È stato ufficialmente aperto il bando per l’accesso ai contributi a fondo perduto destinati alle aziende agricole, un’opportunità concreta per chi opera nel settore primario e desidera rinnovare, investire o crescere in un’ottica di sostenibilità e competitività.
Sommario
La finestra temporale per presentare le domande è già attiva e si chiuderà il 23 marzo 2026, offrendo quindi un ampio margine temporale per pianificare l’adesione e raccogliere la documentazione necessaria. Il contributo pubblico copre fino al 60% delle spese ammissibili, con una forbice di finanziamento che va da un minimo di 80.000 euro a un massimo di 800.000 euro.
Questo bando si inserisce nel più ampio quadro degli interventi finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dalle politiche europee orientate alla modernizzazione del comparto agricolo. Si tratta di una misura pensata per supportare concretamente le aziende agricole, anche di piccole e medie dimensioni, che vogliono digitalizzare i processi produttivi, investire in macchinari innovativi, adottare tecniche agricole sostenibili e migliorare l’efficienza energetica delle loro attività.
In un momento storico in cui l’agricoltura è chiamata a confrontarsi con sfide ambientali, energetiche e di mercato, accedere a risorse economiche a fondo perduto rappresenta non solo un’occasione, ma una strategia concreta di sopravvivenza e rilancio.
Chi può accedere al bando
Il bando aperto dal 4 dicembre 2025 rappresenta un’importante occasione per le imprese agricole che desiderano investire nell’innovazione e nella sostenibilità. A chiarirne le finalità è lo stesso Assessorato all’Agricoltura, che sottolinea come il bando miri a sostenere investimenti capaci di rafforzare la competitività sul mercato, aumentare la redditività aziendale e, contemporaneamente, migliorare le performance ambientali e climatiche del comparto agricolo. Un approccio integrato che guarda al futuro del settore, allineato con le direttive della nuova PAC (Politica Agricola Comune) e del Green Deal europeo.
Possono presentare domanda agricoltori singoli o associati, con l’esclusione espressa di chi opera esclusivamente nei settori della selvicoltura e dell’acquacoltura. Gli interventi ammessi a finanziamento sono molteplici: dalla produzione primaria alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, passando per investimenti in efficientamento energetico, energie rinnovabili per autoconsumo, miglioramenti fondiari, e perfino l’acquisto di terreni, se connesso in modo diretto agli interventi proposti.
Il contributo a fondo perduto copre il 60% della spesa ammissibile, con importi finanziabili che partono da 80.000 euro e arrivano fino a 800.000 euro. La dotazione complessiva del bando è pari a 5,8 milioni di euro, cofinanziati da Unione Europea (FEASR), Stato e Regione Valle d’Aosta. In aggiunta, è possibile richiedere un mutuo a tasso agevolato, da utilizzare in combinazione con il contributo a fondo perduto.
Come presentare la domanda
Per accedere al bando, le domande devono essere presentate esclusivamente in modalità telematica, tramite il Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN). È necessario, prima dell’invio, effettuare l’accreditamento presso il portale, un passaggio fondamentale per garantire l’identificazione del richiedente e la correttezza dei dati inseriti. Il termine ultimo per l’invio è fissato alle ore 23:59 del 23 marzo 2026, e non sono ammesse proroghe, quindi è fondamentale non attendere l’ultimo momento.
Una delle condizioni principali è che i lavori oggetto del contributo devono essere avviati solo dopo la presentazione della domanda. Qualsiasi spesa sostenuta prima di tale momento non verrà considerata ammissibile. La selezione delle domande avverrà secondo una graduatoria, stilata sulla base di criteri tecnici e punteggi, stabiliti in anticipo dall’Assessorato all’Agricoltura. L’idoneità al contributo non garantisce automaticamente l’erogazione: solo i progetti che raggiungeranno un punteggio sufficiente secondo i criteri di selezione previsti saranno effettivamente finanziati.
