine, con investimenti strutturati e continuità di reddito.
Consigli operativi
Per sfruttare l’iper ammortamento 2026 in modo corretto ed efficace, le imprese devono attivarsi con anticipo, seguendo una serie di step precisi che vanno dalla pianificazione strategica alla corretta gestione documentale. Il primo passo è individuare i beni agevolabili tra quelli elencati negli allegati A e B della Legge 232/2016, oppure gli impianti fotovoltaici e di stoccaggio rientranti nel DL 181/2023. È fondamentale, in questa fase, affidarsi a fornitori qualificati in grado di garantire i requisiti tecnici richiesti dalla normativa.
Successivamente, occorre procedere con l’ordine dei beni entro il 31 dicembre 2026, accompagnato dal versamento di un acconto minimo del 20% per beneficiare del termine lungo fino al 30 giugno 2027. È importante che tutti i documenti (contratto, fatture, quietanze) siano perfettamente archiviati e coerenti tra loro.
Una volta installati i beni, si passa alla fase di interconnessione, che deve essere completata e verificabile attraverso tracciati, screenshot, log di sistema e documentazione tecnica. Per importi superiori a 300.000 euro, è obbligatorio acquisire una perizia tecnica asseverata o un attestato rilasciato da un ente accreditato, che certifichi la conformità del bene alle caratteristiche richieste.
Infine, in sede di dichiarazione dei redditi, bisognerà applicare la maggiorazione extracontabile del costo del bene, riportandola nei quadri fiscali appropriati. Per evitare errori o sanzioni, è consigliabile affidarsi a un commercialista esperto in fiscalità agevolata e industria 4.0, che possa gestire tutte le fasi con precisione.
Conclusione
Il ritorno dell’iper ammortamento con la Legge di Bilancio 2026 segna una svolta importante nella politica industriale italiana, offrendo alle imprese un’occasione concreta per investire in tecnologia, digitalizzazione e sostenibilità, beneficiando al contempo di vantaggi fiscali rilevanti. Rispetto al passato, la misura si presenta potenziata e più mirata, con maggiorazioni rafforzate per chi contribuisce alla transizione ecologica e all’efficienza energetica, temi oggi centrali anche nei rapporti con clienti, fornitori e investitori.
La finestra temporale è chiara: investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2026 (con termine lungo al 30 giugno 2027 in presenza di acconto del 20%), e benefici applicabili solo alle imprese con reddito d’impresa. Questo richiede programmazione anticipata, verifica tecnica dei beni e corretta documentazione, elementi fondamentali per non perdere il beneficio.
Rispetto al credito d’imposta 4.0, l’iper ammortamento si rivela particolarmente vantaggioso per le imprese che puntano su una pianificazione fiscale strutturata, con possibilità di abbattere il carico fiscale in modo consistente e duraturo. Tuttavia, ogni situazione aziendale è diversa e merita un’analisi attenta: rivolgersi a professionisti esperti può fare la differenza tra ottenere o perdere un’agevolazione così preziosa.
In un contesto economico in evoluzione, l’iper ammortamento 2026 si presenta come un incentivo strategico, fiscale e industriale, in grado di favorire non solo il risparmio fiscale, ma anche la crescita intelligente, digitale e sostenibile delle imprese italiane.

