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giovedì 26 Giugno 2025

È possibile cancellare legalmente i debiti con Fisco e INPS? Guida aggiornata 2025 per imprese e contribuenti

In Italia migliaia di contribuenti – sia persone fisiche che imprese – si trovano schiacciati dal peso dei debiti con il Fisco (Agenzia delle Entrate) e con gli enti previdenziali, primo fra tutti l’INPS. Spesso questi debiti nascono per difficoltà economiche, errori di gestione, mancate dilazioni o crisi aziendali. Ma è possibile liberarsi legalmente da questi debiti, “stracciarli” come si dice nel linguaggio comune?

Negli ultimi anni, il legislatore ha introdotto misure di alleggerimento per chi è in difficoltà: dalla “rottamazione” delle cartelle esattoriali, fino all’esdebitazione integrale per le persone sovraindebitate. Il quadro normativo si è ulteriormente evoluto con la riforma della crisi d’impresa e con gli interventi della giurisprudenza, offrendo diverse strade per azzerare i debiti in modo legale, trasparente e senza frodi.

Questo articolo approfondisce tutte le opzioni aggiornate al 2025, i requisiti, le sentenze rilevanti, i casi concreti, e come un contribuente può uscire definitivamente dal tunnel del debito. Analizzeremo le situazioni ammissibili, i limiti imposti dalla legge e le possibili strategie per ripartire da zero, anche con debiti previdenziali e tributari importanti.

Rottamazione e stralcio

Una delle misure più efficaci e popolari introdotte negli ultimi anni è la rottamazione delle cartelle esattoriali. Con questo strumento, previsto da diverse leggi a partire dal 2016 (DL 193/2016), i contribuenti possono estinguere i propri debiti fiscali senza pagare sanzioni e interessi di mora. L’ultima versione operativa al 2025 è la cosiddetta Rottamazione-quater, prorogata dalla Legge di Bilancio 2024.

Cosa significa in concreto? Se hai una cartella esattoriale affidata all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ex Equitalia) tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022, puoi chiedere di aderire alla definizione agevolata e pagare solo l’importo originario, esclusi sanzioni e interessi. È inoltre possibile rateizzare il pagamento fino a 18 rate in 5 anni.

Ma attenzione: non tutti i debiti sono inclusi. Sono esclusi ad esempio:

  • I dazi doganali

  • Le multe stradali (solo parzialmente rottamabili)

  • I debiti da condanne penali

Un altro strumento utile è lo stralcio automatico dei mini-debiti, introdotto con la Legge di Bilancio 2023 e confermato nel 2024. Prevede la cancellazione automatica dei debiti inferiori a 1.000 euro relativi al periodo 2000–2015 per i soggetti con ISEE basso o enti locali che aderiscono. Non serve alcuna domanda, la cancellazione è d’ufficio.

Queste misure sono importanti per ridurre il debito accumulato, ma non risolvono tutto.

Serve valutare caso per caso e spesso integrarle con strumenti come la composizione della crisi o la legge sul sovraindebitamento.

Debiti con l’INPS

I debiti verso l’INPS riguardano principalmente contributi previdenziali non versati, interessi e sanzioni. A differenza dei debiti fiscali, questi sono particolarmente sensibili, perché legati alla tutela pensionistica e assistenziale del contribuente. Tuttavia, anche questi debiti possono essere stralciati o ridotti, in presenza di determinate condizioni e strumenti previsti dalla normativa vigente.

Una prima possibilità è data proprio dalla rottamazione delle cartelle esattoriali, che include anche i crediti INPS affidati alla riscossione. In questo caso, si possono cancellare interessi e sanzioni, mantenendo l’obbligo di pagare il solo contributo dovuto. È una misura particolarmente utile per artigiani, commercianti e professionisti iscritti alla Gestione Separata.

Ma c’è di più: per i contribuenti in grave crisi economica, è possibile accedere alla procedura di composizione negoziata della crisi o sovraindebitamento, previste dal Codice della Crisi (D.Lgs. 14/2019 e successivi aggiornamenti). In questi casi, anche i debiti INPS possono essere ristrutturati o addirittura annullati, previa approvazione del tribunale o dell’OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Una sentenza storica in tal senso è la Cassazione n. 4218/2020, che ha stabilito come l’esdebitazione possa estendersi anche ai debiti previdenziali, nel rispetto del principio di par condicio creditorum.

Attenzione: anche se cancellati o ridotti, i contributi INPS non versati possono incidere negativamente sull’importo della pensione futura. È quindi fondamentale valutare attentamente, con un professionista, l’impatto della cancellazione.

Debiti INPS e Fisco: Soluzioni Legali - Commercialista.it

Legge sul sovraindebitamento

Dal 2012, l’Italia ha introdotto la possibilità per i soggetti non fallibili (come persone fisiche, piccoli imprenditori, artigiani, professionisti e pensionati) di accedere a un percorso legale per cancellare i propri debiti: la Legge 3/2012, oggi confluita nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019).