Per agevolare la fase di candidatura, l’Amministrazione ha predisposto fogli di calcolo specifici per la stima dei costi, utili per una corretta progettazione del piano d’investimento. Tuttavia, il loro utilizzo richiede il rispetto scrupoloso delle specifiche tecniche associate ai diversi interventi ammissibili.
Questo strumento si rivela particolarmente utile per evitare errori nella compilazione del piano finanziario e massimizzare le probabilità di ottenere il contributo.

Vantaggi fiscali e strategici
Accedere a un contributo a fondo perduto significa, in termini semplici, ricevere una somma di denaro che non deve essere restituita, a patto che vengano rispettate le condizioni del bando. In questo caso, con una copertura del 60% della spesa ammissibile, le aziende agricole hanno l’opportunità di realizzare progetti anche di ampio respiro, riducendo drasticamente l’esposizione finanziaria e aumentando al tempo stesso la propria capacità competitiva.
Dal punto di vista fiscale, i vantaggi sono molteplici. Innanzitutto, il contributo a fondo perduto non costituisce reddito imponibile, secondo l’art. 10 del D.L. n. 137/2020 (convertito con modificazioni dalla Legge n. 176/2020), il quale ha sancito l’esenzione IRPEF/IRES e IRAP per i contributi pubblici concessi durante e dopo il periodo emergenziale.
Inoltre, le spese coperte dal bando possono comunque generare deduzioni o ammortamenti, creando un ulteriore effetto leva sul bilancio aziendale. Questo significa che l’investimento può produrre un beneficio doppio: da un lato la copertura a fondo perduto, dall’altro l’abbattimento del carico fiscale.
A livello strategico, infine, i fondi possono essere usati per digitalizzare i processi produttivi, ridurre i consumi energetici, o integrare attività di trasformazione e vendita diretta, rendendo le aziende più indipendenti dalla filiera tradizionale e meno vulnerabili alle fluttuazioni dei prezzi. In un contesto di crescente incertezza economica e climatica, partecipare al bando significa investire su resilienza, innovazione e autonomia aziendale.
Esempi pratici
Uno degli aspetti più interessanti del bando è la sua ampia flessibilità in termini di spese ammissibili, che consente alle aziende agricole di adattare gli investimenti alle proprie esigenze specifiche. Tra le possibilità più concrete troviamo, ad esempio, la realizzazione di serre intelligenti e automatizzate, dotate di sensori e sistemi di irrigazione di precisione, ideali per ottimizzare la produzione e ridurre gli sprechi idrici. Si tratta di un investimento particolarmente indicato per le aziende ortofrutticole o florovivaistiche.
Un’altra applicazione pratica riguarda l’acquisto di macchinari agricoli di ultima generazione, come trattrici con sistemi GPS integrati, mietitrebbie a basso impatto ambientale o robot per la mungitura automatica. Questi strumenti non solo aumentano l’efficienza operativa, ma riducono anche il fabbisogno energetico e il consumo di carburante, contribuendo alla sostenibilità ambientale, uno dei punti chiave del bando.
Le aziende interessate alla trasformazione dei prodotti agricoli possono invece utilizzare i fondi per realizzare piccoli laboratori aziendali, per la produzione di conserve, formaggi, succhi o farine, valorizzando la filiera corta e aumentando la marginalità. È anche possibile investire in impianti fotovoltaici per autoconsumo, riducendo drasticamente i costi energetici e aumentando l’autosufficienza.
Infine, per le aziende zootecniche, il contributo può coprire spese per miglioramenti fondiari, come la sistemazione di pascoli, la costruzione di recinti o l’installazione di impianti per la raccolta e il trattamento dei reflui, con evidenti benefici sia produttivi che ambientali.
Errori da evitare
Anche se il bando rappresenta un’opportunità concreta e vantaggiosa, la partecipazione non è priva di rischi o criticità. Molte aziende agricole, infatti, pur avendo progetti validi, si vedono respingere la domanda a causa di errori formali o documentazione incompleta. Il primo aspetto cruciale è il rispetto dei tempi e delle modalità di presentazione: la domanda va inviata esclusivamente tramite il portale SIAN, e solo dopo aver completato la procedura di accreditamento. Inviare la richiesta in modo errato o in ritardo comporta l’automatica esclusione dal bando.
