Il 2025 segna un importante punto di svolta per le imprese del settore marittimo italiano: è entrato in vigore il Decreto MIT 2025, pubblicato con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza a bordo delle navi attraverso l’aggiornamento obbligatorio della formazione PSSR (Personal Safety and Social Responsibilities). Si tratta di un intervento normativo atteso da tempo, che coinvolge direttamente armatori, operatori del trasporto marittimo, lavoratori imbarcati, enti di formazione e consulenti del lavoro. La novità principale è l’introduzione dell’obbligo di refresh periodici della certificazione PSSR, da completare entro il 2026, pena l’impossibilità per il personale marittimo di continuare ad operare a bordo.
Sommario
Queste modifiche derivano dalla necessità di adeguarsi agli standard internazionali fissati dalla Convenzione STCW (Standards of Training, Certification and Watchkeeping), recepiti dal nostro ordinamento tramite questo nuovo decreto firmato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT). Ma quali sono gli obblighi concreti per le imprese? Come si devono organizzare i consulenti del lavoro per garantire la piena compliance? E quali sono le sanzioniper chi non si adegua entro i termini stabiliti?
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio il contenuto del decreto, i suoi allegati tecnici, gli impatti operativi per le imprese marittime e le azioni da intraprendere per evitare criticità, anche dal punto di vista fiscale e gestionale.
Formazione PSSR
Uno degli aspetti più critici del Decreto MIT 2025 riguarda il cosiddetto “refresh PSSR”, ovvero l’obbligo di aggiornamento della formazione relativa alla sicurezza personale e responsabilità sociali a bordo. Il decreto stabilisce che entro il 31 dicembre 2026, tutti i marittimi che detengono un attestato non conforme ai nuovi standard (ovvero privo di riferimento alla Risoluzione MSC.560(108) dell’IMO) dovranno necessariamente completare un percorso formativo integrativo e ottenere il nuovo certificato, al termine di una verifica ufficiale delle competenze.
Il provvedimento coinvolge tutti coloro che:
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possiedono attestati “vecchi” che non citano esplicitamente l’adeguamento alla risoluzione MSC.560(108);
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hanno unicamente l’indicazione PSSR sul libretto di navigazione o sul relativo Allegato 1, senza un attestato dedicato.
Dal punto di vista pratico e operativo, le imprese marittime devono ora agire con urgenza per evitare ripercussioni: un certificato non aggiornato, infatti, può comportare il blocco dell’operatività a bordo e problematiche durante i controlli ispettivi.
Per i consulenti del lavoro e gli uffici HR si pone anche un tema di compliance documentale: sarà fondamentale gestire digitalmente gli attestati, monitorare le scadenze, predisporre procedure di onboarding aggiornate e calendarizzare le sessioni di refresh nei tempi previsti.
Il rischio? Ritardi, sanzioni o l’impossibilità di impiegare personale imbarcato, con conseguenze economiche e gestionali rilevanti.
Formazione più rigorosa
Il Decreto MIT 2025 non si limita ad aggiornare i requisiti per i lavoratori marittimi, ma interviene in profondità anche sulla struttura della formazione stessa, introducendo obblighi stringenti per i centri di addestramento. Il cuore dell’intervento è duplice: da un lato vengono aggiornati i contenuti del corso PSSR e introdotto il nuovo allegato A-bis, dedicato specificamente al corso di aggiornamento; dall’altro, si modifica in modo sostanziale la modalità di verifica finale delle competenze.
Una delle novità più rilevanti è l’introduzione di un esame teorico obbligatorio al termine del refresh. La prova consiste in 10 domande a scelta multipla, da completare in massimo 30 minuti. Il test si considera superato con almeno 6 risposte corrette su 10 e deve svolgersi davanti a una commissione composta dal direttore o vicedirettore del centro e da un istruttore accreditato PSSR.
Non si tratta più, quindi, di una semplice frequenza passiva: l’aggiornamento richiede una preparazione vera e propria, con impatti concreti su turnazioni, rotazioni del personale e disponibilità a bordo. Inoltre, la banca dati delle domande ufficiali è stata estesa a 240 quesiti, divisi per area tematica, messi a disposizione dal Comando generale.