La vera svolta arriva con l’art. 283 del Codice: la possibilità per il debitore meritevole, che si trova in stato di sovraindebitamento, di ottenere l’esdebitazione totale anche senza pagare nulla (cosiddetta “esdebitazione del debitore incapiente”). È riservata a chi non ha beni mobili o immobili di valore e un reddito insufficiente a soddisfare i creditori. L’effetto è sorprendente: si cancellano tutti i debiti, compresi quelli verso Agenzia delle Entrate e INPS, dando al contribuente una vera seconda chance.

Le condizioni sono:

  • Stato di sovraindebitamento non imputabile a frodi

  • Buona fede e collaborazione

  • Assenza di procedure pendenti o recenti esdebitazioni

Il procedimento si attiva con l’assistenza di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi) e l’approvazione del giudice. Una volta accolta la richiesta, nessun creditore può più agire contro il debitore e tutti i debiti vengono estinti.

In alternativa, chi ha anche un piccolo patrimonio o reddito può presentare un Piano del Consumatore o un Accordo di ristrutturazione del debito, che prevede una parziale restituzione sostenibile con successiva esdebitazione.

Questa è oggi una delle vie più efficaci per cancellare debiti INPS e Fisco, con effetti definitivi e tutelanti.

Differenze e impatti sui debiti fiscali e INPS

Con l’entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, il termine “fallimento” è stato sostituito dalla liquidazione giudiziale. Si tratta di una procedura riservata alle imprese con determinati requisiti dimensionali (ricavi > €200.000, debiti > €500.000 ecc.) e mira alla vendita dell’attivo per soddisfare i creditori.

In questo caso, i debiti con Fisco e INPS rientrano nella procedura, ma spesso non vengono integralmente soddisfatti. Tuttavia, l’imprenditore può ottenere l’esdebitazione residua a fine procedura.

Per i soggetti non fallibili (es. piccoli imprenditori, consumatori, pensionati), è invece disponibile la liquidazione controllata del patrimonio, che funziona in modo simile ma con un approccio più “leggero” e flessibile. Anche qui, dopo aver liquidato i beni, il debitore può chiedere l’esdebitazione finale, cioè la cancellazione dei debiti residui.

Infine, la composizione negoziata e il Piano del Consumatore sono procedure più “conservative” e flessibili. Non richiedono la liquidazione dei beni e permettono al debitore di ristrutturare il debito secondo un piano sostenibile approvato dal tribunale.

Attenzione: non tutte le posizioni INPS e fiscali sono trattabili alla pari. Ad esempio, l’IVA e le ritenute previdenziali possono avere un trattamento più rigido e richiedono sempre un’attenta valutazione tecnico-legale.

Quindi: sì, i debiti con INPS e Fisco possono essere annullati, ma solo scegliendo la procedura giusta, in base al tipo di soggetto, al patrimonio e alla situazione reddituale.

Sentenze e casi concreti

Negli ultimi anni, la giurisprudenza italiana ha progressivamente riconosciuto che anche i debiti verso enti pubblici – come Agenzia delle Entrate e INPSpossono essere oggetto di esdebitazione in caso di sovraindebitamento, purché ricorrano le condizioni previste dal Codice della Crisi.

Una sentenza fondamentale è la Cassazione n. 4218/2020, che ha affermato il principio secondo cui l’esdebitazione può essere concessa anche in presenza di debiti tributari e previdenziali, compresi quelli derivanti da cartelle esattoriali, se il debitore è incapiente o ha seguito le procedure previste. Il giudice ha ritenuto prevalente il diritto del soggetto a ripartire da zero, in coerenza con l’art. 2740 c.c. e il principio di dignità sociale.

Altri precedenti significativi:

  • Tribunale di Verona, 2022: esdebitazione concessa a un ex artigiano con oltre €180.000 di debiti INPS e Agenzia Entrate.

  • Tribunale di Milano, 2023: approvato piano del consumatore con stralcio del 95% dei debiti fiscali.

  • Corte Costituzionale, sent. n. 245/2019: legittimato il principio per cui anche lo Stato può subire una perdita, se giustificata da un interesse costituzionalmente tutelato (tutela del debitore civile).

Questi precedenti dimostrano che il sistema giuridico italiano oggi consente realmente la cancellazione dei debiti pubblici, incluso INPS, nei casi di reale difficoltà e meritevolezza.

La chiave è agire con trasparenza, seguendo le procedure con un OCC e con il supporto di un professionista esperto in diritto della crisi e fiscale.