Un altro errore frequente è l’avvio anticipato dei lavori. Ricordiamo che sono ammissibili solo gli investimenti avviati dopo la data di presentazione della domanda: iniziare prima comporta l’esclusione delle spese già sostenute, anche se rientranti tra quelle previste dal bando. Inoltre, la documentazione tecnica, compresa quella relativa alla stima dei costi, deve essere redatta secondo i modelli forniti dalla Regione e rispettare rigorosamente le specifiche tecniche richieste per ogni intervento.
Attenzione anche ai criteri di selezione: ogni progetto verrà valutato secondo una griglia di punteggio, e solo i migliori accederanno ai fondi. È quindi fondamentale costruire una proposta ben articolata, che metta in evidenza innovazione, sostenibilità e impatto economico. Infine, non va trascurato il monitoraggio post-approvazione: il mancato rispetto del piano approvato può comportare la revoca del contributo.

Il ruolo del FEASR
Il bando per i contributi a fondo perduto alle aziende agricole non è un’iniziativa isolata, ma si inserisce nel più ampio quadro delle politiche di sviluppo rurale promosse dall’Unione Europea attraverso il FEASR – Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale. Questo fondo, uno dei pilastri della Politica Agricola Comune (PAC), ha l’obiettivo di rafforzare la competitività del settore agricolo, proteggere l’ambiente, promuovere l’uso sostenibile delle risorsee migliorare la qualità della vita nelle aree rurali.
Il finanziamento del bando è infatti cofinanziato dall’Unione Europea, dallo Stato italiano e dalla Regione Valle d’Aosta, in un’ottica di sussidiarietà e collaborazione multilivello. L’importanza di questo strumento sta nel fatto che non si limita a erogare risorse, ma indirizza le scelte strategiche del settore agricolo, spingendo le imprese verso modelli produttivi innovativi, sostenibili e digitalizzati.
Investimenti in energie rinnovabili, agricoltura di precisione, tecnologie verdi e trasformazione in filiera corta sono perfettamente in linea con gli obiettivi della nuova PAC 2023-2027, fortemente orientata alla transizione ecologica e digitale.
Partecipare a questi bandi significa quindi allinearsi alle linee guida comunitarie, aumentare le probabilità di accesso a futuri finanziamenti e migliorare il posizionamento competitivo dell’azienda agricola non solo a livello nazionale, ma anche europeo.
Inoltre, rispettare i requisiti previsti dai fondi FEASR permette alle aziende di entrare in un sistema virtuoso di crescita sostenibile, valorizzando il territorio e tutelando le risorse naturali.
Conclusioni
Il bando per i contributi a fondo perduto destinati alle aziende agricole, attivo fino al 23 marzo 2026, rappresenta una delle occasioni più importanti per innovare, crescere e rendere sostenibile il proprio modello di impresa agricola.
Con una copertura fino al 60% degli investimenti, importi che arrivano fino a 800.000 euro e la possibilità di accedere anche a mutui a tasso agevolato, questa misura può trasformare radicalmente la struttura produttiva e commerciale di un’azienda agricola, riducendone i costi, aumentando l’efficienza e migliorando l’impatto ambientale.
Tuttavia, per accedere realmente a questi fondi, è fondamentale prepararsi con attenzione: rispettare le scadenze, curare ogni dettaglio tecnico del progetto, utilizzare gli strumenti messi a disposizione dalla Regione e costruire un piano di investimento coerente con gli obiettivi del bando. In questo contesto, il supporto di un professionista (come un commercialista esperto in fiscalità agricola) può fare la differenza tra una domanda accolta e una bocciata.
In un mercato sempre più competitivo e regolamentato, pianificare oggi gli investimenti di domani significa garantire all’azienda agricola non solo la sopravvivenza, ma una reale capacità di crescita e adattamento, nel rispetto delle nuove normative europee e delle sfide ambientali.
Chi saprà cogliere questa opportunità potrà costruire un’agricoltura più forte, autonoma e sostenibile.