Altro aspetto strategico: tutti i centri di addestramento devono presentare entro il 31 dicembre 2025 una dichiarazione di adeguamento alle nuove regole. In mancanza di tale dichiarazione, il centro sarà considerato non idoneo e potrà perdere l’autorizzazione a svolgere corsi PSSR.

Impatti operativi
L’applicazione del Decreto MIT 2025 comporta per le imprese del settore marittimo un significativo sforzo di riorganizzazione interna, che va oltre il semplice aggiornamento formativo. Il rischio principale è quello di inidoneità operativa del personale, con conseguente blocco delle attività a bordo, contenziosi sindacali e mancato rispetto delle normative sulla sicurezza. Per evitare queste criticità, ogni azienda dovrà attivare un piano strutturato di compliance formativa e documentale, in stretta collaborazione con i consulenti del lavoro.
Tra le azioni prioritarie da mettere in campo:
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Verifica degli attestati PSSR attualmente in possesso del personale, con evidenza della conformità alla Risoluzione MSC.560(108);
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Creazione o aggiornamento dell’archivio digitale delle certificazioni, accessibile da HR e compliance officer;
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Monitoraggio e pianificazione dei refresh, con l’inserimento nel gestionale aziendale delle scadenze e delle date d’esame;
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Integrazione di procedure specifiche per il personale neo-assunto o arruolato, al fine di garantire l’avvio tempestivo del percorso formativo.
Per i consulenti del lavoro, il decreto rappresenta un’occasione per offrire servizi ad alto valore aggiunto: dalla gestione dei flussi documentali alla consulenza sulle scadenze, fino all’affiancamento nella scelta dei centri di addestramento conformi. Inoltre, potrebbe essere utile prevedere un audit interno per valutare il grado di adeguamento dell’azienda e minimizzare i rischi di non conformità.
Ottimizzazione HR
Sebbene il Decreto MIT 2025 imponga obblighi stringenti, le imprese marittime più organizzate possono trasformare l’adempimento normativo in un’occasione per ottimizzare la gestione delle risorse umane e ottenere anche vantaggi fiscali indiretti. La chiave sta nell’integrare i nuovi obblighi formativi all’interno di una strategia più ampia di pianificazione del capitale umano, gestione delle presenze a bordo e utilizzo efficiente dei fondi destinati alla formazione.
Un primo elemento da considerare è la programmazione intelligente dei refresh PSSR, che può ridurre al minimo l’impatto su rotazioni e turnazioni. Pianificare i corsi nei periodi di minor carico operativo consente di evitare costi aggiuntivi per sostituzioni o fermi tecnici. Inoltre, per le aziende più strutturate, è possibile centralizzare la formazione presso centri partner o attivare convenzioni con enti accreditati, abbattendo i costi e migliorando la qualità.
Dal punto di vista fiscale, i costi sostenuti per la formazione obbligatoria del personale, se documentati correttamente, possono rientrare tra le spese deducibili ai fini IRES e IRAP. In aggiunta, in molti casi è possibile accedere a finanziamenti a fondo perduto o a voucher formativi tramite fondi interprofessionali (come Fondimpresa o Fonditalia), specie se si organizza la formazione in modalità aggregata o interaziendale.
Infine, questo obbligo può diventare un elemento distintivo in ottica ESG e certificazione qualità: dimostrare l’adozione proattiva delle nuove regole è un segnale positivo per stakeholder, clienti e autorità marittime.
Centri di formazione PSSR
Il Decreto MIT 2025, oltre a ridefinire il contenuto della formazione, impone ai centri di addestramento marittimo di procedere a un adeguamento strutturale e procedurale entro il 31 dicembre 2025. La scadenza non è simbolica: la mancata trasmissione della dichiarazione di conformità comporta la decadenza automatica dell’autorizzazione, con esclusione dall’elenco degli enti abilitati all’erogazione dei corsi PSSR.