Debiti INPS e Fisco: Soluzioni Legali - Commercialista.it

I vantaggi per le imprese

Per una PMI oberata da debiti verso l’INPS e l’Agenzia delle Entrate, la possibilità di stracciare o ristrutturare il debito rappresenta un’occasione concreta per sopravvivere e rilanciarsi sul mercato. Troppe aziende infatti, pur avendo un core business valido, sono schiacciate da un passato di cartelle esattoriali, sanzioni e contributi non pagati.

Ecco i principali benefici che un’impresa ottiene liberandosi dei debiti pubblici:

  1. Ripartenza fiscale e contributiva
    L’annullamento dei debiti pregressi permette all’impresa di ripartire pulita, evitando pignoramenti, blocchi dei conti e ipoteche. Si riacquisisce così piena operatività bancaria e commerciale.

  2. Accesso al credito e ai bandi
    Senza carichi pendenti in Equitalia o all’INPS, l’azienda può finalmente accedere a finanziamenti, agevolazioni e fondi pubblici, spesso preclusi ai debitori.

  3. Cancellazione delle iscrizioni negative
    La chiusura della procedura comporta la rimozione delle segnalazioni negative in Centrale Rischi o nei registri della riscossione.

  4. Benefici fiscali
    Le perdite registrate possono essere utilizzate per compensazioni future, e in alcuni casi è possibile ottenere un trattamento agevolato su eventuali nuovi debiti.

  5. Protezione del patrimonio residuo
    Grazie alla liquidazione controllata o al piano di rientro, è possibile preservare gli asset fondamentali per l’attività d’impresa.

  6. Sollievo psicologico e gestionale
    Uscire dal tunnel dei debiti consente all’imprenditore di ritrovare serenità, riacquistare il controllo della propria attività e investire sul futuro.

Attenzione: la cancellazione dei debiti deve sempre avvenire attraverso procedure formali e regolate, pena l’inefficacia o, peggio, sanzioni per insolvenza fraudolenta.

Guida operativa

Per molte imprese italiane, la strada verso lo stralcio dei debiti inizia con la valutazione approfondita della propria situazione economico-patrimoniale. Nessuna procedura funziona senza una diagnosi precisa.

Ecco i passaggi fondamentali da seguire per iniziare il processo:

1. Verifica della situazione debitoria

Richiedi un estratto integrale della posizione debitoria presso:

  • Agenzia delle Entrate – Riscossione (estratto di ruolo)

  • INPS (estratto contributivo e DURC)

  • Eventuali altri enti (Camere di Commercio, INAIL, ecc.)

È importante anche valutare la presenza di ipoteche, pignoramenti o fermi amministrativi.

2. Analisi di solvibilità

Con l’aiuto di un commercialista o consulente OCC, valuta:

  • L’eventuale stato di insolvenza o crisi irreversibile

  • La sostenibilità di eventuali piani di rientro

  • Il patrimonio disponibile da liquidare (immobili, cespiti, crediti, ecc.)

3. Scelta della procedura più adatta

In base al tipo di impresa e al livello di indebitamento, si può optare per:

  • Composizione negoziata (per imprese in crisi, ma ancora operative)

  • Liquidazione controllata del patrimonio (se non si può proseguire l’attività)

  • Piano di ristrutturazione o esdebitazione (per imprenditori individuali)

4. Nomina OCC o advisor legale

Un professionista abilitato guiderà l’intero processo, dalla redazione dell’istanza alla gestione dei creditori e alla presentazione in tribunale.

5. Approvazione del piano o della liquidazione

Il tribunale valuta la fattibilità e concede la cancellazione totale o parziale dei debiti, compresi quelli verso lo Stato.

Nota importante: più si attende, più i debiti crescono per effetto di interessi, aggravi e azioni esecutive. Prima si agisce, più si salvano patrimonio e reputazione aziendale.

Conclusione

In un’Italia in cui sempre più imprese e professionisti si trovano a convivere con debiti insostenibili, spesso verso lo Stato, la cancellazione legale dei debiti fiscali e contributivi è una possibilità concreta, reale e accessibile. Non si tratta di scorciatoie, ma di strumenti normativi pensati per dare una seconda possibilità a chi si trova in crisi, senza frodi né truffe.

Le procedure di rottamazione, stralcio automatico, sovraindebitamento, liquidazione controllata e esdebitazione del debitore incapiente sono oggi parte integrante di un sistema moderno che cerca di bilanciare la tutela dei creditori con il diritto alla dignità economica e sociale del debitore.

Tutto questo, come abbiamo visto, vale anche per i debiti verso INPS e Agenzia delle Entrate, spesso i più difficili da gestire. A patto di rispettare i requisiti e affidarsi a professionisti esperti, è davvero possibile ripulire la propria posizione, salvare l’impresa o ripartire da zero.

Il consiglio finale è non aspettare. Ogni mese di ritardo aggrava la situazione e riduce le opzioni disponibili. Agisci oggi e valuta con un commercialista esperto o un OCC quale strada può liberarti dai debiti una volta per tutte.

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