Nel contesto di un’economia in continua trasformazione, la promozione dell’imprenditorialità giovanile rappresenta una priorità strategica per l’Italia. Con la conversione in legge del Decreto Coesione 2024 (Legge n. 95 del 4 luglio 2024), prende finalmente forma un nuovo pacchetto di misure rivolte agli under 35, pensato per incentivare l’avvio di imprese innovative in tutto il territorio nazionale.
Sommario
Il provvedimento, in particolare, introduce due strumenti agevolativi principali: un contributo economico mensile INPS per i giovani che avviano una nuova attività e un esonero contributivo triennale per le imprese che assumono lavoratori under 35 con contratti a tempo indeterminato. Entrambe le misure si inseriscono in una cornice più ampia di interventi legati ai settori strategici per la transizione digitale ed ecologica, in coerenza con le linee guida europee e con il Programma Nazionale “Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027”.
Il presente articolo fornisce un’analisi dettagliata del contenuto della norma, dei requisiti richiesti, delle modalità di accesso agli incentivi e delle implicazioni fiscali e previdenziali, offrendo un quadro completo per imprese, professionisti e potenziali beneficiari. Un approfondimento utile per chi vuole comprendere le opportunità reali offerte dal legislatore per sostenere la nuova imprenditoria giovanile, anche alla luce dei precedenti strumenti nazionali come “Resto al Sud”.
DL Coesione 2024
Dopo mesi di attesa, finalmente prende forma una delle misure più attese del Decreto-Legge Coesione, convertito nella Legge n. 95 del 4 luglio 2024: parliamo dei contributi per la nuova imprenditorialità giovanile e delle agevolazioni per le assunzioni di giovani, contenute all’interno dell’articolo 21. Un incentivo strutturato su due linee di intervento che mira a stimolare la nascita di nuove start up in Italia, soprattutto nei settori più innovativi e strategici: transizione digitale, ecologica e sviluppo tecnologico.
Le agevolazioni si rivolgono a giovani disoccupati under 35, che decidano di avviare un’attività imprenditoriale in qualsiasi parte del territorio nazionale tra il 1° luglio 2024 e il 31 dicembre 2025. Il pacchetto include una doppia forma di incentivo: da un lato, l’esonero contributivo per le assunzioni di altri giovani under 35, e dall’altro una indennità economica anticipata dall’INPS destinata direttamente al giovane imprenditore.
Il provvedimento è ormai in dirittura d’arrivo: il decreto attuativo, firmato dal Ministro del Lavoro Marina Calderone, è attualmente al vaglio della Corte dei Conti e si attende a breve la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Questo passaggio sarà fondamentale per rendere operative le misure e permettere ai giovani interessati di presentare domanda e accedere concretamente agli aiuti.
Misure principali
Il cuore del DL Coesione 2024, per quanto riguarda le start up giovanili, è rappresentato da due strumenti concreti e strutturati: l’esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato di giovani under 35 e un contributo mensile INPS erogato direttamente ai neo imprenditori. Entrambe le misure sono pensate per incentivare l’occupazione stabile e la nascita di imprese innovative nei settori della transizione ecologica e digitale.
La prima agevolazione riguarda le micro e piccole imprese che decidono di assumere under 35 con contratto a tempo indeterminato. L’incentivo prevede un esonero contributivo fino a 800 euro mensili per lavoratore, per una durata massima di 36 mesi, con scadenza finale fissata al 31 dicembre 2028.
Sono esclusi i contratti di apprendistato e il lavoro domestico, mentre è prevista la compatibilità con la deduzione fiscale del D.Lgs. 216/2023. L’agevolazione sarà attivabile solo dopo l’autorizzazione della Commissione Europea e non è cumulabile con altri esoneri contributivi già in essere.
La seconda misura è invece pensata per chi decide di mettersi in proprio: i giovani che avviano una nuova impresa nei settori strategici potranno ricevere un contributo mensile di 500 euro, erogato in forma anticipata annualmente e per un massimo di tre anni, entro il 2028. Un aspetto interessante è che questo contributo non concorre alla formazione del reddito imponibile, offrendo così anche un vantaggio fiscale diretto.
Settori strategici e modalità di accesso
Sebbene il decreto attuativo del Ministero del Lavoro, firmato in questi giorni in concerto con i dicasteri competenti, rappresenti un passo avanti cruciale, l’intero meccanismo di accesso agli incentivi per start up under 35 non è ancora operativo.