Gli investimenti richiesti ai centri non sono banali. Oltre all’aggiornamento dei materiali didattici secondo l’Allegato A-bis e alle modifiche necessarie per includere la fase d’esame con commissione, sarà necessario:
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predisporre aule conformi per lo svolgimento degli esami teorici;
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formare e accreditare nuovi istruttori PSSR, aggiornati sulle linee guida IMO;
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garantire tracciabilità e sicurezza dei test, con sistemi digitali per la gestione delle domande della banca dati (240 quiz);
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aggiornare la documentazione interna per conformarsi agli standard richiesti dal Comando Generale.
Tuttavia, queste stesse sfide possono tradursi in opportunità di sviluppo. Il potenziale aumento della domanda di corsi, sia per aggiornamento che per nuove assunzioni, potrebbe aprire un nuovo ciclo di espansione del mercato della formazione marittima.
I centri più tempestivi nell’adeguarsi saranno i primi a beneficiare di questo scenario, offrendo pacchetti formativi completi alle imprese in cerca di soluzioni affidabili, veloci e certificate.

Cosa prevede il Decreto MIT 2025
Uno degli aspetti più rilevanti del Decreto MIT 2025 riguarda il regime sanzionatorio e ispettivo. L’obbligo di aggiornamento del certificato PSSR entro il 31 dicembre 2026 non è solo una scadenza burocratica, ma rappresenta un requisito sostanziale per l’idoneità al lavoro a bordo. In assenza del certificato aggiornato, infatti, il marittimo non potrà essere imbarcato legalmente, e l’azienda che dovesse impiegarlo incorrerebbe in sanzioni amministrative e in problemi con l’autorità marittima durante le ispezioni.
Nel dettaglio, le ispezioni potranno verificare:
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la presenza del certificato aggiornato in conformità con la risoluzione MSC.560(108);
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la corretta archiviazione digitale o cartacea degli attestati in azienda;
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la data di completamento del corso di aggiornamento e il superamento del relativo esame;
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per i centri di addestramento, il rispetto delle procedure previste dall’Allegato A-bis, inclusa la composizione della commissione d’esame.
I controlli potranno essere condotti sia in sede portuale sia durante verifiche periodiche da parte degli organi preposti.
In caso di non conformità, si rischiano:
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blocchi immediati dell’attività di bordo;
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sanzioni pecuniarie per la società armatrice;
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segnalazioni al Comando Generale e all’Ispettorato del Lavoro;
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in caso di reiterazione, limitazioni all’autorizzazione all’imbarco per il personale coinvolto.
Per questo motivo, le imprese devono agire in modo preventivo, formando una task force interna o esterna per gestire la compliance, evitando l’effetto sorpresa e minimizzando i rischi di interruzione delle operazioni.
Conclusione
Il Decreto MIT 2025 segna un vero cambio di passo nella gestione della formazione per il personale marittimo, con l’obiettivo di elevare gli standard di sicurezza e professionalità nel settore. L’introduzione del refresh obbligatorio del PSSR e l’inasprimento delle regole per centri di formazione, imprese e lavoratori richiedono una risposta immediata e strutturata da parte di tutti gli attori coinvolti.
Per le imprese marittime, la sfida è duplice: da un lato assicurare la continuità operativa, evitando fermi e sanzioni, dall’altro trasformare questo adempimento in una leva strategica per migliorare la gestione delle risorse umane, pianificare meglio i budget e accedere a possibili vantaggi fiscali. I consulenti del lavoro sono oggi più che mai chiamati a un ruolo proattivo, diventando veri e propri partner strategici nella gestione del cambiamento normativo.
Anche per i centri di formazione accreditati si apre una nuova fase: chi saprà adeguarsi per tempo e garantire qualità, trasparenza e rapidità diventerà un punto di riferimento in un mercato in espansione, spinto da obblighi normativi ma anche da una crescente domanda di competenze certificate.
Con il 2026 ormai imminente, restano pochi giorni per mettersi in regola: le imprese del settore marittimo devono completare con urgenza le attività di aggiornamento, organizzazione interna e formazione del personale.
Agire ora è l’unico modo per evitare blocchi operativi e sanzioni nel nuovo anno.