Il provvedimento è infatti ancora al vaglio degli organi di controllo economico-finanziario, ed è da lì che si attendono i criteri ufficiali per la qualificazione delle imprese operanti nei settori strategici, ossia quelli legati alla transizione digitale, ecologica, energia, sostenibilità, tecnologia avanzata e servizi innovativi.
Le modalità per la presentazione delle domande, le scadenze operative e la procedura per la fruizione dell’indennità INPS saranno invece rese note attraverso una specifica circolare dell’INPS, la cui pubblicazione è attesa a breve. Fino ad allora, gli aspiranti imprenditori e le aziende interessate alle assunzioni agevolate dovranno restare in attesa per poter attivare correttamente le misure.
Dal punto di vista delle risorse, il Decreto Coesione ha fissato precisi limiti di spesa, che saranno coperti nell’ambito del Programma Nazionale “Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027”, finanziato con fondi europei. Questa scelta garantisce una copertura pluriennale agli incentivi, assicurando continuità e affidabilità nel medio periodo.
Un segnale forte da parte delle istituzioni, che mira a sostenere in modo stabile l’autoimprenditorialità giovanile in settori chiave per il futuro economico del Paese.
Aspetti fiscali e previdenziali
Uno degli aspetti più rilevanti – e talvolta sottovalutati – dei nuovi incentivi per start up e assunzioni giovanili riguarda le implicazioni fiscali e previdenziali. In particolare, è fondamentale che i datori di lavoro e i consulenti abbiano ben chiaro come gestire correttamente la determinazione degli acconti fiscali e il trattamento previdenziale dei dipendenti assunti con esonero contributivo.
Secondo quanto previsto dal testo ufficioso del decreto, le imprese che usufruiscono dell’esonero contributivo per le assunzioni under 35 dovranno comunque calcolare gli acconti delle imposte dirette – come l’IRPEF o l’IRES – considerando l’imposta come se l’esonero non fosse stato applicato.
In pratica, l’esonero contributivo non modifica la base imponibile per il calcolo degli acconti fiscali. Questo punto è cruciale per evitare errori nei versamenti e possibili sanzioni.
Sul fronte previdenziale, una buona notizia: l’esonero non incide sull’aliquota utile al calcolo delle prestazioni pensionistiche.
Questo significa che il lavoratore assunto con incentivo contributivo manterrà intatto il proprio diritto a una pensione calcolata secondo l’aliquota piena, come se il datore di lavoro avesse versato integralmente i contributi. Si tratta di un elemento rassicurante per i giovani dipendenti e un ulteriore incentivo all’assunzione da parte delle imprese.
Vantaggi economici
Per un giovane under 35 che sogna di avviare una propria attività, il DL Coesione 2024 rappresenta una finestra irripetibile di opportunità, non solo per il sostegno diretto offerto tramite contributi e incentivi, ma anche per i vantaggi fiscali ed economici che rendono più sostenibile l’intero percorso imprenditoriale.
L’indennità INPS da 500 euro mensili, cumulabile con altri redditi e non imponibile fiscalmente, si traduce in un’entrata liquida che può contribuire a coprire costi fissi iniziali come affitti, utenze, micro-investimenti o consulenze. È, in pratica, un piccolo “reddito di imprenditorialità” che offre stabilità nei primi anni più difficili.
Dal punto di vista fiscale, anche se l’incentivo non incide direttamente sulla base imponibile delle imposte, il quadro generale permette una programmazione fiscale più efficiente, specie se combinato con altri strumenti esistenti: ad esempio il regime forfettario al 5% per nuove attività, o le deduzioni del D.Lgs. 216/2023 per chi assume a tempo indeterminato. La sinergia tra agevolazioni permette di costruire un’impresa con costi ridotti e alta scalabilità, soprattutto se operante nei settori strategici previsti dal decreto.
Inoltre, l’accesso prioritario ai bandi pubblici e agli incubatori di impresa previsti da molti enti territoriali per start up green o digitali under 35, rappresenta un ulteriore fattore competitivo. Insomma, oggi più che mai fare impresa da giovani conviene, anche (e soprattutto) dal punto di vista fiscale.
Occupazione, innovazione e sviluppo territoriale
Le misure introdotte dal DL Coesione 2024 non si limitano a fornire un aiuto economico una tantum. Sono, piuttosto, parte di una strategia strutturale con un obiettivo ben preciso: favorire la nascita di start up giovanili in settori ad alta innovazione, stimolando allo stesso tempo la crescita dell’occupazione stabile e lo sviluppo dei territori svantaggiati, in particolare nel Mezzogiorno e nelle aree interne del Paese.
Questi incentivi rappresentano una vera e propria leva per creare lavoro di qualità, soprattutto per i giovani, evitando che siano costretti a emigrare o rinunciare ai propri progetti imprenditoriali. Promuovendo l’assunzione di under 35 con contratti stabili, si innesca un meccanismo virtuoso che premia le imprese che investono sul capitale umano e sulla crescita a lungo termine.
Inoltre, orientando gli aiuti verso i settori della transizione ecologica, digitale, energia sostenibile e nuove tecnologie, il Governo punta a costruire un sistema produttivo più resiliente, competitivo e allineato con le priorità europee del Green Deal e del Digital Compass. L’inclusione dei fondi europei del Programma “Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027” sottolinea proprio questa volontà di integrazione tra politiche nazionali e strategie UE.
In definitiva, queste misure non sono solo un’occasione individuale per i giovani imprenditori, ma anche uno strumento concreto per rivitalizzare l’economia locale e rafforzare il tessuto produttivo italiano, rendendolo più sostenibile e tecnologicamente avanzato.
Confronto con altre misure
Per comprendere meglio l’impatto del nuovo pacchetto di incentivi previsto dal DL Coesione 2024, può essere utile confrontarlo con misure precedenti rivolte alla stessa platea, come il noto programma “Resto al Sud”, gestito da Invitalia e attivo dal 2017. Entrambe le misure mirano a sostenere la creazione di imprese giovanili, ma si differenziano per impostazione, ambito territoriale e tipologia di sostegno.
“Resto al Sud” si è concentrato sulle regioni del Mezzogiorno, offrendo contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per avviare un’attività, ma con una procedura più articolata e requisiti legati alla residenza. Al contrario, il DL Coesione 2024 ha un ambito nazionale e prevede una combinazione più snella di incentivo diretto (contributo INPS) e agevolazione contributiva per le assunzioni, senza passaggi bancari o accesso al credito.
Inoltre, mentre “Resto al Sud” si rivolgeva a una platea più ampia (fino a 55 anni d’età), la nuova misura è più selettiva e mirata: si rivolge esclusivamente agli under 35 disoccupati, che operano in settori innovativi e strategici come la transizione ecologica e digitale. Questo cambio di paradigma riflette l’evoluzione delle politiche pubbliche, sempre più orientate alla specializzazione settoriale e alla sostenibilità tecnologica.
In sintesi, il nuovo incentivo non sostituisce “Resto al Sud”, ma si pone come uno strumento complementare, più focalizzato sull’innovazione e meno dipendente da intermediari finanziari, adatto a un contesto economico in rapida trasformazione.
Considerazioni finali
Il pacchetto di misure previsto dall’articolo 21 del Decreto-Legge Coesione 2024, ora convertito nella Legge n. 95/2024, rappresenta un intervento strutturale per sostenere l’imprenditoria giovanile e l’occupazione stabile nei settori strategici per la transizione digitale ed ecologica. L’impianto normativo si articola su due pilastri principali: l’esonero contributivo triennale per l’assunzione di under 35 e l’indennità mensile INPS per i neoimprenditori, cumulabile con altri strumenti agevolativi.
Entrambe le misure saranno attivabili a partire dal 1° luglio 2024 e resteranno in vigore fino al 31 dicembre 2025, con effetti economici prolungabili fino al 2028. Resta ancora da definire, attraverso l’imminente pubblicazione del decreto attuativo e della circolare INPS, la disciplina completa relativa ai criteri di accesso, ai settori ammissibili, nonché alle procedure operative per la presentazione delle domande.
Va sottolineato che le risorse finanziarie sono coperte dal Programma Nazionale “Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027”, il che rafforza l’integrazione tra politiche nazionali e fondi europei. Dal punto di vista fiscale e previdenziale, è confermato che l’esonero non modifica la base di calcolo delle pensioni né interferisce con la determinazione degli acconti fiscali, elementi importanti per la corretta pianificazione contabile da parte delle imprese beneficiarie.
Si tratta, in definitiva, di una misura complessa ma potenzialmente rilevante per chi opera o intende operare nel campo dell’innovazione, della sostenibilità e della trasformazione tecnologica. La piena operatività sarà subordinata alla definizione delle regole attuative nei prossimi mesi.